Geopolitica
Il Turkish Stream e il risultato delle elezioni in Grecia
L’accordo con la Turchia è il risultato degli sforzi russi, cinesi e iraniani che mirano a rimescolare le carte in un’area che va dall’Adriatico all’India. Potrebbe avere implicazioni non solo per l’Europa, Bulgaria e Turchia, ma anche per Siria, Egitto, Israele, Iran e Cina.
I suoi effetti potrebbero promuovere nuove alleanze, sia economiche che militari.
Un mese fa la Russia ha ufficializzato la sua rinuncia al progetto South Stream, con il quale avrebbe portato gas direttamente in Europa, sotto il mar Nero fino in Bulgaria, lasciando fuori l’Ucraina. Ma era l’Europa in crisi a non volerlo più, nonostante avesse approvato, nel 2009, il TEP (terzo pacchetto energia) e una bozza d’accordo con i russi. Facile quindi per i russi ironizzare sulla falsa sorpresa della UE.
Come interpretare la decisione dei russi, che sono già pronti a partire con il nuovo progetto che utilizzerà strutture già realizzate in suolo russo?
Sembra un segnale di grande forza politica, non fosse altro perché dato dallo stesso Putin, reduce da Ankara, dove si era accordato con Erdogan per aumentare il volume del gasdotto Blue Stream e per affiancarne uno nuovo.
Mesi prima la Russia aveva annunciato accordi per la fornitura di gas all’India e alla Cina.
Il nuovo progetto con i turchi stronca definitivamente alcune varianti che Bulgaria ed Europa pensavano di poter risuscitare, nel caso la Russia si fosse ritirata da South Stream.
Il nuovo gasdotto – il nome potrebbe essere proprio Turkish Stream – richiede solamente la posa di 150 km addizionali più a sud, attraverso la Turchia anziché la Bulgaria. Combina parti del vecchio progetto del gasdotto Nabucco e, attraverso Grecia e Macedonia, va ad alimentare la Serbia, che non ha confermato le sanzioni alla Russia.
Torna così in scena l’Iran, che avrebbe voluto prendere parte al Nabucco, contro la ferma opposizione degli americani. L’Iran già fornisce gas alla Turchia la quale, dal nuovo progetto, trarrà notevoli vantaggi, e non solo sul prezzo del gas.
L’annuncio di Putin era rivolto a parte dell’establishment bulgaro,un monito: se non fatte subito mosse decise, resterete fuori dai giochi. Il risultato delle elezioni in Grecia potrebbe confermare la nuova strategia russa sui Balcani passando però dalla Grecia.
Ma Putin si rivolgeva indirettamente anche all’UE convinta che, dopo il colpo di stato in Ucraina e le sanzioni, la Russia avrebbe continuato a sostenere i costi del progetto, ma non è stato così.
Molti si chiedono come mai l’Europa stia commettendo un simile errore, giustificato solamente dalle forti pressioni degli americani.
L’UE pensava anche al c.d. Corridoio Meridionale che avrebbe portato il gas egiziano e israeliano verso il Nabucco, attraverso la Siria e la Turchia. Con il nuovo progetto, se si farà, sarà la Turchia a collegarsi al Corridoio Meridionale ed è qui che risiede l’importanza strategica dell’accordo tra Russia e Turchia.
Il successo di Assad, della Russia e dell’Iran in Siria, e il rimpiazzo di Morsi in Egitto, aprono nuove prospettive; le relazioni tra Iran e Turchia e tra Russia e Turchia sono migliorate e l’Egitto è in buoni rapporti con la Siria baatista di Assad.
Alla finestra Israele, che potrebbe partecipare al progetto migliorando i rapporti con Siria e Iran e accettare la spartizione dei profitti con la Palestina, alla quale appartengono i giacimenti di gas al largo di Gaza. Senza l’assenso di Israele, l’Occidente cercherà di separare gli interessi russi da quelli turchi ma, in questo caso, il conflitto in Ucraina potrebbe allargarsi.
L’Europa non ha ancora capito la portata dell’accordo: Russia e Turchia porteranno avanti i loro interessi nei Balcani che interessano ai russi molto più del prezzo del gas.
Interessante interpretazione del risultato delle elezioni in Grecia. E’ dalla Grecia che passerà il gasdotto che porterà in Italia il gas azero, gasdotto che verrà intercettato dai Russi proprio in Turchia.
www.edoardobeltrame.com
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