Geopolitica

Turismo sessuale, l’eredità di Castro e l’eulogie della Sinistra

2 Dicembre 2016

Un amico diceva: “finché il Cuba e la Bielorussia sono dietro la cortina di ferro dobbiamo cogliere l’opportunità!” Per “l’opportunita’” si intendeva le ragazze cubane che essendo povere e isolate erano molto accoglienti nei confronti dei turisti italiani (o occidentali). Il turista arrivava con l’euro forte in tasca e si trovava una “fidanzata” a tempo determinato (dal suo biglietto di ritorno).

Queste relazioni temporanee avevano il vantaggio che si potevano, appunto, chiamarsi relazioni. In assenza di bordelli e lo scambio del denaro contante, il turista si poteva illudere che la cubana era stata sedotta dal suo fascino mediterraneo. In realtà, per gli isolani isolati che vivevano sotto la rivoluzione di Fidel si trattava di scelta quasi obbligata. Non potevano uscire dal paese e non potevano altrimenti provare i piaceri che erano a disposizione dei turisti. In Cuba c’erano/ci sono due valute in circolazione simultanea. Una per i cittadini e l’altra per i turisti, senza la quale è impossibile accerede ai negozi e ristoranti di qualità. Così la ragazza si offriva in cambio di quattro magliette e dei pasti ai ritrovi dei turisti e entrambe le parti la chiamavano una relazione romantica.

 

castro

 

Una volta un amico ci raccontava di queste sue conquiste cubane e uno dei presenti gli chiese: “Ma Michele, la pagavi anche?” Michele disse: “Le fai regali. Tu non fai regali alla tua ragazza?!” Non ebbi il coraggio di dirgli che i regali da noi non sono giornalieri e non sono la ragion d’essere della relazione. Come non la sono il tasso di ricambio delle valute dei due paesi o la impossibilità della ragazza di lasciare il territorio nazionale.

Il paradiso socialista per i turisti era il paradiso di sesso, e talvolta, al loro ritorno, c’avevano già creduto di aver visto il paradiso. Michele diceva: “Appena arrivato a Fiumicino, vedo le faccie tese e depresse della gente. Noi viviamo in questa società materialista e frenetica!” Certo che lui ignorava il fatto di avere fatto una bella vacanza all’avamposto del comunismo proprio grazie al benessere offerto dal maledetto capitalismo e l’abisso che separava i due campi contrapposti!

 

mural

Ma non c’è peggio cieco di chi non vuol vedere, o non vuol vedere oltre l’immagine del sole e mare con il sottofondo della salsa e il retrogusto di rum. Per citare Giuliano Ferrara, (il Cuba) “sarà pure caraibica e allegra ma è pur sempre una dittatura”. Concetto non chiaro a tanti circoli di Sinistra che, mentre gli esuli cubani in Florida festeggiano la morte del tiranno, non ha lesinato lodi e elogi al Comandante.

Jeremy Corbyn, capo dell’opposizione laburista della Gran Bretagna, che aspira a guidare la “democrazia più antica del mondo,” ha detto che Castro era “un campione della giustizia sociale, malgrado i suoi difetti”. Per i diffetti, naturalmente, si intende l’aver mandato migliaia di cubani al plutone d’esecuzione e decine di migliaia ai lavori forzati, nonché l’aver trascinato gli Usa e l’Urss sull’orlo della guerra nucleare.

Altro fan di Fidel è Justin Trudeau, premier canadese e il super star delle Sinistre, con il suo gabinetto gender-balanced al 50/50, accoglienza ai rifugiati e altre uscite politcally-correct. Trudeau ha detto che il Lider Maximo era “un oratore e rivoluzionario leggendario” e aggiunge  che anche se Castro era “una figura controversa”, perfino “i suoi oppositori riconoscevano il suo amore e devozione per il suo popolo”(!)  L’ironia, come osserva il giornalista canadese Terry Glavin, sta nel fatto che l’elogio del premier veniva dalla conferenza di francofonia in Madagascar, che aveva sottolienato l’importanza dei diritti degli omosessuali. Il regime di Castro invece nel suo primo decennio confinò gli omosessuali nei campi di lavori forzati per “rieducarli”. Gli omosessuali erano un’espressione della borghesia, come lo era quel quinto della popolazione che dovette fuggire dal paese. Le imbarazzante comunicato di Trudeau ha suscitato stupore e indignazione da più parti, e su twitter ha scatenato una tempesta di sarcasmo marcato con #trudeaueulogies. Qualcuno ha corretto la dichiarazione di Trudeau ricordandogli, tra l’altro, che Castro era una “figura contorversa” perchè era un despota.

 

Un finto Trudeau si fa beffa del vero Premier su Twitter
Un finto Trudeau sbeffeggia il vero Premier su Twitter

Ancora oggi, ogni dissenso e ogni attività politica fuori dal parito unico è un crimine. La Commissione Cubana per i Diritti Umani e Riconciliazione Nazionale (CCDHRN) denuncia oltre ottomila arresti arbitrari solo nell’anno scorso. Per quanto i nostalgici di Fidel ci ricordino instancabilmente dell’alto tasso di alfabetismo, i cubani non possono leggere ciò che non è approvato dal governo. I Reporters senza frontiere colloca il cuba per la libertà di stampa al 171° posto tra 180 paesi, sotto l’Iran e l’Arabia Saudita. Inoltre, dieci anni fa quando Fidel lasciò il timone al fratello Raul, Forbes stimò il patrimonio personale del Comandante rivoluzionario di circa un miliardo di dollari.

Ma tutto questo non placa le eulogie per Fidel. La cosa comune tra tutti gli ammiratori è che nessuno di loro ha vissuto nel suo paradiso socialista. Al coro dei leader delle democrazie liberali, si uniscono anche dei giovani. Perché il brand della Sinistra fa tanto cool. Giovani che pubblicizzano su instagram le loro avventure gastronomiche ai ristoranti trendy e insultano su twitter i loro leader ma elogiano un Cuba dove la gente è povera, disconnessa e imbavagliata. Il criterio principale di valutazione è l’antiamericanismo, sempre in voga e che diventa ancora più cool grazie allo sfondo caraibico e il mito di Davide contro Golia. Si sa, per certa Sinsitra quando subentra l’antiamericanismo, i valori di libertà e democrazia passano in secondo piano. Si loda chiunque si opponga all’America. Quelli che ieri tifavano per Saddam Hussein e Gheddafi, oggi piangono per Castro. Del resto giustificare Castro è anche più facile: ha creato una sanità meglio dell’Honduras e El Salvador. E i ”difetti”? E’ stato un altro “compagno che sbaglia”.

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