Geopolitica
Trump non è come la Brexit e forse neanche così repubblicano
Ammetto che l’uomo non mi piace per niente ma credo sarebbe sbagliato non riconoscere cosa questa elezione forse ci dice, e penso che non sia tutto brutto per chi si considera ‘democratico’. Certe cose, ovviamente sì. Ma non tutto. E forse è meglio Trump che Cruz, per esempio.
Per il solo fatto che scrivo, quello che dico dovrebbe avere un ordine che suppone un’importanza, cercare invece di prendere ogni punto, uno per uno, e guardare tutto come un insieme complicato e sfumato e sottile, è forse la cosa migliore. Perché spesso parlo di un cambio di qualche punto % che indica una tendenza verso qualcosa in questo momento, non del fatto che il mondo sia cambiato da nero in bianco.
Anche se l’unica cosa da ricordare in tutto questo è che le elezioni americane non sono un evento unico come la Brexit che sarà difficile disfare per 40 anni, ma si verificano invece ogni 4 anni. Non ho visto il processo democratico aggredito, quindi non mi sembra che si stia andando verso una dittatura.
Quindi:
La Clinton ha vinto il voto popolare. Il paese non è tutto orientato verso Trump. In questo momento, e con il collegio elettorale organizzato com’è, la gente è leggermente più orientata verso Trump. E probabilmente neanche ai repubblicani.
Gli stati che hanno cambiato per votare a favore di Trump prima hanno votato per Obama. E’ possibile che il motivo per il cambio non sia del tutto razzista.
Non è impossibile che con la scelta fra Clinton, traditrice di stato per Benghazi, indagata dai federali e con un Foundation con legami da sospettare, vero o non vero che sia, e Trump, problematico al livello personale e non istituzionale, quello che si comporta meglio per l’America sia stato identificato proprio in Trump. Questo indica che il popolo americano è vagamente più disposto a rispettare ancora le sue istituzioni e non sarebbe pronto a difenderle se Trump non le rispettasse.
La guerra culturale è, a mio avviso, vinta. I diritti per le minoranze e come sono trattate, in generale, hanno visto un tale miglioramento, soprattutto fra i giovani, che perdere questa battaglia non cambierà tanto.
La battaglia ‘democratica’ che è stata persa invece è quella fra i ricchi e i poveri. Visto che sono stati quelli che hanno sofferto per la globalizzazione a cambiare e a votare per Trump (rustbelt di Pennsylvania, Ohio, Wisconsin, forse anche Michigan e New Hampshire), e non è impossibile che vedano dei benefici. Almeno adesso sono stati ascoltati davvero. Non so, per esempio, come Trump riuscirebbe a togliere Obamacare da chi l’ha votato senza qualcosa che prenda il suo posto. Non è completamente sbagliato adesso ascoltare e agire per chi ha visto lo stipendio soffrire per 30 anni invece di chi ha visto i diritti migliorare per 30 anni. In generale, in questo momento e con l’occhio al fatto che a lungo c’è ancora da fare per tutti e due.
Trump ha detto che vuole spendere tanto per migliorare l’infrastruttura. Questo non è da repubblicani/Tea Party che vogliono un governo piccolo.
Riscaldamento globale – la svolta vera è vicina, non per quello che fa il governo, ma per il fatto che i prezzi dei pannelli solari e la tecnologia ci porta verso una situazione dove costa meno utilizzarli che non il carbone, etc. Ci vuole, di nuovo, qualche anno.
Durante questa elezione, nessuno ha mai parlato della religione. Nessuna domanda se il candidato va in chiesa o ha un prete intelligente. Trump è un imprenditore da New York, pluri-divorziato non l’ex-governatore del Kansas. Forse ci sarà una battaglia contro i repubblicani religiosi.
Non me l’aspettavo il discorso che Trump ha fatto quando ha vinto. Costa niente, è vero. Ma è cambiato a 180 gradi rispetto al giorno prima. Niente più, ‘Clinton in galera.’
L’utilizzo personale della marijuana è legale in altri 3 stati. Che aiuta a tenere la gente, spesso povera e nera, fuori di galera. E a tenere la produzione fuori dalle mani delle aziende.
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