Geopolitica

Il senso di Putin per la democrazia liberale

9 Luglio 2019

Putin attacca il liberalismo occidentale, ma è un bluff. La sua Russia, paese modello dei sovranisti, è uno stato in declino.

 

 

Pochi giorni prima della visita in Italia ha destato notevole scalpore la lunga intervista di Vladimir Putin al Financial Times in cui il presidente russo suona il de profundis per la democrazia liberale di stampo occidentale. Per Putin “l’idea liberale è diventata obsoleta” e “ha esaurito il suo scopo”, poiché, a suo dire, “è entrata in contrasto con gli interessi della grande maggioranza della popolazione”, mentre è il nazional-populismo a rappresentare al meglio le nuove esigenze dei popoli, in particolare grazie all’opposizione a immigrazione, confini aperti e multiculturalismo.

 

Eppure, di fronte ad un’analisi comparata dei due diversi sistemi politici, utilizzando come termini di paragone proprio la Russia di Putin e le democrazie liberali di quello che una volta era chiamato il “mondo libero”, emerge una realtà ben diversa rispetto alle perentorie affermazioni dell’uomo che siede al Cremlino. Nonostante i non pochi problemi e le numerose sfide che il ventunesimo secolo pone all’emisfero occidentale, le sue economie sono caratterizzate dal benessere diffuso, le società sono libere e, con vari gradi, dinamiche, il progresso tecnologico prospetta conquiste fino a pochissimi decenni fa impensabili, mentre l’influenza politica, economica e culturale dei suoi paesi, uno dei quali gode dell’egemonia mondiale e della supremazia militare, si spinge ovunque nel mondo.

 

L’orso russo invece, nonostante le indubbie capacità diplomatiche e tattiche del suo presidente, che gioca relativamente bene le poche carte a disposizione, è uno stato con le fondamenta deboli, un’economia asfittica, instabile, drogata dagli idrocarburi e bisognosa di investimenti esteri, una società caratterizzata da fortissime disuguaglianze, priva di reale libertà e con sempre più frequenti segni di insofferenza per condizioni sociali in peggioramento, una demografia disastrosa, un’immagine pessima proiettata verso l’esterno (salvo che per qualche partito nazional-sovranista in una manciata di paesi europei, oltre che per i compagni illiberali asiatici). E i suoi marinai, a quasi vent’anni di distanza dal Kursk, purtroppo continuano ancora a morire nei sottomarini tra gli abissi oceanici, come accaduto la scorsa settimana nel Mare di Barents.

 

 

 

Non si capisce perciò da dove l’ex spia del Kgb tragga la sicurezza con cui esterna le sue sentenze, se non dalle ormai consuete necessità della propaganda che punta a seminare dubbi e paure nel campo avverso e magari a conquistarne una parte di menti. Nonostante la sua immagine di forza, decisione e attaccamento a valori tradizionali, riesca a far breccia in una parte non trascurabile delle opinioni pubbliche di alcuni paesi europei, presso le quali, come noto, i suoi adepti Orban, Le Pen, Salvini fanno discreti e talvolta notevoli proseliti tra gli elettori, nella “sua” Russia durante l’ultimo anno le cose non sono andate affatto bene. Come testimoniano le rilevazioni Levada il consenso è calato, specialmente dopo la riforma pensionistica che ha alzato l’età pensionabile da 60 a 65 anni per gli uomini (la loro speranza di vita è di 67 anni!) e da 55 a 60 anni per le donne, e Putin è da molti ritenuto uno dei principali responsabili dei problemi di un paese che spende nella difesa, in proporzione al reddito, più del doppio dei paesi europei. La postura assertiva della politica estera di Mosca è pertanto in gran parte mantenuta a spese della popolazione, che inizia a lamentare la scelta di bruciare rubli per Siriani e separatisti del Donbass (sembra un revival in piccolo di quel che accadeva negli anni ’80) e, in maniera sensibilmente più frequente nell’ultimo anno, inizia timidamente a scendere in piazza, oltre a regalare qualche dispiacere al partito del presidente, Russia Unita, nelle elezioni locali.

 

“No, Mr Putin, il liberalismo occidentale non è obsoleto”, si potrebbe rispondere per concludere, come ha fatto lo stesso quotidiano finanziario londinese. Casomai, rischia di esserlo il suo modello di governo. No, Mr Putin, non sopravviverai (politicamente) alla democrazia liberale.

 

 

Francesco Linari

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