Geopolitica

Macron-Le Pen al ballottaggio, buone notizie dalla Francia

23 Aprile 2017

Dire che in Francia è andato tutto come previsto è come sparare al bar un pronostico sul calcio: vero, Le Pen e Macron al ballottaggio sembra una vittoria della Juve ma la politica non è matematica, è quotidianità che si fa storia. Poche veloci considerazioni.

a)    Intanto fino a qualche mese fa sembrava dall’Italia che l’antieuropeismo fosse il sentiment prevalente in Francia, Germania, Italia stessa con il già acquisito risultato inglese. Non è così, lentamente le élite filoeuropee per fortuna stanno risvegliandosi dalla sorpresa e hanno capito che un pezzo del gruppo dirigente che ci ha portato in questa palude va pensionato con rapidità, pena il ritorno del passaporto non per New York ma per Berlino e Parigi stessa. Non avremo nuovi leader nella stabile Germania dove Frau Merkel si scopre europeista perché improvvisamente Putin è tornato una minaccia istintiva per una nativa della DDR; qualora perdesse il suo sostituto poi sarebbe addirittura l’ex presidente del Parlamento Europeo. LA novità del gruppo dirigente è in Francia con la invenzione di En Marche e la riconversione di Macron nel solco del trasformismo insuperato del mirabile Talleyrand  grazie non alla sua giovinezza ma ha una raffinata regia intellettuale, culturale e politica.

b)    Soprattutto la Francia manda in pensione il XX secolo, forse per prima tra i paesi continentali: vero, ci saranno le elezioni per la Assemblea Nazionale dove i partiti diranno la loro ma Gollisti e Socialisti che hanno guidato i transalpini per gran parte del secolo scorso vengono consegnati ad una storia dall’incerto futuro, e non è poco. Non per niente Melenchon non farà alcun endorsement come un vecchio luddista.

c)     La Brexit ha suonato la sveglia e se latifondisti e pescatori inglesi hanno rotto il sogno della Londra con il sindaco indiano, non altrettanto accade in Francia dove i Campagnard hanno una bandiera ma non hanno quella Giovanna d’Arco in grado di guidarli alla chiusura delle frontiere. Al contrario le élite della modernità hanno reagito con decisione, altro che la “Sottomissione” di quell’inutile furbacchione di Houellebeq.

d)    Il terrorismo non paga: questo è un grande messaggio per i nostri avversari e una buona notizia per tutto l’Occidente. Chi pensava magari da qualche regime fantoccio medio orientale di innescare la reazione di odio ha perso, chi in Europa pensa di cavalcare le paure per fare la sua miserabile cassa elettorale può cominciare a twittare di meno e, se ci riesce, pensare di più. Chi pensa, per solida formazione politica, tra le mura del Cremlino che l’89 vada cancellato e che l’Europa sia un luogo privo di valori e possa essere comprato da manciate di Rubli a qualche capopopolo deve rifare i conti e ricominciare a ragionare su quanto costerà la Crimea.

 

Per l’Italia tutto bene quindi? Inzomma, inzomma… partiti filoeuropei ed élite disposte a giocare la partita mettendoci faccia e quattrini e intelligenze non mi pare di vederne, la campagna elettorale passa dall’antieuropeismo dichiarato al battere i pugni sul tavolo contro gli odiati eurocrati di Bruxelles. E Macron è l’essenza della Framania, per chi se la ricorda, con una Francia è vero più debole ma ancora con il nucleare della Force de Frappe su Rafale e Le Terrible, una visione politica a vocazione universale, un ruolo geostrategico del quale la Germania non può fare a meno. Da liberal quale continuo ad essere non posso che essere felice del suo successo, da italiano non è detto che le cose vadano così bene perché il grande rischio di Framania è che veda gli eredi di William Wallace al tavolo intergovernativo, fuori i sudditi di Sua Maestà tornati agli anni ’70 (e per loro non sarà un bel vedere) e noi con Silvio e il Bomba e la allegra brancaleonesca brigata dell’ex comico a far di conto con le Am lire protetti da dotti professori che ci spiegheranno che saremo più ricchi di prima perché le banconote non si quotano in banca o al supermercato ma si conta, con l’occhio luccicante del furbo di paese, quante ne hai nel portafoglio.

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