Geopolitica
Georgia: rose in piazza contro la paura dei russi
C’è un frammento d’Asia che vuole assolutamente entrare nell’Unione Europea. È la Georgia, uno dei paesi culturalmente più importanti della storia e preistoria del mondo, uno dei paesi schiacciati per decenni sotto il tallone dell’Unione Sovietica. È un popolo pieno di contraddizioni, con un potere politico corrotto e violento, ed una popolazione appassionata e pacifica che, l’unica volta che ha fatto una rivoluzione, al posto delle armi portava in mano una rosa. Una rosa ciascuno, milioni di rose, per conquistare la libertà – ed ora per dimostrare la solidarietà al popolo ucraino e chiedere ai governanti di difendere il paese nell’unico modo possibile: aderendo all’Unione Europea al più presto possibile.
Pochi luoghi al mondo sono affascinanti come questo: verdi pascoli e montagne mozzafiato, ed il miracolo del Parco Nazionale di Tusheti, sulle pendici del Caucaso… poi meravigliose testimonianze storiche ovunque: chiese ed antiche fortezze, città dense di storia e di vita, di gente allegra ed estroversa, amante della musica e della buona cucina, un clima gentile, un popolo che considera l’ospite come “un dono di Dio”. Estesa quanto l’Irlanda, ci vivono meno di 4 milioni di persone, di più di un milione nella capitale Tbilisi.
È incastonata tra il Mar Nero a ovest e il Mar Caspio a est, e tra due catene montuose, una che raggiunge i 5600 metri del Grande Caucaso – il confine naturale con la Russia – e che ripara non solo dal nemico eterno, ma anche dalle correnti gelide della Siberia; l’altra, quella del Piccolo Caucaso, lungo il confine sud con Turchia, Armenia e Azerbaijan, è a sua volta una barriera naturale al caldo che viene dai paesi arabi. Tra queste valli sembra sia nata la prima produzione vinicola del mondo, 6000 anni prima della nascita di Cristo[1], che è ancora oggi una fonte importante di reddito[2]. Ma i vivaci colori delle valli e delle città si scontrano con una realtà sociale ed economica dalle tinte fosche.
La caduta dell’Unione Sovietica ha portato con sé la libertà, ma anche il tracollo economico. Sebbene il governo sia riuscito a far crescere il prodotto interno lordo, non importa quale fosse la congiuntura globale, di una media del 5% all’anno fino ai giorni nostri[3], ciò non si è tradotto in benefici per il mercato interno: 20% di tasso di disoccupazione[4], reddito medio di soli 350 dollari al mese[5]. L’agricoltura impegna più del 50% degli occupati[6], e l’istruzione non ha mai raggiunto un livello che consenta un salto di qualità. Il 21,3% della popolazione vive al disotto della soglia di povertà[7], il 14,5% della popolazione (151’000 famiglie) vive di un misero sussidio statale[8].
L’epidemia di Covid19 (la Georgia ha avuto un tasso di contagio tra i peggiori al mondo[9]) ha impattato sul PIL, contraendolo del 6,8%, anche se recentemente Irakli Garibashvili sembra aver imboccato la via giusta, chiudendo il 2021 con un progresso del 10,6%[10]. Ma il conflitto in Ucraina sta rimescolando le carte: la Russia e l’Ucraina sono i principali partner commerciali, ed il presidente della Commissione Bilancio e Finanze, Irakli Kovzanadze, si è detto molto pessimista sull’obiettivo di crescita del 6%, ipotizzando una perdita annuale superiore al miliardo di dollari per l’anno in corso[11].
Una storia meravigliosa di arte e ingegneria
Crocevia di culture, la Georgia nei secoli è stata mille volte conquistata, e mille volte si è liberata: greci, romani, bizantini, arabi, cazari, mongoli, persiani, turchi, tutti hanno lasciato una traccia ed hanno reso questa terra del tutto originale. La lingua e la loro particolare scrittura hanno origine nel periodo del regno di Kartli Parnavaz, ovvero nel 3°-4° secolo a.C., anche se i primi esempi della letteratura georgiana sopravvissuti fino ai nostri giorni sono del 4° secolo d.C., quando i georgiani si convertono al cristianesimo: Iakob Tsurtaveli, Shota Rustaveli, Sulkhan-Saba Orbeliani, Ilia Chavchavadze sono pietre angolari che hanno lasciato un segno indelebile, fino ad arrivare ad epoche più recenti, con altri autori straordinari come Galaktion Tabidze, Alexandre Kazbegi, Akaki Tsereteli e Nodar Dumbadze.
L’architettura è una delle caratteristiche più straordinarie di questa terra: ogni provincia ha connotazioni e peculiarità uniche: dalle le case-torri di pietra e ardesia di Svaneti, patrimonio dell’UNESCO[13], al quartiere storico di Tbilisi, inserito nella World Monuments Watch del 1998, 2000 e 2002 ed eletto patrimonio mondiale dell’UNESCO[14], mentre il quartiere di Zemo Kala è stato scelto come patrimonio culturale dalla Banca Mondiale[15]. C’è anche una città moderna di vetro e acciaio, che scintilla nel panorama che si gode dalle colline – e le cattedrali ed i monasteri di Mtskheta, anch’essi patrimonio culturale dell’UNESCO[16]. A ciò si aggiungono gli affreschi nella Cattedrale di Gelati e di quella di Svetitskhivelii, il Monastero di David Gareji, Ateni Sioni, Betania… una lista di bellezze quasi infinta.
Ma la prima decisione dell’UNESCO è stata quella di proteggere il canto polifonico, “patrimonio immateriale dell’umanità”, il più antico tra quelli che sono arrivati fino a noi, e già famoso nel 300 dopo Cristo, dalla Cina fino a Roma[18]. Un canto accompagnato da danze che, originariamente, erano legate agli avvenimenti collettivi, come la guerra, la vendemmia, il corteggiamento. Un tesoro inestimabile di cultura ed orgoglio nazionale che nemmeno i lunghi anni di dominazione sovietica sono riusciti a sopraffare.
L’indipendenza, le rose e le derive del potere
Nel 1921 la Georgia viene conquistata dalle truppe sovietiche, condotte da Josip Stalin, che per ironia della sorte è georgiano: le milizie bolsceviche impongono la Repubblica Socialista Sovietica Federativa Transacaucasica che, nel 1936, viene rinominata in Repubblica Socialista Sovietica Georgiana – un periodo triste di oppressione e di stasi sociale, economica e culturale, fino alla dichiarazione di indipendenza nel 1991, che da un lato risvegliano l’orgoglio georgiano, dall’altro sono l’inizio di pericolosi scontri interetnici, visto che l’URSS ha spostato decine di migliaia di russi nella Georgia.
L’ex ministro degli esteri sovietico Eduard Ševardnadze, succeduto nel 1992 a Zviad Gamsakhurdia[20], viene eletto presidente nel novembre del 1995, con un governo instabile nato da complessi compromessi con le altre forze politiche nazionali, e con le tensioni nelle regioni separatiste di Abcasia, Agiara e Ossezia del Sud[21]. Costretto a guidare il Paese fuori dalla povertà, dagli squilibri politici, dalla corruzione dilagante, dalla negazione dei diritti civili, verso una agognata democratizzazione, Ševardnadze rimane impigliato negli intrighi di palazzo e, travolto dalle accuse di nepotismo, viene costretto a lasciare la presidenza[22] ed apre l’epoca in cui il partito che ha gestito il paese dopo l’indipendenza perde i politici più famosi e frana nei consensi elettorali[23].
Ševardnadze viene rieletto il 2 novembre del 2003, in una competizione al centro di accuse di irregolarità[24]: il 22 novembre, mentre il presidente tiene il discorso inaugurale della nuova legislatura, le proteste si tramutano in una marea che occupa le piazze e, seguendo il capo dell’opposizione Mikheil Saakashvili, fa irruzione in parlamento, armata solo di rose, costringendo il presidente alla fuga[25]. Le successive elezioni si svolgono nel gennaio del 2004 con la vittoria schiacciante di Saakashvili[26]. Il suo primo mandato è un successo: sferra una lotta senza quartiere contro l’élite corrotta radicata nel Paese, sostiene il libero mercato, riduce drasticamente la burocrazia e ottiene risultati entusiasmanti di crescita economica[27].
Rieletto nel gennaio del 2008, il suo secondo mandato non è così fortunato: Transparency International e altre ONG internazionali lo accusano di proteggere i cleptocrati del proprio partito[28]. Il suo consenso scema: gli vengono contestati i suoi metodi repressivi e violenti nei confronti delle opposizioni[29] e la pessima gestione della crisi dell’Ossezia del Sud, che provoca l’invasione russa, sancisce il suo declino politico: una deriva autocratica, sempre più repressiva, l’uso della magistratura per combattere gli oppositori politici, l’uso della violenza contro le piazze, culminata con la trasmissione in TV di alcuni video che mostrano stupri e percosse ai carcerati[30].
Perde le elezioni del 2012[31] contro una coalizione guidata da Bidzina Ivanishvili, un oligarca che viene dalla Russia[32], che vince anche le elezioni del 2016[33] e del 2020[34]. Saakashvili, accusato di aver graziato alcuni agenti di polizia accusati di omicidio, fugge in esilio in Ucraina, dove verrà eletto Governatore di Odessa[35]. Nel 2017 Saakashvili viene espulso dal Paese che lo ospita e gli viene revocata la cittadinanza[36]; gli verrà però restituita dal neoeletto Zelensky[37], dopo essere stato condannato in contumacia dal tribunale georgiano a sei anni di prigione per abuso di potere[38]. Nell’ottobre del 2021, al suo rientro in Georgia, viene immediatamente arrestato[39].
Le spinte secessioniste e l’invasione del 2008
Gli scontri in Ossezia iniziano prima ancora del collasso dell’Unione Sovietica: nel novembre del 1989, a Tskhinvali, capitale dell’Ossezia meridionale, volano le prime pallottole[41]. Nel settembre 1990, l’Ossezia del Sud si dichiara sovrana come Repubblica all’interno dell’URSS, ma un mese dopo il governo georgiano si oppone formalmente all’autonomia, istituendo un blocco economico che durerà fino al giugno 1992[42]. Le tensioni si trasformano ben presto in feroci combattimenti fino a quando, con l’Accordo di Sochi, firmato da Boris Eltsin e Eduard Ševardnadze[43], l’Ossezia viene divisa in aree controllate dalle truppe georgiane e aree controllate dai ribelli, che installano il governo a Tskhinvali[44].
Tutto questo accade mentre a Tbilisi viene rovesciato Gamsakhurdia, il primo Presidente eletto democraticamente (3 gennaio 1992)[45], con un colpo di Stato che causa almeno 200 vittime e si conclude con la fuga del presidente[46] e la secessione dell’Abkhazia – il che porta ad una nuova guerra, che crea oltre 200’000 profughi[47], dura due anni[48] e finisce con l’adesione dell’Abkhazia alla Federazione Russa[49]. Nel frattempo, nel mondo, si stanno ridisegnando nuovi equilibri: alla fine degli anni ‘90 l’Unione Europea e la NATO ampliano la loro influenza nell’Europa centrale e orientale. La Russia non vede di buon occhio la perdita di questa zona cuscinetto tra Mosca e l’Occidente e, quando Tbilisi, nel 2003, aderisce alla coalizione guidata dagli Stati Uniti nella guerra in Iraq[50], il Cremlino inizia a minacciare azioni di forza.
La situazione rimane stabile, anche se con forti tensioni, fino al 2004, quando Saakashvili promette di ristabilire la sovranità nazionale sull’Ossezia del Sud e sull’Abkhazia, il ché porta ad azioni di guerriglia, ovviamente sostenute da Mosca: nell’agosto 2008 Saakashvili invade l’Ossezia del Sud, poche ore dopo che lo stesso Saakashvili aveva promesso all’Ossezia “autonomia illimitata” e annunciato un cessate il fuoco nell’area[51]. Ciò provoca l’intervento armato russo a sostegno dei separatisti, noto come “la guerra dei cinque giorni”[52].
Il 10 agosto le bombe sovietiche centrano l’aeroporto civile di Tbilisi[53]. Sopraffatto, Saakashvili è costretto ad accettare un cessate il fuoco, lasciando gran parte dell’Ossezia del Sud nelle mani del governo di Tskhinvali: la Russia riconosce sia l’Abkhazia che l’Ossezia del Sud, accrescendo la propria influenza su di esse[54]. L’accordo di pace tra russi e georgiani viene firmato il 12 agosto, con la mediazione del presidente francese Nicolas Sarkozy nel ruolo di presidente dell’Unione Europea[55]: tutto questo costa 2000 morti e 100’000 profughi, che si lasciano alle spalle cumuli di macerie[56].
Nell’aprile 2009, la Russia firma un accordo quinquennale per assumere il controllo formale delle sue frontiere con la Georgia, così come quelle dell’Abkhazia[57]. Poi Inizia anche a esercitare pressione sulla Georgia firmando un “accordo di alleanza e integrazione” con l’Ossezia del Sud, che sancisce l’abolizione dei posti di blocco alle frontiere[58]. Nel luglio dello stesso anno le forze di sicurezza moscovite spostano la recinzione del confine[59], estendendo la frazione di territorio georgiano sotto il proprio controllo: l’autostrada E60, la strada principale che collega il Mar Nero all’Azerbaigian, si trova ora ad appena 500 metri dal confine – e viene inglobato nel territorio occupato anche un segmento del gasdotto Baku-Supsa gestito dalla BP[60].
Le violazioni degli accordi di pace continuano, perché la Russia non consente l’ingresso agli osservatori internazionali in Ossezia del Sud e in Abkhazia[62]. La risposta dell’occidente è inadeguata: alla Russia è stato permesso di svolgere il ruolo di mediatore e “custode di pace”, lasciando così di fatto la questione dell’integrità territoriale della Georgia nelle mani del suo peggior nemico. Gran parte del popolo georgiano avverte la presenza russa come una minaccia costante ed esistenziale, fatto che fa aumentare il desiderio di far parte dell’Unione Europea e della NATO. L’invasione russa in Ucraina amplifica la paura di un’aggressione imminente. I Georgiani sanno di essere potenzialmente le prossime vittime, assieme ad altri Stati “cuscinetto” come la Moldavia.
La complessa strada verso l’Europa
Il percorso degli accordi diplomatici tra l’Unione Europea e la Georgia ha inizio nel 1992, subito dopo il riconoscimento dell’indipendenza. Il 22 aprile 1996 viene firmato a Lussemburgo un accordo di partenariato e cooperazione, accordo che entra in vigore nel 1999, e davanti al Consiglio d’Europa, il Primo Ministro Zurab Zhvania pronuncia la frase: “Sono georgiano e, quindi, sono europeo”[63]. Il 27 aprile del 1999 la Georgia aderisce al Consiglio d’Europa[64], e nel 2014 viene firmato un accordo di libero scambio[65]. Dal 2017, inoltre, per i georgiani non serve più il visto per viaggiare nell’Unione Europea[66]. Ciò genera un’ondata di richiedenti asilo verso l’area Schengen che, secondo le statistiche del Ministero degli Affari georgiano, agli inizi del 2018 raggiunge le 220’000 unità[67]. Dal 1991, anno della dichiarazione di indipendenza, la Georgia ha già perso un terzo della sua popolazione[68].
Mentre in altri paesi l’entrata nell’Unione Europea divide gli animi, in Georgia c’è praticamente un’unanimità a favore di Bruxelles. I risultati del sondaggio del 2020 di Caucasus Research Resource Centers per conto di Carnegie Europe e della Levan Mikeladze Foundation per il progetto congiunto Future of Georgia[69] ne sono lo specchio: per il 78% dei georgiani “diventare europei” è certamente una buona cosa, ma le motivazioni sono diverse[70]. In ogni caso, nel 2018, su richiesta della Commissione Europea, la Eastern Partnership Civil Society Facility effettuerà una valutazione del percorso di adesione, che ottiene un riscontro assolutamente positivo[71].
Malgrado ciò, la strada verso l’adesione appare ancora lunga. Sul piatto ci sono le questioni territoriali irrisolte con l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud[72], ma anche grandi questioni sociali come la povertà, la disoccupazione, il basso reddito medio e l’instabilità politica: l’ultima crisi interna è scoppiata il 31 ottobre 2020, con le elezioni vinte dal partito di governo tra le accuse di frode, proteste di piazza ed il boicottaggio parlamentare di numerosi partiti per lunghi mesi[73]. Poi c’è la questione dei diritti umani: accuse verso le forze dell’ordine e funzionari per abuso di autorità e violenze; limiti nella libertà dei media; condizioni di grave rischio negli ambienti di lavoro; politiche sulla droga sproporzionate, come il carcere duro anche per il possesso di modiche quantità; feroci discriminazioni nei confronti delle persone LGBT, cui vengono negati i diritti fondamentali[74].
Gli osservatori europei, malgrado elogino ed incoraggino i progressi fatti in vari ambiti, esortano il Paese a fare molto di più. La Georgia è quindi sorvegliata speciale, ad esempio dalla Corte Penale Internazionale, che dal 2016 indaga sui crimini di guerra commessi durante la guerra Russia-Georgia dell’agosto 2008 nell’Ossezia meridionale[75]. Ma nonostante le promesse, nulla pare cambiare[76], così nell’agosto 2021 l’Unione Europea nega una sovvenzione di 75 milioni di euro per via della mancata attuazione delle riforme giudiziarie[77].
L’aggressione all’Ucraina ha cambiato improvvisamente lo scenario. Negli anni recenti, soprattutto durante l’ultimo governo guidato da Irakli Garibashvili e dall’oligarca Bidzina Ivanishvili, l’adesione alla UE è passata in secondo piano rispetto ad un riavvicinamento alla Russia, malgrado l’opinione pubblica sia apertamente contraria[78]. Emblematica è la posizione assunta da Garibashvili nei confronti della crisi in Ucraina: decide di non partecipare alle sanzioni contro la Russia, non chiude lo spazio aereo del paese ai voli russi, ed evita di esprimere la propria solidarietà al governo di Kyiv[79].
Peggio: Garibashvili boicotta le sedute parlamentari che intendono discutere dell’attuale crisi, rifiuta di tenere la riunione del Consiglio Nazionale di Sicurezza auspicata sia dall’opposizione che dalla Presidente Zourabishvili, preoccupata dai movimenti militari registrati lungo i confini[81], blocca un volo in partenza da Tbilisi diretto in Ucraina con 60 combattenti volontari a bordo ed ottiene che Volodymyr Zelensky richiami il suo ambasciatore in Georgia, definendo la posizione della Georgia nei confronti dell’Ucraina “immorale”[82].
L’opinione pubblica reagisce con veemenza: un numero impressionante di persone, per giorni, si dà appuntamento in piazza per manifestare solidarietà al popolo ucraino. La reazione appassionata dei georgiani produce i suoi primi effetti, ovvero una netta presa di posizione della Presidente Zourabishvili in aperto contrasto con il governo, al punto da ricevere un formale rimprovero per essere andata “oltre il proprio ruolo”[83]. Lei appare coraggiosamente determinata, anche se giustifica Garibashvili con la paura di provocare reazioni da parte della Russia[84]. Eppure arriva la svolta: Irakli Kobakhidze, presidente del partito di governo, il 2 marzo annuncia la decisione del suo partito di “fare immediatamente domanda per l’adesione all’UE”, anticipando la richiesta preventivata in passato per il 2024[85].
Il 3 marzo la Georgia, unitamente alla Moldavia, presenta quindi formalmente domanda per entrare in Europa[86]. Zelensky commenta: “Ci sono momenti in cui i cittadini non sono il governo, ma sono migliori del governo”[87]. La crisi ucraina potrebbe rappresentare una proficua scossa per una classe politica corrotta, inadeguata e reazionaria, lontana anni luce dall’animo popolare, sempre più proiettato verso l’occidente. La situazione è precaria: bisogna evitare di far arrabbiare la Russia, ma si deve necessariamente rispondere al volere popolare. Il rischio è che, con in seno un diffuso sentimento anti-russo, la scelta della neutralità potrebbe rappresentare un grave errore, soprattutto se visto nella lunga prospettiva. Tornare indietro, come dimostra la questione Ucraina, non sarà più possibile; l’Europa, rimane quindi l’unica meta possibile, anche se Mosca farà di tutto per ostacolare il processo di integrazione verso l’occidente.
[1] https://www.nationalgeographic.com/travel/article/sponsor-content-secret-birthplace-of-wine#:~:text=Georgia%20is%20generally%20considered%20the,it%20underground%20for%20the%20winter.
[2] https://georgianjournal.ge/business/37697-georgia-generates-record-high-250-mln-in-wine-exports.html
[3] https://www.worldbank.org/en/country/georgia/overview#1
[4] https://www.geostat.ge/en/modules/categories/683/Employment-Unemployment
[5] https://www.geostat.ge/en/modules/categories/683/Employment-Unemployment
[6] https://www.goasia.it/economia-polita-e-popolazione-in-georgia/
[7] https://agenda.ge/en/news/2021/1438
[8] https://agenda.ge/en/news/2021/973
[9] https://graphics.reuters.com/world-coronavirus-tracker-and-maps/countries-and-territories/georgia/
[10] https://www.intellinews.com/reports/georgia-country-report-mar22-march-2022-83737/
[11] https://www.reuters.com/world/europe/georgia-says-it-will-lose-over-1-billion-because-ukraine-2022-03-25/
[12] https://www.itinari.com/de/uplistsikhe-the-oldest-cave-town-in-georgia-krnw
[13] https://whc.unesco.org/en/list/709/
[14] https://www.wmf.org/project/tbilisi-historic-district#:~:text=Tbilisi%20Historic%20District%20was%20placed,World%20Bank%20Cultural%20Heritage%20Initiative.
[15] https://www.wmf.org/project/tbilisi-historic-district#:~:text=Tbilisi%20Historic%20District%20was%20placed,World%20Bank%20Cultural%20Heritage%20Initiative.
[16] https://whc.unesco.org/en/list/708/
[17] https://www.dreamstime.com/betlemi-street-tbilisi-city-center-georgia-image111950534
[18] https://ich.unesco.org/en/RL/georgian-polyphonic-singing-00008
[19] https://georgiageorgian.blogspot.com/2011/09/rose-revolution.html
[20] https://www.britannica.com/biography/Eduard-Shevardnadze
[21] https://www.brookings.edu/on-the-record/georgian-leader-brought-down-by-corruption-chances-of-success-for-new-leaders-seen-as-uncertain/
[22] https://www.brookings.edu/on-the-record/georgian-leader-brought-down-by-corruption-chances-of-success-for-new-leaders-seen-as-uncertain/
[23] https://en-academic.com/dic.nsf/enwiki/973429 ; https://www.refworld.org/docid/46a484f5c.html
[24] https://www.voanews.com/a/a-13-a-2003-11-20-36-georgian/297771.html
[25] https://www.brookings.edu/on-the-record/georgian-leader-brought-down-by-corruption-chances-of-success-for-new-leaders-seen-as-uncertain/
[26] https://www.voanews.com/a/a-13-a-2004-01-05-33-saakashvili/390747.html
[27] https://www.politico.eu/article/the-rise-and-fall-of-mikheil-saakashvili/
[28] https://www.politico.eu/article/the-rise-and-fall-of-mikheil-saakashvili/
[29] https://neweasterneurope.eu/2018/08/16/mikheil-saakashvilis-contribution-georgias-transition/
[30] https://old.civil.ge/eng/article.php?id=25220
[31] https://neweasterneurope.eu/2018/08/16/mikheil-saakashvilis-contribution-georgias-transition/
[32] https://www.forbes.com/profile/bidzina-ivanishvili/?sh=50891f164598
[33] https://www.reuters.com/article/us-georgia-election-idUSKCN1272AT
[34] https://neweasterneurope.eu/2020/11/02/georgian-dream-wins-a-third-term-as-the-opposition-calls-for-a-boycott-of-parliament/
[35] https://www.bbc.com/news/world-europe-32969052
[36] https://www.bbc.com/news/world-europe-40738193
[37] https://www.bbc.com/news/world-europe-48437792
[38] https://www.rferl.org/a/saakashvili-convicted-of-abuse-of-power-sentenced-in-absentia/29327555.html
[39] https://www.bbc.com/news/world-europe-58767420
[40] https://www.atlanticcouncil.org/blogs/ukrainealert/the-2008-russo-georgian-war-putins-green-light/
[41] https://evnreport.com/understanding-the-region/territorial-conflicts-in-the-caucasus/
[42] https://evnreport.com/understanding-the-region/territorial-conflicts-in-the-caucasus/
[43] https://www.ui.se/forskning/centrum-for-osteuropastudier/sceeus-report/georgia-and-the-russian-aggression/
[44] https://www.amnesty.org/en/latest/news/2008/08/russia-and-georgia-background-conflict-20080812/
[45] https://uca.edu/politicalscience/dadm-project/europerussiacentral-asia-region/georgia-1991-present/
[46] https://en.currenttime.tv/a/tbilisi-s-1991-1992-war-a-ruthless-conflict-that-had-to-be-fought-veterans-agree/31621663.html
[47] https://www.e-ir.info/2020/03/02/the-spectrum-of-georgias-policy-options-towards-abkhazia-and-south-ossetia/
[48] https://digitallibrary.un.org/record/189705?ln=en
[49] https://library.fes.de/libalt/journals/swetsfulltext/1160565.pdf ; Third World Quarterly, Vol 18, No 3, pp 509±525, 1997 – “On the front lines in the near abroad: the CIS and the OSCE in Georgia’s civil wars” – S. Neil Macfarlane; https://www.refworld.org/docid/46c58f152d.html
[50] https://books.google.it/books?id=U05OvsOPeKMC&dq=Georgian+Iraq+2008&pg=PA481&redir_esc=y#v=onepage&q=Georgian%20Iraq%202008&f=false Lansford, Tom (2010). “Georgia, Role in Iraq War” In Spencer C. Tucker (ed.). The Encyclopedia of Middle East Wars: The United States in the Persian Gulf, Afghanistan, and Iraq Conflicts. Vol. 2
[51] https://iwpr.net/global-voices/august-2008-russian-georgian-war-timeline
[52] https://www.foreignaffairs.com/articles/russia-fsu/2008-11-01/five-day-war
[53] https://www.france24.com/en/20080810-planes-drop-bombs-tbilisi-airports-georgia-russia
[54] https://www.refworld.org/docid/48ae822bc.html
[55] https://iwpr.net/global-voices/august-2008-russian-georgian-war-timeline
[56] https://www.everycrsreport.com/reports/RL34618.html
[57] https://www.bbc.com/news/world-europe-18269210
[58] https://www.bbc.com/news/world-europe-18269210
[59] https://www.rferl.org/a/georgia-russia-ossetia/25131531.html
[60] https://www.aljazeera.com/opinions/2015/7/27/the-creeping-russian-border-in-georgia
[61] https://www.balcanicaucaso.org/eng/Areas/Georgia/Georgia-s-European-Integration-Still-On-Track-But-Stumbling-Blocks-Remain-150897
[62] https://www.aljazeera.com/opinions/2015/7/27/the-creeping-russian-border-in-georgia
[63] https://cejiss.org/i-am-georgian-and-therefore-i-am-european-re-searching-the-europeanness-of-georgia
[64] https://www.coe.int/en/web/tbilisi/the-coe/about-coe/history
[65] https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX:02014A0830(02)-20180601
[66] https://blogs.worldbank.org/europeandcentralasia/dream-come-true-georgian-nationals-can-now-travel-visa-free-most-eu-countries
[67] https://www.schengenvisainfo.com/news/georgias-visa-liberalization-with-european-union-comes-under-threat/
[68] https://www.schengenvisainfo.com/news/georgias-visa-liberalization-with-european-union-comes-under-threat/
[69] https://crrc.ge/uploads/tinymce/documents/Future%20of%20Georgia/FOG-Slides%20-%20Eng_DG.pdf
[70] https://carnegieeurope.eu/2021/04/06/georgia-s-unfinished-search-for-its-place-in-europe-pub-84253
[71] https://www.euneighbours.eu/en/east/stay-informed/publications/eu-cso-roadmap-2014-2017-georgia-key-achievements
[72] https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2021/07/01/georgia-le-prospettive-integrazione-allunione-europea/
[73] https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2021/07/01/georgia-le-prospettive-integrazione-allunione-europea/
[74] https://www.hrw.org/world-report/2021/country-chapters/georgia
[75] https://www.brookings.edu/blog/order-from-chaos/2021/03/03/in-georgia-an-up-and-down-road-to-justice-for-victims-of-the-august-war/
[76] https://www.hrw.org/world-report/2022/country-chapters/georgia
[77] https://www.hrw.org/world-report/2022/country-chapters/georgia
[78] https://www.balcanicaucaso.org/aree/Georgia/La-Georgia-in-piazza-contro-l-influenza-russa-195307
[79] https://www.balcanicaucaso.org/aree/Georgia/La-Georgia-chiede-di-entrare-nell-UE-216334
[80] https://civil.ge/archives/474945
[81] https://www.balcanicaucaso.org/aree/Georgia/La-Georgia-chiede-di-entrare-nell-UE-216334
[82] https://oc-media.org/ukraine-recalls-ambassador-to-georgia-over-immoral-position-of-georgian-government/
[83] https://www.npr.org/2022/03/23/1088331723/ukraine-georgia-president?t=1649004156391
[84] https://www.npr.org/2022/03/23/1088331723/ukraine-georgia-president?t=1649004156391
[85] https://www.rferl.org/a/georgia-moldova-eu-applications/31734092.html
[86] https://www.rferl.org/a/georgia-moldova-eu-applications/31734092.html
[87] https://www.euronews.com/my-europe/2022/03/04/georgia-s-ticket-to-the-eu-has-been-paid-in-blood-its-time-for-europe-to-act
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