Geopolitica
La “Bomba X” sganciata su opinioni pubbliche, democrazie e mercati frantumati voto tedesco e algocrazia
La “Bomba X” di global tweet sganciata su opinioni pubbliche, democrazie e mercati frantumati dal trumpismo imperiale e implicazioni del voto in Germania. Quale contrasto all’emergente “algocrazia” ?
Nel (neo)Impero di Trump “l’arma segreta” e’ ormai chiara a tutti: disarticolare e influenzare le opinioni pubbliche del mondo (e non solo quella interna) e condizionare il consenso (sostituito da praterie asimmetriche e selettive di Like) per realizzare il “dominio della maggioranza” generando “aspettative cumulative che si auto-avverano” dalla sola voce del capo e della sua furia esecutiva transazionalista e iper-decisionista nella transizione tra uno “stato minimo” ad uno “sottile” o “quasi-trasparente”. La polis che avevamo ereditato dai greci viene disintegrata dalla molecolarizzazione della opinione pubblica usando la leva della “Bomba X” e con questa ovviamente l’esplosione della conseguenza più devastante: la fine della democrazia liberale oltre a quella deliberativa? Le condizioni strutturali ci sono tutte ed evidenti sotto i nostri occhi: il controllo di X come di una agorà universale nella forma del più “grande formicaio globale” da 600 mil.ni di utenti attivi mensili, 456mila tweet/minuto, ovvero 656 mil.ni di tweet/giorno e che invade e trascina a macchia d’olio anche gli altri social, per esempio “by-passando” i vincoli del fact checking all’insegna dell’oscuro e vuoto “free speech”. L’ “opinione pubblica” come contenitore che viveva di vasi comunicanti (più o meno) auto-equilibranti tra reputazione delle fonti e controllo dei fatti e giudizio di lettori giustapposti che abbiamo conosciuto in epoca moderna e formata in versione ante litteram prima dagli editti delle monarchie assolute fino alla nascita della stampa e poi dei giornali e successivamente della radio e della televisione è stata spenta e resa una nicchia minoritaria (se non ad uso pubblicitario e informativo per segmenti di elite) e – soprattutto – ininfluente sul voto per l’uso che ne fanno oggi i social occupando di fatto la rete Internet globale con messaggistica istantanea (e sincopata) di parole scritte, voci e immagini mobili che galleggiano sui fatti di una friabile post-verità. Con 5 miliardi di persone connesse in tutto il mondo supportate da una velocità di 44,2 Tbps per singolo chip ottico. Ogni secondo su Internet sono inviati ben 8983 tweet che significa 538.980 al minuto o 32.338.800 in una sola ora. Su Instagram sono invece caricate 992 foto/secondo, pari a 59520 foto al minuto e 3.571.200 l’ora. Da pochi anni sono condivisi anche video, ma i social per immagini mobili non hanno mai brillato anche perché oggi infarciti di iper-realistici “effetti AI” anche se Tik Tok posta 272 video per secondo (16320/minuto), ossia 34 mil.ni al giorno. Sono 4669 le chiamate su Skype ogni secondo (280mila/minuto o 16,8 milioni/ora) in “parallelo” a Wup e Messenger. L’effetto più eclatante di questa dimensione oceanica di messaggi nella forma spesso di post e commenti di una deformante informazione tanto bulimica quanto anoressica è la polarizzazione delle “nano-opinioni” talmente molecolarizzate da frammentarne l’insieme in micro sotto-sottoinsiemi difformi e distorti perché entro vasi non comunicanti se non per l’administrator. Dove ogni cluster di messaggistica fa di quel micro-insieme di sottoinsiemi un micro-corpo auto-influenzabile dal suo interno per “un’illusione ottica auto-cumulativa” (distopica?) che avviene per cancellazione della distinzione tra realtà e finzione, tra vero e falso, ma anche tra scienza e fantasia immaginativa onirica, tra astratto e concreto, tra fonti affidabili e fonti artefatte. Quel micro-insieme di sottoinsiemi dove “ognuno crede a quel che vuol credere e a quel che vuol vedere” senza alcun confronto o ricambio-scambio con l’esterno, per catene di auto-conferma. Un esito che facilita il “controllo politico” da parte dei potenti attivatori centrali (Musk per X) che inneggiano al “free speech” a rappresentare il “grande inganno” dove di free non c’è nulla e di speech anche meno trattandosi di “aspettative che si auto-avverano” partorite dalla vendita di una presunta “neutralità tecnologica”. Perché le onde programmate di messaggistica esondante che bagna popoli adoranti sulla spiaggia cancellano o minimizzano tutti i messaggi “sgraditi” enfatizzando e replicando ad infinitum invece quelli “graditi” (a pagamento) e dove il verosimile miracolosamente si tramuta in verità, o – meglio – post verità. La tecnologia cambia il passato spesso cancellandolo facendosi apparentemente “verificatore” del presente espanso e filtrato dalle “impurità” ritenute inutili o scomode (come i valori, i canoni, le regole, i riti e le culture dell’Occidente social-liberale) dal “capo tecnologico” che ha ormai preso i comandi per commutazione anche di “capo politico” facendo campagna elettorale globale a favore di una parte politica estrema, in USA come in Europa e ora nelle elezioni in Germania cavalcando la sua caduta industriale netta come “fallimento del centro- sinistra”. Attacco fallito – verrebbe da dire – perché le elezioni in Germania che segnalano un raddoppio della AfD (che vola al 19% ma che si aspettava di più) ma che non sfonda e dunque indicando una “resistenza” delle forze di centro-sinistra che dovranno andare con la CDU und CSU (con poco meno del 30% che era la “soglia psicologica” da centrare) verso una “Grose Koalition” (con SPD, Liberali e Verdi che perdono e compresa la Linke della Reichinneck che vince nonostante le ambiguità sull’immigrazione). Assetto non molto distante da quello Francese ma forse meno instabile. Dunque un voto tedesco che ferma l’estrema destra resistendo a questa deriva populista, sovranista, antieuropeista e anti-sistema e che dice no soprattutto alla consegna dell’Europa a Putin come forse vorrebbe Trump e nonostante le minacce incombenti dei dazi, essendo l’unità europea l’unico vero ostacolo alla sua corsa imperiale. Un uso dei social dunque e di X in particolare che non sembra aver avuto un impatto rilevante in Germania ma che converge senza alcun paradosso con le campagne di disinformatia russa (inventata da Stalin e ora perfezionata da Putin come “guerra cognitiva”) ormai presente in tutte campagne elettorali europee (e non solo) degli ultimi 5-8 anni, comprese quelle italiche. Agendo indirettamente con eserciti hacker e direttamente sponsorizzando e finanziando partiti e candidati filorussi e anti europeisti come nel caso della AfD tedesca (o della Le Pen in Francia) sostenuta peraltro esplicitamente da Musk attraverso X seppure con dubbi impatti. Strada comunque che vorrebbe spalancare le porte alla “Nuova Età dell’Oro” dove confini, alleanze, corti di giustizia, diritti costituzionali, corpi istituzionali sovranazionali e la Nato stessa formati dalle sofferenze tragiche della Prima e Seconda Guerra Mondiale vengono cancellati per essere deglutiti dalla sola geografia del presente di confronto tra forze muscolari attraverso corone di protettorati riabilitando le vecchie zone di influenza che furono ridisegnate dall’impronta della “Guerra Fredda”. Traiettoria comunicativa intrusiva esplicita di X a sostegno della destra estrema dove i nemici possono diventare amici e viceversa a seconda degli interessi trumpiani emergenti ma quanto questi siano anche di tutti gli americani e del mondo è tutto da verificare e dimostrare. Spesso adottando un negazionismo feroce (dal Covid al climate change, dalla scienza all’immigrazione) senza alcuna considerazione dell’evidenza che ci ha consegnato gli 80 anni più prosperi e pacifici della storia umana e dunque affidandoci un codice della speranza per un futuro condiviso. Gli USA di Trump badano solo ai loro interessi (MAGA) e l’Europa allora – secondo questa visione – dovrà imparare “a fare da sola”, per esempio alzando il budget degli armamenti fino al 3-5% ma che se “divisa e marginale sarà meglio” come detto da J.D.Vance proprio agli europei a Parigi e Monaco in modo irresponsabile, soprattutto per le nuove contaminazioni del MEGA (Make Europe Great Again). Questo è quanto esce dal “emperial global voice” di X, che trasforma il “territorio occupato” in Ucraina in “territorio conquistato” con evidente e tragico “spiazzamento” di Zelensky che si ritrova magicamente da aggredito in aggressore con una inversione a U di riscrittura della storia oltre che della saggezza, che verrà rappresentata al Presidente Ucraino dall’intera Commissione UE a Kiev negli ultimi giorni di febbraio in contrasto con le vergognose parole di Trump nei suoi confronti e trattato come un paria, senza alcun rispetto per il popolo ucraino da tre anni sotto le bombe russe. Dimostrando in questo modo la traiettoria di influenza di X sulla opinione pubblica globale al servizio del novello Imperatore che non deve essere né distratto né disturbato dalle “debolezze e lentezze” delle social-democrazie né dai codici liberali degli Stati di Diritto o delle leggi del Diritto Internazionale che vanno piegati ai voleri della “capocrazia” trumpista che – dice – ci vuole “pacificare e non conquistare“. Come, questo nuovo, paternalista e bonario “Global King” lo voglia realizzare rimane del tutto oscuro mentre per ora abbiamo raffiche di ordini esecutivi (in parte bloccati dai giudici americani e in parte irrealizzabili come il rimpatrio di milioni di immigrati illegali da anni negli USA) e ci è chiaro che non voglia gli impicci dei valori dell’Occidente che hanno guidato la civiltà e dunque da sostituire con altri da “monarchia assoluta” e dei quali però abbiamo già conosciuto gli esiti tragici. E a pagare il conto sarà l’Europa dato che Putin viene “riabilitato” nonostante l’aggressione all’Ucraina e dunque di fatto viene “scagliato” da Trump verso l’integrità Europea? Ecco dove il trumpismo vuole portarci affettando le opinioni pubbliche globali con X da “grande megafono edittale” per neutralizzare chimicamente la storia, intonacare lo Stato di Diritto, superando con cazzuola e cemento la divisione dei poteri e realizzando un esecutivo – potremmo dire – sovraordinato su giudiziario e legislativo. Anticamera di un’algocrazia delegata al vice-Re Musk? Qui allora molti europei democratici vorrebbero vedere – con Draghi – una Europa unita e salda con una unica politica di difesa e un solo esercito coordinato tra i 27 (dunque spendendo meno e meglio in armi), con una unica politica commerciale per resistere e non solo “sopravvivere” alle cannonate di dazi inefficienti rispondendo con ordine al cataclisma della chiusura dell’ombrello di sicurezza USA che sta cambiando i connotati dell’Occidente trasformandone i valori e riportando l’UE alla frantumazione nel buio totale delle conseguenze per il mondo intero. Una UE dove sarebbero necessari ormai anche un XUe oltre ad un Google UE o ad un Instagram UE come tecno-perimetri di sicurezza e difesa comuni. Peraltro aprendo varchi immensi al riposizionamento della Cina nei mari e nelle terre del sudest asiatico (Laos, Cambogia, Vietnam, Pakistan, et al) e non solo, come con i tagli draconiani ai Programmi Usaid. Ecco perché X non deve tanto “convincere” o “plasmare” le opinioni pubbliche globali ma le deve “solleticare e sobillare” per mobilitarle scagliandole contro le democrazie parlamentari e lo Stato Liberale per consentire ai partiti estremisti di destra di “vincere”. Per pubblicità e mercati sarà lo stesso, deformando anche la competizione oltre alla democrazia a favore di un capitalismo oligarchico e non solo ultra/turbo-liberista e dunque di pochi? Destrutturando le congiunzioni necessarie tra competitività politica (libertà di rappresentanza politica e operatività dei Parlamenti) nella contendibilità democratica e della competitività economica (libertà di intrapresa) nella contendibilità nei mercati e le necessarie connessioni con la divisione dei poteri istituzionali di Montesquieu. Negando dunque l’utilità di produttori numerosi e competitivi soprattutto se sostenibili, così come di consumatori responsabili e – inoltre – di cittadini consapevoli a favore di “nuovi schiavi digitali” sorridenti e proni davanti ad uno schermo da 8 pollici nella felicità dell’obbedienza e osservanza mistica delle azioni dell’imperatore e della sua corte che si autodefinisce “illuminato da Dio” perché scampato all’attentato di Butler, in Pennsylvania nel 2024. Meloni oscilla tra l’attrazione tolemaica del trumpismo e la difesa copernicana dell’Europa in una ambigua postura ma che non potrà tenere ancora a lungo perché il rischio di essere trascinata nel gorgo della grigia impotenza tra una realtà che si vorrebbe solo o bianca o nera ben disegnata in X è altissimo e dovrà per questo decidere da che parte stare mentre il consenso scende. Tuttavia potrebbe “decidere di non decidere” andando ad elezioni anticipate con i tanti rischi connessi dopo oltre due anni di “inazione nel galleggiamento ideologico” e che porterebbe le rombanti riforme di un cantiere mai nato – compresa quella della giustizia – ad inabissarsi definitivamente nelle cantine del Parlamento.
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