Geopolitica

Golfo Persico: la guerra dopo l’armistizio

15 Febbraio 2021

Da anni, oramai, il Golfo Persico è il teatro di un confronto muscolare tra l’Iran ed i suoi vicini. Un confronto che, con gli anni, è divenuto più complesso e pericoloso per il fatto che russi ed americani intendono dire la loro sugli equilibri (e sulla distribuzione del petrolio). Dopo l’esplosione della guerra civile in Siria i fronti si sono ancora più complicati, perché adesso, a voler dire la propria opinione, ci sono altri due clienti indigesti: la Turchia ed Israele. Ma non solo: dietro le tende dei discreti saloni della diplomazia internazionale, questa guerra si combatte con le armi di un gruppo di lobbying e propaganda franco-egiziano collocato a Parigi, e quelle dei leader più importanti dello spionaggio svizzero e tedesco degli ultimi 20 anni.

Nel corso di questo secolo, nel Golfo, le alleanze si sono cristallizzate: da una parte la monarchia saudita ed i suoi alleati più fedeli (Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Kuwait, Oman, Israele ed Egitto), dall’altra l’Iran, la Turchia, e coloro che, senza questi due colossi, rischiano di venir cancellati dalla mappa del pianeta: il Qatar, la Palestina, e due organizzazioni, una politica (la Fratellanza Musulmana) ed una militare (gli Hezbollah libanesi). Da un paio d’anni la situazione è divenuta esplosiva, perché Arabia Saudita ed Emirati si stanno armando, cercano alleati per un’invasione del Qatar, minacciano un’aggressione armata all’Iran, aumentano la pressione con attacchi cibernetici ed un’immane azione di propaganda nel resto del mondo, allo scopo di convincere russi, americani e cinesi del fatto che l’annientamento del Qatar e della Palestina, come anche la persecuzione a livello globale dei fratelli musulmani e degli Hezbollah sia un prezzo accettabile per mantenere la pace.

Le tre grandi potenze mondiali reagiscono in modo diverso, ma mostrano tutte e tre lo stesso interesse: evitare che la regione esploda – accettando che Riyadh ed Abu Dhabi si sfoghino in una guerra che rasenta il genocidio nello Yemen in cambio della prosecuzione della lotta dei turchi contro i curdi. In ballo, per Washington e Mosca, c’è il pericolo della resurrezione del Califfato e la necessità di pacificare e neutralizzare Iraq, Afghanistan e Siria.

Per questo motivo, da anni le diplomazie lavorano febbrilmente, cercando di disinnescare la bomba costituita dalla posizione isolata del Qatar. Un’operazione che sembrava riuscita nel gennaio 2020, quando si è arrivati ad un trattato di pace – un trattato che non vale nemmeno la carta su cui è stato scritto…

Una pace forse solo apparente

La sala riunioni del 41° Summit del Gulf Cooperation Council di Al-Una[1]
Il 5 gennaio del 2021, nelle suggestive sale di vetro del Centro Culturale, nella stupenda cornice delle rovine di Al-Una, nella Medina, il 41° Summit dei Paesi del Golfo Persico si è riunito per concludere la Guerra Fredda che da più di tre anni oppone Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Bahrain da un lato, e Qatar dall’altro[2]. Si tratta di suggellare un mese di negoziati[3] con una firma che metta fine al blocco dello spazio aereo per i voli da o per Doha[4] e, successivamente, permetta di ristabilire normali relazioni diplomatiche fra tuti i paesi del Golfo[5].

In questo nuovo secolo, gli equilibri in Medio Oriente, a causa della congiuntura economica e della Primavera Araba, sono profondamente cambiati[6]. Arabia Saudita ed Emirati hanno preparato, sovvenzionato ed appoggiato il colpo di Stato che ha portato Abdel Fatteh Al-Sisi al potere al Cairo[7], ed inoltre hanno sostenuto la fazione del generale Khalifa Haftar nella guerra civile in Libia[8]; Riyadh e Dubai collaborano attivamente con Israele nell’interscambio tecnologico e militare[9] contro i loro nemici mortali: la Turchia di Tayyip Erdogan[10] e l’Iran degli Ayatollah[11], che appoggiano gli Hezbollah in Libano[12] ed hanno sostenuto l’ISIS nella guerra civile di Siria[13].

Essendo il Qatar storicamente alleato con la Palestina, con gli Hezbollah e con la Fratellanza Musulmana, il Qatar finisce schiacciato in un angolo[14] – un angolo, da cui è teoricamente uscito con il summit di gennaio, nel quale, apparentemente, sono state poste le premesse per la pace e per un rilancio della cooperazione tra tutti i Paesi del Golfo Persico – ciò per cui l’ONU stava da tempo facendo pressione[15].

Il fatto che sia Qatar che Arabia Saudita siano fedeli alleati del mondo occidentale ha, fin dall’inizio, evitato che il contenzioso sfociasse in un conflitto armato – ma a Riyadh e Dubai, segretamente, i governi si sono preparati anche a questa eventualità: creando unità militari speciali e mercenarie, che rispondono personalmente ai monarchi[16], acquistando tecnologia raffinata per il controllo di internet, di sciami di droni armati e per il tracciamento dei movimenti degli avversari politici e diplomatici[17] – fino ad arrivare ad intercettare le conversazioni private dell’Emiro Tamin Bin Hamad Al-Thani, capo dello Stato del Qatar, e dei membri del suo governo, della sua famiglia e del suo esercito[18].

Tra le molteplici misure collaterali del conflitto, quelle relative alla propaganda sono tra le più imponenti – Arabia Saudita ed Emirati, oltre ad organizzare conferenze ed eventi internazionali, finanziano l’attività di gruppi di pressione, il cui scopo è indirizzare la pubblica opinione, specie nel mondo occidentale, e far credere che la Fratellanza Musulmana (e, quindi, il Qatar) sia sodale della jihad islamica – e quindi, partendo da Parigi, ha messo in piedi un’organizzazione colossale, il cui epicentro è un Centro Studi, e le iniziative pubblicistiche, mediatiche e politiche di una squadra di mercenari della penna, coordinati da uno degli uomini saliti alla fama dopo il colpo di Stato egiziano.

Il campo di battaglia si sposta a Parigi

Il Presidente del CEMO, Abdelraheem Ali (a destra) a colloquio con il suo giornalista di fiducia, il reporter di Le Figarò Georges Malbrunot[19]
Il suo nome è Abdelraheem Ali. È un parlamentare egiziano, eletto nelle liste del Partito del Presidente Abdel Fattah Al-Sisi, trasferitosi tre anni fa a Parigi, dove ha comprato, dall’immobiliarista egiziano Adel Gad Sidhom[20], la maggioranza delle quote del CEMO (Centre des études du Moyen Orient Sarl Paris[21]) che conduce una battaglia, a fianco dell’estrema destra occidentale, contro l’Islam moderato e l’integrazione interreligiosa. Il suo esordio sulla scena politica, come racconta lui stesso, è legato ad Abdel Fattah Al-Sisi ed alla lotta dei servizi segreti contro il governo di Mohammed Morsi[22].

Nelle settimane successive al colpo di Stato, mentre Al-Sisi preparava le elezioni del 28 maggio 2014, che vincerà con oltre il 96% dei voti, Abdelraheem Ali costruiva un impero mediatico basato su un’agenzia di stampa, Al Bawaba[23], fondata negli Emirati Arabi Uniti, poi spostata al Cairo, dove viene finanziata dalla Arab School for Journalism Plc[24], che a sua volta è finanziata al 100% dal governo degli Emirati Arabi Uniti[25].

Abdelraheem Ali trasforma Al Bawaba in una portentosa macchina di disinformazione, creando un portale in francese, uno in inglese, poi uno in tedesco ed uno in turco[26]. Ali pubblica due monografie, pubblicate da Editions L’Harmattan Paris (molto diffusa nell’Africa francofona[27]): “L’Etat des Frères musulmans: L’Europe et l’expansion de l’Organisation Internationale”, che sostiene che la Fratellanza Islamica sia la causa dell’espansione della jihad nell’Unione Europea[28]; e “Daëch: La redistribution des cartes dans un monde bouleversé”, che sostiene che la stessa Fratellanza Islamica sia la matrice da cui sono nate Al-Qaeda prima, e Daëch poi[29] – una tesi fuorviante cui nemmeno i suprematisti bianchi degli Stati uniti credono, visto che persino la CIA, già negli anni 80, aveva modificato il proprio atteggiamento nei confronti della Fratellanza[30].

A partire dalla vittoria delle elezioni del 2018 e del referendum dell’anno successivo, con i cui risultati è divenuto ufficiale che il regime di Al-Sisi resterà in carica per almeno un altro decennio, Ali ha deciso di spostare il centro delle sue operazioni a Parigi, registrando il suo CEMO Centre des études du Moyen-Orient nella capitale francese[31].

Dopo la vittoria schiacciante di Abdel Fattah Al-Sisi, l’imponente struttura lobbystica diretta da Abdelraheem Ali non serve più. In Egitto, la Fratellanza Islamica e qualunque altra opposizione viene soffocata nel sangue[32]. Ora, per i Paesi del Golfo, c’è da combattere la battaglia politica e commerciale per le relazioni con l’Unione Europea – Francia in testa, perché questa nazione è tradizionalmente il partner più importante ed affidabile, mai influenzato dalle ingerenze e dai ricatti degli Stati Uniti.

Lo Stato Maggiore del CEMO in una conferenza del maggio 2018: da sinistra Richard Labévière, Atmane Tazaghart, Abdelraheem Ali, Ian Hamel e Roland Jacquard[33]
Abdelraheem Ali si trasferisce a Parigi e mette su una nuova squadra, guidata dai giornalisti che già precedentemente avevano dimostrato grande simpatia per le posizioni dei Wahhabiti e del regime di Abdel Fattah Al-Sisi: Alexandre Del Valle, ex politico dell’ala più estrema dell’UMP, oggi editorialista di “Le Figaro”[34]; Emmanuel Razavi, che insieme a Del Valle ha scritto il libro “Le Projet: La stratégie de conquête et d’infiltration des frères musulmans en France et dans le monde”[35] e, da solo, ha pubblicato “Qatar, vérités interdites: Un émirat au bord de l’implosion”[36] – un editorialista di “Le Figaro” e “France24”[37]; Roland Lombardi, ex ufficiale dei paracadutisti ed oggi esperto militare per “Le Figaro”[38]; Richard Labévière, ex caporedattore di “Radio France International”, licenziato per aver raccontato bugie sulla questione siriana e sulla situazione geopolitica in Medio Oriente[39]; Ian Hamel, un freelance che scrive da decenni su giornali locali della Romandia, e che ha pubblicato una biografia di uno dei capi della Fratellanza Islamica, Tariq Ramadan – un libro sotto inchiesta penale da parte delle autorità giudiziarie svizzere per falsificazione di documenti e diffamazione[40].

Tutti costoro sono guidati da Atmane Tazaghart, l’ex caporedattore della sezione araba di “France24”, cacciato via per le sue posizioni antisemite ed a favore degli Hezbollah[41], e con un passato da appassionato agitatore a favore dei regimi del Medio Oriente[42]. Sotto la guida di Tazaghart ed Ali, il CEMO, trasferito a Parigi, ha un nuovo nemico, accanto alla Fratellanza Islamica: il Qatar, contro il quale i portali gestiti dal CEMO pubblicano ogni giorno nuove storie di propaganda negativa, alcune delle quali talmente false da essere ridicole – i portali del CEMO, oltre alle solite accuse sui legami col terrorismo, sostengono che il Qatar stia organizzando un colpo di Stato in Arabia Saudita, che sia sull’orlo della bancarotta, e che si sia organizzato per trasmettere la pandemia negli altri paesi del Golfo, prima fra tutti l’Arabia Saudita[43].

Nel frattempo, Abdelraheem Ali ha iniziato un febbrile lavoro, puntando sull’amicizia e l’alleanza di Marine Le Pen[44] e sul sistema di lobbies politiche in Francia, organizzate in strutture denominate “Groupe d’Amitié”. Nello specifico, le Groupe d’Amitié France-Qatar presso l’Assemblea Nazionale, è composto soprattutto da parlamentari di diversi partiti di sinistra e del movimento “En Marche” del presidente Macron[45].

Ali invece ha collaborato con le Groupe Amitié France-Iraq, che era guidato da parlamentari della destra e del disciolto UMP, e che oggi è invece molto più composito, ed è quindi stato sostituito dal Groupe d’Amitié France-Egypte[46], che è dominato dai parlamentari di destra[47]. Infine, CEMO ha lanciato una sua ONG, la GWA Global Watch Analysis, apparentemente basata a Londra, coordinata da Abdelraheem Ali, Atmane Tazaghart e Ian Hamel, e che ha iniziato all’inizio del 2019 una febbrile azione propagandistica contro il Qatar[48].

Il libro “Qatar Papers”

21 dicembre 2004: Christian Chesnot (sinistra) e Georges Malbrunot (destra), poco dopo il rilascio in Iraq[49]
Christian Chesnot (Radio France International) e Georges Malbrunot (Le Figaro) hanno pubblicato diversi libri. Sono diventati famosi nel 2004, quando vennero rapiti vicino a Baghdad, mentre lavoravano come reporter sulla Guerra d’Iraq[50]. Dopo circa 4 mesi di detenzione sono stati liberati, anche se diversi aspetti del rapimento e della liberazione sono tuttora controversi: da un lato i servizi segreti, dall’altra il Groupe d’Amitié France-Iraq, sono stati in molti a litigarsi l’onore della liberazione o quello di essere stati i rapitori.

I libri pubblicati dai due giornalisti[51] hanno consolidato la loro fama nei paesi arabi, tant’è che Malbrunot è diventato l’unico giornalista europeo cui il dittatore della Siria, Bashar Al Assad, rilascia interviste[52], ed è anche il coautore di un libro di memorie di uno dei più pericolosi luogotenenti di Osama Bin Laden, Nasser Al Bahri[53], chiamato dagli amici Abu Jandal (Il Padre della Morte)[54]. Due amicizie che minano la sua credibilità: durante la Guerra Civile, il giornalista francese Gilles Jacquier (France2) rimane ucciso, e Malbrunot scrive, basandosi su fonti saudite e su fonti dei servizi segreti francesi, che i responsabili della morte sono i ribelli[55]. La compagna di Jacquier e le inchieste della magistratura francese hanno poi dimostrato che l’assassinio era stato perpetrato dai fedelissimi di Bashar Al Assad[56].

Anche i libri di Chesnot e Malbrunot sono controversi: i loro libri iniziano ad essere smentiti dai Tribunali, che li condannano per aver diffamato il senatore socialista Alexis Bachelay[57] e la senatrice socialista Nathalie Goulet[58]. Nel frattempo, per incrementare i propri guadagni, Georges Malbrunot, insieme al suo ex collega in Le Figaro, Lionel Rabiet[59], ha messo su un’azienda di viaggi, la Croisières d’Exception Sarl Paris[60] che, molto prima di iniziare la propria attività (organizzare crociere in Medio Oriente con Malbrunot come cicerone e conferenziere) arriva a guadagnare, inspiegabilmente, oltre 10 milioni di Euro all’anno[61].

Nel 2017, pochi mesi dopo essersi trasferito a Parigi ed aver rilevato il CEMO Centre des études du Moyen Orient Sarl[62], Abdelraheem Ali organizza un incontro tra i maggiori detrattori del Qatar attivi in Francia, tra cui Georges Malbrunot. La collaborazione tra Abdelraheem Ali e Georges Malbrunot produce un risultato straordinario. Da una fonte finora segreta, i due giornalisti ricevono dei faldoni contenenti centinaia di documenti[63] trafugati dalla contabilità di QCF Qatar Charity.

Con quel materiale, i due giornalisti scrivono il libro “Qatar Papers”, che esce per l’editore parigino Michel Lafon all’inizio del 2019, circa due anni più tardi[64]. Il libro contiene il dettaglio del sostegno economico di 140 progetti tra gli oltre 100’000 curati da QCF, ovvero una lista di decine di scuole religiose e centri di cultura islamica disseminati nel territorio dell’Unione Europea, del Regno Unito e della Svizzera[65]. Questo, secondo gli autori, basta per affermare che QCF, in passato, abbia segretamente finanziato Al Qaeda[66].

Il libro documenta sostanziosi emolumenti a favore di Tariq Ramadan, uno dei leader della Fratellanza Islamica[67], sostenendo la tesi secondo cui questa organizzazione sia parte integrante della jihad[68]. Il fatto che la collaborazione tra Ramadan e QCF sia ufficiale e trasparente non viene considerato un segnale di normalità, ma il segreto più segreto di tutti: a Londra QCF agisce, in collaborazione ufficiale con la Fratellanza Islamica, dietro la facciata della Nectar Trust[69], un’organizzazione attentamente controllata dalla Charity Commission del Governo del Regno Unito[70], ed i cui legali sono gli stessi della Church of England, quindi l’arcivescovado di Canterbury, l’intera chiesa anglicana e molte delle attività di charity della famiglia reale inglese[71].

A sinistra: Il bodyguard di Osama Bin Laden, Nasser Al-Bahri, detto Abu Jandal (Padre della Morte); a destra: il suo biografo, Georges Malbrunot[72]
Durante la preparazione del libro, un affermato regista di film documentari di France2, Jérôme Sesquin, insieme ad un intellettuale marocchino noto avversario della Fratellanza Islamica, Mohammed Louizi[73], segue i due autori del libro per registrare le loro interviste ma, in modo non del tutto chiaro, piazza alcune telecamere e microfoni nascosti in diverse moschee ed uffici di istituzioni religiose e registra ore ed ore di colloqui segreti tra coloro che lavorano, studiano e pregano in queste istituzioni[74].

Nonostante tutto questo sforzo, Chesnot, Malbrunot e Sesquin non trovano alcuna prova di pagamenti alla jihad. Nessuna. Il libro, quindi, spacciato per un saggio di ricerca giornalistica, è una mera operazione di propaganda. Un’operazione chiaramente diretta da Abdelraheem Ali, dal suo staff parigino, e dalla sua alleanza ideologica con Marine Le Pen. Ali e Le Pen suonano la grancassa per il libro[75]: I due tengono una conferenza in una Sala dell’Assemblea Nazionale francese per denunciare il pericolo per la democrazia in Francia ed i cristiani in Europa costituito dall’alleanza tra il Qatar e la Fratellanza Islamica, definita tout-court, “un complotto”[76].

Ora GWA è pronta all’attacco su scala europea. Nasce l’edizione inglese di “Qatar Papers” che viene curata direttamente da Abdelraheem Ali ed il suo staff: a pubblicarla è una sorta di consorzio[77] composto da GWA (che però, anche se apparentemente inglese, è una società a responsabilità limitata registrata a Parigi[78]), la società Averroes et Cie. Paris (un’azienda che non presenta i bilanci da 15 anni[79] e che, precedentemente, apparteneva ai dirigenti del partito marxista tunisino[80]), e la società finanziaria Countries Reports Publishing Ltd. Londra – una società di cui non sono noti i proprietari[81].

Countries Report è stata fondata da Gethin Bernard Webb: un insegnante di ginnastica e bodyguard inglese, che oggi è capo della filiale svizzera di una multinazionale di Dubai[82]. Poco prima della pubblicazione, Webb viene sostituito da un fiduciario inglese, Thomas Edmond Ashman, che ha molti clienti internazionali, tra cui un giudice francese[83] condannato per bancarotta fraudolenta[84], direttamente legato ad uno scandalo di finanziamenti illeciti negli Emirati Arabi Uniti[85]. Dopodiché viene lanciata un’altra campagna, con un sito in tedesco e la traduzione tedesca di “Qatar Papers”. Ed è a questo punto che la macchina si inceppa.

Si inceppa perché Abdelraheem Ali, dopo il voto del 24 ottobre 2020[86], perde il seggio e, spaventato da ciò che potrebbe accadere, chiama il proprio avvocato, Majed Mounir (che è anche suo genero) lo incarica di negoziare con Al-Sisi per impedire un’inchiesta penale a suo carico, e poi prende un aereo per Dubai e scompare[87]. Ali ha paura che i magistrati egiziani diano corso ad una vecchia denuncia legata al fatto che usasse le registrazioni delle intercettazioni telefoniche dei servizi segreti per la sua trasmissione TV, quando era ancora in Egitto[88].

La mappa dei Paesi membri del GCC (Gulf Cooperation Council), fondato a Riyadh il 25 marzo del 1981[89]
A Parigi tutto si ferma, e fino a Natale, sui portali del CEMO non accade più nulla – ma dietro le quinte, Ali si prepara, ed in un’assemblea degli azionisti tenuta il 28 novembre 2020, trasferisce le quote di CEMO ai figli: Khaled, di 23 anni, che studia a Barcellona, e Shahenda, di 28 anni[90], che fa la giornalista al Cairo[91]. La pubblicazione di “Qatar Papers” viene sospesa, così come tutte le attività pubbliche del CEMO, compresi gli incontri con i rappresentanti delle lobbies politiche francesi, che fino a quel momento erano state il cuore dell’attività dei collaboratori di Ali.

È una sorpresa per tutti: Ali era diventato famoso in Egitto nel 2013, quando, grazie ai suoi legami con il potere militare saudita ed i servizi segreti egiziani[92], aveva ottenuto una trasmissione in TV, chiamata “The Black Box”, sul canale commerciale Al Qahera Wal Nas Network, nella quale Ali spargeva fake news contro la Fratellanza Musulmana ed i suoi sostenitori[93]. La trasmissione era stata sospesa nel 2014, quando Ali, in un delirio di onnipotenza, aveva attaccato l’imprenditore miliardario Naguib Sawiris, accusandolo di aver sostenuto con 7 miliardi di dollari la campagna elettorale della Fratellanza Musulmana[94].

Quando Al Qahera annuncia di concludere la sua trasmissione, Ali reagisce con una puntata al veleno in cui rivela che Al-Sayed Al Badawi, capo del partito WAFD, che si era permesso di consigliare ad Al-Sisi la sospensione di “The Black Box”, nel 2010 aveva ottenuto soldi dai servizi segreti egiziani per partecipare all’organizzazione del colpo di Stato contro Mohammed Morsi[95]. Si spinge ancora più avanti, ma il materiale già filmato non viene nemmeno trasmesso, se ne ha traccia solo grazie ad una pubblicazione sul complotto ordito dai servizi segreti e dall’esercito egiziano per rovesciare il Parlamento eletto democraticamente ai tempi di Mohammed Morsi[96].

Un gravissimo errore: Sawiris ed Al Bawari sono tra gli uomini più potenti d’Egitto, e la prendono male. Dopo la trasmissione di Ali, appaiono molteplici prove dei crimini commessi dai servizi segreti su “consiglio” di Abdelraheem Ali[97] (oltre all’uso delle registrazioni delle intercettazioni telefoniche illegali operate dai servizi segreti[98]) – ed a quel punto, in segno di lealtà, coloro che lo sostengono, gli hanno fatto ottenere un seggio in Parlamento (di modo da godere dell’immunità giuridica) e lo hanno spedito a Parigi a continuare la sua opera di propaganda[99].

Quando, nell’ottobre del 2020, Ali si accorge che gli egiziani lo hanno scaricato, impazzisce di rabbia, e dichiara in una registrazione video di essere “al di sopra della legge”, di “meritare una statua” per il suo ruolo nel colpo di Stato, sfidando Al-Sisi di “osare arrestarlo”[100]. Dopodiché, in un altro video, nega di essere fuggito, sostiene di essere in Turchia per un trattamento alla schiena, e annuncia baldanzoso di essere pronto a rientrare in pista[101]. Ma le cose sono cambiate: nel 2019, per coprire le spese, i sauditi avevano versato oltre 250’000 euro, grazie ai quali erano stati pagati i collaboratori e le conferenze[102]. Nel 2020 questi soldi non arrivano, e la famiglia Ali si ritrova con un debito di 111’000 euro sul groppone[103].

L’effetto si vede: il sito principale, Le Portail, è fermo dal febbraio del 2020[104]. Quello tedesco ospita due editoriali, uno di Abdelraheem Ali ed uno di sua figlia Shahenda, altrimenti è fermo al novembre del 2020[105]. In febbraio è ripartito il secondo sito in francese, come quello in lingua inglese e quello in arabo, sotto la guida di Shahenda Abdelraheem[106], mentre la versione turca è stata bloccata[107]. Dei vari siti legati al rete del CEMO, i tre di AlBawabhNews sono stati cancellati, ma resistono quelli in lingua araba, gestiti da nuove redazioni, ed il cui tema principale è divenuto la campagna di riabilitazione politica di Abdelraheem Ali[108]. La pagina del GWA Global Watch Analysis continua a funzionare, ma senza indicare la data di pubblicazione, e piena di pubblicità – un modo come un altro per guadagnare qualche soldo[109], l’ultima newsletter è stata pubblicata nel novembre del 2020[110], mentre la proprietà appare oggi essere divisa tra Atmane Tazaghart e sua moglie Asma[111].

La strategia degli “schermi mobili”

Il palazzo storico di Schwanenplatz 4, all’entrata del centro storico di Lucerna, sede della Pluteos AG

Si spera che la pace del 5 gennaio sia il motivo per cui Riyadh ed Abu Dhabi non ritengono più sostenere una struttura che, a parte il libro di Chesnot e Malbrunot, non ha dato alcun risultato. Ma la realtà è leggermente diversa: firmato l’armistizio, la guerra riprende, ma ad un livello più professionale. Il governo degli Emirati firma un contratto per il coordinamento di tutte le attività di propaganda internazionale con la Pluteos AG di Lucerna[112] – e questo apre una serie di scenari nuovi ed inattesi.

Pluteos (dal latino, “schermi protettivi”[113]) viene fondata il 19 gennaio 2018 con un capitale azionario di 100’000 franchi, da sette soci: Hans-Georg Maaßen[114], Sergej Rubinstein[115], Wolfgang Maute, August Hanning, Thorsten Mehles, Hans Wegmüller e Samuel Danilowitsch[116]. Quest’ultimo è stato il personaggio chiave per l’ottenimento del contratto: è da anni amico di Mohammed Bin Zayed Al-Nahyan, con il quale ha fondato e finanziato Aquila Aerospace Llc Abu Dhabi[117], la punta di diamante del nuovo concetto di militarismo globale degli Emirati Arabi Uniti[118].

Aquila Aerospace può contare su uno staff mercenario multinazionale, possiede una flotta di droni ed aerei spia, di cacciabombardieri per il pattugliamento del Golfo, e di hacker specializzati nelle operazioni intrusive nei comandi militari stranieri – tutti mestieri delicati e politicamente discutibili che, grazie all’idea di Danilowitsch e del presidente del consiglio d’amministrazione di Aquila Aerospace, Homaid Al-Shimmari, risultano essere responsabilità di un’azienda privata, e non di uno Stato[119]. In ogni caso, il tenente colonnello Al-Shimmari[120] non è uno sconosciuto, ma il vicepresidente del consiglio di amministrazione del Mubadala Group[121], una multinazionale guidata personalmente da Mohammed Bin Zayed Al-Nahyan[122] che ha un fatturato di 232 miliardi di dollari tra finanza, industria civile, industria militare ed immobiliare[123], e che controlla anche il colosso militare EDGE Group[124].

Prima di sbarcare ad Abu Dhabi, Danilowitsch aveva lavorato, a Londra, come advisor finanziario di alcuni oligarchi sovietici, tra cui Patokh Chodiev, Alexander Machkevitch ed Alijan Ibragimov[125] (i fondatori del controverso gruppo petrolifero ENRC[126]), oppure Elman Huseynov e Iouri Chliaifchtein (gruppo Telora/Aerocorp, fallito nel 2017[127]). Il passo decisivo, però, è stato quello di iniziare, insieme a George Weidenfeld, l’associazione The Club of Three[128]: il Barone Weidenfeld è stato un famosissimo (ed estremamente influente) ebreo viennese, fuggito dalla Germania nazista nel 1938, che a Londra ha lavorato come ufficiale dei servizi segreti, giornalista, e poi editore di successo internazionale e consulente politico del Primo Ministro israeliano Chaim Weizmann[129].

The Club of Three è un’associazione che, più volte all’anno, riunisce alcuni tra i politici, militari, finanziari ed industriali[130] dei tre Paesi che Weidenfeld sosteneva dovessero mantenere il controllo dello sviluppo democratico del mondo: Regno Unito, Francia e Germania[131]. Quando è stata fondata, Pluteos aveva solo un cliente: The Club of Three, per conto del quale l’intero staff dell’azienda svizzera sceglie i conferenzieri e gli ospiti speciali delle riunioni[132].

Un centro di raccolta dei migranti in Libia dopo un attacco degli F16 in forza all’aeronautica degli Emirati Arabi Uniti che, grazie alla tecnologia di Aquila Aerospace e dei servizi segreti egiziani, aveva individuato obiettivi strategici tra le 50 vittime del bombardamento[133]
Wolfgang Maute è un fiduciario svizzero, esperto di questioni fiscali e gestione di reti societarie offshore[134] che, fino al 2018, fungeva da giudice, eletto nelle file del partito liberale (FDP), nel Cantone Thurgau[135]. Sergej Rubinstein è un milionario russo che si è stabilito a Berlino, dove da anni è un immobiliarista di successo ed un punto di riferimento per ricchi russi che vogliono lasciare la madrepatria[136], primo fra tutti il miliardario Valentin Bukhtoyarov, proprietario di miniere di carbone, trader petrolifero, sponsor di Formula Uno ed amante dei cavalli da corsa[137] – di cui Rubinstein amministra le società londinesi e quelle offshore[138]. E fin qui capiamo quali siano i possibili finanziatori ed i loro interessi nell’avere una piccola società in Svizzera dai grandi legami internazionali.

Gli altri soci, però, sono per lo meno inquietanti. August Hanning è stato dal 1998 al 2005 il capo del BND (i servizi segreti tedeschi esteri[139] che, nel dopoguerra, sono stati organizzati rilevando la struttura della temibile Organisation Gehlen, fiore all’occhiello dello spionaggio nazista[140]); Hans-Georg Maaßen è stato, dal 2012 al 2018, capo del BVS (ovvero i servizi segreti del ministero degli interni, istituiti dalle truppe d’occupazione americane nel 1950 con il compito di impedire infiltrazioni comuniste nella Germania Ovest[141]); Thorsten Mehles è un alto ufficiale del LKA (la polizia criminale) che, durante gli anni in cui Hanning guidava il BND, lavorava come suo assistente[142]; il Generale Hans Wegmüller[143], infine, è stato dal 2001 al 2008 capo dei servizi segreti svizzeri (SND)[144].

Questi gentiluomini, negli anni in cui guidavano i servizi segreti dei loro paesi, sono stati coinvolti in moltissimi scandali, superati grazie alla tendenza di nascondere sotto il tappeto i segreti più scomodi legati all’attività delle proprie spie. Sta di fatto che un’organizzazione che sia gestita da personaggi di questo calibro abbia ovviamente un potere, una conoscenza, un’influenza e dei legami raccapriccianti per chi volesse occuparsi della difesa della democrazia in Svizzera ed in Germania. Ne elenchiamo solo qualcuno, per dare a chi legge la dimensione reale delle persone di cui scriviamo.

Caso Juretzko – Nel 2004 e nel 2006, l’ex spia Norbert Juretzko pubblica due libri sui disastri compiuti dal BND negli anni in cui comandava Hanning. Si parla di posta inviata prima della caduta del Muro di Berlino tra abitanti della DDR e della BRD che è stata intercettata, copiata e non consegnata; del fatto che Stay Behind (l’organizzazione paramilitare segreta creata dagli Stati Uniti in tutte le nazioni occidentali) fosse stata resa inutile per il fatto che il BND aveva fatto scoprire tutti i documenti alla STASI ma, per evitare lo scandalo, non lo aveva ammesso, mettendo così in pericolo tutti i componenti dell’organizzazione; il BND ha continuato ad usare persone ed appartamenti oramai scoperti, ed ha permesso alla CIA ed alla NSA di usare le proprie spie per poi bruciarle o eliminarle; tutte queste manchevolezze sarebbero state volute dal predecessore di Hanning, Volker Foertsch, che però Hanning ha protetto. Hanning portò Juretzko in Tribunale e perse tutti i processi[145];

Caso NPD – Nel gennaio del 2001 il governo federale, dietro richiesta del Cancelliere Gerhard Schröder e del Ministro degli Interni della Baviera, Günther Beckstein, ha ottenuto dalla magistratura l’apertura di un’inchiesta penale sulle attività del partito neonazista NPD, allo scopo di proibirne le attività. Dopo alcune settimane di indagini, la procura di Monaco e quella di Berlino hanno scoperto che una quota estremamente rilevante dei dirigenti della NPD era costituita o da agenti del BvS, o da agenti del BND, o da agenti apparentemente infiltrati. L’inchiesta è stata archiviata nella vergogna[146];

Caso Al-Masri – Nel 2003 la CIA, con la collaborazione del BND e del BVS, ha rapito, incarcerato in Afghanistan e torturato per mesi il cittadino tedesco (di origine libanese) Khaled Al-Masri, sostenendo che fosse una spia di Al-Qaeda. Dopo un anno e mezzo, avendo capito che si trattasse di un errore, la CIA lo ha lasciato libero in un bosco ai confini dell’Albania, dove la famiglia, proveniente dalla Baviera, ha potuto recuperarlo. Negli anni successivi la famiglia ha lottato per ottenere la punizione dei rapitori, dei torturatori e dei loro complici tedeschi, così come un rimborso da parte della Germania. Invano, poiché Hanning ed il suo staff hanno difeso fino all’ultimo la legittimità di quel rapimento[147];

Khaled Al-Masri, dopo la liberazione e le cure in ospedale, si presenta in procura a Monaco per denunciare il proprio rapimento e le torture subite[148]
Manipolazione della stampa – Tra il 1993 ed il 2009, sotto il comando di diversi capi del BND, il servizio segreto ha spiato, pedinato, intercettato , pagato per ottenere la delazione contro dei colleghi, manipolato con informazioni errate e intimidazioni un numero enorme di giornalisti, creando una situazione di completa delegittimazione della libertà di stampa ed un clima di sospetto intollerabile, poiché alcuni giornalisti sono stati segnalati come comunisti o complici di terroristi in base ad invidie e gelosie personali, oppure semplici antipatie. Alla fine, lo scandalo viene nascosto, alcuni giornalisti perdono il lavoro, nelle strutture del BND non accade nulla, i danneggiati non ricevono né scuse né rimborsi[149];

Partecipazione segreta alla guerra in Iraq – Nel momento in cui la Presidenza degli Stati Uniti aveva annunciato la presenza di armi di distruzione di massa in Iraq (affermazione poi rivelatasi falsa), alcuni agenti del BND ed ufficiali dell’esercito tedesco si trovavano, in missione segreta, a Baghdad. In base agli accordi internazionali del 1990, alla Germania viene fatto divieto assoluto di impegnare l’esercito al di fuori delle proprie frontiere senza una decisione pubblica del Bundestag – che non c’è stata[150]. Secondo i documenti ufficiali dell’esercito americano, costoro non solo hanno partecipato, come consulenti ed informatori, all’invasione dell’Iraq, ma sarebbero la fonte del dossier in base al quale il governo federale americano avrebbe ordinato l’invasione. Il governo tedesco ha sempre smentito tutto, e le commissioni parlamentari d’inchiesta non hanno mai sortito risultati[151];

Caso Gössner – Nel 2012, dopo una serie di incidenti, l’avvocato Rolf Gössner ha scoperto di essere stato pedinato ed intercettato dal BVS. Nonostante i dinieghi di Maaßen, appena eletto a capo del BVS, le indagini della polizia hanno dimostrato che l’avvocato Gössner è stato oggetto delle attenzioni del BVS per 38 anni, senza che ci sia mai stata alcuna notizia o per lo meno sospetto di reato! La persecuzione era dovuta al fatto che Gössner, fin dall’inizio della sua carriera professionale, abbia difeso militanti del movimento ecologista o persone di condizioni economiche miserevoli che non avrebbero potuto pagare un’assistenza giuridica. Un processo celebrato a Colonia ha dato ragione a Gössner e torto al BVS[152].

Vecchi scandali del SND – I servizi segreti svizzeri non sono immuni da disastri, operazioni illecite e figuracce, specie durante gli anni in cui Hans Wegmüller era a capo dell’organizzazione. I casi più noti sono quelli dell’inchiesta di Clement Guitton che ha dimostrato che il SND, a causa dei limiti di budget e di uomini (solo 300 tra impiegati amministrativi e militari), usi abitualmente informazioni provenienti da altri servizi segreti, presenti illegalmente in Svizzera, che agiscono senza alcun controllo[153]. Ciò nonostante, durante il 20° secolo il SND ha aperto 900’000 dossier su cittadini svizzeri o stranieri residenti (uno svizzero su 20, uno straniero su tre) senza nessuna motivazione evidente, senza autorizzazione alcuna, fatto che ha impedito a quelle persone di ottenere impieghi nella pubblica amministrazione o prestiti bancari[154]. Oltre a ciò, una revisione dell’attività del SND ha portato alla luce una quantità imbarazzante di truffe sui rimborsi per le missioni[155].

Hans Wegmüller e lo scandalo Lauber – Dopo aver lasciato il SND, Wegmüller ha iniziato a collaborare con il procuratore generale della Confederazione, Mike Lauber, in una serie di inchieste condotte in modo assolutamente irregolare, la cui scoperta ha portato alle dimissioni forzate ed all’apertura di un procedimento contro Lauber ed un suo assistente, René Brülhart[156], con cui Lauber aveva lavorato alla fine del 20° secolo alla creazione della SFIU Financial Intelligence Unit del Liechtenstein[157]. I due sono accusati di peculato, di spionaggio e di violazione delle leggi sull’inchiesta penale, tant’è vero che un ingente patrimonio finanziario, collocato sui conti bancari di Brülhart, è stato congelato dalla magistratura elvetica[158]  – e Wegmüller, che ha ricevuto generosi compensi in denaro per la sua assistenza, è sospettato di essere stato loro complice[159].

Aprile 1990: Manifestazione a Berna contro la creazione di 900’000 dossier personali da parte dei servizi segreti elvetici[160]
Caso System 360 – Fin dal 2010 (parliamo quindi di un tempo in cui Wegmüller, Maaßen e Mehles erano ancora tra i capi dei servizi segreti) i soci della Pluteos avevano già fondato un’azienda specializzata in sicurezza cibernetica ed intelligence, la System 360 Deutschland GmbH Berlin[161], che si rifiuta di depositare gli atti previsti dalla legge sulla trasparenza, e della quale si sa soltanto che, per il 50%, appartiene alla Pluteos AG Lucerna attraverso la System 360 Holding GmbH Berlin[162]. Dato che in questi ultimi dieci anni Maaßen è finito diverse volte nei guai per l’uso disinvolto e personalizzato del suo ufficio e dei suoi agenti, oggi si è portati a pensare che, fin dalla sua fondazione, System 360 sia un’azienda che pratica spionaggio su commissione e completamente al di fuori di ogni controllo o vincolo giuridico[163] – e che quindi Pluteos sia solo una facciata, fondata otto anni dopo che il gruppo aveva già inaugurato una succursale a Lucerna[164], mentre il business vero sia quello che viene gestito a Berlino[165].

Caso Prevent AG – Sia Mahles che Hanning e Maaßen erano stati coinvolti, nel 2010, nello scandalo legato alla Prevent AG München[166]. Questa società di investigazioni private e sicurezza cibernetica era stata messa sotto contratto dalla HSH Nordbank, ma alla fine delle indagini è sorto il sospetto che i materiali di prova consegnati ai magistrati fossero stati falsificati, che i managers della Prevent avessero ricattato alcuni dei sospettati, che una parte dei soldi pagati alla società di Amburgo fossero stati sottratti alla cassa[167]. Poche settimane dopo l’annuncio dei magistrati ed una perquisizione della polizia[168], la Prevent AG ha annunciato la bancarotta, gli strascichi penali di questa faccenda non si sono ancora conclusi[169] – ma alcuni dei collaboratori della Prevent lavorano oggi negli uffici berlinesi della System 360[170].

Cosa sta accadendo?

Londra, marzo 2018: dimostrazione contro la vendita di armi inglesi all’Arabia Saudita ed agli Emirati[171]
L’accordo siglato tra i paesi del GCC mette fine alle ostilità diplomatiche, come pretendevano le Nazioni Unite e le tre grandi potenze, ma non solo non risolve il contenzioso: non lo affronta nemmeno. È impossibile districare l’intreccio di interessi e paure che ha creato questa situazione: il Qatar è l’unico paese del Golfo Persico ad essersi preparato all’era post-petrolifera, e questo sconvolge le monarchie arretrate e conservatrici di Riyadh e Abu Dhabi.

A ciò si aggiunge il fatto che tutti, in quell’area, abbiano paura sia della Turchia che dell’Iran (soprattutto dal punto di vista militare), e che in questo quadro si inserisce la questione della sopravvivenza di Israele che, a Gerusalemme, dopo l’accordo di ferro con l’Egitto, è legata alla paranoia contro i palestinesi, gli Hezbollah e la Fratellanza Musulmana. E non abbiamo ancora accennato alla questione del jihadismo e dell’equilibrio instabile di Afghanistan, Iraq e Siria.

L’intera area è una polveriera e, come tradizione, l’industria militare occidentale usa questa situazione per aumentare i propri profitti ed affermare un ipotetico quanto impossibile controllo sullo sviluppo del contenzioso. Mentre si discute sugli armamenti nucleari che potrebbero essere sviluppati dagli Iraniani, come tradizione, noi occidentali forniamo agli altri attori di quel teatro armi formidabili contro le quali nemmeno noi abbiamo modo di difenderci: la guerra cibernetica non ha bisogno di panzer, marines e cacciabombardieri, bastano tecnologie di hackeraggio e droni armati, ed in questo settore, oramai, gli Emirati sono avanti a chiunque, nel mondo.

Stiamo armando dei pazzi e dei regimi che, dopo che noi abbiamo millantato per decenni di voler esportare la democrazia a casa loro, si preparano ad importare una dittatura terribile a casa nostra – con i nostri manager militari e spionistici infedeli, con le nostre industrie, con la dabbenaggine o la corruttela dei nostri politici.

 

 

[1] Explainer: What will happen at the 41st GCC summit? | GCC News | Al Jazeera
[2] https://www.arabianbusiness.com/politics-economics/456837-qatar-blockade-over-as-uae-saudi-egypt-agree-to-fully-restore-ties ; https://www.aljazeera.com/news/2021/1/5/hold-what-is-expected-to-happen-in-the-41st-gcc-summit
[3] https://gcc41.org/ ; https://www.aljazeera.com/news/2021/1/5/hold-what-is-expected-to-happen-in-the-41st-gcc-summit
[4] https://gcc41.org/press-releases/gcc-secretary-general-welcomes-the-opening-of-air-sea-and-land-borders-between-saudi-arabia-and-qatar ; https://www.middleeasteye.net/news/qatar-blockade-gulf-solidarity-stability-deal
[5] https://gcc41.org/press-releases/the-general-secretariat-of-the-gcc-announces-the-successful-conclusion-of-the-41st-annual-summit ; https://gcc41.org/press-releases/the-al-ula-declaration ; https://www.aljazeera.com/news/2021/1/7/closing-statement-of-41st-gulf-cooperation-council https://www.arabianbusiness.com/politics-economics/456837-qatar-blockade-over-as-uae-saudi-egypt-agree-to-fully-restore-ties
[6] https://www.glistatigenerali.com/america-mondo_medio-oriente/quando-abu-dhabi-sognava-di-manipolare-donald-trump/ ; http://ibiworld.eu/2020/08/21/se-abu-dhabi-pensa-di-pilotare-donald-trump/
[7] https://foreignpolicy.com/2015/05/22/egypts-sisi-is-getting-pretty-good-at-being-a-dictator/ ; https://www.hrw.org/news/2019/02/12/egypt-move-enhance-authoritarian-rule ; https://www.theguardian.com/world/2014/aug/16/rabaa-massacre-egypt-human-rights-watch ; https://dailynewsegypt.com/2013/06/28/islamist-forces-join-together-for-rabaa-al-adaweya-protest/
[8] https://www.aljazeera.com/news/2015/12/17/rival-libyan-factions-sign-un-backed-peace-deal ; https://timesofmalta.com/articles/view/libyan-factions-meet-to-sign-un-peace-deal.596042 ; https://www.aa.com.tr/en/middle-east/saudi-arabia-uae-support-egypts-comments-on-libya/1884428
[9] https://www.aa.com.tr/en/middle-east/egyptian-president-hails-uae-israel-agreement/1941080 ; https://english.alarabiya.net/en/News/middle-east/2020/12/16/UAE-s-Mohamed-bin-Zayed-meets-Egyptian-President-al-Sisi-in-Cairo
[10] https://icsr.info/2019/05/23/erdogan-and-the-last-quest-for-the-greenmantle/ ; https://www.reuters.com/article/us-israel-palestinians-plan-turkey-idUSKBN1ZU1VK ; https://www.arabnews.com/node/1680041/middle-east
[11] https://www.brookings.edu/wp-content/uploads/2016/06/English-PDF-1.pdf, pages 12-15
[12] Marc R. DeVore, “Exploring the Iran-Hezbollah Relationship: A Case Study of how State Sponsorship affects Terrorist Group Decision-Making”, in “Perspectives on Terrorism”, vol.6 No. 4/5, TRI Terrorism Research Initiative, Wilmington (Delaware) 2012, pages 85-107 – see https://www.jstor.org/stable/26296878?seq=1#metadata_info_tab_contents
[13] https://www.glistatigenerali.com/germania_medio-oriente/inferno-yemen-armi-tedesche-per-larabia-al-qaeda-ed-i-mercenari-americani/
[14] https://www.glistatigenerali.com/medio-oriente/fango-sul-qatar/ ; https://blogs.mediapart.fr/paolo-fusi/blog/200620/boue-contre-le-qatar
[15] https://www.glistatigenerali.com/america-mondo_medio-oriente/quando-abu-dhabi-sognava-di-manipolare-donald-trump/ ; http://ibiworld.eu/2020/08/21/se-abu-dhabi-pensa-di-pilotare-donald-trump/
[16] http://www.invisible-dog.com/arab_mercenaries_eng.html ; https://armedia.am/eng/news/56300/saudi-prince-has-his-mini-army.html ; https://www.yenisafak.com/en/world/saudis-crown-prince-creates-personal-blackwater-army-2972212
[17] http://ibiworld.eu/2020/07/05/david-vincenzetti-la-spia-che-serve-i-dittatori/ ; http://ibiworld.eu/wp-content/uploads/2020/09/Le-Lobby-Anti-Qatar-1.pdf, pages 48-68
[18] https://www.glistatigenerali.com/intelligence_privacy/avira-lantivirus-comprato-dai-servizi-segreti-del-golfo-persico/
[19] https://www.thereference-paris.com/4067
[20] https://www.societe.com/societe/ngng-433470838.html ; https://www.societe.com/dirigeants/au-passe-simple-448521690.html
[21] 2017.09.08 Centre des études du Moyen Orient Sarl Paris
[22] “Abdelrahim Ali est le directeur-fondateur du Centre des études du Moyen-Orient à Paris. Il est aussi le président du Centre arabe des recherches et études du Caire. Il a écrit de nombreux ouvrages sur l’islam politique. Il fut un des principaux acteur de la révolution de 2013 qui fit chuter les Frères musulmans. Il jouit d’une reconnaissance incontestable auprès du public arabe” – cfr. https://www.amazon.fr/LEtat-Fr%C3%A8res-musulmans-lOrganisation-Internationale-ebook/dp/B078NX6ZPZ/ref=sr_1_1?__mk_fr_FR=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=abdelrahim+ali&qid=1591578336&s=books&sr=1-1
[23] https://www.theportal-center.com/contact-us/
[24] https://www.albawabaeg.com/about/;
[25] https://egypt.mom-rsf.org/en/owners/companies/detail/company/company/show/the-arab-center-for-journalism/;
[26] https://www.theportal-center.com/ ; http://www.leportail-centre.fr/ ; https://www.diereferenz-paris.com/
[27] https://www.harmattan.fr/groupeharmattan/harmattan-etranger.html
[28] https://www.amazon.fr/LEtat-Fr%C3%A8res-musulmans-lOrganisation-Internationale-ebook/dp/B078NX6ZPZ/ref=sr_1_1?__mk_fr_FR=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=abdelrahim+ali&qid=1591578336&s=books&sr=1-1
[29] https://www.amazon.fr/Da%C3%ABch-redistribution-cartes-monde-boulevers%C3%A9-ebook/dp/B078NWWLPJ/ref=sr_1_2?__mk_fr_FR=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=abdelrahim+ali&qid=1591579981&s=books&sr=1-2
[30] 1982.10.01 CIA on the Muslim Brotherhood, page 13
[31] Centre des Études du Moyen-Orient Sarl Paris Bilan ; Centre des Études du Moyen-Orient Sarl Paris
[32] https://carnegie-mec.org/2019/03/11/surviving-repression-how-egypt-s-muslim-brotherhood-has-carried-on-pub-78552
[33] https://www.leportail-centre.fr/2018/05/14/atman-tazaghart-le-cemo-permet-a-des-chercheurs-de-differentes-nationalites-dechanger-et-de-dialoguer-autour-de-la-lutte-anti-terroriste/
[34] https://www.dreuz.info/2011/02/27/mais-qui-est-donc-alexandre-del-valle-%e2%80%93-par-jean-patrick-grumberg/
[35] https://www.amazon.com/Projet-strat%C3%A9gie-conqu%C3%AAte-dinfiltration-musulmans/dp/2810008663
[36] https://www.amazon.fr/Qatar-v%C3%A9rit%C3%A9s-interdites-%C3%A9mirat-limplosion/dp/2810007934
[37] https://www.atlantico.fr/fiche/emmanuel-razavi-1636508
[38] https://www.lefigaro.fr/vox/monde/2017/01/17/31002-20170117ARTFIG00140-2008-2016-la-politique-etrangere-de-barack-obama-nous-a-permis-d-eviter-le-pire.php
[39] https://fr.wikipedia.org/wiki/Richard_Lab%C3%A9vi%C3%A8re
[40] https://www.reveilcitoyenmedia.com/post/ian-hamel-fait-face-%C3%A0-la-justice-helv%C3%A9tique-pour-avoir-diffam%C3%A9-et-calomni%C3%A9-tariq-ramadan
[41] https://laregledujeu.org/2016/05/12/28948/redac-chef-sur-france-24-arabe-conspirationniste-sur-les-teles-du-hezbollah/
[42] “Atmane Tazaghart, former editor in chief of the Arab section of France 24, was suspended from his duties following the discovery of comments he had made during an interview on a Lebanese pro-Hezbollah channel Al Mayadeen, funded by Iran in 2013. The video of the interview was published on April 22 by the electronic newspaper “All4syria”, and the information was spotted by the Jewish Tribune. He said “at their beginning, these revolutions had shaken the projects of western hegemony and Zionist in the region. We did not expect the Zionist movements and America – which is the spearhead of Zionism in this region – to sit idly by” (…). So, from the events in Libya, there is a drift of the Arab Spring. There was the NATO intervention. There is this war funded by the Zionists. Bernard-Henri Lévy, this Zionist French philosopher of Likud, was the godfather of this revolution. It was he who had brought Gaddafi’s opponents to France to Sarkozy’s home at the Elysée Palace. He was able to wage this war and, therefore, there was this drift in the trajectory of these revolutions”, declared Tazaghart. In 2012, MEMRI had already reported the anti-Semitic and negationist remarks by Tazaghart, broadcast on Al Manar, another Hezbollah channel[42]. In this program, he defends the position of Roger Garaudy, author of the book “The founding myths of Israeli policy”. Tazaghart commented: “in his book, he highlighted the way in which the Zionists and the Israelis exploit the Holocaust. They put it forward to justify their aggressive policies. As a result, he has been attacked, demonized and marginalized for decades” – cfr. Report on Global Watch Analysis, pages 4-8
[43] https://www.lareference-paris.com/7538 ; https://www.lareference-paris.com/7537 ; https://www.lareference-paris.com/7437 ; https://www.lareference-paris.com/7502 ; https://www.lareference-paris.com/7512
[44] http://www.theportal-center.com/2018/05/abdel-rahim-ali-exposes-qatars-role-in-founding-daesh/;
[45] http://www2.assemblee-nationale.fr/instances/fiche/OMC_PO733632
[46] https://www.lareference-paris.com/6104
[47] http://www2.assemblee-nationale.fr/instances/fiche/OMC_PO733032
[48] https://global-watch-analysis.com/listes-communautaires-en-france-la-main-du-qatar/?lang=en
[49] https://oumma.com/liberation-de-christian-chesnot-et-georges-malbrunot/
[50] Christian Chesnot, Georges Malbrunot, “Mémoires d’Otages”, éditions Calmann-Lévy, Paris 2005, passim
[51] https://fr.wikipedia.org/wiki/Georges_Malbrunot#Publications
[52] https://www.polisblog.it/post/149067/bashar-al-assad-intervistato-da-le-figaro-minacce-alloccidente ; https://clarissa.it/wp/2012/01/19/liran-determinato-a-sostenere-bashar-al-assad-fino-alla-fine/
[53] Nasser Al Bahri, Georges Malbrunot, ”Guarding Bin Laden: My Life in Al Qaeda”, Thin Man Press, London 2013
[54] https://www.thestar.com/news/world/2009/09/19/where_extremists_come_to_play.html
[55] https://www.lefigaro.fr/international/2012/02/09/01003-20120209ARTFIG00604-syrie-le-rapport-de-mission-de-la-ligue-arabe.php ; https://www.lefigaro.fr/international/2012/07/17/01003-20120717ARTFIG00525-jacquier-l-enquete-francaise-pointe-les-rebelles-syriens.php
[56] https://www.lexpress.fr/actualite/monde/les-zones-d-ombre-autour-de-la-mort-de-gilles-jacquier_1071159.html ; https://www.france24.com/fr/20130612-lentretien-gilles-jacquier-caroline-poiron-attentat-syrie-homs-journaliste ; https://www.lemonde.fr/syrie/article/2018/04/09/le-regime-syrien-mis-en-cause-a-washington-dans-la-mort-de-journalistes-etrangers-a-homs-en-2012_5283060_1618247.html ; https://theintercept.com/2018/04/09/marie-colvin-syria-assad/
[57] 2019.06.15 Bachelay vs. Malbrunot et alii ; 2019.10.22 Bachelay vs. Malbrunot et alii
[58] https://www.europe1.fr/politique/une-senatrice-fait-condamner-le-livre-nos-tres-chers-emirs-en-diffamation-3760784
[59] https://www.cbnews.fr/medias/image-lionel-rabiet-quitte-figaro-1887
[60] https://www.croisieres-exception.fr/intervenants/292-georges-malbrunot
[61] Croisères d’Exception Sarl Paris
[62] https://www.bodacc.fr/annonce/detail-annonce/A/20170072/1524;
[63] https://www.programme-tv.net/programme/culture-infos/15938233-qatar-guerre-dinfluence-sur-lislam-deurope/
[64] Christian Chesnot, Georges Malbrunot, “Qatar Papers”, Michel Lafon, Paris 2019
[65] https://livre.fnac.com/a13195949/Christian-Chesnot-Qatar-papers
[66] Christian Chesnot, Georges Malbrunot, “Qatar Paper, il libro nero dell’Islam”, versione italiana, Rizzoli, Milano 2019, pages 15-16
[67] Christian Chesnot, Georges Malbrunot, “Qatar Papers”, Michel Lafon, Paris 2019, passim
[68] Christian Chesnot, Georges Malbrunot, “Qatar Paper, il libro nero dell’Islam”, versione italiana, Rizzoli, Milano 2019, page 172 and pages 239-246
[69] Nectar Trust Plc London è stata fondata il 26 marzo 2012 ed ha sede al 33 di Cavendish Square, all’interno di un grattacielo modernissimo. I suoi conti bancari sono depositati presso la Al Rayan Bank di Londra. La difesa dei suoi interessi legali, così come il controllo sull’operato dei propri dipendenti, Nectar Trust li ha affidati a LMBW Lee Bolton Monier-Williams, lo Studio Legale di Westminster che patrocina la Chiesa Anglicana ed alle Charities cattoliche che agiscono nel Regno Unito (http://www.lbmw.com/site/about/), tutta la sua attività è sottoposta alle regole della legge inglese – cfr. 2019.03.31 Financial Statements of Nectar Trust Plc London
[70] https://beta.charitycommission.gov.uk/charity-details/?subid=0&regid=1146597
[71] http://www.lbmw.com/charities-institutions.html
[72] https://www.glistatigenerali.com/medio-oriente/fango-sul-qatar/
[73] https://www.glistatigenerali.com/medio-oriente_parigi/lastio-immarcescibile-del-convertito/
[74] Christian Chesnot, Georges Malbrunot, “Qatar Paper, il libro nero dell’Islam”, versione italiana, Rizzoli, Milano 2019, page 17, page 273
[75] Georges Malbrunot viene ufficialmente presentato dalla CEMO come un esponente politico, non come un giornalista – cfr. https://www.youtube.com/watch?v=fEbpN0J7-V8&t=122s
[76] https://www.lareference-paris.com/239
[77] Christian Chesnot and Georges Malbrunot, “Qatar Papers: How Doha finances the Muslim Brotherhood in Europe”. Global Watch Analysis / Averroes & Cie., London 2019, page 2
[78] https://global-watch-analysis.com/qui-sommes-nous/?lang=en
[79] https://www.infogreffe.fr/entreprise-societe/418502993-averroes-cie-750198B066930000/actes-deposes.html?typeProduitOnglet=EXTRAIT&afficherretour=true
[80] 2004.09.03 Averroe & Cie. Sarl Paris ; https://fr.wikipedia.org/wiki/Hachemi_Jegham
[81] 2020.01.01 Countries Reports Publishing Ltd. London
[82] https://www.linkedin.com/in/gethin-webb-b7772617/?originalSubdomain=ch ; https://www.globaleye.com/
[83] https://www.webtimemedias.com/article/alexandre-krivine-juge-au-tribunal-de-commerce-de-grasse
[84] https://tribuca.net/archives/pdf/2012/CCn660121012.pdf, page 25
[85] Il Giudice Alexandre Krivine, insieme a sua moglie, Souad Belhouji, è personalmente coinvolto negli scandali dei parenti di sua moglie, Jean-Charles Charki ed il di lui suocero Claude Guéant, ex assistente di Nicholas Sarkozy. L’accusa è di aver mosso illegalmente denaro, trafugato ad investitori francesi, in una società offshore basata a Ras Al-Khaimah (UAE) e di aver usato parte di quei denari per sostenere gruppi del fondamentalismo islamico – cfr. http://elfassiscoopblog.com/2013/12/ ; https://www.lalettrea.fr/entreprises/2010/04/30/l-ascension-du-gendre-de-claude-gueant,83441569-arl ; https://www.jeuneafrique.com/mag/782875/politique/france-la-chute-de-claude-gueant-le-monsieur-afrique-de-nicolas-sarkozy/ ; https://ledesk.ma/2018/07/04/jean-charles-charki-un-sulfureux-visiteur-du-soir-au-siege-docp/ ; https://www.sudouest.fr/2014/04/10/claude-gueant-son-gendre-a-t-il-utilise-sa-position-de-ministre-1521669-4697.php ; https://www.lepoint.fr/societe/exclusif-les-droles-de-business-du-gendre-de-gueant-10-04-2014-1811714_23.php# ; https://www.nouvelobs.com/rue89/rue89-politique/20130428.RUE5898/la-nouvelle-vie-de-claude-gueant-avocat-des-africains.html ;  http://www.wikistrike.com/article-claude-71865590.html; https://www.capital.fr/entreprises-marches/l-argus-des-eminences-grises-du-business-512255 ; https://www.atlantico.fr/rdv/746986/comptes-suisses–le-scandale-de-la–liste-des-3000–gueant–le-mail–tres–compromettant-nkm-patrick-buisson–la-guerre-c-est-maintenant-barbara-lambert
[86] https://www.reuters.com/article/us-egypt-election/egypt-to-hold-parliamentary-elections-on-oct-24-25-official-idUSKBN2612QS
[87] https://www.middleeastmonitor.com/20201028-egypt-journalist-close-to-sisi-flees-to-dubai/ ; https://www.monitordooriente.com/20201028-jornalista-egipcio-proximo-a-sisi-foge-para-dubai/ ; https://marsad-egypt.info/en/2020/10/28/egypt-journalist-close-to-sisi-flees-to-dubai/
[88] https://eipr.org/en/press/2013/12/egyptian-rights-organizations-demand-immediate-investigation-eavesdropping-and-illegal
[89] https://www.files.ethz.ch/isn/125347/1426_GCC.pdf
[90] 2020.12.10 Centre des études du Moyen Orient Sarl Paris
[91] https://www.facebook.com/ShahendaAlieg/reviews/
[92] https://www.middleeastmonitor.com/20201027-al-sisi-and-the-black-box/
[93] https://www.middleeasteye.net/news/egyptian-politician-lashes-out-military-leaked-tapes
[94] https://gulfnews.com/world/mena/egyptian-tv-show-goes-off-air-after-tussle-with-tycoon-1.1373905
[95] https://www.middleeasteye.net/news/egyptian-politician-lashes-out-military-leaked-tapes
[96] Eric Trager, “Arab Fall: How the Muslim Brotherhood Won and Lost Egypt in 891 Days”, Georgetown University Press, Washington DC, 2016 – see also in https://www.jstor.org/stable/j.ctt1g69zqg
[97] https://www.tellerreport.com/news/2020-10-23-leaked-by-abdul-rahim-ali—-did-the-black-box-explode-in-the-face-of-its-owner-.r1ReBChe_P.html
[98] https://carnegieendowment.org/sada/55181 ; https://eipr.org/en/press/2013/12/egyptian-rights-organizations-demand-immediate-investigation-eavesdropping-and-illegal
[99] https://www.middleeastmonitor.com/20201027-al-sisi-and-the-black-box/
[100] https://newsbeezer.com/egypteng/vulnerability-star-abdel-rahim-ali-insults-egypt-and-attacks-sisi-video/ ; https://onties.com/egypt/abdel-rahim-ali-the-star-of-the-security-leaks-insults-egypt-and-attacks-sisi-video/
[101] https://www.eg24.news/2020/10/video-abdul-rahim-ali-refutes-the-rumors-of-shame-channels-in-turkey.html
[102] 2019.06.24 Centre des études du Moyen-Orient Sarl Paris, page 10
[103] 2020.10.22 Centre des études du Moyen-Orient Sarl Paris, page 5
[104] https://www.leportail-centre.fr/category/edito/
[105] https://www.diereferenz-paris.com/4499
[106] https://www.lareference-paris.com/ ; https://www.thereference-paris.com/15158 ; https://www.almarjie-paris.com/17084
[107] https://www.referansparis.com/
[108] http://www.acrseg.org/ ; http://www.abdelrehimaly.com/
[109] https://global-watch-analysis.com/leuropean-muslim-network-de-tariq-ramadan-la-fin-dune-coquille-vide/
[110] https://global-watch-analysis.com/category/newsletter/
[111] 2019.10.09 Global Watch Analysis SA Paris; 2019.10.09 (2) Global Watch Analysis SA Paris; 2019.10.18 Global Watch Analysis SA Paris
[112] https://mahdiabbastech.medium.com/pluteos-ag-hired-by-uae-to-run-influence-campaign-against-qatar-d0f95721d33e ; 2021.01.13 Intelligence Online on Pluteos
[113] http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus:text:1999.04.0059:entry=pluteus
[114] https://www.stern.de/politik/deutschland/hans-georg-maassen-und-august-hanning–ex-chefspione-und-die-obskure-firma-9177594.html
[115] https://www.clubofthree.org/wp-content/uploads/2019/06/Moscow_Report.pdf, page 5
[116] Pluteos AG Luzern
[117] https://www.aquila-aerospace.net/
[118] 2019.03.06 Intelligence Online on Aquila Aerospace
[119] https://www.aquila-aerospace.net/site1/index.html#mission1 ; https://www.aquila-aerospace.net/site1/index.html#mission3
[120] https://www.mubadala.com/en/who-we-are/investment-committee/homaid-al-shimmari
[121] https://www.mubadala.com/en/mubadala-investment-company/leadership/ic/homaid-al-shimmari
[122] https://www.mubadala.com/en/who-we-are/board-of-directors
[123] https://www.mubadala.com/en/who-we-are/about-the-company
[124] https://edgegroup.ae/ ; https://edgegroup.ae/about ; https://edgegroup.ae/entities
[125] https://www.casemine.com/judgement/uk/5a8ff73160d03e7f57ea9634
[126] https://www.lesoir.be/art/1172633/article/actualite/belgique/2016-04-05/panama-papers-fortune-cachee-chodiev;  https://www.levif.be/actualite/belgique/c-est-qui-ce-chodiev/article-normal-118743.html?cookie_check=1613320665 ; https://www.levif.be/actualite/belgique/kazakhgate-chodiev-n-a-paye-que-522-500-euros-pour-sa-transaction/article-normal-577073.html ; https://www.lalibre.be/economie/entreprises-startup/un-dossier-embarrassant-51b87737e4b0de6db9a6c0c5 ; https://www.theguardian.com/business/2013/apr/25/serious-fraud-office-enrc-documents ; https://www.vrt.be/vrtnws/nl/2018/04/27/kazachgate–patokh-chodiev-wil-verontschuldigingen-van-belgische/
[127] 2016.04.18 Telora Ltd. Loughton; 2017.04.20 Telora Ltd. Loughton; Aerocorp Management Ltd. Tortola
[128] https://www.clubofthree.org/about-us/george-weidenfeld/
[129] George Weidenfeld, “Remembering my good friends: an autobiography”, Harper & Collins, London 1995
[130] https://www.clubofthree.org/about-us/steering-group/
[131] https://www.clubofthree.org/
[132] https://www.clubofthree.org/wp-content/uploads/2019/06/Moscow_Report.pdf
[133] https://www.wsj.com/articles/libyas-tripoli-government-blames-u-a-e-for-deadly-airstrike-11562255129
[134] https://www.pluteos.com/board/dr-wolfgang-maute
[135] https://www.tg.ch/news/news-detailseite.html/485/news/32643/newsarchive/1
[136] https://www.stern.de/politik/deutschland/hans-georg-maassen-und-august-hanning–ex-chefspione-und-die-obskure-firma-9177594.html ; https://opencorporates.com/companies/de/F1103R_HRB196421 ; https://opencorporates.com/companies/de/F1103R_HRB134135 ; https://www.northdata.de/Rubinstein+Invest+GmbH,+Berlin/Amtsgericht+Charlottenburg+%28Berlin%29+HRB+134135+B
[137] http://www.zoltav.com/overview/ ; https://www.horseracingnation.com/person/Valentin_Bukhtoyarov# ; 2013.03.28 Sibuglemet Group
[138] https://offshoreleaks.icij.org/nodes/10209944 ; https://find-and-update.company-information.service.gov.uk/officers/4zj6iD43TLjhgRxmkHVcaLZoiBI/appointments
[139] https://zeitgeschichte-online.de/interview/noch-klappt-es-nicht-richtig ; https://www.heise.de/tp/features/Geheimer-Streit-ueber-geheime-Streitereien-5048172.html ; https://perspectivia.net/publikationen/ausgewaehlte-vortraege-dhimoskau/wolf_origins
[140] https://www.sueddeutsche.de/politik/bundesnachrichtendienst-bnd-der-sauhaufen-von-pullach-1.3194014
[141] Wala, Michael,: “Keine neue Gestapo: das Bundesamt für Verfassungsschutz und die NS-Vergangenheit“, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 2015; https://www.verfassungsschutz.de/de/das-bfv/geschichtsprojekt-bfv/ergebnisse-geschichtsprojekt/ergebnissynopse-2015-01 ; https://web.archive.org/web/20120227041344/http://www.foia.cia.gov/docs/DOC_0000689577/DOC_0000689577.pdf
[142] https://www.stern.de/politik/deutschland/hans-georg-maassen-und-august-hanning–ex-chefspione-und-die-obskure-firma-9177594.html
[143] https://www.admin.ch/gov/de/start/dokumentation/medienmitteilungen.msg-id-14548.html ; https://www.pluteos.com/de/vorstand/dr-hans-wegmueller
[144] https://www.nzz.ch/schweiz/geheimdienste-funktionieren-eben-so-ld.1374784?reduced=true ; https://www.vbs.admin.ch/de/vbs/organisation/verwaltungseinheiten/nachrichtendienst.html
[145] Norbert Juretzko, Wilhelm Dietl, “Bedingt dienstbereit”, Ullstein, Berlin 2004; Norbert Juretzko, Wilhelm Dietl, „In Visier“, Heyne Verlag, München 2006; https://taz.de/!428624/ ; https://taz.de/!422088/ ; https://www.welt.de/print-welt/article221874/Kein-Geheimnisverrat-Freispruch-fuer-einstigen-BND-Agenten.html
[146] Lars Flemming. „Das NPD-Verbotsverfahren. Vom ‚Aufstand der Anständigen‘ zum ‚Aufstand der Unfähigen“, in „Extremismus und Demokratie“, vol.12, Nomos, Baden-Baden 2005; https://www.spiegel.de/politik/deutschland/verfassungsschutz-chef-fromm-die-verankerung-der-npd-muss-uns-alle-beunruhigen-a-449456.html :  http://webarchiv.bundestag.de/archive/2010/0824/dasparlament/2005/45/Thema/015.html ; https://www.focus.de/politik/deutschland/v-mann-affaere-fatale-frenz-connection_aid_204938.html
[147] Dominik Steiger, „Die CIA, die Menschenrechte und der Fall Khaled el-Masri: Zugleich ein Beitrag zur Frage der Anwendbarkeit des gemeinsamen Art. 3 der Genfer Konvention auf den „Krieg gegen den Terror“, Universitätsverlag Potsdam, Potsdam 2007
[148] https://www.zeit.de/gesellschaft/zeitgeschehen/2014-12/cia-folter-bericht-khaled-el-masri?utm_referrer=https%3A%2F%2Fwww.google.com%2F
[149] https://www.sueddeutsche.de/politik/bespitzelung-dem-bnd-zu-diensten-1.474479 ; https://www.sueddeutsche.de/politik/wissenschaftler-und-journalisten-beschattet-abgeordnete-werfen-bnd-illegale-aktionen-vor-1.800850 ; https://www.sueddeutsche.de/politik/journalisten-bespitzelung-empoerung-ueber-nachrichtendienst-1.892843; http://dipbt.bundestag.de/dip21/btd/16/134/1613400.pdf ;  https://web.archive.org/web/20080428020629/http://www.sueddeutsche.de/deutschland/artikel/694/75619/ ; https://web.archive.org/web/20090326044655/http://www3.ndr.de/sendungen/zapp/archiv/medien_politik/bnd114.html
[150] https://www.bpb.de/politik/hintergrund-aktuell/188072/urteil-zu-auslandseinsaetzen ; https://www.bpb.de/politik/grundfragen/deutsche-verteidigungspolitik/269191/legitimitaet-von-auslandseinsaetzen
[151] https://www.spiegel.de/international/iraq-war-german-intelligence-gave-u-s-saddams-defense-plan-report-says-a-403330.html
[152] https://www.heise.de/newsticker/meldung/Verfassungsschutz-stellt-ueberwachung-von-Buergerrechtler-ein-217246.html ; https://www.spiegel.de/politik/deutschland/urteil-gegen-verfassungsschuetzer-big-brother-verwechselte-freund-und-feind-a-754472.html ; https://www.ngo-online.de/2019/09/14/geheimdienst-rueckschau/
[153] https://www.swissinfo.ch/ger/spionage_zehn-fragen-zum-schweizer-geheimdienst/44773848
[154] https://www.nzz.ch/schweiz/der-gefraessige-staat-1.18429845?reduced=true ; https://www.swissinfo.ch/ger/big-brother_fichenskandal-kaum-noch-ein-thema—zu-unrecht-/41154202 ; https://www.nzz-libro.ch/guitton-der-schweizer-nachrichtendienst-seit-der-fichenaffaere-medienmitteilung
[155] https://www.aargauerzeitung.ch/schweiz/aufgedeckt-die-fluge-der-schweizer-spione-hierhin-reisen-die-angestellten-des-nachrichtendienstes-ld.1188569
[156] https://www.tagblatt.ch/schweiz/laubers-geheimdienstmethoden-ld.1118726
[157] https://www.llv.li/inhalt/1922/amtsstellen/stabsstelle-financial-intelligence-unit
[158] 2019.05.12 Le Matin on René Brülhart; 2019.03.13 TdG on René Brülhart
[159] https://www.aargauerzeitung.ch/schweiz/skandal-um-bundesanwalt-lauber-der-korruptionsexperte-sagt-was-zu-tun-ist-ld.1420244 ; https://www.woz.ch/-aa6a ; https://www.sueddeutsche.de/sport/lauber-wiederwahl-infantino-1.4613728 ; https://www.nau.ch/politik/bundeshaus/bundesanwalt-lauber-hort-ende-august-auf-65751927 ; https://www.faz.net/aktuell/sport/fussball/fifa-praesident-gianni-infantino-wehrt-sich-in-justizskandal-16833147.html ; https://www.tagblatt.ch/schweiz/laubers-geheimdienstmethoden-ld.1118726
[160] https://www.republik.ch/2019/11/22/der-schweizer-mauerbau
[161] System 360 Deutschland GmbH Berlin
[162] https://www.stern.de/politik/deutschland/hans-georg-maassen-und-august-hanning–ex-chefspione-und-die-obskure-firma-9177594.html ; System 360 Deutschland GmbH Berlin, page 24
[163] https://www.welt.de/newsticker/news2/article169345086/Maassen-Russland-verzichtete-am-Ende-auf-Bundestagswahl-Beeinflussung.html ; https://www.welt.de/newsticker/news1/article181513418/Geheimdienste-Seehofer-haelt-an-Maassen-fest.html ; https://www.ksta.de/maassen–auslaendische-geheimdienste-bei-terrorbekaempfung-sehr-wertvoll-869598?cb=1613381287564 ; https://rp-online.de/politik/hetzjagden-verfassungsschutzpraesident-maassen-legt-bericht-zu-chemnitz-vor_aid-32853341 ; https://www.welt.de/newsticker/news2/article181451452/Geheimdienste-Sachsens-Innenminister-stellt-sich-hinter-Verfassungsschutz-Praesident-Maassen.html ; https://www.welt.de/newsticker/news1/article181497174/Geheimdienste-Maassen-vor-Auftritt-in-Bundestagsgremien-massiv-unter-Druck.html
[164] System 360 AG Luzern
[165] https://www.stern.de/politik/deutschland/hans-georg-maassen-und-august-hanning–ex-chefspione-und-die-obskure-firma-9177594.html
[166] https://implisense.com/en/companies/prevent-ag-munchen-DEIYYDEAXL84
[167] https://www.stern.de/politik/deutschland/hans-georg-maassen-und-august-hanning–ex-chefspione-und-die-obskure-firma-9177594.html
[168] https://www.spiegel.de/wirtschaft/unternehmen/hsh-nordbank-affaere-fahnder-durchsuchen-bueros-von-sicherheitsfirma-prevent-a-726953.html ; https://www.zeit.de/wirtschaft/unternehmen/2010-12/schmiergeld-hsh-nordbank
[169] Walter Oswalt, „No mono“, LIT Verlag, Münster 2017, pages 191-194
[170] https://www.stern.de/politik/deutschland/hans-georg-maassen-und-august-hanning–ex-chefspione-und-die-obskure-firma-9177594.html
[171] https://www.middleeastmonitor.com/20180309-uae-intercepted-and-hijacked-qatar-fishing-boat/

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