Geopolitica
Poliziotti francesi marciano in strada contro il proprio Governo
Centinaia di poliziotti a volto coperto protestano da cinque giorni nelle strade francesi. A controllarli ci sono i loro colleghi. Le manifestazioni, formalmente, non sono autorizzate. Tra le richieste c’è una riforma del “diritto di difesa”. La dimensione politica del caso è piuttosto evidente, visto il sostegno agli agenti espresso da Nicolas Sarkozy e Marine Le Pen.
La Polizia in piazza non è mai una bella notizia per una repubblica democratica. Lo è ancora di meno in Francia, visto che il paese è in stato d’emergenza da ormai 11 mesi e le forze dell’ordine sono sempre più cruciali per la gestione del paese.
Sarebbe proprio l’esasperazione delle modalità di lavoro nelle condizioni di continuo allarme antiterrorismo una delle cause che avrebbe spinto una parte della Polizia, minoritaria ma molto visibile, a scendere direttamente in strada, dando vita a marce e assembramenti ufficialmente non autorizzati, in cui i partecipanti hanno più volte rabbiosamente intonanto la Marsigliese.
Spesso a volto coperto per paura di problemi con i superiori, come riporta Reuters, i poliziotti hanno marciato in diverse città francesi, tra cui Parigi, Calais, Lille, Bordeaux e Tolosa. Nella notte di giovedì le proteste avrebbero riunito 3000 partecipanti a livello nazionale.
Il solo dettaglio che ha reso i manifestanti riconoscibili è stata la nota fascia arancione con la scritta “Police” dei poliziotti in borghese.
Secondo il quotidiano “Parisien” gli agenti chiedono anche una riforma del “diritto alla legittima difesa” e un miglioramento dell’equipaggiamento in dotazione.
Si tratta di un dettaglio significativo, visto che il risentimento tra le fila delle forza dell’ordine sarebbe esploso definitivamente in seguito ai recenti eventi dell’8 ottobre scorso, quando nel quartiere parigino di Viry-Chatillon una pattuglia della polizia si è scontrata con numerose persone. Il lancio di una bottiglia molotov contro gli agenti ha causato ferite a due poliziotti, uno dei quali si troverebbe in gravi condizioni. Ora, i colleghi chiedono il diritto di potersi difendere con meno limitazioni e pene più severe per chi li attacca.
Nella capitale Parigi, la protesta si è sviluppata con una marcia verso l’Eliseo, dove i poliziotti-manifestanti si sono visti bloccare il passaggio dai loro colleghi:
La dimensione politica del malcontento non è particolarmente gestita dai vari sindacati di polizia, che non sembrano avere un controllo diretto delle proteste. La grande maggioranza degli agenti, quella che non sta manifestando, è per ora rimasta in silenzio.
Il Presidente francese Hollande ha dichiarato da Bruxelles che incontrerà una delegazione degli agenti all’inizio della settimana prossima e sembra intenzionato a cercare di trovare una conciliazione con i poliziotti ribelli. In difficoltà, ovviamente, si trova il Ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, che ha incontrato alcuni rappresentanti degli scontenti, non riuscendo però a interrompere le manifestazioni.
La protesta dei poliziotti, pur restando ridotta nei numeri, ha trovato subito una sponda politica nell’opposizione. Il candidato alle presidenziali dei Les Républicains, Alain Juppé, ha espresso comprensione per gli agenti, mentre il suo avversario diretto, l’ex Presidente Nicolas Sarkozy, ha dichiarato alla radio “Europe 1” di non aver mai visto “una tale erosione dell’autorità generale” in Francia.
Tra tutte le reazioni politiche, però, la più significativa è quella di Marine Le Pen del Front National. Il FN è da diverse parti indicato come il vero propulsore del malumore di alcuni settori delle forze dell’ordine. “Il vostro malcontento non è solo legittimo, è sano”, ha dichiarato su Twitter la leader della destra populista francese.
Negli ultimi mesi, la polizia francese è stata accusata in specifiche occasioni di maltrattamenti e violenze, soprattutto da parte di attivisti e militanti di sinistra o da rappresentanti delle minoranze etniche.
La plateale protesta di un settore, piccolo ma rumoroso, della Polizia, sembra confermare una tensione particolare, in una Francia ancora agitata dagli scontri in occasione della riforma del lavoro. Una Francia che, soprattutto, non sembra mai essersi ripresa dallo shock degli attentati parigini di matrice islamista dello scorso novembre e dell’attentato di Nizza dello scorso luglio.
Lo stato di emergenza a causa del terrorismo, intanto, continua a essere in vigore, almeno fino al gennaio 2017. Sempre nel 2017, ad aprile, ci saranno le nuove elezioni presidenziali.
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