Geopolitica
Tensioni tra Ankara e Berlino; la AfD chiede stop a ingresso musulmani
Sempre tesi i rapporti tra Germania e Turchia anche se il Ministro dell’economia turco Nihat Zeybekci ha potuto tenere domenica un comizio a Leverkusen per promuovere il referendum costituzionale presidenzialista turco del 16 aprile.
La settimana scorsa sia a Frechen che a Colonia era stata cancellata la concessione delle sale pubbliche dove a avrebbe dovuto intervenire e lo stesso era successo a Gaggenau, dove era previsto l’intervento del Ministro della giustizia turco Bekir Bozdag. Bozdag per rivalsa aveva rifiutato di incontrare l’omologo Heiko Maas (SPD) che in risposta gli ha scritto sottolineando che la Turchia sta allontanando le sue possibilità di accesso all’Unione Europea. Il Ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu aveva espresso il forte dissenso del Governo di Ankara.
Poi si era cercato un ravvicinamento: Cavusoglu ha accettato di incontrare il suo omologo Sigmar Gabriel (SPD) in Germania l’8 marzo per appianare le controversie. Prima ancora avrebbe però voluto partecipare egli stesso ad un comizio martedì ad Amburgo, ma la città anseatica ha vietato l’agibilità della sala dove doveva svolgersi per motivi antincendio. Resta da vedere se ne sarà individuata un’altra. Domenica Angela Merkel ha anche avuto un colloquio telefonico diretto con il Primo Ministro turco Binali Yildirim. Secondo quanto ha riferito il premier turco all’agenzia Anadolu e riportato la tedesca ARD, il colloquio è stato buono e produttivo e la Turchia potrebbe cambiare qualcosa nella tattica della sua campagna elettorale.
I toni comunque sono sempre esacerbati. Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan, gettando ancora olio sul fuoco, ha dichiarato domenica sera che Berlino usa metodi propri “della Germania nazista”. Angela Merkel ha detto che “una dichiarazione del genere non si può neanche seriamente commentare” e che “tra la Germania e la Turchia esistono profonde differenze di vedute … come nella libertà della stampa”, come riporta stasera la ARD. Un chiaro riferimento alla vicenda del giornalista della Die Welt Deniz Yücel, detenuto in Turchia da oltre un mese nonostante Berlino ne chieda il rilascio. L’affermazione così sferzante fatta dalla Turchia, un partner nella NATO, oltre che destare reazioni indignate in Germania, ha anche spinto il primo ministro austriaco Christian Kern a dar manforte ad Angela Merkel proponendo che l’UE decreti adesso uno stop a tutte le manifestazioni elettorali turche nei Paesi dell’Unione. Proposta condivisa anche dall’Olanda.
In un’apparizione pubblica venerdì 3 marzo Erdogan aveva già dichiarato che il giornalista Deniz Yücel è un terrorista del PKK curdo ed una spia del Governo tedesco. L’accusa per Berlino è risibile. La stessa Cancelliera Angela Merkel sabato durante una conferenza stampa in Tunisia -dove era andata ad assicurare un pacchetto di aiuti finanziari in cambio dell’accettazione di procedure più rapide di rimpatrio dei profughi- aveva nuovamente criticato che il giornalista sia ancora detenuto e sottolineato che la Germania è uno Stato federale con competenze suddivise ed i Comuni non dipendono dal Governo centrale nella valutazione di misure di ordine pubblico locale.
Lo stesso Erdogan vorrebbe però fare personalmente propaganda in Germania per il referendum del 16 aprile a cui sono chiamati a votare anche circa 1,4 milioni di cittadini turco-tedeschi. Ieri ha affermato che se vorrà presentarsi in Germania lo farà comunque, ammonendo Berlino a non impedirglielo. In passato il Presidente turco ha già tenuto a Colonia nel 2008 e nel 2014 dei comizi affollatissimi. Viste le sue capacità di infervorare il pubblico, temendo un’affluenza eccessiva di manifestanti, gli venne però successivamente impedito di collegarsi via satellite ad un raduno nella stessa città il 2 agosto 2016. Pur di fronte ad un generalmente radicato orgoglio nazionale, la comunità turca in Germania è peraltro interprete di uno spettro differenziato di opinioni sulla situazione in Patria, ed è tutt’altro che scontata da parte sua una massiccia approvazione della riforma costituzionale che darebbe più poteri al Presidente Erdogan.
La popolazione turca riceve invece notizie da una stampa locale praticamente ormai costretta solo a voci filogovernative ed è quindi decisamente animata contro Berlino. La compattezza contro il nemico esterno rafforza la figura e la posizione politica di Erdogan all’interno della Turchia. I politici tedeschi vogliono evitare che questo astio si propaghi alla vasta comunità turca in Germania che in larga parte ha doppio passaporto e voterà anche nel Paese in settembre. Nella giornata di venerdì c’è già stato un falso allarme bomba a Gaggenau, dove era stato cancellato il raduno del ministro Bozdag.
Per Sarha Wagenknecht dei Die Linke c’è una differenza netta tra la libertà di pensiero e la propaganda per una riforma che porterebbe la Turchia verso una dittatura. Toni pacificatori sono stati invece cercati dal Presidente della Repubblica uscente Joachim Gauck “siamo così deboli che dobbiamo temere gli argomenti dell’altro levandogli la parola” le sue parole riportate dalla ARD.
A gettare nuovi dissapori il vicepresidente della Afd Alexander Gauland ha richiesto lo stop dei permessi di ingresso in Europa per tutti i musulmani che non scappino da una guerra. Non i singoli musulmani, argomenta, ma l’Islam nel suo insieme persegue aneliti politici in contrasto con la Costituzione. Egli stesso peraltro così facendo propone di fermare l’immigrazione di chi ricerchi migliori condizioni economiche fuggendo la fame, o scappi dai matrimoni tra bambini, o l’infibulazione femminile, solo sulla base della religione. Non è chiaro poi neanche cosa dovrebbe accadere a turisti e viaggiatori per affari che l’Europa ha anche con Paesi musulmani.
Dalle polemiche gli unici che potranno veramente gioire sono i produttori del film turco Reis (condottiero) che narra l’ascesa di Erdogan da umili condizioni familiari a guida della Nazione, presentato nelle sale della capitale tedesca. Ora ha un lancio pubblicitario insperato.
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