Geopolitica
I volti della guerra
In questo preciso momento storico, osservare questa foto permette di osservare da vicino, da molto vicino, gli individui a cui è affidata, precisamente ora, la sorte della pace e della guerra in Europa. Gli eventi stanno accelerando bruscamente, forse quando leggerete queste righe già saprete di più riguardo al destino di migliaia o milioni di uomini. La storia prosegue, e spesso non offre l’occasione di riflettere sul suo farsi, sulle forze e sulle persone che ne decidono il corso. In questo caso invece, si è avuto tutto il tempo di riflettere, analizzare, prevedere gli eventi. Eppure sinora nessuno ha mostrato di comprenderli o ha fatto qualcosa di concreto per arrestarli. Qui vediamo tre volti: stanno osservando lo svolgersi di manovre militari, che confermeranno l’efficienza della macchina bellica da loro costruita e diretta. Abbiamo, da sinistra a destra, un Ministro della Difesa, un Presidente, e un Capo di stato maggiore. Le espressioni sono attente, nel primo si avverte una minima preoccupazione, nel secondo un compiacimento tra il soddisfatto e l’annoiato, nel terzo una totale adesione a quanto accade all’esterno, totalmente inespressiva. La scena si svolge in una confortevole sala di controllo, ancora lontana dalla guerra, è l’ora della soddisfazione di fronte a una macchina bellica che mostra di eseguire alla perfezione i comandi del potere. Perché qui abbiamo di fronte i volti del potere.
I volti di chi decide, in questo preciso momento, della guerra in Europa. Non è il primo caso in cui hanno deciso manovre belliche concrete, guerre reali, ma le dimensioni di ciò che può accadere ora può sfuggire anche alle loro possibilità di calcolo. Secondo il capo dell’esercito di un paese europeo, siamo di fronte alla possibile guerra in Europa più spaventosa dopo la seconda guerra mondiale. Certo la maggiore per dimensioni. Se accadrà, sarà per ordine di questi uomini, di questi volti. E’ il caso quindi di osservarli bene. Certo, hanno presentato all’Occidente richieste, tentato di riportare indietro nel tempo gli orologi della strategia e della geopolitica. Se ci sarà guerra anche l’Occidente ne sarà responsabile, per non essere riuscito a trovare un modo per accontentare almeno alcune di queste richieste. Ma l’obiettivo è un Paese, che questi uomini ritengono appartenga, senza discussioni, alla propria sfera d’influenza. E in base a questa pretesa stanno per riprenderselo con la forza. Non ha importanza cosa pensino o desiderino gli abitanti di quel Paese. Questi uomini ritengono che quel Paese appartenga loro. E probabilmente se lo riprenderanno. Con la forza.
Non sarà il primo caso nella Storia in cui questo avviene, ma di fronte a migliaia di vite che in questo preciso momento sono in pericolo non si può restare indifferenti. Soprattutto perché c’è stato il tempo per rimediare. Quella che è apparsa sin dall’inizio, è stata la determinazione di questi uomini. Che l’Occidente ha sottovalutato, per evidente mancanza di conoscenza. Churchill aveva ammesso la sua impossibilità di comprendere gli uomini di quel paese. Il tempo trascorso, la guerra fredda, le invasioni avvenute (Ungheria 1956, Cecoslovacchia 1968, Georgia 2008, Crimea e Donbass 2014) non hanno aiutato molto a comprendere di più. Dunque, osservare i volti è importante. Il primo, sarà forse l’uomo che erediterà il potere assoluto. Il secondo è colui che detiene ora il potere assoluto, probabilmente a vita. Il terzo è considerato un asso della strategia, e in questo momento è già con le truppe, al confine del Paese minacciato. Forse, Cesare Lombroso potrebbe aiutarci a comprendere cosa celano questi volti. Forse, una conoscenza della storia e dell’epoca da cui questi volti provengono, anche di più. Sono volti che vengono da un’altra epoca, da un altro tempo. Un mondo antico li ha generati, un mondo che sopravvive in loro alla superficie di un mondo diverso e contemporaneo, che non li tocca. L’Unione Sovietica è tuttora viva in loro, nella nostalgia per la potenza passata e nel risentimento per il suo tramonto. Le leggi e le regole di quel tempo e di quel mondo sono ancora vive ed attuali in questi volti. Un mondo antico sopravvive in loro, e ora ci mostra che la sua natura e resistenza sono più sostanziali e più forti dell’illusione che avvolge l’Occidente.
Il quel mondo combattere e morire per la potenza e l’orgoglio del proprio paese, è ancora normale ed accettato. Una cultura spontaneamente e naturalmente militarista è sopravvissuta al tramonto del vecchio impero e si è rinvigorita, dopo anni di crisi, con la rinnovata forza economica della nazione. L’Occidente degli illusi ha continuato a credere a vecchie retoriche, alimentate dalla disinformazione, e dalla benevola narrazione dei molti interessati. Agli errori di valutazione, la storia presenta sempre il conto. L’Occidente ha creduto di assimilare l’altro da sé avviluppandolo nella sua retorica edulcorata e commerciale, ma l’altro si è rivelato non addomesticabile, perché frutto di un altro tempo, di una realtà più cruda e naturale. Il mondo antico sopravvive in questi volti, e ora ci mostra nella dura pratica che la sua natura e resistenza sono più sostanziali dell’illusione che avvolge l’Occidente. Quando epoche diverse si scontrano, quando mondi che vivono in tempi diversi si affrontano, il risultato è potenzialmente catastrofico. Generazioni di esperti militari, studiosi di geopolitica, non sono arrivati a comprendere l’evidenza. Le spire dell’Occidente, le sue sirene, hanno ottenebrato la loro capacità di comprensione. Al posto di molti libri e seminari, sarebbe stato più proficuo, per comprendere l’avversario, frequentare qualche gangster di quelle parti. Avrebbe fornito esempi più concreti della realtà. La sfida è tra due mondi non comparabili, non compatibili, perché sospesi in epoche diverse, frutto di una storia radicalmente diversa. Nella lotta corpo a corpo, il mondo naturale, il mondo antico, più primitivo ed efficace, ha sempre maggiori possibilità di sopravvivere. E’ importante guardare in volto l’avversario, per capire cosa aspettarsi da lui. E’ possibile, in questo momento, guardare questi volti. E’ stato a lungo possibile osservarli, quando c’era tutto il tempo per capire. Ora, forse, è troppo tardi.
Devi fare login per commentare
Accedi