Geopolitica

La Germania aumenta l’export militare nei Paesi Arabi

13 Aprile 2018

La Germania, ha reso noto la Cancelliera Angela Merkel, non intende partecipare ad un attacco militare contro la Siria ventilato dal Presidente americano Donald Trump via Twitter. Nondimeno da una interrogazione parlamentare dei Linke tedeschi, la cui risposta del ministro dell’economia Peter Altmaier è stata diffusa dalla televisione pubblica ARD, emerge che il Governo di Berlino ha aumentato significativamente le sue esportazioni di armi al mondo arabo. L’Arabia Saudita quest’anno ha usufruito di autorizzazioni all’importazione di armi tedesche per oltre 161 milioni di euro contro i 48 circa del primo trimestre del 2017, incurante che il Paese sia coinvolto nelle repressioni massicce in corso in Yemen. Al Qatar sono state autorizzate commesse per armamenti nei primi 4 mesi del 2018 per oltre 27 milioni di euro, cinque volte tanto quanto nello stesso periodo l’anno scorso, indica l’emittente. Ed anche l’Egitto ha ricevuto armi per quasi 3 milioni di euro.

Come quando la Germania spergiurava di non prendere parte alla seconda guerra contro l’Iraq condotta dalla coalizione americana e pure lasciava che gli USA usassero le basi Nato nel suo territorio, parrebbe che anche ora i tedeschi si dicano pacifisti ma lo siano a metà. D’altronde se si ha un’industria bellica è necessario che essa esporti.

Un altro esempio che cita la ARD è quello del produttore di armi Sig Sauer i cui dirigenti sarebbero finiti sotto il mirino della Procura di Kiel per aver esportato tra il 2009 ed il 2012 oltre 36.000 rivoltelle tipo SP2022 illegalmente in Colombia, alle forze di polizia allora impegnate contro le FARC, facendole transitare per gli USA ricavando oltre 12 milioni di euro. La ARD specifica che l’azienda tedesca si è detta sicura di non avere violato le normative esportando legalmente le armi negli USA. Un’ombra sinistra getta però la circostanza rivelata dalla stessa emittente, che un computer sequestrato ad uno dei sospetti è stato rubato dagli uffici della stessa polizia prima che gli inquirenti fossero riusciti a scoprire quali dati celasse.

Con tanta capacità produttiva bellica è difficile giustificare tuttavia che la stessa Bundeswehr debba lamentare di dovere impiegare solo molte dotazioni vetuste ed inefficienti per formare le nuove reclute. L’esercito tedesco resta sotto i riflettori dei media del proprio Paese dopo essere stato investito un anno fa da forti critiche per l’emergere di episodi rivelanti tracce di persistente indulgenza verso il passato della Wehrmacht nazista, così come per i piani eversivi del tenente Franco A. che si era spacciato per finto rifugiato quando non era all’addestramento e di cui  nel dicembre dell’anno scorso è stato chiesto il rinvio a giudizio. I servizi segreti militari (sempre fonte ARD) avrebbero in corso indagini su 431 episodi rivelanti simpatie neonaziste nelle truppe, con ben 23 emersi quest’anno si tratta di un sostanziale aumento se si considera che un anno fa erano solo 275, anzi il responsabile per l’esercito presso il Parlamento Hans-Peter Bartels nel suo rapporto annuale nel 2017 ne annoverava solo 162.

Ci sono al contempo segnali che indicano che le forze armate tedesche, mentre sono impegnate su scenari internazionali con missioni di alta responsabilità, patirebbero di una carenza di personale in Patria dove solo il 60% dei posti per le riserve regionali e compagnie di appoggio sarebbero occupati. Per ovviarvi, riporta Christian Thiels della ARD, è stato lanciato un originale programma sperimentale per formare un primo scaglione di 19 riserve a bassa specializzazione: uomini e donne tra i 25 ed i 55 anni privi di qualsiasi esperienza, addestrati in un arco di 13 week-end alle tecniche elementari di marcia, saluto, primo soccorso e sparo (questo tuttavia solo col fucile e non con armi automatiche lanciarazzi o rivoltelle). Per ora l’esperimento è colto con scetticismo dagli effettivi, indica Thiels, ma se funzionasse ed i volontari, magari cimentandosi anche in altri corsi arrivassero a raggiungere la qualifica di ufficiali nella riserva, il modello potrebbe vincere i pregiudizi. Ad ogni modo prima di essere sottoposti alle 178 ore di addestramento questi potenziali riservisti volontari, sono stati esaminati dal controspionaggio militare; per essere sicuri di non aumentare involontariamente l’incidenza nelle statistiche degli estremisti in divisa.

 

Immagine di copertina: Pixabay, https://pixabay.com/it/globo-middle-east-medio-oriente-1029209/

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