Geopolitica

Palestinesi di Gaza dissociatevi, altrimenti siete colpevoli

15 Ottobre 2023

Gli americani, quando nel 1945 entrarono nei campi di concentramento, decisero di mostrare le foto degli ebrei prigionieri, con la divisa a righe,  quasi morti di fame, che si guardavano intorno catatonici, stupidi di non essere finiti su una delle cataste di cadaveri che vennero fatte vedere all’umanità. Quelle fotografie, ma anche i film girati dai reporter di guerra americani, vennero mostrati ugualmente, nonostante la loro brutalità, perché il mondo capisse di quali crimini si erano macchiati i nazisti.

Adesso il politically correct impedisce di far vedere le brutalità a cui sono sottoposte le vittime, ma ho ugualmente estratto un frame dal video che mostra Noa Argamani, la ragazza israeliana rapita al rave party nel deserto, il 9 ottobre, dai soldati di Hamas.  Come si può vedere dalla foto, Noa è stata picchiata e poi stuprata collettivamente, prova ne sono i suoi pantaloni macchiati di sangue: si vedono molto bene nella foto.

La violenza deve essere stata selvaggia per aver provocato tutto quel sangue.  La ragazza viene estratta da un pick-up con una violenza inaudita da un un palestinese: la tira per i capelli come se fosse un animale. Noah ha la faccia insanguinata e i lineamenti sono già scomposti, probabilmente qualche osso del viso è stato rotto dalle botte che le hanno dato durante lo stupro collettivo, in cui gli stupratori devono aver urlato contenti (li si sente nel video): “Allah Akbar!”.

Queste immagini sono state viste da tutti i palestinesi, perché il video arriva da loro. L’hanno fatto girare per mostrare il trofeo appena conquistato: un’israeliana stuprata, nonostante  l’esercito di Israele sia uno dei più forti del mondo, ma non così forte da riuscire a difendere i suoi ragazzi dalla furia di Hamas, che ha finalmente dimostrato al mondo di poter fare agli ebrei quello che gli hanno fatto i nazisti. Le immagini dello stupro di Noa sono girate su internet, ma poi sono state subito ritirate per non offendere la memoria della carissima ragazza, che temo non sia più tra noi e, se lo fosse, chissà cos’altro ha dovuto subire dai suoi aguzzini.

Sono state proprio le immagini di questo tipo, violenze di ogni genere su cittadini israeliani, che Hamas ha voluto esibire ai palestinesi: “Vedete come siamo bravi: siamo capaci di prendere ostaggi, violentarli, torturarli, e chiuderli nei tunnel nei quali ci nascondiamo! Allah Akbar!”.

Se l’obiettivo dell’azione militare del 9 ottobre non fosse stato principalmente quello di prendere ostaggi e poi brutalizzarli, non ci sarebbe stato bisogno di pubblicare i video degli israeliani terrorizzati durante le violenze. Ma a questo punto bisogna farsi una domanda: “Quali sono i palestinesi che si sono dissociati da queste immagini?”. Quali sono i leader politici palestinesi che hanno detto:  “Queste sono azioni degne di un gruppo di nazisti?”. Quali sono stati gli abitanti di Gaza che hanno afferrato i loro cellulari per urlare al mondo: “Noi non c’entriamo nulla con Hamas, sono dei nazisti!”. Lo stesso Abu Mazen, leader di Al Fatah, il partito “moderato” che governa la Cisgiordania, ha fatto dichiarazioni molto equilibrate: “Condanniamo l’uccisione di civili da entrambe le parti, basta con le aggressioni al popolo palestinese”. Insomma, non si è sbilanciato neanche lui, non si sa mai che Hamas non gli faccia scoppiare un’altra bomba sotto il sedere.

Gli stessi filopalestinesi europei hanno solo attaccato la vecchia lagna sui territori occupati, ripetuta da Al Jazeera fino allo sfinimento. La televisione del Qatar ha mandato i suoi reporter ai quattro angoli del mondo per riprendere con il grandangolo le misere manifestazioni pro-Palestina (al massimo poche migliaia di persone) che si sono tenute in piazze sguarnite. Certo, i paesi arabi (a cominciare dall’Egitto) sono terrorizzati dalla possibilità di manifestazioni di piazza pro-Palestina, ma sembra difficile che le forze dell’ordine di quei paesi si lascino sorprendere da manifestazioni “spontanee” a favore della Palestina.

Impossibile poi negare che l’azione criminale di Hamas sia stata sostenuta da altre potenze straniere, ma soprattutto dai loro servizi segreti, perchè il manipolo di violentatori di Noa non sembra essere dotato delle caratteristiche necessarie per aver pianificato una simile azione. Solo gli storici, se mai qualcuno avrà seriamente accesso a nuove informazioni sui fatti appena avvenuti, saranno in grado di stabilire se Hamas non abbia semplicemente avuto la funzione di reclutare e quindi eseguire dei piani progettati altrove. Ricordo che, dopo l’azione terroristica,  sono state addirittura trovate delle armi di origine nord coreana: è quindi molto probabile ipotizzare un coinvolgimento dello stesso Putin.

La reazione di Israele sarà terribile e, aggiungo, ingiusta, perché togliere l’acqua a metà di uno  stato (costretto a migrare nell’altra metà) sarà probabilmente considerato un crimine contro l’umanità: Israele riceverà delle sanzioni internazionali e l’esercito di “odiatori” di Israele si metterà in moto. A Berlino è già stata disegnata la Stella di David sui negozi posseduti da tedeschi di origine ebraica. L’antisemitismo troverà una nuova spinta nel mondo, e mi dispiace per tutti coloro che dovranno vivere nella paura di essere attaccati all’improvviso da qualche terrorista “filo-palestinese”.

La tragedia, però, è anche un’altra:  gli abitanti dei territori occupati, come amano  definirsi i palestinesi, non si sono distinti per le grida di dolore di fronte agli stupri e ai rapimenti delle  persone di Israele, non se ne sono dissociati, non li hanno pubblicamente condannati. Se lo avessero fatto, se qualcuno dei loro leader, o anche dei semplici cittadini, avessero dichiarato che le azioni brutali di Hamas erano degne dei nazisti, i palestinesi di Gaza non avrebbero ricevuto quella che gli israeliani reputano l’unica pena possibile: non la morte, perchè i palestinesi non verranno bombardati e uccisi nelle loro case, ma la diaspora: l’allontanamento forzato dalle loro case.

I palestinesi verranno cacciati dalle loro terre, probabilmente respinti in Egitto (se l’Egitto non riuscirà a contenere il milione di profughi in arrivo, nonostante stia ammassando l’esercito al confine con Gaza), e diventeranno profughi diasporati, ovvero profughi che non hanno più neanche il diritto di risiedere nelle terre che ritengono appartenergli.

E noi cosa dovremmo pensare dei palestinesi di Gaza, due volte profughi? Sono innocenti, sono vittime? No, sarebbe come se giudicassimo innocenti i tedeschi del ’45, anche quelli che lavoravano ad Auschwitz, perché avevano eseguito degli ordini e le colpe pertenevano ai loro leader.  No, sono stati gli stessi tedeschi a dare l’avvio, alla fine della guerra, a un processo di denazificazione che continua ancora oggi, perché nelle scuole della Germania si studia, tutti gli anni, per una settimana, la storia del nazismo, la sua nascita e pericoli che ha rappresentato per la stessa Germania.

E’ quindi arrivato il tempo anche per i palestinesi di farsi un grande esame di coscienza sui terroristi che hanno vissuto insieme a loro a Gaza: si devono dissociare, devono accusarli di aver provocato, con la loro azione terroristica, la reazione di Israele, che li sta punendo collettivamente per aver tollerato (e cresciuto) nel loro seno i violentatori di Noa. La West Bank (la Cisgiordania) ha mantenuto in tutti questi anni un profilo diverso,  orientato a una maggiore integrazione con Israele, seppur con le difficoltà dei palestinesi di vivere in un luogo nel quale non si sentono cittadini, e quindi non verrà punita.

La West Bank non subirà la diaspora imposta da Israele ai palestinesi di Gaza. I palestinesi della West Bank non verranno diasporati.  Non sappiamo invece chi accoglierà quelli di Gaza,  non sappiamo quanti sopravviveranno alla partenza verso il sud,  sappiamo solo che anche loro dovranno “dehamassificarsi” per poter ritrovare un ruolo nella storia moderna. Dovranno dissociarsi da Hamas,  dovranno imparare che non si invoca Dio mentre si violenta una donna.

(Aggiungo che non sappiamo ancora se l’attacco terroristico di Hamas aveva come reale obiettivo quello di portare la guerra nell’intera regione. I segnali arrivati fino ad adesso sembrano portare purtroppo in questa direzione.)

 

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