Geopolitica

Quella volta che fu applicata la Legge Mancino

3 Agosto 2018

Perché alla Lega interessa abolire la legge Mancino? Perché raccolse le firme per una sua abolizione? Perché le dichiarazioni del Ministro Fontana? Si può ipotizzare che alla Lega interessi sdoganare idee di rimpatrio di massa? Si può ipotizzare che la Lega si voglia premunire – come vertice e come base militante – contro eventuali attacchi della magistratura? Si può ipotizzare che si tratti soltanto di una provocazione? Si può ipotizzare che sia soltanto una prova di forza? Comunque, uno dei casi più noti di applicazione della Legge Mancino fu quello contro il Fronte Nazionale di Franco Freda. Il Fronte Nazionale fu un sodalizio razzista fondato appunto da Freda nel 1990, e sciolto poi nel 2000 sulla base della suddetta legge. Su questo e sui reati d’opinione ho già scritto qui [https://www.glistatigenerali.com/partiti-politici/contro-il-reato-dopinione-e-contro-il-fascismo/].

Ecco invece alcuni brevissimi estratti – di tipo teorico e poi processuali – su cui riflettere:

Il Fronte Nazionale 1. ha posto al centro del suo operato politico-pedagogico l’idea di razza e 2. si è definito, esplicitamente, nei termini di un “sodalizio razzista”. Ma altrettanto chiaramente sia l’idea di razza sia il razzismo del Fronte Nazionale non hanno nulla a che fare né con la razza come criterio classificatorio né con il razzismo come superiorità gerarchica di una razza sulle altre. Per il peculiare razzismo morfologico del Fronte Nazionale la razza è una arcaica “idea-forma”, ossia un principio di differenziazione, in sé ulteriormente differenziato (le etnie). La razza è, pertanto, “la forma a priori di una cultura”, il suo specifico modo d’essere […] Un pluriverso di forme (le razze) conchiuse e compiute, tra loro non omologabili e nemmeno equivalenti. Ma neppure tra loro inferiori o superiori. Secondo la dottrina del Fronte Nazionale, infatti, ogni razza vale di per sé, ogni razza è chiamata ad occupare il suo posto – differenziato – nel mondo, andando, così, a comporre appunto il kosmos. […] E allora, solo entro le singole razze sarà possibile parlare in termini di superiore ed inferiore. Ma ciò non vale nei rapporti tra razze. […] Sin qui l’impostazione dottrinaria e metapolitica, in breve normativa. […] L’occasione, ossia il kairòs, il tempo debito, il momento giusto da cogliere per rendere attuale “il cielo delle idee” è dettato dall’emergere di un fenomeno ben preciso: il flusso immigratorio extraeuropeo. È quest’ultimo il “campo di applicazione” dell’idea-forma di razza. Colto dal Fronte Nazionale quasi al suo primo manifestarsi. Nel 1990. Già allora era chiaro, per chi aveva preveggenza, che una immigrazione massiva e incontrollata avrebbe precipitato nell’indifferenziazione le etnie europee, primo passo verso l’edificazione della società globale. [dalla nota del curatore di Franco G. Freda, I lupi azzurri. Documenti del Fronte Nazionale, Edizioni di Ar, Padova, 2000, pp. 11-13].
Il Fronte Nazionale ha inteso infatti impedire la degradazione della comunità nazionale italiana a frazione della “società” mondiale, esortando a: contrastare l’invasione della nostra terra nazionale, determinata dalle immigrazioni; avversare la intossicazione del nostro “sangue” nazionale, provocata dalle mescolanze razziali; ossia proteggere la nostra forma razziale dal suo sfiguramento e deformazione [Franco G. Freda, I lupi azzurri. Documenti del Fronte Nazionale, Edizioni di Ar, Padova, 2000 – da le relazioni del reggente, pp. 40 e 41].
L’immigrazione extra-europea viene favorita da un insieme di forze – egemoniche per l’efficacia della pressione generale da loro esercita -, le quali la configurano come un fenomeno “spontaneo e irresistibile” che non è possibile contrastare […] La principale delle forze che sostengono la cosiddetta società multirazziale è il mondialismo finanziario. [Franco G. Freda, I lupi azzurri. Documenti del Fronte Nazionale, Edizioni di Ar, Padova, 2000 [da le relazioni del reggente, pp. 52 e 53].

Estratti dal dibattimento:
P.M. Punto 3 del programma del Fronte Nazionale: “La cancellazione graduale sino all’abrogazione totale della cosiddetta ‘legge Martelli’ e il rimpatrio di tutti gli stranieri extraeuropei…”. Per il Fronte Nazionale tutti – sottolineo tutti – gli extraeuropei…
FREDA. Tutti gli extraeuropei immigrati…
P.M. …dal ’70 in poi devono essere rimandati a casa loro, rimpatriati.
FREDA. Rimpatriati, certo.
P.M. Tra questa politica sul problema degli extraeuropei e la politica di trasferimento – così come lei la definisce – degli ebrei, quali differenze ravvisa?
FREDA. Durante le verbalizzazioni, evidentemente, il pensiero viene raccolto (ed esaminato) dal verbalizzante in una maniera eccessivamente sintetica! Quando io parlavo di politica di trasferimento – la precisazione mi sembra necessaria – mi riferivo al fatto che l’intento, il disegno politico delle autorità della Germania nazionalsocialista era quello di fondare un “focolare” ebraico, una “patria” ebraica nel Madagascar o in altri posti del globo – non quello di sterminarli [da F. Freda, L’albero e le radici, Edizioni di Ar, Padova, 1996, pp. 51-52].

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