Geopolitica
Marocco, uno snodo industriale per la transizione verde in chiave mediterranea
La studiosa di servizi ambientali Haley Zaremba ha appena pubblicato un’importante saggio dal titolo “Mentre l’Europa si rivolge al Marocco per l’energia pulita, il Nord Africa potrebbe perdere terreno”. L’articolo offre numerose chiavi di lettura, permettendo, di analizzare a fondo il problema annoso della dipendenza dall’Europa dalle fonti di energia non prodotte nel vecchio continente.
Nell’articolo si riporta, inoltre, che nel solo Marocco “la produzione di energia eolica e solare per l’esportazione in Europa potrebbe creare fino a 28.000 posti di lavoro all’anno”. Questo è estremamente significativo in una nazione con un tasso di disoccupazione dell’11,2%. Il responsabile della banca mondiale, per il Nord Africa, ha anche affermato che questo approccio consentirebbe al Marocco di “posizionarsi come un hub industriale per gli investimenti per le esportazioni di prodotti legati alla transizione verde”.
Se, a questo, aggiungiamo il progetto di gasdotto nigeriano/marocchino e la produzione di “idrogeno verde” possiamo comprendere, come Rabat, possa divenire nel prossimo futuro uno degli attori principali del mercato energetico mondiale.
Non è solo una questione economica ma anche etica. Sviluppare accordi sulla produzione di energia verde in Marocco sarebbe un atto di grande valore morale. Infatti, come dimostrano le recenti prese di posizione degli organismi finanziari, il Marocco, è una nazione che non presenta “zone grige” e che collabora con le istituzioni finanziarie ed economiche secondo parametri di trasparenza. Sarebbe un importante tassello del “Piano Mattei” proposto dal Governo guidato da Giorgia Meloni, includere anche il Marocco tra le nazioni con cui avviare rapporti multipolari nel Nord Africa.
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