Geopolitica

Le partite giudiziarie parallele tra Spagna, Germania e Svizzera

6 Aprile 2018

La Giustizia spagnola da due settimane fa aveva deciso di procedere processualmente contro Carles Puigdemont ed altri 12 politici separatisti catalani. Nei confronti di 5 di loro sono stati emessi mandati di cattura europei e Puigdemont era stato fermato ed arrestato in Germania il 25 marzo, proveniente dalla Danimarca. Il 5 aprile tutte le testate hanno riportato con grande risalto che la giustizia tedesca ha deciso che il leader catalano Carles Puigdemont potrebbe essere estradato in Spagna solo per il reato di distorsione di fondi, per avere impiegato denaro pubblico per indire il referendum separatista costato circa 1,6 milioni di euro. Non invece per il reato maggiore di ribellione, paragonabile nel diritto tedesco a quello di alto tradimento, perché non se ne sono presentate le caratteristiche di uso della violenza richieste. Gli atti ascrittigli non sarebbero stati idonei a piegare effettivamente la volontà degli organi costituzionali nazionali. Contestualmente i giudici della Corte di Appello di Schleswig (nello Schleswig-Holstein, il Land più settentrionale tedesco con capitale Kiel) hanno deciso di rimettere in libertà Puigdemont dietro cauzione di 75.000 euro ed obbligo settimanale di firma alla polizia di Neumünster, la città tedesca dove era stato incarcerato per 12 giorni. Egli inoltre deve assicurare di essere sempre raggiungibile dai magistrati ed ha divieto di lasciare la Germania.

Tutti i media hanno rimarcato che la partita per l’estradizione con ciò non è conclusa e vi sono ancora diversi passaggi legali. Pochi però hanno osservato che c’è un altro braccio di ferro simile in corso. In Spagna è stato arrestato ai fini dell’estradizione l’ex bancario Hervé Falciani, che permise agli erari di mezza Europa, Spagna compresa, di riscuotere imposte evase da propri cittadini alimentando conti correnti della filiale svizzera della banca HSBC. Falciani aveva sottratto i dati dei clienti nel 2007 e li aveva poi ceduti alla giustizia francese nel 2009 che li diffuse agli Stati interessati. Per questo anni fa la giustizia Svizzera lo ha condannato in contumacia a 5 anni di reclusione per spionaggio finanziario e ne ha richiesto ora di nuovo formalmente l’estradizione. Prima della condanna, nel 2012 Madrid aveva già risposto che il reato previsto dal codice elvetico non esiste in Spagna. La sola Spagna grazie al 46enne Falciani d’altronde aveva recuperato quasi 300 milioni di euro. La mossa della magistratura iberica parrebbe però adesso legata al desiderio di ottenere dalla Confederazione la consegna di una politica legata alla fronda catalana che si troverebbe in Svizzera.

La Giustizia è indipendente dal potere politico, ma è lecito adombrare che quantomeno la scelta dei tempi della decisione tedesca su Puigdemont possa valere anche parallelamente come monito ai colleghi spagnoli: abbiamo abbattuto il segreto bancario elvetico anche grazie a whistleblowers come Falciani, siate attenti alla solidarietà Europea. Tanto più che parallelamente anche il Belgio ha rilasciato in libertà condizionata, ma senza cauzione, in pendenza dell’esame della richiesta di estradizione della Spagna, i 3 ex Ministri catalani Meritxell Serret, Toni Comin e Lluis Puig che aveva fermato. E guarda a caso pure Falciani, è stato rimesso in libertà in Spagna dopo appena un giorno, ma anche lui non può lasciare il Paese e deve presentarsi regolarmente al tribunale competente ed inoltre è sempre sottoposto a sorveglianza di polizia; rimane sempre sotto la spada di Damocle dell’estradizione.

Certo ora come ora è assolutamente azzardato sostenere che una simile partita tra i partner europei sia in atto; ma basta il dubbio che possa esserlo per far inarcare le sopracciglia. Intanto è stato annunciato che il 55enne Puigdemont terrà venerdì 6 aprile una conferenza stampa alle 18 nel municipio di Neumünster; ma in verità egli si è già presentato alla stampa lasciando la prigione: parlando in inglese ha indicato con tono rilassato e sicuro, come hanno riportato i cronisti sul posto, che non intende recedere dalla sua battaglia politica per l’indipendenza catalana. Non ha però ancora scongiurato del tutto di essere consegnato alla Spagna.

 

Immagine di copertina: Carles Puigdemont, ripresa dall’archivio de Gli Stati Generali

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