Geopolitica
Scambio di accuse, ma toni più distesi tra Berlino ed Ankara
Dopo la divulgazione ieri di un parere riservato a nome del Governo di Berlino che ha accusato Ankara di essere “piattaforma centrale per gruppi islamisti” non sono mancate le reazioni indignate da parte turca. Esse tuttavia sono state affidate unicamente al Ministero degli Esteri di Ankara che in una presa di posizione ha parlato di “mentalità distorta diretta contro il Presidente Recep Tayyip Erdogan”.
Anche il Governo Merkel ha attenuato i toni specificando che nonostante le recenti irritazioni intende puntare sempre alla cooperazione con Ankara. Il portavoce del Governo Steffen Seibert ha ammesso però che il Cancellierato era stato coinvolto nella formulazione della dibattuta risposta all’interrogazione parlamentare dei Linke. L’emittente pubblica tedesca ZdF riporta altresì che un portavoce del Ministero degli Interni ha ribadito che la polizia criminale federale ed i servizi interni del Verfassungsschutz “non sono naïve riguardo al partner Turchia”.
Soggiungendo però che nonostante le difficoltà “la Turchia resta il partner più importante nel combattere lo Stato Islamico” e che recentemente -riporta sempre la ZdF– ci sono stati progressi degni di menzione nella cooperazione tra i due Paesi su questo fronte.
Il Ministero degli Esteri, che erroneamente non era stato coinvolto nella formulazione della risposta all’interrogazione parlamentare, si è distanziato dalla genericità delle accuse contro Ankara. La Turchia rimane un partner importante ed un Paese della NATO, cita una portavoce del ministero, chiarendo che l’inviato diplomatico tedesco ha già discusso delle divulgazioni di stampa con la controparte turca.
Le accuse contro Ankara di fomentare l’islamismo erano riflesse in Germania peraltro già da tempo nei giudizi sull’influenza della associazione turca DITIB nell’insegnamento della religione islamica. Avversità che hanno portato, ad esempio, il Land Baviera a rinunciare completamente alla sua collaborazione nell’istruzione.
Ankara e Berlino in buona sostanza continuano a guardarsi di sbieco, ma non rompono i loro accordi. Il Governo turco non godrebbe da un ulteriore isolamento dopo la repressione del tentato putsch militare; Berlino d’altronde non può rinunciare alla Turchia per calmierare l’afflusso dei profughi ed al suo appoggio nella lotta all’ISIS.
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