Geopolitica

Se l’Albese c’entra con l’indipendentismo

23 Ottobre 2017

“Vorrei due etti di Albese”.

“Di Albese”.

Interno giorno, supermercato, Milano. La richiesta della carne cruda da mangiare con olio e limone può diventare una discussione, a dire il vero un po’ unilaterale, sui desideri di indipendentismo di molte persone.

“Vede quel taglio di carne? – continuo io come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo – può gentilmente macinarmelo? Per la carne cruda andrà benissimo”.

A questo punto il macellaio sbotta e inizia una interminabile filippica mentre prepara il mio Albese: “Ma io dico, questa si chiama trita! A Milano è la trita! Abbiamo avuto, Garibaldi, Cavour, l’Unità d’Italia e qui ancora non chiamiamo le cose con il loro nome. Trita! Si chiama Trita!”.

Finisce di macellare, si volta verso di me, mi porge la carne e mi chiede con fare retorico: “Lei evidentemente non è di qui?”. Beh sì son nata dalle parti di Cavour, ma non glielo dico per non fargli fare una figura ancora più brutta visto che proprio lui lo ha tirato in ballo.

Continuo a tenere l’atteggiamento dell’ovvietà: “Sì, sono di Torino. Il suo collega che sta sistemando gli scaffali ma che solitamente è al suo posto mi ha sempre sentito chiamarla Albese. E non ha mai fatto una piega”.

Prendo il pacchetto e me ne vado.

Ripenso spesso in questi giorni a quella surreale conversazione. Ci ripenso perché è accaduta durante i giorni del referendum sull’indipendentismo catalano. Perché noi non abbiamo una lingua diversa per ogni parte d’Italia, abbiamo dei dialetti e qualcuno di questi viene preservato come lingua – penso al sardo o al friulano.

Ci ripenso perché quando ho lavorato in Trentino sono stata felice di imparare un po’ delle loro espressioni e di conoscere le differenze tra modi di dire tra valligiani. Lontanissime da me.

Perché parlo un inglese “portuale” esercitandolo prevalentemente in Irlanda, e i miei but assomigliano più a quel butt che ognuno di noi ha nella parte posteriore del proprio corpo.

Perché i recinti si costruiscono quando non si riconoscono più i propri vicini e allora capita che “tu bambino cattolico di qua, tu protestante di là” e non c’é spiegazione più efficace dei Troubles in Nord Irlanda.

Perché a me tutta questa ondata di distinguo tra chi si sente migliore e vuole stare da solo mi fa molta molta paura. Ed è una occasione persa rispetto alla possibilità di essere cittadini del mondo.

Ah, il mio Albese era buonissimo.

La prossima volta dal macellaio chiederò lo spezzatino per fare l’Irish stew.

Post scriptum: Ieri non ho avuto modo di testare i tablet per il voto. Chiedo venia, la zia di quella parte della famiglia che viene dal sud compiva 90 anni. Ho preferito rendere onore all’italica longevità di una di quelle donne che nel suo piccolo ha fatto grande l’Italia. Tutta.

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.