Geopolitica
Anche la Merkel ha il suo Salvini (e fa il ministro dell’Interno)
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stato accolto lunedì sera a Berlino, lo hanno scritto tutti i quotidiani nazionali, con gli onori militari. Il Premier italiano ha ricevuto l’impegno della Cancelliera ad aiuti per il nostro Paese negli sforzi per combattere la disoccupazione giovanile. Angela Merkel ha sottolineato anche che ci sono già stati scambi tra i Ministri del Lavoro dei due Paesi e che la Germania può condividere le soluzioni che ha adottato nella gestione della riunificazione per combattere la disoccupazione. Anche sul nodo più cruciale per l’Italia della gestione dei rifugiati, Berlino ha ribadito la sua solidarietà ed impegno verso un’equa distribuzione dei richiedenti asilo e la tutela del Mediterraneo come frontiera Europea. Più fondi all’Agenzia della guardia di frontiera europea Frontex e più fondi allo sviluppo in Africa. La Cancelliera si è detta in particolare favorevole all’ipotesi di realizzare centri di indirizzamento dei richiedenti asilo direttamente nei Paesi africani, suggerendo possa essere fatto lavorando con l’UNHCR. La strada di spostare all’esterno della UE la gestione delle domande di asilo era stata già ipotizzata da Conte con il Presidente francese Emmanuel Macron, il quale la approfondirà senz’altro a sua volta con Angela Merkel oggi a Berlino.
La Cancelliera mira quantomeno a raggiungere accordi bilaterali che permettano effettivamente di re-instradare i fuggiaschi nel Paese che li ha registrati per primo, un’idea che andrebbe incontro a quanto vorrebbe realizzare la CSU e che costituisce uno dei pochi aspetti noti del Master Plan in 63 punti che il Ministro degli Interni Horst Seehofer avrebbe voluto vedere approvato fin da lunedì. Seehofer per ora ha invece incassato il beneplacito solo da parte del presidio del suo partito, ma ha dovuto frenare la sua intransigenza ed ammettere che si deve trovare una soluzione europea al problema da definire in seno al consiglio dei capi di Governo dei Paesi membri a fine mese. La Cancelliera Angela Merkel ha sottolineato infatti che è in capo a lei la prerogativa di fissare le linee guida del Governo e che non ci saranno automatismi nelle espulsioni come vorrebbe il suo Ministro, ma si valuteranno i passi da compiere in base ai risultati raggiunti in sede Europea da qui al vertice dell’UE previsto a fine mese. Del piano di Seehofer si sa in effetti poco e tra le incognite c’è persino se esso sarebbe affatto compatibile con l’accordo di coalizione; tanto che la segretaria della SPD Andrea Nahles ha preannunciato di voler convocare una riunione dei partner di Governo alla vigilia del Consiglio europeo.
In qualità di Ministro Horst Seehofer ha autonomia nelle decisioni riguardanti il suo dicastero, ma se avesse incominciato ad espellere i richiedenti asilo già registrati in altri Paesi dell’Unione Europea in via unilaterale e contro il volere espresso della Cancelliera, questa avrebbe potuto chiederne al Presidente le dimissioni e Frank-Walter Steinmeier avrebbe dovuto concederle, scatenando una crisi di Governo. Horst Seehofer si è dovuto dunque accontentare ieri di avere nominato Hans-Eckhard Sommer, un esperto di asilo del Ministero degli Interni bavarese, a succedere a Jutta Cordt alla guida della Agenzia federale tedesca per la migrazione ed i rifugiati; e sostituirà anche il vicepresidente dell’ente, Ralph Tiesler. La CSU in effetti non ha mai voluto arrivare ad innescare la caduta di Angela Merkel al buio, ma solo chiudere il fianco destro per le elezioni bavaresi del 14 ottobre. Infatti, non registrato dai più, la AfD si sente spiazzata dai toni di Seehofer ed ha incominciato a riempire la capitale bavarese di cartelloni con lo slogan “la AfD fa la politica che la CSU annuncia”. Nel contempo a Kassel è iniziato il processo ad un rifugiato afghano che circa sei mesi fa uccise la fidanzata quindicenne dopo che lo aveva lasciato; un omicidio usato sistematicamente dai populisti a pretesto per dimostrazioni contro gli stranieri. Lo stesso si è ripetuto poco tempo fa nel caso di Susanna, un’altra ragazza 14enne uccisa a Magonza da un rifugiato iracheno di cui la giovane frequentava il fratello. E dagli USA ha soffiato ieri sul fuoco anche il Presidente americano con un tweet “La gente in Germania si rivolta contro la su dirigenza, perché il tema della migrazione fa tremare la coalizione già precaria ” sostenendo che il tasso di criminalità nel Paese si è innalzato a causa dei rifugiati; mentre la ARD a confutarne l’assunto ha riportato che secondo i dati del Ministero degli Interni tedesco sarebbe sceso al livello più basso dal 1992.
Quantomeno sulla crisi Ucraina l’UE ha trovato una linea comune ed ha prolungato all’anno prossimo l’applicazione delle sanzioni alla Russia per l’annessione. Forse ora arriverà anche ad una nuova determinazione condivisa in tema di gestione dei rifugiati che supererà i disattesi accordi di Dublino. I partiti populisti la presenteranno allora, a ragione, come una loro vittoria. Essa potrebbe tuttavia segnare la fine della loro ragion d’essere venendo meno la loro funzione di protesta. Ciò però solo a patto che le altre forze politiche sappiano evidenziare di avere trovato la soluzione salvaguardando i principi della solidarietà europea. Se invece questi ultimi finiranno calpestati fuori dagli erigendi centri africani di smistamento delle domande di asilo, l’UE avrà invece segnato il suo de profundis. Angela Merkel ne è evidentemente consapevole e per questo ha tirato in ballo l’idea di coinvolgere l’ente per i rifugiati delle Nazioni Unite.
Immagine di copertina: Pixabay, https://pixabay.com/it/dell-unione-europea-bandiere-stelle-1328255/
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