Geopolitica

Tra sei giorni i tedeschi vanno al voto per il rinnovo del Bundestag

18 Settembre 2017

Tra sei giorni, il 24 settembre 2017, si svolgeranno le elezioni nazionali tedesche per la costituzione del 19° Bundestag. Da parecchio tempo i sondaggi danno per numericamente possibili solo una ripetizione della grossa coalizione dei partiti cristiano-conservatori CDU/CSU con i socialdemocratici della SPD oppure un tripartito CDU/CSU con i liberali della FDP ed i verdi del partito Bündnis 90 die Grüne. Una formula che esiste già in Schleswig Holstein ma che a livello nazionale, dove con la CSU diventerebbe un quadripartito, sia verdi che liberali, quantomeno prima delle elezioni, escludono apertamente.

È presto spiegato il perché ciascuno voglia correre per sé senza rischiare di perdere voti con premature dichiarazioni di alleanze con l’Unione CDU/CSU: dato per certo che i due partiti più grandi resteranno CDU/CSU e SPD è importante la corsa per il terzo posto. Chi arriverà terzo potrebbe infatti ambire a confluire in una nuova formula di governo con i primi arrivati, e se anche ciò non si avverasse, sarebbe comunque a capo dell’opposizione assicurandosi maggiori tempi di intervento al Bundestag, subito dopo i Ministri, e maggiori fondi per la sua frazione parlamentare.

Quello però che turba le acque è che la partita per il terzo arrivato non si gioca solo in una corsa tra la rediviva FDP, seguita nei sondaggi arrancando un po’ dai Linke e dai Verdi, ma anche da una ringalluzzita AfD. Tutti i partiti escludono apertamente di coalizzarsi dopo il voto con quest’ultima, che ammicca apertamente alla retorica nazionalsocialista. Secondo il sondaggio Deutschland Trend della ARD del 14 settembre la AfD potrebbe però raggiungere il 12% delle preferenze, mentre i liberali si attesterebbero al 9,5% seguiti dal partito Die Linke col 9% e dai verdi col 7,5%. Nonostante lo spauracchio di un’immigrazione incontrollata rispetto all’ondata registrata nel 2015 sia spuntato, la AfD rappresenta sempre il malcontento di molte fasce di tedeschi della ex Germania Est disillusi dall’unificazione, non per nulla il suo bastione resta Görlitz in Sassonia dove nel 2013 aveva raggiunto con l’8,2% il suo migliore risultato elettorale (fonte ARD: I collegi più anomali in Germania, del 17 settembre).

Al momento i sondaggi indicano che invece Martin Schulz porterebbe la SPD solo al 20%, meno ancora del 23% che conseguì Frank-Walter Steinmeier nel 2009 e del 25% che raggiunse Peer Steinbrück nel 2013. Schulz ha cercato invano di ottenere un secondo duello televisivo con Angela Merkel per tentare di risalire la china, arrivando ad accusarla di tacere sul futuro del Paese. Egli ha unificato il suo partito, ma se sulla linea del traguardo non conquisterà le preferenze dei molti che sono ancora indecisi, pur non potendogli imputare grossi errori, dopo le elezioni i Genossen non glielo perdoneranno e potrebbe essere indotto a rinunciare a mantenere la presidenza del partito raggiunta con l’acclamazione del 100% dei delegati.

Angela Merkel invece prima delle elezioni si può concedere anche alle interviste televisive ai bambini in cui dice che i suoi animali preferiti sono la lepre ed il porcospino. Il Deutschland Trend della ARD dà il suo partito sempre in testa con il 37% delle preferenze ed una simpatia personale del 51% quasi doppia al 25% di Schulz. Ciò, nonostante la spina del fianco di Horst Seehofer, leader dell’alleata CSU, che la critica sempre apertamente sulle politiche sui rifugiati ed ha presentato un piano elettorale bavarese in concorrenza con quello della CDU e per di più schiera il proprio Ministro degli Interni Joachim Herrmann in diretta competizione con Thomas de Maizière. Forse è anche per avere l’ultima parola che la Cancelliera farà il suo ultimo comizio elettorale il 22 settembre proprio a Monaco di Baviera. Sarà anzi l’ultima candidata in assoluto a tenere un discorso nella capitale bavarese prima del voto.

Il 14 settembre l’ha già preceduta Martin Schulz manifestandosi sempre combattivo nel ribadire gli argomenti di punta della sua campagna filo europeista e per l’uguaglianza sociale. I suoi temi sono stati l’assicurazione della a 67 anni, il rilancio dell’edilizia scolastica e la rivalutazione dell’istruzione professionale, la gratuità degli asili e contro il caro casa, la differenza di trattamento economico a parità di mansioni tra uomini e donne, così come l’abuso dei lavoratori temporanei, l’opposizione all’aumento del 2% del PIL delle spese militari pur ammettendo investimenti nell’esercito e l’espansione delle infrastrutture digitali. Con verve ed attacchi diretti alla concorrente, oltre che aperte critiche alle esternazioni razziste della AfD, Schulz si è eretto a portavoce dei capifamiglia oberati dal costo della vita, sottolineandone con retorica il contrasto ai premi percepiti dai manager dell’industria automobilistica. Ha saputo trovare a tratti toni trascinanti, salutati con approvazione dal pubblico, ma a ben guardare la piazza non era affatto piena e c’era una regia evidente di sostenitori del suo partito che a Monaco esprime il sindaco.

Un giorno prima della Cancelliera apparirà a Monaco anche il capo frazione dei Verdi Anton Hofreiter, che concorre per un mandato diretto nel bastione della CSU della Regione della capitale bavarese. Ed i Bündnis 90 die Grüne in una maratona di 16 comizi in tutto il Paese mirano a conquistare gli elettori con pastasciutta, musica italiana e birra (cfr. http://www.gruene.de/ueber-uns/2017/komm-zur-gruenen-pasta-party.html). A Monaco, però fino al 3 ottobre è in corso la 184ma Oktoberfest e birra se ne consuma già abbastanza, quindi vi è annunciata solo la presenza di musica dal vivo.

Se i vaticini saranno confermati per Angela Merkel dopo una corsa in discesa per la riconferma al Cancellierato, le cose si faranno però più scomode all’indomani della chiusura delle urne. Nelle trattative per un’eventuale riedizione della Grosse Koalition la SPD non sarà arrendevole. Lo ha dimostrato spingendo a forza l’approvazione della legge sul matrimonio per tutti all’ultima seduta della passata legislatura. Per contro la FDP, risorgendo da anni di opposizione extra parlamentare, potrebbe fare la preziosa. Ed infine neanche i Verdi sono i suoi alleati ideali.

Inoltre la AfD entrerà quasi sicuramente nel Bundestag e sarà un inquilino scomodo capace di portare onta alla Germania a livello internazionale. Se dovesse arrivare ad essere il terzo partito per la CDU/CSU l’opzione migliore potrebbe essere che la SPD non partecipasse al Governo assicurandosi la conduzione dell’opposizione nel Bundestag al posto della AfD; ma questo al contempo significherebbe avere un antagonista alle iniziative governative politicamente molto più forte.

 

In copertina Martin Schulz a Monaco di Baviera, 14 settembre 2017 (foto dell’autore).

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