Geopolitica

Derry, da dove si guarda al futuro del Nord Irlanda

31 Gennaio 2018

Derry è una passaggiata sul river Foley attraversando il Peace Bridge. Così lontana da tutto quello che geograficamente è Irlanda, lì in cima, ci vuole del tempo per raggiungerla. Con il cellulare che ondeggia tra IE e GB, di là c’é il Donegal. Di qua, appunto la contea di Derry, Gran Bretagna.

“Sei stato in Donegal? Sei andato anche a Derry?”

“No a Derry no”.

Una classica affermazione di tanti amanti di Irlanda. Anche degli amanti de Il trono di Spade che qui ha alcuni dei suoi set più famosi.

E poi a Derry ci vai ed è come un matrimonio. E’ una città con cui ci si sposa. Io il perché non lo so dire. Dico sempre che “mi ha chiamata”. Non amo particolarmente la pioggia eppure l’ultima volta che ci sono stata diluviava ed ero felice. Forse perché Derry è uno di quei posti in cui ritrovi la misura delle cose.

A Derry la memoria del Bloody Sunday è un museo inaugurato da nemmeno un anno nel Bogside con filmati e oggetti che ricordano quel 30 gennaio 1972. Sono John e Julienne e tutto lo staff che ti fanno sentire come in una famiglia.

E’ Creggan e cattolici e protestanti che insieme provano a ricominciare. Perché le colpe sono state riconosciute e la memoria si prova a farla diventare seme per la convivenza.

Non aspettatevi retorica a Derry.

A Derry si guarda al futuro del Nord Irlanda.

Ascoltate John cosa ha detto alla commemorazione. Qualche mese fa mi ha rivelato che  il Papa lo aspetta proprio qui. E forse sarebbe il senso più grande del viaggio della prossima estate. La riconciliazione che passa per l’umanità delle persone.

 

 

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