Geopolitica

Tra un giorno i tedeschi votano; Angela Merkel contestata a Monaco

23 Settembre 2017

Tra un giorno i tedeschi andranno al voto per eleggere il nuovo capo del Governo, anzi secondo le previsioni dei sondaggi per rieleggere per la quarta volta la Cancelliera uscente Angela Merkel. A giudicare dal frastuono di fischi e ed urla “vai via” con cui manifestanti hanno oscurato il suo ultimo comizio elettorale a Monaco di Baviera venerdì potrebbe apparentemente non sembrare così sicuro; ma si trattava alla fin fine di solo un manipolo per quanto attrezzato e ben organizzato. Il Bayerisches Rundfunk ha riferito che ci sarebbero stati alcuni arresti. Alla fine del comizio un gruppo di giovani era in effetti parzialmente circondato da agenti di polizia, ma non ci sono stati disordini. Tutti i candidati che si sono avvicendanti sul podio hanno però dovuto dare fondo alle loro corde vocali. Non ha aiutato neppure il suono delle campane della vicina Frauenkirche a coprire i fischi.

La Cancelliera, seccata di dover alzare la voce ed ormai al terzo comizio di fila della giornata, ha dichiarato in apertura che coi “fischi e le urla non si modella certo il futuro della Germania”. In effetti i manifestanti non hanno attaccato in modo chiaro alcuno dei punti del suo discorso; hanno piuttosto cercato in tutti i modi di non farla parlare affatto. Tanto che il Governatore della Baviera Horst Seehofer, facendo gli onori di casa, ha detto al loro indirizzo che quello dell’Unione CDU/CSU era un comizio “di sinceri democratici e non di sbraitatori di destra o sinistra”.

La più parte degli slogan innalzati dai contestatori erano ascrivibili a manifestanti di sinistra: “la nostra scelta: lotta di classe, rivoluzione, socialismo”, “resistenza totale contro guerra e capitale”, “espropriare i capitalisti e basta per tutti”, “la politica di isolamento è omicidio di massa” in chiaro riferimento al pattugliamento del Mediterraneo per rispedire i rifugiati in Libia, ed ancora “fermare la politica razzista e lo sfruttamento, contro Merkel, CSU e AfD”, “Merkel, Seehofer, Weidel, gettare sopra la Libia!”. Altri più sparuti erano invece di sostenitori della AfD o di Pegida “fine con la permanente violazione del diritto, Merkel deve andarsene” e un “Merkel no grazie” in polacco accompagnato dal disegno di un’accetta, una bomba, un coltello ed un camion; evidentemente in collegamento alla campagna della AfD che ha cercato di mettere la Cancelliera in connessione diretta con l’attentatore di Berlino, Anis Amri. Una chiara diffamazione, anche se sono emerse responsabilità della polizia della capitale tedesca nell’aver fatto partire solo oltre tre ore dopo l’attentato perquisizioni a tappeto presso tutti gli islamisti noti, previste invece dai protocolli di sicurezza con nome in codice “misura 300”, come hanno riferito la rbb e la Berliner Morgenpost il 15 settembre.

Cartelli di protesta contro Angela Merkel a Monaco di Baviera 22.09.2017 (foto dell’autore)

Il discorso di Angela Merkel in campo nazionale
Nel suo discorso Angela Merkel ha speso pochi sparuti attacchi diretti ai concorrenti della SPD ed ai Verdi, nessuno esplicito alla AfD. La SPD non ha mai escluso una coalizione con i Linke, “un simile scenario porterebbe un futuro incerto” e “non abbiamo bisogno di esperimenti, abbiamo bisogno di stabilità e sicurezza”, per una Germania in cui viviamo bene e volentieri, ha lanciato al pubblico. Si è concessa una strizzata d’occhio a toni di orgoglio nazionale per cercare di scalfire voti ai populisti nel rivendicare alla CSU di Strauss e la CDU di Köhl il merito di avere costantemente operato per la riunificazione della Germania. Su un altro fronte sottolineando il successo del “made in Germany” ha assicurato gli industriali dell’auto che “con me non ci saranno divieti di circolazione” ma “cerchiamo soluzioni anche per un traffico più rispettoso dell’ambiente”.

Confermando i valori dei partiti cristiani la Cancelliera ha detto di voler appoggiare le famiglie e che lo Stato non deve entrare in conflitto con le loro scelte di vita, bensì creare le condizioni perché esse possano vivere come vogliono. Questo, ha delineato si rifletterà nella politica fiscale con un regime di esenzione per i minori uguale a quello per gli adulti. Si è quindi impegnata, in caso di rielezione, ad avviare sgravi tributari anche per incentivare la ricerca, nonché interventi finanziari per la digitalizzazione, formando il corpo docente e portando la banda larga in tutte le scuole anche fuori dalle grosse città.

Lodi poi a chi si dedica all’assistenza sanitaria ed impegno al rimborsane gli studi e migliorarne le condizioni di pagamento; apprezzamento per il volontariato in tutti i campi e promessa di appoggiarne l’esistenza con diversi strumenti. Angela Merkel ha sottolineato che il suo governo ha potuto dimezzare la disoccupazione e creare più di 5 milioni di nuovi posti di lavoro facendo confluire nuovi contributi a sostegno del sistema pensionistico. Non ha peraltro indicato che vi ha avuto un ruolo anche il Ministro del Lavoro Andrea Nahles della SPD. La Cancelliera ha pure rivendicato di non aver creato nuovi debiti nell’ultimo quadriennio e si è impegnata a non crearne ancora per altri quattro anni, pur senza dire come, ma escludendo qualsiasi inasprimento fiscale. Si è impegnata espressamente anzi a sgravare i redditi medio-bassi e di avviare l’eliminazione per tutti dal versamento dei contributi di solidarietà dal 2020. Per abbattere il caro alloggi in aperto contrasto con le opposizioni, ha indicato che non serve porre un nuovo freno agli affitti quando il primo non ha già funzionato, piuttosto invece creare le condizioni per avere nuovi appartamenti pagabili, defiscalizzando gli oneri dell’industria immobiliare.

Tirando quindi la corsa al candidato di punta della CSU il Ministro degli Interni bavarese Joachim Herrmann, (incombenza cui non poteva sottrarsi nonostante quest’ultimo se eletto entrerebbe in conflitto con la permanenza nel dicastero degli interni di Thomas de Maizière della CDU) ha sottolineato di voler varare una “legge di polizia che garantisca a tutti i cittadini tedeschi lo stesso diritto di sicurezza, di video controllo e di veloce cattura dei criminali”. Lode diretta agli agenti di polizia per come stavano assicurando l’ordine della manifestazione nonostante le proteste incessanti “di coloro che urlano tanto” e frecciata che nei Länder a guida rosso-verde le condizioni per la polizia sarebbero peggiori rispetto alla Baviera. Anzi, ha sottolineato di aver dovuto trattare a lungo con la SPD perché fosse elevato il minimo di pena ad un anno per furti in appartamento e si potesse fare uso dei dati delle comunicazioni dei topi di appartamento per smascherare le bande organizzate (anche in questo caso nessun riferimento al fatto che la legge era nella competenza del guardasigilli socialdemocratico Heiko Maas).

 

Angela Merkel sullo scenario internazionale
La Cancelleria lodata da tutto il mondo per non avere chiuso le porte in faccia ai rifugiati ma criticata in casa perché gli afflussi furono incontrollati, ha ribadito le lodi ai volontari che per primi a Monaco diedero volto alla solidarietà umana, ma non si è potuta sottrarre dall’impegno preso con la CSU che una situazione come quella del 2015 “non deve e non può ripetersi”. Statuizione peraltro accompagnata dalla sua unica nota di spirito della serata nei confronti dell’alleato Horst Seehofer che “la Baviera deve avere una voce forte a Berlino, anche se non è sempre facile”. Ha tratteggiato linee guida già note per combattere le cause di fuga: aiuti alla cooperazione e collaborazione per creare prospettive alla gente nei propri Paesi, le organizzazioni internazionali devono essere finanziate per poter offrire aiuto sul posto (che le condizioni dei campi di raccolta in Libia o altrove siano spesso catastrofiche non ha trovato menzione nel suo discorso), combattere i passatori perché “nell’illegalità non può essere accettato nessuno”, controllo delle frontiere esterne e finché non siano sicure mantenere i controlli a quelle nazionali. Ha rivendicato poi all’attivo dell’Unione dei partiti cristiani che per frenare il terrorismo islamista è stata introdotta la possibilità di espellere preventivamente gli individui considerati pericolosi, purché non siano cittadini tedeschi e ne sia certa le l’identità, nei Paesi di provenienza.

Corea del Nord
Nel confronto tra Nord Corea ed USA (ma già lo aveva indicato il Ministro degli Esteri Sigmar Gabriel (SPD) all’Assemblea dell’ONU) ha dichiarato “ci impegniamo affinché anche questo conflitto sia risolto diplomaticamente. Qualsiasi soluzione militare ci porterebbe in disgrazia”.

Europa
Le trattative in ambito europeo sono spesso laboriose per ottenere piccoli risultati, ha riconosciuto, ma “l’Europa è uno strumento di pace e vale la pena impegnarsi ancora in futuro”.

 

Joachim Herrmann
Per parte sua Joachim Herrmann che ambisce a portare un po’ di ordine bavarese a Berlino, ha rivendicato che nel suo Land c’è meno disoccupazione, minore indebitamento pubblico, la più bassa criminalità, e si registra la più alta percentuale di casi risolti, a differenza di quanto avverrebbe nei Länder a conduzione di SPD e Verdi. “Vogliamo lavorare perché la Germania sia il Paese più sicuro in Europa” ha dichiarato ed ha allietato i fan del suo partito indicando che la Germania è libera per tutte le religioni “ma che chi ci viene deve rispettare che questa Nazione ha uno stampo nelle radici cristiane”. Anche lui a cercato quindi di adescare le simpatie dell’elettorato che potrebbe dare il voto a forze populiste, e sottolineato che l’Unione è “per uno Stato che controlla ed assicura le sue frontiere”, “per uno Stato forte che ha il controllo su chi entra nel Paese”, “CSU/CDU sono d’accordo che la cifra degli immigrati deve restare stabilmente bassa”. Finché le frontiere esterne dell’UE non sono assicurate ha perorato “i controlli alle frontiere devono perdurare anche al confine austro-tedesco” e “dobbiamo far sì che chi permane nel Paese senza diritto sia rispedito nel Paese di origine e deve avvenire in modo veloce soprattutto per coloro che commettono dei reati”. I Verdi e la SPD hanno criticato le espulsioni verso l’Afghanistan, ma “non è umanitario chi viene in Germania richiedendo asilo e violenta le donne, questo è disumano e per questo spediamo questa gente indietro”. “Siamo orgogliosi della Patria tedesca … vogliamo fare di tutto perché la Germania resti come noi la viviamo”.

Una frecciata poi ancora al candidato Martin Schulz “Non più Würselen a Berlino, abbiamo bisogno di più Baviera a Berlino”. Cronisti del BR hanno d’altronde riferito che prima della manifestazione, sostenitori del candidato della CSU avrebbero distribuito delle magliette con un Joachim Hermann con il cappello da cowboy.

 

Domenica 24 aprono le urne
“Tutti colgono che viviamo in tempi irrequieti, di grosse sfide e credo che abbiamo bisogno di una politica di ragionevolezza e misura. Nel centro di questa società c’è la sua grande forza”. Si è conclusa così, con lodi alle sfaccettature delle Germania, la campagna elettorale della Cancelliera Angela Merkel. Nei sondaggi pre-voto ha la rielezione in tasca, anche se nessuno pensa che la CDU/CSU possa di nuovo raggiungere il 41,5% che toccò nel 2013, ma le viene invece pronosticato un 37%. Nella piazza però rimbombavano i fischi anche durante l’inno nazionale e la polarizzazione dell’elettorato, oltre che la costante persistenza di indecisi ed astenuti, getta la grossa incognita per il risultato finale.

 

I sondaggi danno in particolare come possibile terza forza politica, scavalcando Verdi al 7,5%, Linke al 9% e Liberali al 9,5%, la AfD con il 12% dei voti. Un partito che dà voce a manifestazioni simpatetiche al nazionalsocialismo, come l’auspicio di “una svolta di 180 gradi” della cultura del ricordo delle responsabilità tedesche nella seconda guerra mondiale.

 

Manifesto contro la AfD (foto dell’autore)

Martin Schulz, a differenza della Cancelliera nel suo ultimo comizio, lo ha attaccato apertamente. Le cronache riportano lo abbia ancora fatto venerdì a Berlino, in un comizio quasi in contemporanea con quello di Angela Merkel a Monaco, ammonendoli per il previsto ingresso nel Bundestag “vestitevi caldi, perché siete i nostri nemici!” (fonte ZdF). Lui però alla fine potrebbe sentirne ancor di più se si realizzerà il pronostico che dà alla SPD appena il 20% dei voti, 3% in meno rispetto a Frank-Walter Steinmeier nel 2009, i Genossen potrebbero indurlo a lasciare la Presidenza del partito consegnatagli per ovazione unanime.

 

In copertina la Cancelliera Angela Merkel ed il Governatore della Baviera Horst Seehofer, Monaco di Baviera 22.09.2017 (foto dell’autore)

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