Geopolitica

G7 Puglia: Da Borgo Egnazia i titoli di coda. Cosa resterà del summit

15 Giugno 2024
La soddisfazione della Premier Meloni per aver “stupito il mondo e tracciato la rotta”. Ma cosa resterà di questo summit pugliese?

Savelletri (Brindisi) Il G7 di Puglia a Borgo Egnazia, nella frazione di Savelletri di Fasano (Brindisi), giunge ai titoli di coda. Con la conferenza stampa finale tenuta di Giorgia Meloni si può considerare ufficialmente chiuso l’incontro tra i leader dei sette membri, coordinato dalla Presidenza del Consiglio del nostro Paese.

In una sala gremita di giornalisti (oltre 1600), ma con una possibilità abbastanza stringata di porre domande (in linea con la scelta di dislocare gli operatori della informazione a 70 km dal luogo effettivo del vertice, allestendo un quartier generale di tutto rispetto, con area relax e buffet in stile vacanza dorata), Giorgia Meloni, si concede oltre quarantacinque minuti di consuntivo e poco più di mezz’ora per i quesiti dei cronisti.

La leader di Fratelli d’Italia, si dice soddisfatta per aver permesso al Paese di “stupire il mondo e tracciare la rotta”. I ringraziamenti iniziali e di commiato, generosi, si rivolgono essenzialmente a coloro che si sono spesi per l’organizzazione dell’evento, da tutti gli apparati governativi, in primis, al corpo diplomatico e di intelligence, per l’autorevolezza nel condurre negoziati in modo efficace; alle forze dell’ordine, il cui dispiego è stato davvero imponente e che hanno presidiato costantemente tutte le aree considerate a rischio, pur incontrando ostacoli logistici di sorta (vedi vicenda della Mykonos Magic sequestrata perché fatiscente), ai partecipanti al G7 con le loro squadre di lavoro; al Santo Padre, primo Pontefice a prendere parte ad un appuntamento del genere e a tutta la Regione Puglia, compresa la sua popolazione che ha elargito ospitalità.

Quello che è emerso da questo G7, unico nella storia, non solo per la partecipazione del Papa, ma anche per la particolare e complicata congiuntura che ciascun leader coinvolto si ritrova a vivere nel suo Paese, è stato certamente oggetto di critiche pungenti da parte della stampa internazionale, soprattutto quella americana, capeggiata dalla CNN che non le manda a dire riguardo alla stabilità di un consiglio direttivo del Vertice che mostra debolezze e contraddizioni. Dopo aver definito la Puglia, una scelta inopportuna come location del summit, perché roccaforte di una rinascita della criminalità organizzata (affermazioni che hanno fatto infuriare figure di Governo centrale e regionale), ha espresso preoccupazione per la affidabilità di Biden, reduce dalla condanna del figlio Hunter che mina inevitabilmente, la sua corsa per essere rieletto alla guida della Casa Bianca, permettendo così a Trump di poter sperare di rilanciare la sua immagine di ex Presidente con una condanna sulle spalle; ed evidenziando le inquietudini nell’ordine di Francia e Germania, per l’ascesa della destra estrema dopo le elezioni europee e di von der Leyen che trema all’idea di non essere riconfermata come Presidente della Commissione Europea (è infatti il PPE il partito a cui spetta la facoltà di proporre un candidato, perché detiene più eurodeputati, come da recente esito elettorale nella tornata dello scorso 9 giugno). Ancora, lo stesso Sunak indietro nei sondaggi in vista delle elezioni di luglio ed il consenso ormai sparito per Trudeau, con la corruzione presente nel Governo di Kishida. Insomma, l’unica che, al momento, sembrerebbe poter dormire sogni tranquilli, secondo la nota emittente americana, sarebbe proprio Giorgia Meloni, uscita rafforzata e con l’intenzione di proporre alla prossima riunione tra i vertici europei del 17 giugno, un ruolo di spicco per l’Italia nella guida delle Istituzioni continentali.

I retroscena di colore, che non possono sfuggire ai giornali, per quanto si voglia tenere i giornalisti lontani o ridimensionarne il raggio d’azione, sono il vero termometro di quali stati d’animo si celassero tra i protagonisti intervenuti a Borgo Egnazia.

Ed ecco allora che le immagini di Macron che giunge al Castello di Brindisi, trattenendosi per più di qualche minuto nell’auto presidenziale, con Mattarella, figlia e Premier ad attenderlo, limitandosi poi ad un baciamano di cortesia a Meloni, non possono essere slegate dall’attrito creatosi tra il capo dell’Eliseo e la Presidente del Consiglio italiano, criticata per aver depennato dalle discussioni in agenda, il tema dell’aborto, portando Macron ad affermare di avere sensibilità diversa dall’Italia rispetto al tema in oggetto e suscitando la risposta di Meloni che lo taccia di aver voluto fare campagna elettorale in un momento poco appropriato.

Tuttavia, è stato un G7  compatto per aver raggiunto un’ intesa circa il prestito di 50 miliardi di dollari all’ Ucraina, sfruttando come garanzia il congelamento degli assett russi detenuti nei forzieri europei (belgi soprattutto), intesa molto più complessa da realizzare di quanto auspicato, dimostrando così di non dare credito alla proposta di negoziati avanzata ieri da Putin (a condizione della rinuncia di quattro regioni da parte di Zelensky e della sua gente), perché frutto di propaganda.

Per l’Italia, il G7 in Puglia, ha però rappresentato, attraverso l’incontro con le più grandi potenze democratiche e liberali occidentali, una occasione per vagliare la sua rispettabilità nel mondo, le doti persuasive di Meloni al cospetto di altri leader, nella realizzazione dei suoi obiettivi politici nazionali, ma ancora di più internazionali.

 

Cosa è emerso dalle decisioni finali approvate nel G7 e quali benefici per la popolarità di Giorgia Meloni?

Nel merito: sulla realizzazione del Piano Mattei e sulla spinosa questione dei migranti, la Premier, è riuscita a far rientrare una collaborazione del piano italiano per aiutare l’Africa, che porta il nome di Enrico Mattei, nel Pgi, “Partnership for global infrastructure”, ovvero lo strumento che si pone come alternativo alla “Via della seta” cinese (e proprio in Cina, Meloni, ha annunciato di stare programmando una trasferta a breve su invito del Presidente Xi Jinping), di matrice americana però, destinato al Sud globale. Ma, leggendo il documento risolutivo del vertice, si apprende che “La Coalizione del G7 per prevenire e contrastare il traffico di migranti perseguirà l’impegno collettivo e la cooperazione rafforzata sulla migrazione. Ci concentreremo sulle cause profonde della migrazione irregolare, sugli sforzi per migliorare la gestione delle frontiere e frenare la criminalità organizzata transnazionale e sui percorsi sicuri e regolari per la migrazione”. Tutto ciò assume rilievo alla luce di quanto il Governo italiano guidato da Meloni, cerchi di attuare da tempo, rispetto al blocco delle partenze ab origine (anche se con aspettative  di riuscita abbastanza flebili).

A tal proposito come chiosa della questione, Meloni cita i Giudici Falcone e Borsellino “Per la lotta ai trafficanti fare come Falcone e Borsellino: seguire i soldi”.

Ancora, l’intervento del Papa, unico nella storia del G7, che ha illustrato la sua visione sul tema dell’Intelligenza Artificiale, invitando i leader ad impegnarsi per la Pace ed esortandoli a rimettere al centro la dignità della persona per non favorire la cultura dello scarto, avvantaggiando le decisioni algoritmiche, è servito a Meloni per limare la disparità di vedute tra la Chiesa ed il Governo riguardo l’accoglienza e il trattamento da riservare ai migranti, e se vogliamo, anche,  per mitigare gli effetti della mancata discussione sul tema dell’aborto, non contemplato nel documento finale del summit pugliese.
Ed infatti, l’unico passaggio del testo di specie è dedicato alla “salute sessuale e riproduttiva” che richiama la Dichiarazione di Hiroshima per garantire “l’accesso universale a servizi sanitari adeguati, convenienti e di qualità per le donne, compresi la salute sessuale e riproduttiva e i diritti per tutti” (n.d.r.- Meloni in conferenza stampa conclusiva a domanda diretta risponde che inserire il tema nell’aborto anche nel documento di questo G7 sarebbe stato ripetitivo, essendo già contenuto nel documento firmato al termine del vertice giapponese).

In più, a chi le ha chiesto, posto durante la conferenza stampa di chiusura, cosa pensasse rispetto alla rissa in quel di Montecitorio, tra il deputato Donno (grillino) e Iezzi (leghista), proprio il giorno prima dell’inizio del G7 a Borgo Egnazia, Meloni ha risposto di trovare molto grave che esponenti politici di maggioranza cadano in provocazioni atte a minare la stabilità del Governo, ma ancora più preoccupante sarebbe, a suo avviso, notare quanto livore si nutra nei confronti della stessa maggioranza, che significherebbe un disamore per il proprio Paese.

Sull’ emergenza Clima, Giorgia Meloni, afferma alla presenza dei giornalisti, la volontà di realizzare gli obiettivi fissati in precedenza, ma di fatto, questo G7 non ha impresso nessuna accelerazione riguardo ad un argomento di importanza fondamentale, alla luce dei dati drammatici che emergono circa gli impatti innumerevoli della crisi climatica nel mondo.

Insomma, stando all’analisi della Presidente del Consiglio, questo G7 appena conclusosi non sarebbe stato “una fortezza chiusa“, ma si sarebbe “aperto al mondo“, attraverso l’invito a numerosi Paesi e Organizzazioni internazionali diversi dai leader del G7. E ciò secondo la Premier italiana, smonterebbe “la narrazione dell’Occidente contro il resto del mondo“.

Oxfam lancia un appello accorato ai leader : “Non siate complici delle atrocità a Gaza, stop al conflitto e riapertura dei valichi.”

 

 

L’appello che Oxfam rivolge ai leader del G7 non conosce fraintendimenti: “Se i paesi del G7 tagliassero meno del 3% della loro spesa militare annuale, avremmo risorse sufficienti per contribuire ad azzerare la fame nel mondo e risolvere la crisi del debito estero”, Secondo le parole di Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia, “Con soli 31 miliardi di dollari in più all’anno, i paesi donatori del g7 potrebbero eliminare la fame in tutte le sue forme”.

E sulla crisi in Medio-Oriente, continua Pezzati : “Oggi Gaza sta a affrontando una crisi umanitaria terribile. È fondamentale che il G7 non resti complice di queste atrocità, chiediamo la fine del conflitto e l’apertura dei valichi per l’ingresso degli aiuti”.

 

 

 

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