Geopolitica
Patteggiamento Fox News vs. Dominion: la fine di Trump?
USA, Fox News cede e patteggia con Dominion: pagherà 787,5 milioni di dollari di risarcimento.
La notizia è di qualche giorno fa ed apparentemente si configura come la scarna sintesi dell’atto finale di una controversia legale, trascinatasi per mesi, che ha avuto per oggetto la richiesta di 1,6 Mld di USD avanzata dalla Dominion Voting Systems, l’azienda di Denver, nel Colorado, produttrice di molte delle macchine usate per il conteggio delle schede elettorali delle ultime elezioni presidenziali americane del 2020, quale risarcimento compensativo dei danni d’immagine e commerciali riportati a causa della diffusione da parte dal network Fox News, di proprietà del magnate dell’informazione Rupert Murdoch –ex fattivo sostenitore di Donald Trump–, delle tesi cospirazioniste dell’ex Presidente degli Stati Uniti sulle frodi elettorali di cui sarebbe stato vittima[1].
Il network di Rupert Murdoch, che in precedenza aveva rifiutato il patteggiamento durante l’intero corso della lunga istruttoria segnata da continue, devastanti rivelazioni sulle affermazioni consapevolmente false fatte dai suoi giornalisti, alla fine ha ceduto alla vigilia della prima udienza pubblica nell’aula del competente tribunale del Delaware dove i 12 giurati selezionati erano già convenuti: è stato proprio allora che il giudice Eric Davis ha annunciato l’accordo in extremis tra le parti frutto, come detto, del riconoscimento da parte della Fox News di aver ripetutamente affermato il falso, riconoscimento che ha consentito al network di Murdoch di evitare di andare a processo e di veder chiamate al banco dei testimoni e sottoposte ad un interrogatorio potenzialmente pungente alcune delle sue figure più note, tra cui il il 92-enne Rupert Murdoch in qualità di presidente della Fox Corp, e i conduttori in onda Tucker Carlson, Sean Hannity e Jeanine Pirro[2].
Il patteggiamento, come c’era da aspettarsi, è stato celebrato come un trionfo dal capo dei legali della Dominion, Justin Nelson, che si è prontamente dichiarato ben lieto di aver “dimostrato che la verità continua a contare e che le bugie hanno conseguenze, non restano impunite”: una affermazione cui ha fatto seguito la dichiarazione dell’amministratore delegato della società, John Poulos, dimostratosi ben lieto che la rete televisiva conservatrice, scusandosi, abbia ammesso di aver mentito[3].
La posizione personale di Rupert Murdoch in questa vicenda merita di essere presa in considerazione non tanto per gli aspetti strettamente correlati al fatto in sé, ovvero all’essere venuta meno qualsiasi deontologia professionale, quanto piuttosto per ciò che attiene più specificatamente, come vedremo, alle elezioni presidenziali del 2024. Non è chiaro se vi siano state o meno scuse personali da parte di Rupert Murdoch che nelle testimonianze rese durante l’istruttoria ha dichiarato di non aver mai creduto alla tesi delle “elezioni rubate” pur riconoscendo di non aver fatto nulla per fermare i conduttori delle trasmissioni della sua rete che continuavano a diffondere tesi false: la versione ufficiale è stata quella per la quale le reiterate accuse di broglio mosse alla Dominion avevano tratto la loro ragion d’essere dal desiderio di non voler irritare i loro spettatori trumpiani e ciò al solo scopo di evitare un esodo degli stessi verso emittenti di una destra ancor più radicale[4].
Comunque sia, anche senza espliciti mea culpa di Rupert Murdoch, il comunicato stampa della Fox, che è stato il più potente megafono di Donald Trump, ora suona non solo come una incontrovertibile ammissione di colpa, ma anche come una totale ed inappellabile sconfessione della linea dell’ex presidente che continua a insistere sulla assolutamente falsa tesi del ‘furto’ delle elezioni da parte di Joe Biden: “Ci auguriamo che questa soluzione amichevole che evita un processo divisivo aiuti il Paese ad andare avanti, mettendosi questi problemi alle spalle”[5].
La domanda che nasce spontanea a questo punto è: cosa ha determinato questo improvviso cambio di strategia –e parlo di strategia non a caso– posto in essere da Rupert Mudoch e dal collegio di difesa della Fox News?
Due sicuramente le motivazioni, delle quali una sicuramente di autotutela e l’altra decisamente politica:
1) la prima con ogni probabilità discende, come già sottolineato in precedenza, dal fatto che con l’accettazione del patteggiamento gli avvocati del collegio di difesa della Fox News hanno non solo, come già detto poc’anzi, voluto evitare di esporre lo stesso Rupert Murdoch, ma anche il di lui figlio Lachlan e i più popolari conduttori del network, da Tucker Carlson a Sean Hannity a Maria Bartiromo, a dolorose e soprattutto alquanto imbarazzanti udienze pubbliche in aula; ma anche che il magistrato competente del procedimento, Eric Davies, una volta appurato che i legali della Fox avevano deliberatamente mentito negando che il patriarca della dinastia Murdoch ricoprisse cariche rilevanti nel network quando, invece, erano perfettamente a conoscenza del fatto che Rupert Murdoch fosse il presidente esecutivo di Fox News, procedesse non solo alla convocazione dello stesso Rupert Murdoch e del figlio Lachlan per sottoporli ad interrogatori alquanto stringenti, ma che procedesse pure alla nomina di uno special master incaricato di indagare su eventuali tentativi di depistaggio e occultamento di prove da parte dei legali del network televisivo, che per il loro comportamento avrebbero corso il concreto rischio di essere sottoposti a loro volta ad un procedimento giudiziario[6];
2) la seconda motivazione, quella politica, discende direttamente dal mutato atteggiamento di Rupert Murdoch nei confronti di Donald Trump[7]. A quanto si sa Rupert Murdoch già a novembre dello scorso anno avrebbe avvisato Donald Trump che il suo impero mediatico non avrebbe sostenuto alcun suo tentativo di tornare alla Casa Bianca in quanto dopo la deludente performance del Partito Repubblicano alle elezioni di midterm negli Stati Uniti, in particolare per la scarsa visibilità dei candidati sostenuti da Trump, l’impero mediatico di destra di Murdoch sembrava decisamente intenzionato a dare un taglio netto al rapporto con “The Donald” a causa della reputazione danneggiata dell’ex presidente e della percezione di un potere politico in declino, come testimoniato dall’attacco sferrato all’ex Presidente Trump dal giornale di destra Fox News, dal Wall Street Journal e, non ultimo, dal New York Post, definendolo un perdente e un fallito responsabile di aver trascinato i Repubblicani in una situazione caratterizzata da “un fiasco politico dopo l’altro”[8]. La reazione di Trump, che non si è fatta attendere ed in particolare le accuse da lui mosse a Murdoch di essersi impegnato a fondo per sostenere il 44-enne DeSantis, attuale Governatore della Florida nonché nuovo astro nascente della destra repubblicana[9], che ha definito un “governatore repubblicano mediocre” e soprannominato “Ron DeSanctimonious”, di fatto hanno confermato le voci relative al divorzio tra i due[10]. In linea con Rupert anche il figlio Lachlan Murdoch, l’erede designato che co-presiede News Corp e gestisce la società madre di Fox News, che avrebbe detto a DeSantis che il gruppo lo avrebbe sostenuto se si fosse candidato alle prossime elezioni[11]. In questo senso il patteggiamento rappresenterebbe un ulteriore passo per giungere alla chiusura di ogni rapporto collaborativo di Murdoch con il presidente uscente Donald Trump.
La complessa partita a scacchi politica che in questo periodo si sta giocando negli Stati Uniti –e della quale poco, tutto sommato, in Europa e nel resto del mondo si parla– non ha nulla a che vedere con quanto qui accaduto in precedenza poiché la pandemia, la guerra in corso, la crescita del disagio sociale interno[12] ed il palese fallimento del processo di globalizzazione –che, detto per inciso, non solo ha accelerato i tempi di emersione delle criticità, ma ne ha pure amplificato a tal segno tutti gli effetti negativi da negare agli States la leadership mondiale– gli hanno imposto, anche se pare non volersene ancora rendere conto, non solo la necessità di ripensare al proprio ruolo globale in chiave policentrica, ma pure la profonda revisione dei propri sogni, posizioni e strategie, a maggior ragione dopo il palese consolidato fallimento di Donald Trump e quello in fieri sul medio lungo periodo, anche se non pare, di Joe Biden che deve fare i conti ogni giorno di più con un debito pubblico schizzato alle stelle e che non pare aver capito sia impossibile pensare di gestire come fatto in precedenza beneficiando lo USD di un ruolo primario e monopolistico per tutto quanto riguarda il mercato delle commodities e delle fonti energetiche.
Il cambiamento epocale che a mio avviso non tarderà a bussare alle porte del mondo che verrà a partire dal 2024, nonostante le resistenze di un tanto vanaglorioso quanto incompetente Trump, imporrà a tutti noi una profonda rielaborazione delle agende politiche: un qualcosa di cui pare essersi reso conto il solo Presidente francese Macron stando alle sue dichiarazioni rilasciate al termine del recente viaggio in Cina.
È per tali motivi che, giunti a questo punto, ritengo che sia alquanto utile, per valutarne le reali prospettive di successo, evidenziare il livello di gradimento, le eventuali interazioni ed i punti di convergenza che caratterizzano i rapporti tra il citato Rupert Murdoch e Peter Thiel, il Peter Thiel miliardario e tecnocrate[13] della Silicon Valley che dalla rilettura dei fatti, dei tempi, dei modi e delle circostanze che in questi mesi hanno caratterizzato la sua attività politica ha finito per emergere sempre più come la figura chiave del nuovo progetto politico che tutto lascia intendere punti su Ron DeSantis non tanto come fine quanto, piuttosto, come mezzo per giungere a portare a termine il rivoluzionario piano di riforma in senso tecnocratico, appunto, della politica nazionale ed internazionale USA[14].
Detto per inciso la visione del mondo di Thiel è ben descritta dal suo commento sulle tesi del “governo dei migliori” del filosofo Thomas Carlyle: “Trova in qualsiasi paese l’uomo più abile che esiste lì; elevalo al posto supremo e riveriscilo lealmente: hai un governo perfetto per quel paese; nessuna urna elettorale, eloquenza parlamentare, voto, costruzione della costituzione o altro meccanismo può migliorarlo minimamente”[15].
Per quanto riguarda Rupert Murdoch la stima e la convergenza delle opinioni dei due miliardari è sottolineata ampiamente tanto dalla presa in esame di un tweet alquanto indicativo dell’apprezzamento di Murdoch per Thiel che con queste parole, nel 2014, ha accolto l’uscita del libro di Thiel “Zero to One”: “Sto leggendo il brillante e spesso provocatorio libro di Peter Thiel, Zero to One. Ne comprerò molti e li distribuirò a tutti i dirigenti”[16], quanto dal contenuto di un articolo apparso nel 2016 sul The New York Times dal quale si apprende del condiviso orientamento verso il raggiungimento di un controllo dei media statunitensi che nel caso di Thiel ha dato luogo al suo concreto supporto alla, ben poco significativa di per sé stessa, causa a suo tempo intentata da Hulk Hogan contro il sito di gossip Gawker in quanto –questa la ‘filantropica’ ed ‘empatica’ motivazione ufficiale– il tutto gli ha offerto il fianco per avere l’opportunità, mediante la stigmatizzazione del sito di gossip accusato di operare troppo spesso senza che vi fosse alcun “legame con l’interesse pubblico”[17]: chiaro il riferimento surrettizio alla normativa improntata alla tutela della libertà di stampa da lui palesemente, come visto, ritenuta in un certo qual modo eccessiva.
Vi è da dire che anche se il patteggiamento di cui abbiamo parlato ha posto la parola fine alla convulsa vicenda legale, non così può dirsi dei guai giudiziari della Fox, che ora dovrà affrontare una causa simile a quella della Dominion intentata questa volta dalla Simantec, un’altra azienda produttrice di analoghe ‘macchine elettorali’ entrata nel mirino dei sostenitori di Trump e dalla citata rete televisiva. Al di là del probabile, a questo punto, ulteriore oneroso patteggiamento va sottolineato che anche per gli avvocati della Dominion la strada da percorrere è ancora lunga in quanto, forti delle ammissioni della Fox ora potranno affrontare con sicuramente maggiore probabilità di successo gli altri soggetti chiamati a rispondere delle loro affermazioni –e per l’esattezza i collaboratori e gli avvocati di Trump come Rudy Giuliani, Sidney Powell, l’imprenditore Mike Lindell e le altre reti televisive di ultradestra che hanno diffuso a piene mani le tesi complottiste delle elezioni rubate: Newsmax e One America[18].
La lettura politica, che è ciò che qui a noi maggiormente interessa, della vicenda giudiziaria qui narrata, ci permette di poter prevedere una possibile messa da parte definitiva di Donald Trump per quello che riguarda la sue reali probabilità di essere, se non altro, il candidato repubblicano alle Presidenziali del 2024, cosa che in linea di principio potrebbe rilanciare definitivamente quella di Ron DeSantis, un Ron DeSantis che da un recente sondaggio –condotto dal 24 al 27 Marzo coinvolgendo un campione di 1007 persone rappresentative dell’elettorato repubblicano negli Stati Uniti ed i cui risultati sono stati resi noti da Fox News il 30 Marzo 2023– non è stato dato sicuramente per favorito avendo fatto registrare una maggioranza del 54% degli elettori repubblicani favorevoli alla candidatura di “The Donald” a fronte di un ben più modesto 24% di favorevoli al Governatore della Florida (a Febbraio il consenso di Trump era del 43% mentre quell di DeSantis del 28%)[20].
A titolo di raffronto, anche se il momento dell’inizio delle vere primarie è lontano, si consideri che secondo un’altra rilevazione, questa volta della Reuters-Ipsos, condotta a Febbraio tra elettori repubblicani registrati, Trump è risultato in testa alla classifica in forza di un ‘sonoro’ 43% di consensi, seguito da DeSantis fermo al 31%, e dall’ex ambasciatrice Onu Nikky Haley al 4%[21].
A fare buon gioco sin qui per Trump è lecito ritenere siano state anche le palesemente pretestuose accuse a lui rivolte per cercare di farlo fuori politicamente ponendo in essere un castello accusatorio che da abile comunicatore l’ex Presidente ha saputo volgere a proprio vantaggio per avvalorare la tesi del complotto ordito contro di lui: resta da vedere cosa resterà di questo vantaggio ora che a smentirlo è quanto dichiarato proprio dalla Fox News.
Comunque sia l’ex Presidente repubblicano, che finora ha saputo fare buon uso dei soliti luoghi comuni e slogan populisti che lo hanno reso celebre, in una recente convention repubblicana tenutasi a Washington ai primi di Marzo ha continuato a definire “criminali” Joe Biden e il figlio Hunter, messo in guardia dall'”invasione dei clandestini”, dal pericolo del “deep state”, dal mondo dei burocrati di Washington, da quello dei “marxisti”, “comunisti”, “drogati”, dalle gang criminali, dai trafficanti di oppioidi, e promesso che quando tornerà alla Casa Bianca, completerà il muro al confine con il Messico, aggiungendo altri 300 chilometri di barriera[22]: cosa resterà di questo immane castello carte dopo le dichiarazioni rilasciate dalla Fox News e dallo stesso Rupert Murdoch?
Non resta che attendere.
[1] https://www.reuters.com/legal/dominions-defamation-case-against-fox-poised-trial-after-delay-2023-04-18/
[2] https://www.reuters.com/legal/dominions-defamation-case-against-fox-poised-trial-after-delay-2023-04-18/
[3] https://www.corriere.it/esteri/23_aprile_19/usa-fox-news-cede-patteggia-dominion-paghera-7875-milioni-dollari-risarcimento-6ef3a476-de37-11ed-9f06-0b90e24301fd.shtml?intcmp=emailNLcor_americacina_19aprile2023
[4] https://www.corriere.it/opinioni/23_aprile_13/murdoch-mogli-divorzi-processi-55b9e87c-da08-11ed-8793-d596ac419662.shtml
[5] https://www.breakinglatest.news/health/will-pay-787-5-million-in-compensation-breaking-latest-news/
[6] https://www.breakinglatest.news/health/will-pay-787-5-million-in-compensation-breaking-latest-news/
[7] https://www.glistatigenerali.com/geopolitica/freedom-caucus-la-tecnocrazia-che-avanza/
[8] https://www.theguardian.com/us-news/2022/nov/15/murdoch-press-turns-on-donald-trump-in-favour-of-defuture-ron-desantis
[9] https://www.glistatigenerali.com/geopolitica/freedom-caucus-la-tecnocrazia-che-avanza/
[10] https://www.theguardian.com/us-news/2022/nov/15/murdoch-press-turns-on-donald-trump-in-favour-of-defuture-ron-desantis
[11] https://www.theguardian.com/us-news/2022/nov/15/murdoch-press-turns-on-donald-trump-in-favour-of-defuture-ron-desantis
[12] https://www.glistatigenerali.com/america-mondo_qualita-della-vita/stati-uniti-damerica-il-nuovo-terzo-mondo/
[13] https://www.glistatigenerali.com/geopolitica/freedom-caucus-la-tecnocrazia-che-avanza/
[14] https://www.glistatigenerali.com/geopolitica/freedom-caucus-la-tecnocrazia-che-avanza/
[15] https://www.glistatigenerali.com/geopolitica/freedom-caucus-la-tecnocrazia-che-avanza/
[16] https://twitter.com/rupertmurdoch/status/521454689443790848
[17] https://nationalpost.com/news/world/billionaires-from-peter-thiel-to-rupert-murdoch-have-made-moves-to-exert-control-over-u-s-news-media
[18] https://www.breakinglatest.news/health/will-pay-787-5-million-in-compensation-breaking-latest-news/
[19] https://www.today.it/mondo/donald-trump-sondaggi-elezioni-usa-2024.html
[20] https://www.today.it/mondo/donald-trump-sondaggi-elezioni-usa-2024.html
[21] https://www.today.it/mondo/donald-trump-sondaggi-elezioni-usa-2024.html
[22] https://www.today.it/mondo/donald-trump-sondaggi-elezioni-usa-2024.html
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