Geopolitica
Il tedesco Weber: Scozia e Irlanda del Nord sono benvenute nell’UE
Tra le più significative reazioni tedesche alla Brexit, c’è la dichiarazione del parlamentare europeo PPE Manfred Weber. L’uomo della CSU, partito alleato bavarese della CDU di Angela Merkel, è considerato uno degli astri nascenti del centrodestra europeo e le sue posizioni sono espressione di un certo neo-conservatorismo del Partito Popolare Europeo.
Come riporta il Financial Times, questa mattina Weber avrebbe risposto testualmente ai giornalisti:
“L’Europa è aperta a nuovi stati membri, questo è completamente chiaro. Coloro che vogliono rimanere sono benvenuti nell’Unione Europea”.
Il riferimento del politico tedesco è a precise reazioni in Scozia e Irlanda del Nord di fronte allo storico e clamoroso risultato del referendum britannico.
Con un 62% di voti a favore del “Remain”, la Scozia è il paese del Regno Unito che si è opposto più di tutti alla Brexit. Il referendum per l’indipendenza scozzese del 2014 era fallito anche a causa dell’eventuale uscita dall’UE in caso di abbandono del Regno Unito.
I risultati di ieri, ovviamente, cambiano le carte in tavola. Emblematica la posizione della premier scozzese Nicola Sturgeon, che ha detto che è “democraticamente inaccettabile” che la Scozia debba uscire dall’UE contro la propria volontà. Surgeon ha poi aggiunto che un secondo referendum per l’indipendenza è “altamente probabile.”
Stessa cosa vale per l’Irlanda del Nord. In questo caso, la vittoria del “Remain” non è stata così schiacciante, ma comunque chiara: 55,7% a favore dell’UE e 44,3% per la Brexit.
La premier dell’Irlanda del Nord, Arlene Foster del Democratic Unionist Party, si è dichiarata soddisfatta della Brexit. Sono state però di ben altro tono le parole del vice premier, Martin McGuinness, figura dello storico partito indipendentista Sinn Fein ed ex leader dell’organizzazione armata IRA.
McGuinness ha dichiarato che ci sia ora l’urgenza di un voto popolare per un’eventuale abbattimento del confine tra Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda, nel solco di una nuova richiesta di Irlanda riunita.
Se le posizioni sulla Brexit erano eterogenee anche tra nazionalisti e unionisti nord-irlandesi, il risultato del referendum sembra ora capace di ricompattare le antiche contrapposizioni.
In questo scenario, la dichiarazione del tedesco Manfred Weber è espressione di una reazione tutt’altro che conciliante alla decisione britannica.
Le parole di Angela Merkel, ovviamente, sono per ora molto più moderate e caute, come emerso dalla sua breve conferenza stampa di pochi minuti fa, in cui si è limitata a comunicare rammarico e invitare alla calma.
Ma, se il cuore politico e culturale della Brexit è stato anche lo scontro tra Regno Unito e Germania, certe posizioni tedesche in merito al futuro della politica interna del Regno diventeranno un termometro importante delle prossime evoluzioni.
Le conseguenze della Brexit, infatti, non interessano unicamente la burocrazia economica, ma altre questioni cruciali, quali la solidità della Nato e il rapporto tra Europa e Russia.
I tempi del post Brexit non saranno probabilmente brevissimi, ma il riposizionamento politico e geopolitico sembra già in moto.
Una cosa è abbastanza chiara: se l’Inghilterra e il Galles hanno tutto il diritto di voler rifiutare un’UE drammaticamente distante dalla democrazia, la Scozia e l’Irlanda del Nord hanno tutto il diritto di non voler consegnare il proprio futuro a Nigel Farage.
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