Calcio

Alcuni investimenti nel calcio seguono linee politiche

24 Marzo 2020

TRABZONSPOR E MEDICAL PARK

Il campionato turco è stato l’ultimo a fermarsi a causa della pandemia che stiamo vivendo, congelando così un’interessante sfida scudetto fra Başakşehir e Trabzonspor, due società che stanno attraversando un periodo di grande sviluppo negli ultimi anni, che le ha portate a insidiare le tre grandi storiche squadre di Istanbul.

L’ascesa del Başakşehir è ormai nota: la società è strettamente legata al partito AKP di Recep Tayyip Erdoğan ed è diretta, dal 2014, da alcuni membri vicini al Presidente della Turchia. Il Trabzonspor, invece, è una squadra storica della Super Lig: principale club della città di Trebisonda e sei volte campione di Turchia.

Dopo aver vissuto un buon periodo fra il 2009 e il 2012, con alcune ottime apparizioni in ambito europeo, il Trabzonspor ha attraversato una fase di flessione nelle stagioni successive, classificandosi sempre lontano dalla vetta del campionato. Nel 2016, un passaggio decisivo, in senso finanziario, è stata la firma del contratto di sponsorizzazione con la QNB, la Banca Nazionale del Qatar, che ha premiato un rinnovamento della dirigenza e del club turco. In precedenza, un altro gigante aveva cominciato a sponsorizzare la polisportiva del Trabzonspor: il Medical Park, un gruppo ospedaliero turco. Dapprima, nel 2010, il Medical Park ha apposto il proprio nome alla denominazione della squadra di pallacanestro e nel 2016, all’apertura del nuovo stadio del club di calcio, ha comprato la denominazione dello stesso, chiamato Medical Park Stadyumu. È interessante notare come il fondatore di questa catena di ospedali, Muharrem Usta, sia stato eletto presidente del Trabzonspor nel 2015, al secondo tentativo, dopo aver fallito due anni prima. Già durante la campagna del 2013, Usta era stato criticato perché legato all’AKP di Erdoğan, nel quale era stato attivo a Istanbul negli anni precedenti. Un legame sospetto con l’AKP si può rintracciare anche nella crescita del gruppo Medical Park. Dal 1993, anno di fondazione, fino al 2006 la società non ha registrato sviluppi importanti. Nel 2006, invece, Usta ha ceduto parte delle azioni alla potente famiglia Sancak, rappresentata in particolare dall’uomo d’affari Ethem Sancak, intimamente legato a Erdoğan e all’AKP. Da lì è partita la vertiginosa ascesa di Medical Park, che negli anni seguenti ha ricevuto anche diversi investimenti stranieri e ha finanziato molte associazioni sportive in Turchia.

LA TURKISH AIRLINES E GLI INVESTIMENTI NEL FK SARAJEVO

La storia di Medical Park ha delle somiglianze con la grande crescita della Turkish Airlines. Dopo la presa di potere dell’AKP nel 2002, la compagnia aerea è entrata in una fase di crescita esponenziale, che ha raggiunto i punti più alti fra il 2011 e il 2017, come riporta il Financial Times. Il governo detiene il 49% delle azioni della Turkish Airlines, anche se incombe il sospetto che il peso statale all’interno della compagnia sia molto maggiore. La Robert Schuman Foundation ha citato la Turchia come esempio del “modo in cui gli attori politici possono supportare il settore dell’aviazione e trasformarlo in un’arma strategica”. E anche la Turkish Airlines ha finanziato in maniera importante diverse associazioni sportive, fra cui non sembrano casuali gli investimenti nel FK Sarajevo, una squadra di calcio della capitale della Bosnia-Erzegovina, verso cui Erdoğan non ha mai nascosto le proprie mire. Nel 2011, dopo una vittoria elettorale, l’attuale Presidente della Turchia aveva dichiarato:

“Oggi, Sarajevo ha vinto come Istanbul, Beirut ha vinto come Izmir, Damasco ha vinto come Ankara, Ramallah, Nablus, Ganin, la Cisgiordania e Gerusalemme hanno vinto come Diyarbakir.” 

Il progetto neo-ottomano dell’AKP passa anche attraverso questi finanziamenti, oltre che attraverso i raduni di campagna elettorale a Sarajevo e l’ingerenza nella politica interna della Bosnia-Erzegovina.

La partecipazione al mondo dello sport di queste compagnie legate al potere è in linea con gli importanti investimenti voluti dal governo turco nell’infrastruttura sportiva, che hanno dotato le maggiori città del Paese di diversi stadi moderni:

https://www.youtube.com/watch?v=gUL-mTJmRtM

In particolare, le migliori realizzazioni architettoniche si trovano da 1:01 in poi.

L’ASSE TURCHIA-QATAR E LA CRISI DIPLOMATICA CON L’ARABIA SAUDITA

Tornando al Trabzonspor, che ora appare molto più simile al Başakşehir di quanto si potesse pensare, è interessante osservare un importante legame con i fondi del Qatar, simboleggiati dal logo QNB, che i calciatori hanno portato sulla maglia fino al 2019. Da questa stagione, la QNB non figura più tra gli sponsor del club, guidati nuovamente da Medical Park e Turkish Airlines, dopo che nel periodo precedente sembra esserci stata una trattativa, poi fallita, con cui un fondo del Qatar ha tentato di acquisire il 50% della società. La sponsorizzazione della Banca Nazionale del Qatar ha riguardato il periodo 2016-2019, parzialmente coincidente con il rafforzamento dell’asse politico fra Qatar e Turchia, in opposizione a quello fra Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrain e Egitto. Non è questo l’unico caso in cui le sponsorizzazioni di determinati club di calcio riflettono i rapporti politici sovrastanti le stesse. La crisi diplomatica fra il Qatar e l’alleanza guidata dall’Arabia Saudita ha raggiunto il culmine nel 2017. L’Al Ahli, società saudita di Gedda, che portava sulla propria maglia, in quel momento, il logo della Qatar Airways, ha interrotto la sponsorizzazione poco dopo la rottura diplomatica. Nel 2018, invece, l’Al Nassr di Riad (Arabia Saudita) ha firmato un contratto di sponsorizzazione con la Etihad Airways (Emirati Arabi Uniti), rispettando sempre le linee della divisione politica fra i Paesi del Golfo.

Il circolo finanziario e politico sottostante al calcio è piuttosto evidente e non riguarda solo l’assegnazione dei Mondiali 2022 al Qatar o le acquisizioni qatariote e emiratine, rispettivamente, di Paris Saint-Germain e Manchester City, ma anche realtà meno conosciute, ma non per questo meno importanti. Tutto questo mostra, per l’ennesima volta, come le mani della politica arrivino molto facilmente a governare il mondo del calcio e evidenziano o l’ipocrisia o l’inefficacia della UEFA che, all’apparenza, pone fra i suoi massimi obiettivi l’eliminazione della politica dal calcio.

 

(L’immagine di copertina è stata realizzata da Carlos Pernalete Tua / Pexels.)

 

 

 

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