Geopolitica

Tre volte Justin Trudeau

21 Settembre 2021

A spoglio completato arriva il verdetto che il Partito Liberale canadese sperava: Justin Trudeau sarà ancora primo ministro canadese; è il suo schieramento a trionfare alle elezioni di lunedì 20 settembre.  Per il popolare – sebbene il suo consenso sia in calo – leader progressista si tratta del terzo mandato consecutivo.

Sfugge però a Trudeau la maggioranza dei seggi, ovvero l’obiettivo principale per il quale il primo ministro aveva scelto la strategia di sciogliere le camere, anticipando quel turno elettorale il quale, in origine, era previsto per l’anno 2023. Nonostante le centinaia di miliardi di dollari (canadesi) spesi per rilanciare l’economia e la fruttuosa campagna vaccinale che vede il Canada come uno dei Paesi con la maggior percentuale di popolazione immunizzata al Covid-19, Trudeau era in forte difficoltà. La decisione di forzare la mano, anticipando il voto, si deve al fatto che il primo ministro volesse limitare al massimo la riorganizzazione dei suoi più temibili avversari, quelli del partito conservatore, visti come la principale minaccia.

I risultati di una campagna elettorale tutta all’attacco

Justin Trudeau, a sinistra, e Erin O’Toole, a destra. I due principali sfidanti delle elezioni canadesi del 20 settembre, vinte dai liberali di trudeau. Foto: Hill Times.

La campagna elettorale è stata molto accesa, con entrambe le parti che sono andate all’attacco dell’altra – per quanto riguarda liberali e conservatori, le due principali pedine dello scacchiere politico canadese. I conservatori hanno continuamente puntato il dito contro il primo ministro uscente, appena riconfermato come abbiamo visto, accusandolo di aver voluto anticipare l’elezione per pura e semplice ambizione personale.

I liberali hanno invece enfatizzato spesso le contraddizioni dei conservatori di Erin O’Toole, uno che non è mai stato troppo coerente, schierando dapprima il suo partito molto a destra, salvo poi ricentrarlo continuamente man mano che ci si avvicinava alla data elettorale. Naturalmente si tratta di una scelta ben precisa, messa in campo per strappare quanti più voti possibili a Trudeau, il quale aveva il problema dell’abbandono di elettori e, infatti, ne ha persi numerosi rispetto all’ultima elezione che vinse – già in tale occasione, senza maggioranza assoluta.

Il calcolo di Trudeau di monetizzare la buona risposta pandemica in consenso elettorale ha pagato, sebbene il primo ministro si sia preso dei bei rischi. Anche perché, comunque, ha incentrato buona parte della sua campagna proprio sull’uscita dalla pandemia. Il governo canadese è riuscito a recuperare molti dei posti di lavoro persi a causa del Covid ed è il secondo Paese meno colpito, nel G7, dal coronavirus. Quello che però va sottolineato è che la sanità, in Canada, non è regolata dal governo centrale ma da quello provinciale. Lo stesso vale per la scuola. In sostanza, il principale cavallo di battaglia del primo ministro non è frutto delle sue politiche.

Vittoria sofferta e futuro del Canada

Trudeau negli ultimi anni ha avuto le sue gatte da pelare tra scandali ed errori ma è sempre riuscito a cadere in piedi, esattamente com’è avvenuto durante queste elezioni. Nonostante la popolarità sia in calo il primo ministro avrà modo di governare – salvo colpi di scena – per altri 5 anni. Non ci è ancora dato sapere con chi ma presto lo scopriremo.

I liberali hanno conquistato 156 distretti – così si chiamano i seggi in Canada – i conservatori 123; il partito del Quebec francofono denominato Bloc Quebecois 29; il New Democratic Party, possibile prossimo alleato di Trudeau, 29 e i Verdi soltanto 2. In tutto, la Camera bassa del Parlamento mette a disposizione 338 seggi. Se la matematica non è un’opinione, a Trudeau servirà probabilmente la collaborazione di due partiti per far passare le leggi.

Erin O’Toole aveva buone possibilità di sorprendere il suo sfidante – e un’ampia parte degli osservatori politici mondiali – ma gli manca chiaramente il carisma del suo avversario, il quale discende da una famiglia molto nota nella politica canadese (è figlio di Pierre Elliott Trudeau, ex primo ministro e nota icona liberale in Canada) e ha vissuto praticamente tutti i suoi 50 anni di vita preparandosi a fare questo lavoro.

 

 

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