Geopolitica

epurazioni saudite, nuovi amici e vecchi nemici in medio oriente

9 Novembre 2017

L’Arabia Saudita è nel mezzo di una crisi politica interna come non si ha memoria in tempi recenti.

Infatti nei giorni scorsi una serie di eventi ha scosso il Regno:

• un missile è stato sparato sulla capitale Saudita. Un missile che si dice essere stato costruito in Iran e portato di contrabbando in Yemen proprio allo scopo di essere sparato su Riyadh.
• Due principi reali sauditi sono deceduti in meno di 24 ore: uno in un incidente di elicottero, l’altro durante uno scontro armato con le forze di sicurezza che cercavano di arrestarlo.
• 38 persone tra ex ministri e principi della casa reale sono state arrestate qualche giorno fa con l’accusa di corruzione e i loro conti bancari congelati.
• Il Primo Ministro libanese Saad Hariri inaspettatamente si è dimesso dalla propria carica dopo essere stato convocato a Riyadh.
• Nel frattempo l’Arabia Saudita accusa l’Iran di condurre atti “di aggressione militare diretta” e accusa il Libano di “dichiarare guerra“ a Riyadh permettendo “l’aggressione” del regno da parte di Hezbollah.

Nonostante le sfide e i problemi di sicurezza sempre maggiori della regione, la crisi che sembra svilupparsi in Arabia Saudita non dà alcun segnale di rallentare.
Un fattore importante che contribuisce a questa crisi è la divisione che si sta allargando sempre più nel mezzo della famiglia reale Saudita: una lotta di potere che ha avuto come risultato la deposizione e il rimpiazzamento di un principe ereditario con un altro, cosa che è stata un terremoto politico nel Paese.
Gli eco di questo possono essere visti nell’ondata di arresti “anti corruzione” portati avanti dalla attuale principe ereditario Mohammad bin Salman.

Il Principe ereditario Mohammed Bin Salman al Soud

Nel contempo nella regione i molteplici progetti di politica estera del Regno stanno fallendo o comunque non danno segno di riuscita:

• L’efficacia dell’intervento in Yemen può essere misurata dal missile sparato su Riyadh l’altro giorno.
• Bashar al-Assad è ancora al potere in Siria.
• I tentativi di spaventare il Qatar e renderlo più mansueto si sono rivoltati contro dato che l’emirato è sempre più amichevole nei confronti di Russia, Turchia e Iran.

Mappa della regione

Questo si somma al fatto che l’Iran sta guadagnando sempre più influenza nella regione, mentre i sauditi sembrano perderne.
I Sauditi hanno anche cercato di porre la questione in termini diplomatici. Il re Salman, primo Capo di Stato saudita ad averlo mai fatto, ha infatti persino visitato Mosca, dove le parti si sono scambiate promesse senza garanzia che queste verranno mai rispettate. Cosa che è stata vista da taluni commentatori sauditi come un sintomo di debolezza.

Se a questa situazione si aggiungono le difficoltà economiche del paese si può comprendere perché la posizione del re e del principe ereditario sembrano essere incerte e che la politica di arresti “anticorruzione“ è dovuta alla necessità di rendere più sicuro il trono e l’eventuale passaggio generazionale.

In tale direzione va anche visto l’aumentato utilizzo della retorica militare nei confronti di Iran, Libano ed Hezbollah.
Ed è su questi ultimi che potrebbero concentrarsi le attenzioni del Regno, dato più che in seguito al conflitto siriano le capacità militari della fazione sciita libanese sono aumentate esponenzialmente, e in quest’ottica avrebbe ancora più senso l’avvicinamento saudita ad Israele, che ha giustappunto in Iran e nel suo tramite più prossimo ai suoi confini, ovvero Hezbollah, dei nemici giurati alla propria esistenza.

È quindi plausibile aspettarsi prossimamente degli sviluppi nella regione e in Libano in particolare dove la presenza di Hezbollah diventa sempre più ingombrante nei difficili equilibri interni.

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