Geopolitica
La vittoria di Sinn Féin spinge l’Ulster verso l’Europa
Che sia giunta l’ora, finalmente, di un’Irlanda unita? Il giorno dopo il voto che cambia tutto, centinaia di persone umide di pioggia, in silenzio, il viso chino a terra, ma stavolta pieno del sole dell’allegria, salutano la tomba di Bobby Sands[1], morto in carcere dopo 66 giorni di sciopero della fame, condannato ingiustamente a 14 anni senza aver mai sparato un colpo[2]. La memoria chiede giustizia anche per i 14 civili barbaramente uccisi dai paracadutisti inglesi a Derry[3] domenica 30 gennaio 1972[4] – l’aberrante fatto di sangue ricordato dagli U2 in “Sunday Bloody Sunday”[5]. Nell’Ulster, un secolo dopo la sua nascita violenta, la storica vittoria elettorale del partito Sinn Féin[6] realizza un miracolo.
A festeggiare non sono solo i cattolici repubblicani, ma anche migliaia di protestanti filo-inglesi che, stufi delle decisioni suicide del governo di Londra, hanno votato Sinn Féin perché vogliono tornare a casa: in Irlanda, parte dell’Europa Unita. Il partito nazionalista di sinistra[7] diventa per la prima volta il primo partito a Stormont House[8], la sede dell’Assemblea nordirlandese[9]. È un risultato preventivato dai sondaggi, ma comunque eccezionale: eppure può contribuire a rendere il piano ancora più inclinato verso una riunificazione dell’Irlanda[10], perché, una volta ancora, il potere politico e militare va nella direzione opposta a quella del popolo. Ma proprio quel popolo, straziato da un secolo di sangue e di divisioni religiose, ha scelto finalmente l’unica pace possibile: quella in cui tutti gli irlandesi sono sorelle e fratelli, e non più nemici.
La campagna elettorale
Quando, nel centro congressi di Magherafelt[12], arriva l’intero direttivo di Sinn Féin, con in testa le due leaders Michelle O’Neill[13] e Mary Lou McDonald[14], un’ovazione le accoglie. Gerry Adams, per motivi di opportunità, a causa del suo curriculum, non c’è[15]. Quando le vede, il leader unionista e grande sconfitto, Sir Jeffrey Donaldson[16], si volta e si allontana. Il passato e il futuro dell’Irlanda del Nord non si guardano nemmeno in volto[17]. Michelle O’Neill ha 45 anni, è nata da una famiglia repubblicana ben in vista. Suo padre Brendan è stato prigioniero dell’IRA[18], il braccio armato dei repubblicani, poi eletto a Dungannon[19] dove lei stessa ha rilevato il seggio nel 2005. Diventata madre giovanissima, ha avuto sempre la famiglia al suo fianco. Il balzo in avanti lo fa nel 2007 quando tre leader storici (Francie Molloy[20], Martin McGuinness[21] e Gerry Adams[22]) ne promuovono la candidatura alla guida del partito[23].
L’affluenza alle urne è stata del 63,6%, leggermente inferiore a quella delle elezioni del 2017[24]. I repubblicani cattolici del Sinn Féin, partito marginalizzato per anni dalle altre forze politiche irlandesi, ottengono la maggioranza relativa. Per la prima volta hanno superato il maggiore dei partiti unionisti protestanti, il DUP[25], sia in percentuale di voti (29% contro 21,3%), sia per numero di seggi, 27 contro 24[26]. Michelle O’Neill ha ora i numeri per diventare il primo premier nazionalista dell’Ulster: una pietra miliare per l’ala politica dell’IRA[27] (Irish Republican Army), il gruppo militare che ha alle spalle quasi un secolo di brutale violenza per cercare di portare l’Ulster fuori dal Regno Unito[28].
Il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon[29], anche lui impegnato in una campagna per la secessione dal Regno Unito, è stato tra i primi a congratularsi con il Sinn Féin, salutando un “risultato davvero storico”[30]. Nel Regno Unito, la stampa ha commentato il risultato come il primo risultato dello scandalo Partygate, che vede il primo ministro Boris Johnson al centro delle indagini[31] relative ai festini organizzati nel palazzo del governo[32] in violazione delle leggi sulla pandemia[33]. La “prova”: Sinn Féin non è il solo vincitore delle elezioni, anche il partito centrista Alliance Party[34], né nazionalista, né unionista, ha ottenuto un risultato storico[35], conquistando 17 seggi, diventando il terzo partito più grande dell’assemblea[36].
Il successo elettorale potrebbe non bastare al Sinn Féin per andare al governo. I nazionalisti di sinistra sono ancora visti da molti come un pericolo per la democrazia, e i due partiti conservatori, che governano dal 1921[37], potrebbero decidere di allearsi per escludere il Sinn Féin[38]. Con la sconfitta alle elezioni, il DUP può far saltare l’accordo di Belfast (l’Accordo del Venerdì Santo[39]) che ha posto fine a decenni di conflitto cattolico-protestante e stabilisce che le istituzioni nordirlandesi devono funzionare in base al principio del consociativismo (power-sharing)[40] e che le cariche di primo ministro e vice primo ministro sono divise tra il più grande partito unionista e il più grande partito nazionalista,[41] due ruoli paritari[42]. Secondo l’Accordo, se uno dei due si dimette termina automaticamente anche l’incarico dell’altro[43].
Nel nuovo secolo le cose sono comunque cambiate: dal 2007 c’è un primo ministro del DUP e un vice primo ministro del Sinn Féin[44]. Quindi, affinché il Sinn Féin possa ricoprire la carica di primo ministro, il DUP deve accettare di assumere la carica di vice primo ministro[45]. Ma il DUP ha annunciato che non presenterà un candidato che affianchi un primo ministro del Sinn Féin[46], anche se la O’Neill ha fatto una campagna elettorale e delle dichiarazioni post-voto assolutamente concilianti[47]. La vera ragione del contenzioso non è di facciata: lo Sinn Féin è europeista, il DUP, fin dagli anni 70, è un fiero oppositore dell’integrazione europea[48]. Il leader Jeffrey Donaldson ha dichiarato: “Prendiamo atto del risultato. Discuteremo i prossimi passi da compiere per raggiungere gli obiettivi di cui abbiamo bisogno, cioè un’Irlanda del Nord stabile, un’economia solida e le nostre istituzioni politiche ben funzionanti”[49].
Donaldson ha però aggiunto che si rifiuta di partecipare a un governo e boicotterà il Sinn Féin finché Boris Johnson non straccerà[51] il Protocollo dell’Irlanda del Nord[52], parte dell’accordo di recesso Brexit, che pone un confine commerciale tra l’Irlanda del Nord e la Gran Bretagna (Inghilterra, Scozia e Galles)[53], a cui si oppongono molti unionisti[54] che hanno indebolito il loro sostegno al partito non sentendosi rappresentati[55]. Gli accordi di confine saranno, infatti, una spina nel fianco del nuovo governo di Belfast[56], gli unionisti lo vedono come un affronto alla loro identità britannica[57].
Prima della Brexit, voluta fortemente dal DUP, il Regno Unito e la Repubblica d’Irlanda facevano parte entrambi dell’Unione, ed il confine era stato smantellato: i repubblicani si sentivano finalmente parte di un’isola riunita, mentre gli unionisti si sentivano ancora saldamente legati a Londra. La Brexit ha rovinato tutto perché ora, con il Regno Unito fuori dalla UE, va rimesso un confine per proteggere qualità e standard del mercato unico europeo[58]. Per questo, il 4 febbraio di quest’anno, Paul Givan[59] (DUP) si è dimesso per protesta da primo ministro nord-irlandese (era in carica dal giugno 2021)[60].
Le ragioni della vittoria
Il Sinn Féin, dal gaelico “Noi stessi”[62], non ha i numeri per governare da solo e incontra parecchie difficoltà a trovare alleati, ciò non di meno la vittoria rimane un momento molto importante per la storia irlandese, soprattutto per i tentativi di staccarsi dalla parte più violenta del suo passato[63]. La svolta nella sua storia travagliata arriva infatti con le dimissioni di Gerry Adams, nel 2018, e l’elezione a leader del partito di Mary Lou McDonald, una politica con una storia molto diversa dal suo predecessore. Cresciuta in una famiglia della classe media di Dublino, è stata militante del partito conservatore Fianna Fail e come Michelle O’Neill si unisce al Sinn Féin dopo l’Accordo del Venerdì Santo[64]: non ha niente a che fare con il passato burrascoso del partito e, a differenza di Adams, non deve difendersi dall’accusa di avere fatto parte dell’IRA.
L’elezione di McDonald, leader rispettata anche dai suoi avversari, permette al Sinn Féin di aumentare i propri consensi, soprattutto tra i giovani e grazie a proposte sempre più progressiste[65]: in campagna elettorale Sinn Féin ha fatto leva sulla pacificazione[66], non parla più di riunificazione dell’Irlanda, ma si concentra sui problemi economici del Paese, causati principalmente dalla Brexit: il costo della vita arrivato alle stelle[67], la carenza di abitazioni[68] e le liste d’attesa per l’assistenza sanitaria[69], ovvero le principali preoccupazioni della popolazione[70], specie a causa del fallimento del governo uscente[71]. Tra i più giovani, Sinn Fèin parla di altre questioni centrali, come la legalizzazione dell’aborto e dei matrimoni tra persone dello stesso sesso e, come scrive il New York Times[72] opponendosi alle politiche di austerità adottate dai governi conservatori dopo la crisi economica del 2008[73].
Sinn Féin affronta problemi che toccano la gente, a prescindere dalla provenienza cattolica, nazionalista e repubblicana. Anche se i sondaggi indicano che la voglia di unità irlandese è inferiore al 50% (sia nell’Ulster che nell’Eire)[74] c’è la speranza nel futuro di dare slancio a un referendum sull’unità[75]. Michelle O’Neill nega che con Sinn Fèin al governo ci sarà un’accelerazione[76], poiché il referendum per la secessione è a discrezione del governo britannico e non è ipotizzabile nei prossimi anni – specie con i forti movimenti secessionisti scozzesi[77]. Dice che le cose potrebbero cambiare se, nel 2025, Sinn Fèin dovesse vincere anche a Dublino[78].
La storia di Sinn Fèin
Sinn Féin nasce nel 1905 su iniziativa del giornalista irlandese Arthur Griffith[80]. L’obiettivo il raggiungimento dell’autodeterminazione e della piena sovranità nazionale irlandese e la secessione dal Regno Unito[81]. Il Sinn Féin è così tra i protagonisti della guerra d’indipendenza della Pasqua del 1916[82]. I volontari che combattono per l’indipendenza dell’Irlanda si organizzano in un esercito che risponde ad un comando militare proprio, l’IRA (Irish Republican Army), comandato da Michael Collins[83], che è anche membro del Dáil Éireann, la Camera Bassa del Parlamento irlandese[84].
Collins è molto rispettato dai volontari dell’esercito repubblicano perché partecipa in prima persona alle azioni militari. Non obbedisce alle direttive del Dáil che chiedono all’’IRA di adattarsi alla strategia delle altre organizzazioni nazionaliste, anzi organizza l’esercito secondo criteri legati alla guerriglia terroristica. Tale strategia gli procura negli anni successivi una serie di successi contro l’esercito britannico, che portano al Trattato anglo-irlandese del 1921[85], quando viene sancita la divisione dell’isola e creata l’Irlanda del Nord[86]. A seguito della guerra d’indipendenza, le nove contee dell’Ulster, poi divenute sei, rimangono sotto il controllo britannico. Le altre 26 formano la Repubblica d’Irlanda, oggi conosciuta come Eire[87]. Dalle scissioni di quegli anni nascono i due partiti che dominano la politica irlandese per quasi un secolo, il Fine Gael[88] e il Fianna Fáil[89], entrambi conservatori, mentre il Sinn Féin rimane una forza politica minoritaria d’opposizione[90].
La lotta dell’IRA, con l’appoggio del Sinn Féin, continua fino alla fine degli anni 90, specialmente durante la guerra civile dei Troubles[91]: gli scontri tra gli unionisti, per la maggioranza protestanti e favorevoli alla permanenza dell’Irlanda del Nord nel Regno Unito, e i repubblicani, cattolici e favorevoli all’unificazione di tutta l’isola[92]. I Troubles causano 3500 morti[93] e durano tre decenni e si concludono nel 1998 con l’accordo del Venerdì Santo[94]. La radice della guerra è il passato medievale, quando i protestanti britannici hanno sottomesso la popolazione cattolica nativa dell’Irlanda[95].
Il 28 luglio 2005 l’IRA ordina ai militanti di consegnare le armi, i Troubles diventano un’eredità scomoda del passato[96]. Nel corso della campagna elettorale per queste elezioni, Sinn Féin è stato abile a distanziarsi dagli aspetti più controversi della sua storia: “C’è l’urgenza di restaurare un Esecutivo e ricominciare a rimettere i soldi nelle tasche delle persone, per iniziare a sistemare il servizio sanitario. La gente non vede l’ora”, è la parte più importante del programma politico[97]. Il partito è molto cambiato, prima di tutto dal punto di vista generazionale.
Resta il fatto che la vittoria di Sinn Féin, abbinata al progressivo rafforzamento del partito nazionalista scozzese, contribuisce a far mostrare la monarchia londinese più nuda che mai[98]. La popolazione nordirlandese ha un bisogno disperato di Bruxelles: sembra assurdo nell’Europa occidentale del XXI secolo, ma nel protocollo, l’Unione Europea si impegna a mandare cibo e medicine nell’Ulster, e nelle scorse ore, dopo che è stata presentata la denuncia contro il Regno Unito, la direttrice dell’ufficio diplomatico UE a Belfast, Colette Fitzgerald, è stata fatta oggetto di messaggi disperati di coloro che, nell’Ulster, temono che ora questi aiuti materiali possano essere sospesi[99].
L’atteggiamento di Boris Johnson
Tra tutti i territori del Regno Unito, quello che ha risentito di più della Brexit è stata l’Irlanda del Nord. Una terra ancora fortemente spaccata tra cattolici (discendenti della popolazione irlandese originaria dell’isola) e protestanti (discendente, invece, dai coloni britannici). Con la Brexit si riaccende il conflitto – come evidenziato dagli episodi di violenza della Pasqua 2022 a Belfast e nella città simbolo di Londonderry[101] (chiamata semplicemente Derry dai cattolici, che non vogliono sentire la parola “Londra” accostata al suo nome)[102].
All’inizio dei Troubles, alla fine degli anni ’60, i leaders cattolici negano che le tensioni abbiano un motivo religioso. Dall’altra parte della barricata, invece, tuona Ian Paisley, un protestante fondamentalista[103], leader della Free Presbyterian Church[104] e co-fondatore del giornale fortemente anticattolico The Protestant Telegraph[105]. Lui fonda il Partito Democratico Unionista e con un controverso accordo, assieme a Theresa May[106], ha contribuito per anni a mantenere al potere il suo Partito conservatore. In seguito al palese attivismo religioso e ai messaggi incendiari di Paisley, i leaders delle quattro chiese principali (presbiteriani, chiesa d’Irlanda, metodisti e cattolici) hanno iniziato a essere più attivi, svolgendo un ruolo negoziale positivo che, dopo la firma dell’Accordo del Venerdì Santo, è diventato un ruolo apertamente politico[107].
Il conflitto interreligioso è simile a quello tra Israele e Palestina, perché l’oggetto del contendere è un territorio appartenuto alle due fazioni contrapposte in epoche diverse. Un gran numero di protestanti si è insediato nell’Irlanda del Nord, territorio tradizionalmente cattolico, e possiede la maggior parte delle terre, lasciando ai cattolici una povertà che causa ovviamente risentimento[108]. Dal punto di vista organizzativo, c’è una netta separazione tra chiesa e partito nell’Irlanda del Nord. L’eccezione è il DUP: i suoi stretti legami con la Free Presbyterian Church l’hanno resa un caso unico nel contesto britannico e irlandese. Il rapporto storico tra i principali partiti unionisti e l’Orange Order[109], un ordine quasi religioso, offusca ulteriormente i confini tra religione e politica nell’Ulster. Il fermo conservatorismo del DUP, derivato dal suo impegno per una dottrina protestante fondamentalista, lo porta a scontrarsi con partiti più aperti[110] come il Sinn Féin, specie in argomenti come il diritto all’aborto e l’omosessualità.
Nel 2016 la maggioranza degli elettori dell’Irlanda del Nord ha votato, nel referendum sulla Brexit, in favore della permanenza nell’Unione Europea – come la Scozia.[111]. Un gran numero di votanti del Galles e dell’Inghilterra ha preferito l’uscita, che ha poi prevalso con una maggioranza del 51.89%[112]. Nell’ottobre del 2019, in seguito all’uscita dalla UE, è stato adottato il Protocollo dell’Irlanda del Nord, che ha innescato una serie di accesi scontri tra i partiti. Alcuni gruppi paramilitari lealisti hanno ritirato il proprio appoggio all’Accordo del Venerdì Santo, e tra il febbraio e l’aprile del 2021 sono comparsi dapprima alcuni graffiti contro il confine doganale, e poi sono stati registrati scontri nelle aree unioniste[113].
Il governo del primo ministro Boris Johnson ha pubblicato una bozza di legge[114] per riscrivere il protocollo[115] e uscire unilateralmente dall’accordo, abolendo i controlli doganali[116]. Johnson vuole semplificare il flusso delle merci dalla Gran Bretagna all’Irlanda del Nord e rimuovere costi aggiuntivi e scartoffie per le aziende, insistendo che le modifiche proposte siano banali, ma sta creando una battaglia su più fronti, anche tra i conservatori. Anche l’UE si oppone fermamente alla mossa, affermando che viola il diritto internazionale[117] e il 15 giugno la Commissione europea ha avviato un’azione legale contro il Regno Unito per non aver rispettato il protocollo e gli ha concesso due mesi per reagire: potrebbero esserci azioni legali che portano a multe e sanzioni e alcuni esperti temono una possibile guerra commerciale[118].
Il governo del Regno Unito ha cercato di giustificare la mossa affermando che il protocollo causa “un pericolo” alla stabilità nell’Irlanda del Nord, influendo sulle condizioni sociali e politiche, minacciando l’Accordo del Venerdì Santo: la comunità unionista dice che non trae vantaggio dall’essere parte del Regno Unito. Di parere opposto è Il vicepresidente del Sinn Féin Michelle O’Neill, che descrive il disegno di legge di Johnson come “illegale” ed una “chiara violazione” del diritto internazionale: “Ciò che Boris Johnson sta facendo è aumentare l’instabilità politica e creare ancora più incertezza economica per i giorni e le settimane a venire”[120].
Secondo il Times, Joe Biden[121], di origini irlandesi e contrario alla Brexit, avrebbe chiesto ai suoi diplomatici di ‘bacchettare’ Boris Johnson per il fatto che, con le tensioni create, mette in pericolo il processo di pace nell’Irlanda del Nord ed ha espresso la crescente preoccupazione dell’amministrazione USA[122]. I conservatori non gli perdonano le ombre del suo governo: il Partygate e la gestione del Protocollo dell’Irlanda del Nord hanno creato un senso di sfiducia tra i deputati conservatori[123].
Cosa ci insegna la vittoria di Sinn Fèin
Un ex segretario laburista dell’Irlanda del Nord, Peter Hain[125], ha detto che Boris Johnson si sta impegnando in tattiche “Putinesque”, utilizzando il disegno di legge sul protocollo dell’Irlanda del Nord per provocare una lite populista con Bruxelles proprio quando l’UE è disposta a scendere a compromessi. Dietro questa nube di parole si nasconde il fatto che anche i conservatori si siano ormai accorti che la Brexit abbia avuto un effetto disastroso sull’economia e sulla società britannica. Boris Johnson si aggrappa al potere nonostante l’ammutinamento dei suoi stessi parlamentari. Per attrarre consensi innesca una lite con Bruxelles, perché questa tattica ha funzionato così bene nel referendum sulla Brexit del 2016, e spera che l’effetto si ripeta alle prossime elezioni generali[126].
Persuadere il DUP a unirsi a un nuovo governo e cercare di fare pressioni sull’UE affinché accetti importanti cambiamenti negli accordi post-Brexit rappresenta un mal di testa per Boris Johnson[127], già oltremodo coinvolto da oltre 100 giorni con la guerra in Ucraina[128]. Purtroppo il perdente, in tutto questo, è l’Irlanda del Nord. La maggior parte degli elettori alle elezioni di maggio ha sostenuto i partiti che hanno difeso il protocollo[129], ma non è servito: i desideri della maggioranza della popolazione vengono ignorati, la nazione rimane in balia di un populista autocratico e pericolosamente ondivago – che si rifiuta di imparare dai propri stessi errori.
Nella disperazione di questo popolo, e nella sua voglia costruttiva di trovare nuove alleanze, si intravede uno scorcio dell’Europa in cui noi crediamo: una comunità di popoli che dimentichi le guerre del passato, salvaguardi le differenze religiose, culturali e politiche, ma vincoli tutti ad un unico destino futuro possibile, che è quello della restaurazione dei valori originari della democrazia, dei diritti civili, della pace. Un’affermazione che oggi, bisogna purtroppo ammettere, è rivoluzionaria.
[1] https://conoscerelastoria.it/bobby-sands-ecco-chi-era-lattivista-irlandese-che-si-lascio-morire-di-fame/
[2] https://www.scomunicando.it/notizie/memo-37-anni-fa-la-morte-di-bobby-sands/
[3] https://www.chicksandtrips.net/derry-bloody-sunday-bogside/
[4] https://www.barbadillo.it/96182-perche-ricordare-i-14-patrioti-del-bloody-sunday-a-49-anni-dalla-strage/
[5] https://medium.com/@thelegendsofmusic/sunday-bloody-sunday-the-story-behind-u2s-most-political-song-f3fd719e1009
[6] https://www.belfasttelegraph.co.uk/news/politics/northern-ireland-assembly-election-2022/
[7] https://www.sinnFéin.ie/
[8] https://discovernorthernireland.com/things-to-do/parliament-buildings-stormont-p676201
[9] https://it.euronews.com/2022/05/07/irlanda-del-nord-vittoria-elettorale-storica-per-il-sinn-Féin
[10] https://www.ilpost.it/2022/05/07/irlanda-del-nord-elezioni-sinn-Féin/
[11] https://www.bbc.com/news/uk-northern-ireland-60786728
[12] https://www.voanews.com/a/sinn-Féin-set-for-historic-win-in-northern-ireland-election/6561833.html
[13] https://www.sinnFéin.ie/michelle-oneill
[14] https://www.sinnFéin.ie/mary-lou-mcdonald
[15] https://www.britannica.com/biography/Gerry-Adams
[16] https://www.culturaldiplomacy.org/academy/index.php?jeffrey-donaldson
[17] https://www.repubblica.it/esteri/2022/05/07/news/irlanda_del_nord_sinn_Féin_primo_partito-348552461/
[18] https://www.britannica.com/topic/Irish-Republican-Army
[19] https://www.theguardian.com/politics/2022/may/07/michelle-oneill-centre-stage-for-sinn-Féin-prospective-first-minister
[20] https://www.belfasttelegraph.co.uk/news/informer-molloy-is-linked-to-ira-killing-28069163.html
[21] https://www.theguardian.com/politics/2017/mar/21/martin-mcguinness-timeline
[22] https://www.britannica.com/biography/Gerry-Adams
[23] https://www.firstonline.info/elezioni-irlanda-del-nord-sinn-Féin-vince-e-festeggia-una-svolta-storica-michelle-oneill-brinda-al-trionfo/
[24] https://www.ilpost.it/2022/05/07/irlanda-del-nord-elezioni-sinn-Féin/
[25] https://mydup.com/
[26] https://www.primapress.it/societa2/mondo/165-attualita/mondo/irlanda-del-nord-la-svolta-a-sinistra-in-ulster-con-sinn-Féin-che-vince-le-elezioni.html
[27] https://www.britannica.com/topic/Ulster-Unionist-Party
[28] https://www.npr.org/2022/05/07/1097417453/sinn-Féin-wins-assembly-election-northern-ireland?t=1655018551829
[29] https://www.snp.org/your-team/nicola-sturgeon/
[30] https://www.reuters.com/world/uk/sinn-Féin-calls-united-ireland-debate-after-historic-election-win-2022-05-07/
[31] https://www.gov.uk/government/people/boris-johnson
[32] https://www.bbc.com/news/uk-politics-61560535
[33] https://www.nytimes.com/live/2022/05/06/world/uk-elections-northern-ireland
[34] https://www.allianceparty.org/?locale=en
[35] https://it.euronews.com/2022/05/07/irlanda-del-nord-vittoria-elettorale-storica-per-il-sinn-Féin
[36] https://www.bbc.com/news/uk-northern-ireland-60786728
[37] https://it.euronews.com/2022/05/07/irlanda-del-nord-vittoria-elettorale-storica-per-il-sinn-Féin
[38] https://www.ilpost.it/2020/02/11/storia-sinn-Féin-irlanda/
[39] https://www.britannica.com/topic/Good-Friday-Agreement
[40] https://www.liberopensiero.eu/19/05/2022/esteri/sinn-Féin-sogno-riunificazione-governare/
[41] https://www.npr.org/2022/05/07/1097417453/sinn-Féin-wins-assembly-election-northern-ireland?t=1655018551829
[42] https://www.bbc.com/news/uk-northern-ireland-60786728
[43] https://www.ilpost.it/2022/05/07/irlanda-del-nord-elezioni-sinn-Féin/
[44]
https://www.theguardian.com/politics/2022/may/06/sinn-Féin-northern-ireland-stormont-assembly-election-results
[45] https://www.bbc.com/news/uk-northern-ireland-60786728
[46] https://it.euronews.com/2022/05/07/irlanda-del-nord-vittoria-elettorale-storica-per-il-sinn-Féin
[47] https://www.washingtonpost.com/world/2022/05/02/sinn-Féin-northern-ireland-elections/?itid=lk_inline_manual_5
[48] https://www.oxfordreference.com/view/10.1093/oi/authority.20110803095709758
[49] https://it.euronews.com/2022/05/07/irlanda-del-nord-vittoria-elettorale-storica-per-il-sinn-Féin
[50] https://www.cnbc.com/2022/06/14/uk-prompts-eu-backlash-over-plans-to-rip-up-northern-ireland-protocol.html
[51] https://www.repubblica.it/esteri/2022/05/07/news/irlanda_del_nord_sinn_Féin_primo_partito-348552461/
[52]https://www.adnkronos.com/brexit-londra-avvia-modifica-unilaterale-protocollo-irlanda-del-nord_4tsOOIT5rL3NJdER3Urbb1
[53] https://www.bbc.com/news/explainers-53724381
[54] https://ec.europa.eu/info/strategy/relations-non-eu-countries/relations-united-kingdom/eu-uk-withdrawal-agreement/protocol-ireland-and-northern-ireland_it
[55] https://www.reuters.com/world/uk/sinn-Féin-calls-united-ireland-debate-after-historic-election-win-2022-05-07/
[56] https://it.euronews.com/2022/05/07/irlanda-del-nord-vittoria-elettorale-storica-per-il-sinn-Féin
[57] https://www.lemonde.fr/en/international/article/2022/05/09/the-paradoxes-of-sinn-Féin-s-victory-in-northern-ireland_5982930_4.html
[58] https://www.repubblica.it/esteri/2022/05/06/news/riunificazione_irlanda_e_possibile_sinn_Féin_irlanda_del_nord_protestanti_cattolici_belfast-348255461/
[59] http://aims.niassembly.gov.uk/mlas/details.aspx?&aff=13236&per=268&sel=1&ind=0&prv=0
[60] https://it.euronews.com/2022/05/07/irlanda-del-nord-vittoria-elettorale-storica-per-il-sinn-Féin
[61] https://www.ilpost.it/2020/02/11/storia-sinn-Féin-irlanda/
[62] https://www.reuters.com/world/uk/sinn-Féin-calls-united-ireland-debate-after-historic-election-win-2022-05-07/
[63] https://www.ilpost.it/2020/02/11/storia-sinn-Féin-irlanda/
[64] https://www.washingtonpost.com/world/2022/05/02/sinn-Féin-northern-ireland-elections/?itid=lk_inline_manual_5
[65] https://www.ilpost.it/2020/02/11/storia-sinn-Féin-irlanda/
[66] https://www.firstonline.info/elezioni-irlanda-del-nord-sinn-Féin-vince-e-festeggia-una-svolta-storica-michelle-oneill-brinda-al-trionfo/
[67] https://it.euronews.com/2022/05/07/irlanda-del-nord-vittoria-elettorale-storica-per-il-sinn-Féin
[68] https://www.ilpost.it/2022/05/07/irlanda-del-nord-elezioni-sinn-Féin/
[69] https://www.washingtonpost.com/world/2022/05/02/sinn-Féin-northern-ireland-elections/?itid=lk_inline_manual_5
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