Geopolitica

Sosta nella bolla

18 Agosto 2021

Come ogni anno mi ritrovo in una bolla dove regnano perlopiù calma e distacco: tutto quello che accade fuori lo sento come ovattato, e per sentire qualcosa deve essere qualcosa che fa proprio rumore. Rallento.

Ho visto la foto di un aereo decollato con gente attaccata al carrello, ho guardato meglio, ho appreso di Kabul e fatto un giro sui social per vedere cosa gli occupanti di Facebook avrebbero detto per poter risolvere la situazione.

Hanno ragione tutti, naturalmente, ma forse a Kabul tutte queste ragioni non arrivano. Qualche disguido tecnico, probabilmente.

Ho firmato senza molta convinzione una petizione su change.org per aprire un corridoio umanitario a favore delle donne afgane.

Il ‘senza molta convinzione’ non è per il merito, naturalmente, ma per il metodo.

Sarà che sto leggendo ‘Mattatoio N.5’, ma non riesco più a credere a certe cose che sulla carta sono nobilissime ma se rimangono sulla carta servono a lavare coscienze distratte e assuefatte al mondo in cui viviamo. Non c’è alcun merito nell’essere nato a Torino così come non c’è alcun demerito nel nascere in Afganistan. È, onestamente e fino a prova contraria, questione di culo.

Si può essere grati o incazzati, oppure indifferenti.

Non riesco ad essere indifferente, ma nemmeno così partecipe: non da qui, non adesso. Forse l’età? Forse il tempo.

Disincanto, un goccio di cinismo e qualche capello bianco ad arricchire il piatto.

Non sono nella posizione di poter cambiare le cose, è questa la verità. Chi può farlo non ha alcun interesse a farlo.

Tutti odiano guerra e violenza, ma qualcosa non funziona comunque.

Vorrei come tutti che le cose si normalizzassero, che i famosi ‘potenti della terra’ dicessero ‘Basta così, dai: mettiamoci attorno a un tavolo e finiamola con le follie’, vorrei non vedere mozziconi di sigarette incastrate negli scogli, vorrei che quello stupido bambino con l’arpione non avesse fatto soffrire un pesce per 20 minuti prima di ucciderlo. [Ci sentiamo assolti perché uccidiamo creature che non hanno un nome]

Lo so sono articoli un po’ così, ma così vanno le cose. È anche il bello di essere ‘lontani’ per un po’: se hai fortuna e un po’ di pazienza ti viene consentito di guardare le cose con un’ottica diversa.

Ogni tanto la rivedo volentieri questa scena, e spero che sia quella la verità.

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