
Geopolitica
Quale (non) tregua sta emergendo dal debole bilaterale Trump-Putin? La strategia UE dei “volonterosi”
Durante il primo contatto “verboso” tra i due “autocrati” di Washington e Mosca UvdL continua ad avanzare da una parte nel Piano di Difesa UE e riaffermando – dall’altra – che una eventuale pace implica “garanzie” per l’Ucraina (del tutto assenti) contro una aggressione futura
Il primo contatto tra Trump e Putin è avviato, “rompe il ghiaccio” ed è una buona notizia. Ma quale (non) tregua sta emergendo? E’ certo presto per dirlo ma interrogarsi sulle qualità deboli di questo “processo negoziale” che esclude (tragicamente) l’Ucraina e l’Europa è doveroso. Per questo durante il primo contatto tra i due “autocrati” di Washington e Mosca UvdL continua ad avanzare da una parte nel Piano di Difesa UE e riaffermando dall’altra che una eventuale pace implica “garanzie” per l’Ucraina (del tutto assenti) che una aggressione futura non debba ripetersi. Certo la sfida per l’Europa è aprire un varco triangolare attraverso gli USA per potere entrare nel negoziato e pressare Putin. Con Donald Trump che sta scavando un buco storico nell’ Occidente avendo peraltro votato con 15 paesi filo russi all’ ONU contro una dichiarazione che condannava l’invasione russa dell’Ucraina. Per questo necessitiamo tuttavia di una maggiore integrazione per la sicurezza UE con Mario Draghi che dice al Parlamento italiano che “Trump non è più da considerare un alleato” e dunque l’Europa deve procedere in autonomia accelerando su difesa ed esercito con i tempi necessari e le risorse utili. Aggiungendosi all’urlo di Francesco sulla necessità di “disarmare la Terra“. Intanto, nell’avvio di negoziato Trump-Putin non si parla di territori, di confini, di diritto internazionale, di condizioni per il futuro. Forse siamo solo all’inizio? Possiamo solo sperarlo. Ma non è successo quasi nulla tanto che i bombardamenti sull’Ucraina non solo non si sono fermati ma sono aumentati. Con una troppo minuta sospensione dei bombardamenti sulle infrastrutture energetiche che sembra favorire solo Putin. Come unico risultato (molto deludente sulle aspettative) è una ripresa delle relazioni tra USA e Russia, prevalentemente commerciali e di interesse reciproco che dovrebbe “sfilare”(forse) la Russia all’abbraccio della Cina nello scenario strategico, compresa la pressione sull’Iran per frenare l’escalation nucleare. A segnalare (tatticamente) che Putin non vuole alcuna pace se non alle sue condizioni e cioè con la “neutralità ucraina’”(o forse la sua “neutralizzazione”?) e cessazione degli aiuti militari stranieri (che coinvolgerebbe però l’Europa e che certo non può accettare) e in violazione dell’integrità dei confini territoriali e della sovranità che per il momento “galleggiano”. Perché la pace (e che sia stabile e duratura) si fa almeno in due, possibilmente e soprattutto tra aggredito e aggressore, e come in questo caso anche coinvolgendo tre o quattro o addirittura cinque attori globali. Di fatto Putin vuole entra in una finta negoziazione “usando” l’ingenuo Trump per allungare il “brodo della guerra” ancora a lungo (visto l’insuccesso tragico di tre anni) e interromperla quando solo lui deciderà aggiungendo territori e da posizioni di forza per fermare le lancette delle armi alle sue condizioni e ora guadagnando tempo. La pace ora serve poco a Putin che vuole essere solo “riabilitato” e con una Russia ” risorgente” e Trump esce sostanzialmente “sconfitto” da questo primo passo anche perché esclude l’Europa oltre che l’Ucraina. Certo l’Europa doveva (e poteva) muoversi prima, ma ora serve tenere il punto e oggi ancora più di ieri di fronte ad un ridisegno di uno spazio neo-imperiale dalla Groenlandia a Panama al Medio-oriente che esclude l’Europa e in questo in allineamento con Putin che passa attraverso l’indebolimento del “vecchio continente”. Macron, Scholz/Merz e Starmer con UvdL ovviamente dicono di no ma necessitano di “allargare ad un campo di volenterosi” dentro e fuori dalla NATO, dalla Turchia all’Egitto e all’India fino ad Australia e Nuova Zelanda già tutti sostenitori dell’integrità territoriale dell’Ucraina come Diritto internazionale inviolabile. Il punto di caduta urgente è allora “l’unità politica” dell’Europa, premessa ad una sicurezza minacciata dalla Russia “rigenerata” dall’alleato americano e che richiede un Piano di Difesa comune con una diversa filiera bellica europea da rendere indipendente dagli acquisti USA entro il 2030. A partire dalla decisione del Bundestag con una ampia maggioranza dei 2/3 (489 e maggioranza a 513 su 712) di “grande riforma” di attenuazione dei vincoli al ricorso al debito per finanziare il riarmo tedesco. Sostegno alla riforma anche con un discorso appassionato e deciso di Merz, compreso l’appoggio ai grunen tedeschi sulle politiche di mitigazione ambientale che rinsalda la coalizione di governo uscente con quella entrante. Una situazione fluida che impone una leadership collettiva forte in Europa dietro a UvdL per una visione lunga, inclusiva e integrata per mettere mano alla sicurezza e alla difesa in modo robusto. Ma la direzione è tracciata, seguiamola con coerente e persistente rigore anche perché senza alternative nè credibili né sostenibili. Soprattutto di fronte ad una “tregua finta” in Ucraina e una “tregua rotta” a Gaza dove Israele riprende i bombardamenti e Trump deve impegnarsi di più e con competenza perché il mondo non è una “TV series” da dare in pasto al solo popolo MAGA. Infatti Gallup registra chirurgicamente un arretramento sostanziale del consenso trumpista (sulla politica estera ed Ucraina) in poche settimane del 7%, con Wall Street che continua a “votare contro” anche per l’inefficacia dei dazi e l’inaffidabilità e conflitti di interesse dei tecno-oligarchi del plotone Musk-Thiel. Meloni se grande comunicatrice come e con cosa andrà al Consiglio Europeo del 20 marzo, con quali “mosse”, tenendosi “in allineamento e a difesa” di The Donald anche quando attacca con dazi e disimpegno militare (dalla Nato e dall’UE) e disintegra l’Occidente? Per quali equilibri tra aree di influenza “rigenerate”? Per quale “pace giusta e duratura” in Ucraina e in Medio Oriente? Esorcismi per fermare la guerra non servono, serve responsabilità, unità e integrazione europea verso difesa comune essendo vuota la casella USA euro-atlantica che ha ripreso le relazioni con la Russia nell’interesse bilaterale che è tutto da verificare se mai lo fosse per gli USA lo sia anche per l’Ucraina, per l’Europa e per l’Umanità intera. Forse leggere attentamente e senza ideologismi il Manifesto di Ventotene potrebbe essere di ispirazione anche per il Governo italiano !
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