Geopolitica
Quelli del lato oscuro
Sempre più spesso ci imbattiamo in personaggi al centro del dibattito politico che, al netto delle considerazioni personali di ognuno, hanno delle visioni autarchiche, chiuse e reazionarie.
In atto c’è una sollevazione gigantesca nei paesi dell’Occidente, supportata alla base da quella parte che è rimasta vittima della globalizzazione e che volendo radicalmente cambiare le cose, per rabbia e esasperazione si affidano a persone reazionarie e spesso xenofobe. Sono gli ex-operai, gli abitanti delle campagne e delle periferie. Insomma tutta la base sociale che ha eletto negli states Donald Trump e che supporta altri generali dell’impero galattico nel resto dell’Occidente.
Questa quindi è più una guida che prende in causa molti paesi con i loro principali cavalieri del lato oscuro, per orientarsi e sottolineare come quest’ondata di quello che viene chiamato populismo, ma che in realtà è un fenomeno più ampio e complesso, sta causando alla politica e alla società globale, prospettandosi come il governo, o parte di esso, dei prossimi anni.
Questo di cui si parla non è la sommossa politica della ”rivolta contro le elites” che tanto è stata analizzata e abusata in questi tempi, piuttosto la parte interna a questo movimento che a questa battaglia propugna soluzioni xenofobe e di estrema destra.
STATI UNITI D’AMERICA
Donald Trump
Presidente eletto (a sorpresa) degli Stati Uniti d’ America, 70 anni, è senza ombra di dubbio il signore oscuro più conosciuto di questo filone. Miliardario e newyorkese ha agitato la campagna elettorale più assurda del suo paese in 200 anni, scagliandosi contro i grandi gruppi finanziari e l’establishment politico di Washington. Nel mentre ha espresso più volte posizioni di estrema destra sui diritti, l’economia e l’immigrazione. Contrario ai matrimoni omosessuali, all’aborto e alla regolamentazione sul possesso delle armi, prospetta un’economia molto meno improntata al libero scambio, preferendo dogane e barriere, così come sull’immigrazione, in particolare messicana (famosa la sua volontà di costruire un muro al confine con il Messico). Molto scettico rispetto al rispetto dell’ambiente, tanto di aver definito il cambiamento climatico una ”balla inventata dai cinesi per danneggiare le aziende americane”, vuole stralciare gli accordi di Parigi e nominare come consulente politico sul clima Myron Ebell, considerato «uno dei più noti scettici sul cambiamento climatico» definito come il portavoce dell’industria del petrolio.
REGNO UNITO
Nigel Farage
52enne, originario di Downe, un paese nella regione della Greater London, Farage è il principale responsabile della Brexit. La volontà del Regno Unito di uscire tout-court dall’Unione Europea è arrivata al referendum dello scorso giugno dopo anni di dura opposizione di Farage all’Unione, della quale è stato ed è parlamentare, portata avanti con temi propagandistici dal forte colpo mediatico ma dalla scarsa verità. L’accento di questa continua campagna elettorale ha assunto i volti della conservazione autarchica dell’economia e della chiusa sociale del Regno Unito nei confronti del mondo.
Leader storico dell’UKIP, è per la democrazia diretta (tanto da essere considerato a tutti gli effetti un’affiliato del M5S in ambito europeo), per la regolamentazione dell’immigrazione in UK, anche italiana. Ha più volte espresso posizioni controverse e conservatrici sui diritti. Ha ammesso di ammirare Putin, la qualcosa sembra essere un sentimento terribilmente accomunante di tutti questi cavalieri oscuri.
FRANCIA
Marine Le Pen
Leader del partito euroscettico di estrema destra Front National (FN) è una parlamentare europea dal 2004. Sostiene che serva una moratoria sull’immigrazione e che bisogni attuare una politica de “il francese prima” in materia di occupazione e stato sociale. Sostiene che la filiazione dovrebbe essere la via normale per acquisire la nazionalità francese, con l’eccezione della naturalizzazione per meriti riconosciuti. Celebre la sua frase “la nazionalità è ereditata o meritata”.
Nel 2017 ci saranno in primavera le elezioni politiche in Francia. E’ probabile che il Front National aumenti molto i consensi ma difficilmente Le Pen riuscirà a diventare presidente. Non è però esclusa una sua partecipazione nella formazione del governo, in accordo con i conservatori, nel caso di elezioni molto frammentate che non consentano una maggioranza stabile.
Alle elezioni regionali dell’autunno 2015 il Front National non è riuscito a ottenere il governo di nessuna regione ma si è confermato il primo partito del paese con circa il 28 per cento complessivo dei voti. Negli ultimi tempi sta guadagnando consensi anche fra i giovani: cosa non scontata per un partito euroscettico e nazionalista tradizionale, il cui elettorato tende a essere piuttosto anziano. La popolarità del Front National va probabilmente collegata all’atmosfera che si è creata dopo gli attentati di Parigi e all’assenza di figure “nuove” fra i partiti tradizionali, duramente provati, sopratutto quello socialista, dalla scarsa popolarità del Presidente Hollande.
GERMANIA
Frauke Petry
Frauke Petry, 41 anni, nativa di Dresda, è la leader del partito Alternativa per la Germania (AfD).
AfD è stato fondato nel 2013 da un gruppo di giornalisti che chiedevano innanzitutto l’abolizione della moneta unica europea. Dal 2015, con le dimissioni del vecchio leader, il partito si è concentrato su una campagna contro la politica di accoglienza dei rifugiati portata avanti dal governo Merkel e a favore della reintroduzione dei controlli alle frontiere. Nel programma dell’AfD ci sono anche un referendum sul TTIP, l’accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziazione tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America, e l’immediata sospensione delle sanzioni nei confronti della Russia.
Lo scorso marzo in Germania si sono tenute le elezioni per rinnovare le assemblee legislative di tre stati federati e in quell’occasione l’AfD è riuscito a entrare per la prima volta nei tre parlamenti e la CDU ha perso in due dei tre Länder: contro i Verdi in Baden-Württemberg e contro i socialisti della SPD in Renania-Palatinato.
La cancelliera Angela Merkel ha appena annunciato che si candiderà di nuovo. Il suo partito, la centrista CDU, è ancora il primo partito del paese, ma è probabile che l’Afd aumenti sempre più il suo consenso.
OLANDA
Geert Wilders
Il movimento di estrema destra, xenofobo ed euroscettico guidato da Geert Wilders, il PVV, ha percentuali di consenso simili a quelle del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia, di centrodestra ed europeista, del primo ministro attuale. In passato Wilders Wilders ha definito l’Islam una religione «fascista», paragonando il Corano al Mein Kampf di Hitler, ma poi era stato assolto.
L’Olanda, contrariamente in passato, è uno degli stati dove l’euroscetticismo è più diffuso, ed esistono problemi di antisemitismo e islamofobia definiti da molti analisti ”molto preoccupanti”, accentuati da gravi fatti di cronaca (fra cui gli assassini di Pim Fortuyn e Theo Van Gogh e l’abbattimento del volo MH17 di Malaysia Airlines, avvenuto il 17 luglio 2014 in Ucraina orientale). Il PVV è cresciuto molto negli ultimi anni: alle ultime elezioni politiche, nel 2012, fu il terzo partito più votato. Il 15 marzo 2017 si terranno le elezioni politiche nei Paesi Bassi.
AUSTRIA
Norbert Hofer
Norbert Hofer, 45 anni, è esponente del Partito della Libertà Austriaco e terzo vicepresidente del Consiglio nazionale, il Parlamento austriaco. Il 4 Dicembre, lo stesso giorno in cui in Italia si voterà per il referendum, l’austria ri-farà il ballottaggio presidenziale che questa volta potrebbe vedere come vincitore proprio il leader euroscettico.
Hofer fa parte del Partito per le Libertà dell’Austria (FPÖ). L’FPÖ esiste dal 1956 ma negli ultimi tempi è tornato popolare grazie alle sue posizioni molto nette contro l’immigrazione (l’Austria è stato uno dei paesi di passaggio del flusso di migranti che nel 2015 hanno attraversato la cosiddetta “rotta balcanica”). È contrario al matrimonio omosessuale e all’adozione per le coppie omosessuali ed è a favore dell’uso e del possesso di armi: ha condotto la campagna elettorale portando con sé una pistola. Inoltre vuole vietare alle donne di portare il velo; in un’occasione ha detto: «Il burka è un simbolo dell’oppressione delle donne».
Se Hofer dovesse vincere questo ballottaggio diventerebbe il primo capo di stato di estrema destra eletto in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale.
Oltre a questi leader, che sono coloro che più di tutti hanno con se la forza di una buona parte del mondo politico dei propri paesi ci sono un sacco di partiti minori, in forte ascesa in paesi normalmente socialdemocratici; il Partito del popolo danese, il norvegese Partito del progresso e la svedese Nuova democrazia.
Essendoci inoltre tutto il mondo dell’est europa (mai amalgamato veramente nel panorama dell’integrazione europea e democraticamente più fragile) che vede tra i vari leader Orban e Beata Szydło, rispettivamente in Ungheria e Polonia, il fronte del lato oscuro appare ben nutrito e ad un passo dal governo del mondo democratico. Questi ultimi ovviamente hanno una caratteristica diversa rispetto ai fenomeni d’ America o dell’europa occidentale, caratterizzandoci più come reazionari-autoritari di vecchio stampo, ma che comunque traggono spunto da una matrice comune xenofoba e reazionaria socialmente ed economicamente.
In questo panorama si caratterizzano assenti da questo scenario i due maggiori paesi mediterranei: Italia e Spagna, che seppur attraversati da movimenti simili a quelli descritti (Movimento5Stelle e Podemos), si differenziano dal punto di vista sociale e dei diritti.
Solo il tempo potrà dirci se questi cavalieri oscuri riusciranno, come nel celebre film di George Lucas, a stabilire un nuovo impero galattico e se, in questa eventualità ci sarà mai un ritorno dello Jedi. In ogni caso il grande regista insegna che le varie componenti non se ne vanno mai. Allo stesso modo questi stessi partiti, con la loro matrice, diversamente da quanto detto da Angela Merkel, non si configureranno come movimenti passeggeri.
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