Geopolitica
Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna hanno attaccato la Siria
Alle 3 di questa notte (ore italiane) Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna hanno colpito tre obiettivi in Siria, a Damasco e Homs, in risposta al presunto attacco chimico alla città di Duma ad opera del regime di Bashar al Assad che ha causato almeno 100 morti. Duma è la roccaforte dei ribelli siriani nella Ghuta orientale, alle porte di Damasco.
«Il nostro obiettivo è distruggere le capacità di lanciare armi chimiche del regime siriano», ha affermato Donald Trump in diretta televisiva alle 21 ore di Washington, annunciando l’operazione congiunta con Francia e Gran Bretagna, aggiungendo che andrà avanti «il tempo necessario per distruggere le loro capacità».
Quello che sappiamo finora
- Gli obiettivi militari colpiti da un centinaio di missili sono un sito di stoccaggio di armi chimiche a ovest di Homs, un importante centro di comando e un centro di ricerca scientifica a Damasco
- Theresa May ha specificato che l’obiettivo degli attacchi di stanotte è «dissuadere dal barbaro uso delle armi chimiche in Siria e oltre», non quello di rovesciare il regime di Assad. La ministra degli Esteri francese ha affermato che Mosca è stata informata preventivamente dell’azione militare condivisa. Il Pentagono ha però smentito. La Nato appoggia l’azione
- Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha twittato: «La linea rossa fissata dalla Francia nel maggio del 2017 è stata superata. Quindi ho ordinato alle forze armate francesi di intervenire questa notte, nell’ambito di un’operazione internazionale congiunta con gli Stati Uniti d’America e il Regno Unito e diretta contro arsenali chimici clandestini del regime siriano»
- Il presidente Vladimir Putin, ha parlato di un atto di aggressione che viola il diritto internazionale richiedendo una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu
- Poco dopo le 10.30 parla anche Paolo Gentiloni, primo ministro dimissionario italiano, sostenendo che l’attacco è una «risposta motivata all’uso di armi chimiche ma che non può e non deve essere l’inizio di un’escalation. Questo è quanto l’italia ha ribadito nei giorni scorsi e continuerà a ribadire»
- «La Russia deve decidere se continuare lungo questo sentiero buio o se si unirà alle nazioni civilizzate quale forza di stabilità e pace – ha ribadito Trump. Magari un giorno andremo d’accordo con la Russia, e forse perfino l’Iran, ma forse no». Intanto i jet militari russi starebbero pattugliando lo spazio aereo siriano dopo i raid della notte da parte di Usa, Gran Bretagna e Francia. A dichiararlo è il generale russo Serghiei Rudskoi, capo del dipartimento generale operativo dello Stato maggiore russo.
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Immagine di copertina Twitter
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