Geopolitica

Philip Morris ed il contrabbando globale

6 Novembre 2021

Da anni, i concorrenti della PMI Philip Morris International (e specialmente la BAT British American Tobacco) affermano che PMI vende le proprie sigarette anche attraverso il contrabbando. Secondo molti osservatori, il contrabbando internazionale di sigarette si svolge usando quattro hub principali: la Grecia, il Sudafrica, l’Iran e gli Emirati Arabi Uniti. Molte ONG e molti magistrati hanno già lavorato sull’argomento, ma si arenati di fronte al fatto che gli Emirati non collaborano nei casi di inchieste transnazionali.

I fatti: il commercio illegale di sigarette è un’industria globale, la cui produzione non è sottoposta ad alcun controllo di qualità e di tossicità, che per giunta costa ai governi circa 40 miliardi di dollari all’anno in mancati guadagni ed è una rendita sicura per organizzazioni criminali e terroristiche[1]. Il business è così redditizio da convincere le autorità che il tabacco sia la sostanza legale più contrabbandata al mondo[2]. Perché proprio le sigarette? Il motivo è semplice. Le tasse per la sua vendita ufficiale sono molto alte, il volume e il peso limitati e i profitti alti. Inoltre è un prodotto facile da contrabbandare, subisce i controlli più rari e al massimo, se si viene colti in fallo, il tutto si risolve con una multa, mentre per le droghe si va in galera.

Ad essere contrabbandate sono decine di marche di sigarette sconosciute, ma soprattutto quelle più famose e più diffuse sul mercato ufficiale, prime fra tutte le due grandi multinazionali, la BAT e la Philip Morris – che, ufficialmente, se ne lamentano[3]: Philip Morris ha pagato 1,25 miliardi di dollari all’Unione Europea per finanziare la lotta contro il contrabbando (unica azienda del tabacco che, nel 2004, abbia concluso un simile accordo con la UE), ed ha compensato le perdite fiscali calcolate in base ai sequestri doganali delle sigarette contrabbandate – ma ha ottenuto, in cambio, la fine delle inchieste penali contro il proprio management che erano state iniziate nel territorio europeo[4].

BAT ha aderito al progetto a partire dal 2010, ed ha messo a disposizione 200 milioni di dollari[5]. L’accordo con entrambe le multinazionali è scaduto nel luglio del 2016 e non è stato rinnovato dall’Unione Europea[6], visto che l’accordo non ha portato ad una riduzione del contrabbando dei prodotti BAT e Philip Morris ed ha visto in realtà l’aumento della vendita di altri prodotti illegali a causa dei forti investimenti industriali nel settore delle “cheap white”, ovvero le sigarette a basso costo prodotte legalmente in alcuni Paesi dell’Est e del Medio Oriente e poi vendute illegalmente altrove[7].

Le grandi rotte del contrabbando


Le rotte principali del contrabbando mondiale di sigarette[8]
Ma cosa c’entrano le aziende del tabacco con i contrabbandieri? Secondo gli analisti dell’Unione Europea i trafficanti di sigarette comprano la merce direttamente dalle multinazionali, che ne sono consapevoli, ma non fanno nulla per impedirlo. Anzi, secondo la rivista Tobacco Control, il contrabbando è divenuto fondamentale in un’era in cui i divieti e le imposizioni fiscali aumentano ed il fatturato scende: il contrabbando permette vendite maggiori ed è un sistema per entrare in mercati chiusi (come quello cinese, per esempio, dove ogni anno vengono importati clandestinamente 40 milioni di sigarette)[9].

Le marche più diffuse sono quelle americane, come Marlboro (Philip Morris) e Camel (R.J. Reynolds): le sigarette vengono acquistate legalmente dalle aziende produttrici negli Usa e arrivano al porto di Anversa in Belgio come merce “in transito” [10]. Ufficialmente si tratta di sigarette destinate a paesi extraeuropei, come il Nord Africa, e per questo sono esenti da tasse – ma una volta lasciata Anversa, se ne perdono le tracce[11]. Sono conosciute tre rotte principali: la prima dal Belgio[12] porta in Svizzera[13]. Qui le sigarette non sono più sotto la legislazione Europea (e non esiste un sistema di tracciabilità)[14] e ricevono una nuova destinazione, che di solito è l’Europa dell’Est e l’ex-Unione Sovietica[15].

Il secondo percorso: dal porto di Anversa le sigarette arrivano agli aeroporti di Belgio e Olanda, e da qui raggiungono di nuovo l’Europa orientale. Dai Paesi dell’ex-Cortina di ferro rientrano quindi in Unione Europea, dirette soprattutto in Germania e Italia (nel 2018, la percentuale del consumo del tabacco illecito era stabile, intorno al 5.8% del totale delle sigarette[16]). Queste sigarette rientrano attraverso le rotte che passano soprattutto dall’Albania e dal Montenegro[17], paese che fino a 20 anni fa era uno dei principali centri di smistamento mondiale del contrabbando, finché gli accordi tra Italia e Montenegro non hanno portato all’espulsione ed all’arresto dei latitanti dal che si nascondevano in quel paese[18]. La terza rotta: le sigarette, una volta stoccate in Belgio, arrivano direttamente in Spagna, Andorra e Portogallo[19].

I colpi contro il sistema criminale hanno sortito effetti solo per pochi mesi: nel frattempo è stata riattivata la vecchia via contrabbandiera Turco-Greca, sono stati spostati i luoghi di stoccaggio, riattivate le navi-madre e le basi operative nelle isole greche[20]. Fino al 2017, quando un’operazione della polizia di Hong-Kong ha portato al sequestro di sigarette greche per 5,8 milioni di dollari ed all’arresto di una banda di contrabbandieri vietnamiti[21], la rotta greca era imperniata soprattutto su una azienda, la Karelia AeBe Atene[22], che in parte produce sigarette per il mercato legale, in parte ne produce di false, con il marchio di qualche azienda famosa[23]. Dopo quella data la Karelia ha spostato la sua attività in Bulgaria[24], ed è diventata anche agenzia distributrice ufficiale di Philip Morris e Gallagher[25].

Le sigarette taroccate arrivano ovunque nel mondo, anche in nazioni non tradizionalmente interessate dal contrabbando, come l’Iran. La Repubblica Islamica è il più grande mercato per i prodotti del tabacco in Medio Oriente: il governo ha il monopolio del tabacco locale, ma c’è una forte domanda di marche internazionali e, secondo le agenzie locali, circa il 20% del consumo di sigarette è costituito da marche di contrabbando[26]. La rivoluzione islamica del 1979 non ha impedito a compagnie occidentali come RJ Reynolds di aggirare il monopolio e contrabbandare i propri prodotti senza pagare i dazi nel paese[27]. Un importante sito di trasferimento era la zona di libero scambio dell’isola di Kish (Kish Island) nel Golfo Persico – una zona “duty free” ampiamente sfruttata come canale per il contrabbando e non solo di sigarette[28].

Settembre 2016: la Polizia di Hong Kong sequestra 20 milioni di pacchetti di sigarette greche[29]
Nel 2002, il governo iraniano ha firmato un accordo con Reemtsma e altre compagnie di tabacco per sostituire il commercio illecito di sigarette con importazioni legali[30]. I produttori americani, tra cui Philip Morris, hanno ottenuto il permesso di concludere accordi commerciali con il regime dei Mullah nonostante l’embargo, e nonostante il fatto che l’Iran applichi una tassa di importazione di oltre il 7%[31]. Potenza delle lobbies… Ma i prodotti di contrabbando sono tuttora molto richiesti dai fumatori iraniani[32]. Le marche occidentali sono considerate dalle donne e dai giovani un simbolo di libertà, per cui l’ex presidente Ahmadinejad ha accusato le guardie rivoluzionarie di guadagnare illecitamente dagli accordi commerciali sul tabacco[33].

Fino al 2010 (fino alla caduta del regime di Gheddafi) la Libia era un altro dei mercati principali, e la richiesta era talmente imponente che la Philip Morris ha chiesto a Raoul Setrouk (un uomo d’affari Israeliano che allora lavorava per PMI) di calcolare e documentare le importazioni di sigarette in Libia che, evitando le sanzioni, avvenivano attraverso una società di Dubai, la Al Rashideen Trading Company[34]. Dopo la rivoluzione, Al Rashideen continuato la propria attività, ma ha iniziato ad usare un’azienda offshore appositamente fondata da Setrouk, la Transafrica Ltd. Hamilton, che controllava a sua volta altre aziende occupate nel contrabbando, come la United Tobacco Group Inc. Panama[35] e la MSI Market Intelligence Survey (MSIntelligence) Sarl Ginevra[36].

All’epoca tutti i prodotti PMI distribuiti da Setrouk and Al Rashideen erano realizzati negli Stati Uniti. Al Rashideen ha distribuito (tramite Transafrica) notevoli quantità di prodotti del tabacco di PMI anche ad altri paesi soggetti all’embargo statunitense fino al 2020, quando Philip Morris ha smesso di pagare e le aziende di Setrouk le hanno intentato causa[37]. Ad oggi, PMI continua a distribuire sigarette attraverso Al Rashideen in diversi paesi tra cui Algeria, Egitto, Giordania, gli stati del Golfo e in tutta l’Africa[38].

Per aumentare la pressione su Philip Morris, Setrouk ha intentato un secondo contenzioso giuridico[39], accusando PMI di furto della proprietà intellettuale, poiché userebbe una metodologia creata da MSIntelligence per misurare i flussi mondiali di sigarette di contrabbando[40]. Setrouk ha presentato delle prove del contrabbando creato da Philip Morris in Libia in violazione dell’embargo, manipolando i dati raccolti da KPMG sulle sigarette illegali per nascondere il reato commesso[41].

Setrouk ha creato un’onda pericolosissima per la Philip Morris, specialmente in Francia: in questo paese, da diversi anni ricercatori, associazioni di prevenzione e una manciata di deputati accusano PMI di organizzare il commercio parallelo e di promuovere, praticando il dumping dei prezzi, una concorrenza sleale nei confronti della concorrenza[42]. Secondo loro, buona parte delle sigarette low cost vendute di nascosto a Parigi o a Marsiglia proviene da fabbriche situate nell’Europa dell’Est o nel Maghreb[43]: queste sarebbero importate illegalmente, quindi esenti da tasse, da intermediari legati a PMI[44]: grazie alle fabbriche africane, un pacchetto di sigarette costa 1,63 € in Algeria, mentre un pacchetto legale di Marlboro in Francia costava 8 euro fino al 2019, oggi costa 10 euro[45], mentre i pacchetti che vengono dall’Algeria costano la metà, garantendo ai contrabbandieri un guadagno di oltre 3 euro al pacchetto[46].

I flussi dall’Algeria alla Francia hanno visto un aumento del 300% dal 2012[47]
La soluzione trovata da Philip Morris: nominare l’ex portavoce di Nicolas Sarkozy, Grégoire Verdeaux, nel consiglio di amministrazione con l’incarico di gestire i contatti con i Parlamenti europei[48], ed allo stesso tempo firmare un contratto con lo sceicco Ahmed Hassan Abdul Qaher Al-Sheebani, uno dei lobbisti più potenti di Algeria e l’azionista principale nella joint-venture di PMI con l’azienda del tabacco emiratino-algerina (STAEM): scoperto il nuovo canale, lo sceicco ha frettolosamente lasciato l’Algeria con 20 valigie di milioni di euro in contanti nel suo jet privato, e sei ufficiali della Direzione generale della sicurezza e della protezione presidenziale (DGSPP) sono stati condannati a 20 anni di detenzione per averlo aiutato a lasciare indisturbato il paese[49].

La condanna segue le inchieste iniziate dalle dichiarazioni di Setrouk, che nella sua denuncia accusa PMI di organizzare il mercato nero globale delle sigarette, compreso quello della Francia dall’Algeria: “Philip Morris International ha inondato intenzionalmente e attivamente il mercato algerino[50] con sigarette economiche, sapendo che un flusso costante di queste sigarette sarebbe stato rivenduto in Francia”[51], ha detto Setrouk in un’udienza a New York[52].

Oltre al signor Setrouk, il deputato ambientalista François-Michel Lambert (LEF – Liberté écologie fraternité)[53] si dice pronto a consegnare il management della PMI alla giustizia[54], se le prove fornite dal direttore di MSI si dimostreranno solide: queste sigarette “contrabbandate attraverso il Mediterraneo” rappresentano il 4,5% del mercato nero in Francia, provocando una perdita fiscale stimata di oltre 400 milioni di euro all’anno, sostiene Lambert[55], che ha verificato il fatto che la maggior parte delle sigarette non tassate vendute sul mercato francese sono prodotti PMI[56].

Sempre grazie a Setrouk, nel febbraio del 2020, la cooperazione tra l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), la Belgian Customs e la Royal Malaysian Customs ha portato al sequestro 62,6 milioni di sigarette che erano state contrabbandate nell’Unione Europea, e nel gennaio del 2020 sono stati sequestrate circa 135 milioni di sigarette di contrabbando al porto e nei magazzini di Anversa, evitando così perdite fiscali per più di 50 milioni di euro[57]. Per anni Philip Morris ha pagato la KPMG perché pubblicasse un rapporto annuale indipendente sul contrabbando di tabacco[58] – una relazione che viene condivisa con le autorità governative e varie ONG per promuovere la lotta al tabacco illegale e per dare l’immagine di una Philip Morris impegnata nella lotta al contrabbando[59].

Le principali organizzazioni storiche del contrabbando di sigarette, che esistono, quasi immutate nella loro natura, da oltre un secolo (le sigarette erano moneta di scambio fin dalla prima guerra mondiale) sono in Italia. Il governo stima che il mancato incasso delle accise sia salito dai 2200 miliardi di lire annui di un quarto di secolo fa ai 495 milioni di euro del 2019[60]. Fin dal novembre del 2000 il governo si è associato alla causa civile degli Stati Uniti contro la Philip Morris e R.J. Reynolds, supportando l’accusa della Commissione europea: le due multinazionali sarebbero “direttamente coinvolte in attività di contrabbando” che “hanno nascosto attraverso atti illegali, compreso il riciclaggio”[61]. Sono passati 20 anni, e la presenza di Philip Morris in Italia, invece di diminuire, è cresciuta[62], ed il Monopolio di Stato continua a produrre su licenza proprio le sigarette di Philip Morris[63].

Due percorsi alternativi seguiti dalle sigarette illegali contrabbandate dagli Emirati Arabi Uniti all’Algeria (2017)[64]
L’andamento oscillante del governo si riflette sul fatturato del contrabbando di sigarette: negli anni 2000, in Italia, il contrabbando di tabacco ha subito un calo fortissimo, riprendendosi nel 2008 per poi raddoppiare nel 2012, finché, nel 2015, il paese ha raggiunto il quinto posto nella scala dei consumi illeciti in tutta l’Europa[65]. La Campania, in particolare Napoli e Caserta, è da un secolo l’epicentro di un traffico imponente (58.09% del consumo totale nel 2017)[66] condizionato dalla crisi economica della zona. Napoli è ancora oggi, come cento anni fa, la regina dell’importazione e trasporto delle illicit whites: il business è sottoposto al controllo diretto della camorra, che mantiene i contatti con la criminalità cinese che produce le sigarette, ha uffici di rappresentanza nei porti della Cina, in quelli di transito di Dubai ed in quello calabrese di Gioia Tauro[67].

Le marche che contrabbandano – oltre a quelle dei colossi multinazionali – hanno nomi accattivanti o esotici: Regal, Palace, Karelia, Richman, Capital, Boss, Jin Ling, Legend, Marble Mark 1, American Legend[68]. I contrabbandieri spesso usano camionisti dalla Bielorussia e dall’Ucraina, dalla Polonia e dalla Romania, paesi da cui i camion raggiungono l’intera Unione Europea[69] – soprattutto Inghilterra, Irlanda e la Norvegia[70].

La Polizia italiana combatte una battaglia persa in partenza. Il contrabbando, specie a Napoli, è una componente irrinunciabile dell’economia cittadina, tant’è vero che, nel 1978, quando per la prima volta i contrabbandieri, organizzati in un sindacato, hanno dichiarato lo sciopero, l’intera città è rimasta bloccata fin quando lo Stato non ha accettato un accordo: la lotta ai motoscafi continua, ma i piccoli smerciatori di strada vengono lasciati in pace[71]. L’accordo è stato cancellato nel 1994, quando sono state varate nuove leggi per punire non solo chi spaccia, ma anche chi compra sigarette di contrabbando[72]. Un giorno dopo i contrabbandieri sono nuovamente entrati in sciopero, e la legge è stata ritirata[73].

La guerra tra Polizia e contrabbandieri, così come i successi ottenuti sulla rotta balcanica, ha spostato ancora più a est le attività del crimine organizzato. Nella seconda metà del 2017, la polizia finanziaria pakistana di Mandra ha scoperto una filiale segreta della camorra e della Philip Morris: sono state trovate le macchine per la produzione e il confezionamento[74] ed uno stock di quasi 60 milioni di sigarette illegali[75]. Così è stato scoperto che la Philip Morris (Pakistan) Ltd stava usando il magazzino (una fabbrica abbandonata) per “sfornare” le sigarette per il mercato nero[76]. Solo pochi mesi prima, i funzionari del fisco pakistano avevano trovato un’altra fabbrica illegale di sigarette in una piccola valle al confine con l’Afghanistan: all’interno hanno riferito di aver trovato attrezzature di produzione di sigarette della Philip Morris, ma di questa inchiesta non si sa nulla, l’indagine è in fase di stallo[77].

Napoli, 4 aprile 1972: Contrabbandieri partenopei tengono una cerimonia funebre in memoria di tre colleghi uccisi da un soldato americano durante una trattativa finita male per la consegna di sigarette rubate[78]
La relazione annuale della PMI sul contrabbando di sigarette segnalava da anni una costante crescita dello smercio in Pakistan che, secondo l’analisi KPMG, nel 2018 raggiunge quasi il 44% del mercato interno – una cifra contestata in modo veemente dalla Pakistan National Heart Association, che contrappone i risultati di una propria ricerca, che stabilisce la percentuale al 9%[79]. In ogni caso, la pressione sulle autorità pakistane cresce, e nel 2019 il governo aderisce ad un trattato internazionale chiamato “Protocollo sul commercio illecito”[80], che impone ai governi di introdurre sistemi di tracciabilità per determinare l’origine dei prodotti derivati dal tabacco, e di controllare il movimento delle sigarette[81]. Il protocollo non viene applicato: in Pakistan, Philip Morris e Pakistan Tobacco (gruppo BAT British American Tobacco) controllano il 98% del mercato legale – e per la resistenza di queste due società il governo non riesce a introdurre la tracciabilità e monitoraggio[82].

Il contrabbando dall’altra parte del mondo

Durban: un tipico “spaza” per la vendita di prodotti di contrabbando: secondo la Polizia, nel solo KwaZulu-Natal queste baracche agli angoli delle strade fatturano 1,7 milioni di dollari l’anno[83]
Le rotte fin qui descritte riforniscono l’Europa, l’Africa settentrionale e l’Asia. Ma uno dei paesi al mondo con la quantità maggiore di tabagisti è il Sudafrica, sicché, nel marzo 2020, quando il governo federale ha introdotto la proibizione assoluta di fumare a causa del Covid-19, l’intero mercato legale è passato al contrabbando – come era accaduto con l’alcool negli Stati Uniti negli anni del proibizionismo: secondo i rilevamenti ufficiali, nell’agosto del 2020 il consumo di sigarette non era calato affatto e solo il 16% ha dichiarato di non aver fumato durante il divieto[84].

In un paese travolto dalla crisi economica, nel quale molti non hanno abbastanza per comprare cibo ed energia, il mercato nero ha fatto schizzare i prezzi delle sigarette di contrabbando, che sono aumentati dapprima del 90%[85] e poi, quando perfino i contrabbandieri si sono accorti di avere difficoltà a rifornire l’intero mercato, del 250%[86]. A quel punto il governo ha preso l’unica decisione sensata possibile, e ad ottobre il proibizionismo è stato abrogato. Ciò nonostante, l’industria illegale ha oramai conquistato il mercato: secondo le stime di BAT, a fine 2021 il governo avrà perduto, in confronto all’anno precedente, 19,1 miliardi di rand (1,3 miliardi di dollari), contando solo i dazi di importazione[87].

Uno studio dell’Università di Città del Capo sostiene che il 90% dei fumatori è stato in grado di acquistare sigarette durante il blocco: le sigarette venivano consegnate direttamente a casa, e solo se si è noti ai contrabbandieri, che non vogliono rischiare ad essere presi nel sacco con grandi quantità di sigarette[88]. BAT South Africa, Japan Tobacco ed altri produttori hanno vinto un’azione legale: il sospetto della collusione tra governo e contrabbandieri è risultato convincente, e la corte ha definito il proibizionismo anticostituzionale ed ha condannato il Sudafrica a pagare una multa alle multinazionali[89]. Il governo sudafricano è ricorso in appello, il contenzioso non è ancora concluso[90].

Il governo ha ora aumentato le accise sulle sigarette e sui prodotti del tabacco dell’8%, innescando un aumento del 9% dei prezzi al dettaglio – ma già prima dell’introduzione dei divieti, il Sudafrica era uno dei maggiori mercati al mondo per le sigarette illegali[91]: un terzo del mercato interno è rappresentato da sigarette senza brand, sigarette contraffatte oppure fatte in casa dai gestori degli spazas, le baracche per la vendita al dettaglio disseminati agli angoli delle strade[92]. Si stima che 90% delle sigarette illegali siano prodotte localmente in fabbriche di produttori in possesso di una regolare licenza, ma che non dichiarano tutti i loro prodotti al South African Revenue Services (SARS)[93].

Per combattere il fenomeno, SARS ha cercato di introdurre il sistema di etichettatura “Track-and-trace”, che funziona bene in Kenya, ma la gara d’appalto è stata immediatamente cancellata[94]: il Tobacco Institute of South Africa (TISA), che rappresenta gli interessi delle multinazionali e delle fabbriche locali, ha danneggiato giuridicamente e con manifestazioni di piazza l’appalto e, nel maggio del 2020, la SARS ha rinunciato al progetto[95]. Ci si è limitati ad introdurre una linea telefonica gratuita per denunciare anonimamente i contrabbandieri[96]. Secondo il direttore generale di BAT South Africa, Johnny Moloto, “i produttori illegali che hanno sfruttato il divieto di chiusura dell’anno scorso stanno tuttora dilagando (…). È un’emergenza nazionale che richiede un’indagine su vasta scala sull’intera industria”[97].

I boss del tabacco

Simon Rudland[98] (sinistra) e Adam Molai[99] (destra)

Il paese africano al primo posto per la produzione di sigarette è lo Zimbabwe, che esporta in Cina, Sudafrica, Belgio, Regno Unito, Indonesia e Germania, ed importa il tabacco dalle piantagioni del Malawi e del Sudafrica[100]. Il mercato di Harare è un oligopolio dominato da Simon Rudland e la sua GLTC (Gold Leaf Tobacco Corporation), un boss apertamente protetto dal partito al governo, Zanu-PF[101], con grandi centri di produzione e stoccaggio in Sudafrica e nella Repubblica Democratica del Congo[102]. Le sue sigarette entrano in Sudafrica attraverso la frontiera di Beitbridge (qui nel 2016 entrava l’82% delle sigarette illegali)[103], oppure nei valichi di confine con il Botswana e il Mozambico[104].

Rudland, che vive in Sudafrica, possiede una miriade di aziende agricole, ha in mano concessioni minerarie nello Zimbabwe e nella Repubblica Democratica del Congo, una società di logistica e una società di autobus[105]. Ma questo non lo mette al riparo dalla brutalità della concorrenza. Secondo Johann Van Loggerenberg[106], un ex poliziotto autore del libro “Tobacco Wars”[107], “l’industria del tabacco sudafricana è divisa tra i giocatori affermati e i nuovi arrivati che mangiano quote di mercato, ed entrambe le parti hanno dimostrato che non si fermano davanti a nulla per raggiungere la supremazia”[108].

Nell’agosto del 2019 Simon Rudland è scampato ad un attentato: un cecchino gli ha sparato nove colpi mentre, accompagnato dai suoi legali, si recava ad un incontro negli uffici della Fair-Trade Independent Tobacco Association (FITA) – l’associazione che rappresenta i piccoli produttori di sigarette), ma è solo stato ferito[109]. Rudland è sospettato da anni di praticare il contrabbando, e la SARS sostiene che deve oltre 70 milioni di euro in IVA e accise, e che ha sul libro paga diversi parlamentari locali e federali, specie nel partito di opposizione EFF e nella ANC[110]. La GLTC, accusata di dumping dalla concorrenza, vende i brands Voyager, RD, Sharp e Sahawi, quasi esclusivamente negli spazas[111].

Secondo Van Loggerenberg la Gold Leaf vende il 75% di tutte le sigarette illegali del Sudafrica[112]. Secondo lo studio IPSOS finanziato dalla BAT, delle dieci marche più vendute nel continente al di sotto della soglia fiscale, sei sono prodotte dalla GLTC – tra il 70 e l’80% del commercio illecito di sigarette[113]. Anche se Rudland nega, le multinazionali lo considerano un concorrente pericoloso, ed hanno lanciato una campagna sui social contro GLTC (#takebackthetax), promossa con delle celebrità locali[114].

Spaza shops del clan Msholozi a Masoyi (contea di Mpumalanga, KwaZulu-Natal)[115]
Il principale avversario di Gold Leaf Tobacco nello Zimbabwe è la Savanna Tobacco Company (dal 2017 conosciuta come Pacific Cigarette Company)[116] di Adam Molai, marito di Sandra Mugabe, nipote dell’ex presidente Robert Mugabe – un ragazzo cresciuto con il tabacco, visto che lui e sua moglie, da giovani, lavoravano per la Zimbabwe Tobacco Growing Company[117]: “io sono un imprenditore con un’ampia esperienza nella consulenza gestionale, nella vendita al dettaglio, nel tabacco, nello sviluppo immobiliare, nelle fonderie, nelle miniere, nei carburanti, nei lubrificanti, nelle bevande, nelle assicurazioni e nella produzione in generale”[118].

Savanna Tobacco produce due dei brand preferiti dai sudafricani, Remington Blue e Pacific Blue, che sono anche i più contraffatti in Sudafrica[119]. Nonostante il sospetto della violazione delle leggi sulla produzione ed il commercio del tabacco, il presidente Mugabe ha apertamente sostenuto Savanna, accusando la rivale British American Tobacco di spiare Savanna e di dirottare i suoi camion: “Se questo è quello che state facendo per uccidere la concorrenza e lo fate in modo cattivo, qualcuno ne risponderà”, ha minacciato Mugabe[120]. Come detto, nella lotta per la supremazia non ci sono colpi proibiti.

Simon Rudland e Adam Molai lottano da sempre per il mercato sudafricano: Rudland, con la sua Livera Trading (Pvt) ha provato, nel 2016, a prendersi la quota di mercato di Savanna, mettendo sul mercato sigarette con lo stesso pacchetto delle Remington Gold, chiamandole RG… c’è voluta una decisione del tribunale per obbligare Gold Leaf Tobacco a ritirare le RG dal mercato (anche se Rudland ha sostenuto che RG indicasse sue iniziali “George Rudland”) ed annullare pubblicità e contratti nello Zimbabwe[121]. Un round perso.

Dopo che Mugabe, nel 2017, è stato deposto con un colpo di Stato, la situazione di Adam Molai è diventata precaria[122]. Improvvisamente, il nuovo governo ha ordinato a Savanna Tobacco di pagare le tasse che non ha versato nel corso degli anni: secondo un ex contrabbandiere, “Adam [Molai] ha perso la protezione politica ed è anche sotto pressione finanziaria”[123]. Molai respinge tutte le accuse e si dice pronto a querelare chiunque le ripeta[124]. Allo stesso tempo, negli ultimi anni è nata e cresciuta una nuova concorrenza, a prezzi stracciati, che proviene dall’India, dal Pakistan e dal Bangladesh[125], e che viene venduta negli spazas di tutto il Sudafrica[126].

Tutte le strade portano a Dubai

Una delle sale delle Poste degli Emirati per il trattamento dei milioni di pacchetti di sigarette, legali ed illegali, che vengono ricevuti ed inviati attraverso il sistema postale ufficiale[127]
Con il passare del tempo, a causa dell’inasprirsi delle misure contro il fumo, del miglioramento delle misure di contrasto da parte delle polizie di mezzo mondo, e della terribile concorrenza, il mercato globale trova nuove soluzioni: la principale è quella di usare gli Emirati Arabi Uniti per rendere legali le sigarette di contrabbando. Il governo di Abu Dhabi adotta, per il mercato del tabacco, le stesse regole applicate per l’oro: non importa da dove provenga e chi lo venda, è sempre il benvenuto, e negli Emirati riceve un riconoscimento ufficiale e può quindi essere commerciato in tutto il mondo[128].

Questa scelta politica incoraggia una continua espansione del settore: oggi esistono almeno dieci fabbriche che producono sigarette nella zona industriale di libero scambio di Jebel Ali[129], 45 chilometri a sud da Dubai – queste fabbriche fatturano miliardi, e sono divenute il quarto bene d’esportazione del paese, dopo il petrolio, l’oro e l’alluminio[130]. Come tutte le FTZ (Free Trade Zones) del pianeta[131], anche Jebel Ali è bene interconnessa con porti ed aeroporti vicini[132] non impone dazi[133], ed è la destinazione preferita degli uffici di vendita di tutte le grandi marche di sigarette: dopo le multinazionali ufficiali, ora anche la Savanna Trading di Adam Molai ha una filiale a Jebel Ali[134].

Secondo Andy Carter della JTI Japan Tobacco International, “tutti sanno che [le sigarette assemblate qui sono] prodotte per il contrabbando… Ma sono fabbricate legalmente, ed è solo probabilmente al punto d’ingresso che i documenti di spedizione vengono truccati, e qualunque merce proibita si trasforma in giocattoli o mobili”[135]. Da qui, ogni giorno, decine di voli merci e navi da carico partono per Port Said in Egitto, per Misurata in Libia, per Famagosta nella repubblica turca di Cipro, e da lì scompaiono…[136]

Oggi, quindi, il contrabbando di sigarette è divenuto una questione geopolitica e di supremazia commerciale. La grande professionalizzazione introdotta dal governo degli Emirati ha risolto molti problemi delle multinazionali (soprattutto Philip Morris) ed ha creato un nuovo mercato globale delle sigarette locali e di qualità scadente – ciò di cui il mercato aveva bisogno per tornare a far crescere il fatturato dopo due decenni di crisi dovuti alla crescente legislazione anti fumo della maggior parte dei paesi ricchi. Come diceva Al Capone, nella Chicago del proibizionismo, nulla meglio di un divieto incoraggia il commercio.

[1] https://www.askanews.it/video/2015/11/17/lisis-si-finanzia-anche-con-il-contrabbando-di-sigarette-20151117_video_14575316/ ; https://www.econotimes.com/Industry-insider-complaint-threatens-to-upset-Big-Tobaccos-applecart-1598476 ;  https://www.ilmessaggero.it/economia/news/contrabbando_petrolio_sigarette_criminalita_terrorismo-4503862.html ; https://www.adnkronos.com/terrorismo-capaldo-contrabbando-sigarette-contribuisce-a-finanziamento_3HYo9GbkT6ZKhEAFKVUcC
[2] https://www.occrp.org/en/loosetobacco/without-a-trace/the-eus-track-trace-smokescreen
[3] https://www.bat.com/theman# ; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1766170/
[4] https://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//NONSGML+IM-PRESS+20070906STO10166+0+DOC+PDF+V0//IT&language=IT ; http://pianetatabacco.it/wp-content/uploads/2014/09/Tabacco-e-Cronaca.pdf
[5] https://ec.europa.eu/anti-fraud/investigations/eu-revenue/bat_de
[6] https://www.swissinfo.ch/ita/dopo-la-fiscalit%C3%A0-il-tabacco_la-svizzera-chiude-gli-occhi-sul-contrabbando-di-sigarette/42035800
[7] https://www.eunews.it/2016/07/07/tabacco-ue-non-rinnova-accordo-anti-contrabbando-con-philip-morris/63848 ; https://www.eunews.it/2016/03/09/lotta-al-contrabbando-di-sigarette-dalleuroparlamento-primo-no-collaborare-con-aziende-produttrici/52777
[8] https://www.researchgate.net/figure/Tobacco-smuggling-routes-According-to-a-comprehensive-EU-strategy_fig1_336792031
[9] https://altreconomia.it/il-business-del-fumo-sempre-piu-a-sud-ae-15-2/
[10] https://altreconomia.it/il-business-del-fumo-sempre-piu-a-sud-ae-15-2/
[11] https://altreconomia.it/il-business-del-fumo-sempre-piu-a-sud-ae-15-2/
[12] https://www.31mag.nl/https-www-brusselstimes-com-brussels-2-137863-belgian-customs-dismantle-illegal-cigarette-factory-in-brussels-molenbeek-saint-jean-federal-public-finance-service-marlboro-europol-european-anti-fraud/
[13] https://www.swissinfo.ch/ita/dopo-la-fiscalit%C3%A0-il-tabacco_la-svizzera-chiude-gli-occhi-sul-contrabbando-di-sigarette/42035800
[14] https://www.swissinfo.ch/ita/dopo-la-fiscalit%C3%A0-il-tabacco_la-svizzera-chiude-gli-occhi-sul-contrabbando-di-sigarette/42035800
[15] https://altreconomia.it/il-business-del-fumo-sempre-piu-a-sud-ae-15-2/
[16] https://www.geopolitica.info/una-mappa-del-contrabbando-di-sigarette-in-italia-criminalita-locali-e-reti-globali/
[17] https://poliziamoderna.poliziadistato.it/articolo/56c491191daf6240600220#:~:text=Dalla%20primavera%20del%201999%2C%20con,e%20utilizzare%20i%20porti%20montenegrini.
[18] https://poliziamoderna.poliziadistato.it/articolo/56c491191daf6240600220#:~:text=Dalla%20primavera%20del%201999%2C%20con,e%20utilizzare%20i%20porti%20montenegrini.
[19] https://altreconomia.it/il-business-del-fumo-sempre-piu-a-sud-ae-15-2/
[20] https://www.youtube.com/watch?v=lt9-G9Cz–I ;
[21] https://www.scmp.com/news/hong-kong/law-crime/article/2021998/its-all-greek-hong-kong-customs-officers-make-biggest
[22] ΙΝΩ ΚΑΡΕΛΙΑ ΤΟΜΠΑΚΟ ΑΝΩΝΥΜΗ ΒΙΟΜΗΧΑΝΙΚΗ ΕΤΑΙΡΙΑ ΣΙΓΑΡΕΤΤΩΝ ΚΑΙ ΠΡΟΙΟΝΤΑ ΚΑΠΝΟΥ :: Greece :: OpenCorporates ; ΚΑΡΕΛΙΑ ΕΠΕΝΔΥΤΙΚΗ ΑΝΩΝΥΜΟΣ ΕΤΑΙΡΕΙΑ :: Greece :: OpenCorporates ; ΚΑΡΕΛΙΑ ΤΡΕΙΝΤΙΝΓΚ ΑΝΩΝΥΜΗ ΕΜΠΟΡΙΚΗ ΚΑΙ ΒΙΟΜΗΧΑΝΙΚΗ ΕΤΑΙΡΙΑ :: Greece :: OpenCorporates
[23] https://www.pmi.com/resources/docs/default-source/pmi-sustainability/report-on-the-illicit-cigarette-trade-in-the-maghreb-region.pdf?sfvrsn=67a69ab5_2
[24] “КАРЕЛИЯ – 2007” ООД :: Bulgaria :: OpenCorporates ; “КАРЕЛИЯ – ЛАЙФ” ЕООД :: Bulgaria :: OpenCorporates ; “КАРЕЛИЯ 2000” ЕООД :: Bulgaria :: OpenCorporates ; “КАРЕЛИЯ 2011” ООД :: Bulgaria :: OpenCorporates ; “КАРЕЛИЯ-РТ” ООД :: Bulgaria :: OpenCorporates
[25] https://www.occrp.org/index.php/en/projects/tobacco-project/31-bulgaria/58-bulgarian-smuggling
[26] https://tobaccocontrol.bmj.com/content/19/5/380.full
[27] Coveting Iran: the infiltration and exploitation of Iran by global cigarette companies, World Health Organization, September 2001, see more: https://applications.emro.who.int/dsaf/EMRPUB_2001_En_767.pdf
[28] Coveting Iran: the infiltration and exploitation of Iran by global cigarette companies, World Health Organization, September 2001, see more: https://applications.emro.who.int/dsaf/EMRPUB_2001_En_767.pdf p. 5, 9 and 10
[29] https://www.scmp.com/news/hong-kong/law-crime/article/2021998/its-all-greek-hong-kong-customs-officers-make-biggest
[30] Coveting Iran: the infiltration and exploitation of Iran by global cigarette companies, World Health Organization, September 2001, see more: https://applications.emro.who.int/dsaf/EMRPUB_2001_En_767.pdf
[31] https://archive.nytimes.com/www.nytimes.com/interactive/2010/12/24/world/24-sanctions.html
[32] https://tobaccocontrol.bmj.com/content/19/5/380.full
[33] http://iranjournal.org/politik/ein-staat-lebt-vom-schmuggel
[34] https://www.signalhire.com/companies/al-rashideen-trading-co-l-l-c
[35] UNITED TOBACCO GROUP, INC. :: Panama :: OpenCorporates
[36] https://www.generationsanstabac.org/wp-content/uploads/2021/01/Raoul-Setrouk-and-MSINTELLIGENCE-Msi-Market-Survey-Intelligence-Sarl-vs-Philip-Morris-International-Inc..pdf
[37] https://www.generationsanstabac.org/wp-content/uploads/2021/01/Raoul-Setrouk-and-MSINTELLIGENCE-Msi-Market-Survey-Intelligence-Sarl-vs-Philip-Morris-International-Inc..pdf
[38] https://www.generationsanstabac.org/wp-content/uploads/2021/01/Raoul-Setrouk-and-MSINTELLIGENCE-Msi-Market-Survey-Intelligence-Sarl-vs-Philip-Morris-International-Inc..pdf
[39] https://www.moneyhouse.ch/it/company/msintelligence-msi-market-survey-intelligence-12889486501
[40] https://www.occrp.org/en/daily/13413-complaint-phillip-morris-smuggled-smokes-distorted-data ; https://www.generationsanstabac.org/wp-content/uploads/2021/01/Raoul-Setrouk-and-MSINTELLIGENCE-Msi-Market-Survey-Intelligence-Sarl-vs-Philip-Morris-International-Inc..pdf ; https://www.econotimes.com/Industry-insider-complaint-threatens-to-upset-Big-Tobaccos-applecart-1598476
[41] https://www.occrp.org/en/daily/13413-complaint-phillip-morris-smuggled-smokes-distorted-data ; https://www.generationsanstabac.org/wp-content/uploads/2021/01/Raoul-Setrouk-and-MSINTELLIGENCE-Msi-Market-Survey-Intelligence-Sarl-vs-Philip-Morris-International-Inc..pdf
[42] Recent press reports from Algeria detail volumes of tobacco that cannot be destined for the Algerian domestic retail market and instead can only be explained by the conscious production of PMI for the illegal export market. For example, Algerian customs authorities have recently seized more than 617,000 packs of smuggled cigarettes from Algerian PMI production, see also: https://www.generationsanstabac.org/wp-content/uploads/2021/01/Raoul-Setrouk-and-MSINTELLIGENCE-Msi-Market-Survey-Intelligence-Sarl-vs-Philip-Morris-International-Inc..pdf ; https://www.transcrime.it/wp-content/uploads/2019/07/Nexus.Booklet4-Maghreb-Route-WEB.pdf
[43] https://www.generationsanstabac.org/wp-content/uploads/2021/01/Raoul-Setrouk-and-MSINTELLIGENCE-Msi-Market-Survey-Intelligence-Sarl-vs-Philip-Morris-International-Inc..pdf ; https://www.transcrime.it/wp-content/uploads/2019/07/Nexus.Booklet4-Maghreb-Route-WEB.pdf
[44] https://www.lejdd.fr/Societe/trafic-de-tabac-laccusateur-suisse-qui-fait-trembler-philip-morris-4014801
[45] https://www.lejdd.fr/Societe/tabac-les-fumeuses-manoeuvres-de-philip-morris-pour-controler-la-tracabilite-des-cigarettes-3710306
[46] https://www.euractiv.com/section/economy-jobs/news/genuine-cigarettes-smuggling-from-algeria-gives-brussels-another-headache/
[47] https://www.euractiv.com/section/economy-jobs/news/genuine-cigarettes-smuggling-from-algeria-gives-brussels-another-headache/
[48] https://ibiworld.eu/2021/09/17/gregoire-verdeaux-lamico-che-gestisce-il-tesoro/
[49] https://algeriepart.com/2019/08/29/exclusif-cheikh-al-sheebani-les-valises-de-devises-a-laeroport-dalger-et-les-6-officiers-condamnes-a-20-ans-de-prison-ferme-par-le-tribunal-militaire-de-blida/
[50] https://www.euractiv.com/section/economy-jobs/news/genuine-cigarettes-smuggling-from-algeria-gives-brussels-another-headache/
[51] Flows from Algeria to France have increased by 300% since 2012, when the volumes of cigarettes legally produced in Algeria that are smuggled into France increased from 1.08 billion in 2012 to 3.19 billion in 2016, see also: https://www.euractiv.com/section/economy-jobs/news/genuine-cigarettes-smuggling-from-algeria-gives-brussels-another-headache/
[52] https://www.generationsanstabac.org/wp-content/uploads/2021/01/Raoul-Setrouk-and-MSINTELLIGENCE-Msi-Market-Survey-Intelligence-Sarl-vs-Philip-Morris-International-Inc..pdf ; https://themaghrebtimes.com/why-is-algeria-at-the-heart-of-the-cigarette-trafficking-in-france-which-is-knowingly-organized-by-philip-morris/ ; https://www.lejdd.fr/Societe/trafic-de-tabac-laccusateur-suisse-qui-fait-trembler-philip-morris-4014801
[53] https://www2.assemblee-nationale.fr/deputes/fiche/OMC_PA605518
[54] https://revuedestabacs.com/blog/d%C3%A9put%C3%A9-fran%C3%A7ois-michel-lambert-un-signalement-au-procureur-contre-pmi-pour-organisation-du-commerce-parall%C3%A8le-de-tabac/ ; https://www.lejdd.fr/Societe/trafic-de-tabac-laccusateur-suisse-qui-fait-trembler-philip-morris-4014801
[55] https://revuedestabacs.com/blog/d%C3%A9put%C3%A9-fran%C3%A7ois-michel-lambert-un-signalement-au-procureur-contre-pmi-pour-organisation-du-commerce-parall%C3%A8le-de-tabac/ ; https://www.lejdd.fr/Societe/trafic-de-tabac-laccusateur-suisse-qui-fait-trembler-philip-morris-4014801
[56] https://themaghrebtimes.com/why-is-algeria-at-the-heart-of-the-cigarette-trafficking-in-france-which-is-knowingly-organized-by-philip-morris/ ; https://www.lejdd.fr/Societe/trafic-de-tabac-laccusateur-suisse-qui-fait-trembler-philip-morris-4014801
[57] https://ec.europa.eu/anti-fraud/media-corner/news/18-02-2020/successful-international-operation-seized-more-62-million-smuggled_en
[58] https://www.stopillegal.com/docs/default-source/external-docs/kpmg-report—illicit-cigarette-consumption-in-the-eu-uk-norway-and-switzerland—2020-results.pdf
[59] https://www.generationsanstabac.org/wp-content/uploads/2021/01/Raoul-Setrouk-and-MSINTELLIGENCE-Msi-Market-Survey-Intelligence-Sarl-vs-Philip-Morris-International-Inc..pdf
[60] https://www.pmi.com/markets/italy/it/sostenibilita/sostenibilita-sociale/lotta-all’illecito
[61] https://www.repubblica.it/online/cronaca/verda/philip/philip.html
[62] https://ibiworld.eu/2021/01/07/movimento-5-stelle-e-lega-nord-prove-generali-per-uninternazionale-post-fascista/ ; https://ibiworld.eu/2021/01/07/la-philip-morris-va-alla-guerra-alleata-a-suprematisti-populisti-e-sceicchi-arabi/
[63] https://altreconomia.it/il-business-del-fumo-sempre-piu-a-sud-ae-15-2/
[64] Cigarette Trafficking: Introducing the Transnational Dimension of Cigarette Tra­cking in Europe and Beyond; Nexus, 2019, see more: https://www.transcrime.it/wp-content/uploads/2019/07/Nexus.Booklet1-Cigarette-Trafficking-WEB.pdf , p.29
[65] https://www.geopolitica.info/una-mappa-del-contrabbando-di-sigarette-in-italia-criminalita-locali-e-reti-globali/
[66] https://www.ilsole24ore.com/art/contrabbando-sigarette-mille-trucchi-traffico-sotto-occhi-camorra–AERsKlfE
[67] https://www.geopolitica.info/una-mappa-del-contrabbando-di-sigarette-in-italia-criminalita-locali-e-reti-globali/
[68] https://www.ilsole24ore.com/art/contrabbando-sigarette-mille-trucchi-traffico-sotto-occhi-camorra–AERsKlfE
[69] https://www.ilsole24ore.com/art/contrabbando-sigarette-mille-trucchi-traffico-sotto-occhi-camorra–AERsKlfE
[70] https://www.viagginews.com/2020/01/20/costo-sigarette-europa-mondo/ ; http://hikersbay.com/prices/norway?lang=it#:~:text=Le%20sigarette%20sono%20pi%C3%B9%20costose,13%20EUR%20(130%20NOK). ; https://www.viagginews.com/2020/01/20/costo-sigarette-europa-mondo/
[71] https://spazio70.com/societa-e-cultura/facce-da-anni-settanta/il-collettivo-autonomo-contrabbandieri-nelle-parole-di-luciano-de-crescenzo/
[72] https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/02/10/contrabbandieri-in-rivolta-dai-vicoli-invadono-le.html
[73] https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/11/06/evviva-lo-sciopero-napoli-il-trionfo.html
[74] https://www.thenews.com.pk/print/207731-FBR-discovers-non-tax-paid-cigarettes-at-warehouse
[75] https://www.occrp.org/en/loosetobacco/without-a-trace/pakistans-big-tobacco-problem
[76] https://www.occrp.org/en/loosetobacco/without-a-trace/pakistans-big-tobacco-problem
[77] https://www.occrp.org/en/loosetobacco/without-a-trace/pakistans-big-tobacco-problem
[78] https://www.facebook.com/gliannisettanta/posts/napoli-4-aprile-1972-contrabbandieri-partenopei-celebrano-in-mare-una-cerimonia-/1787803791289417/
[79] https://www.occrp.org/en/loosetobacco/without-a-trace/pakistans-big-tobacco-problem
[80] https://treaties.un.org/pages/ViewDetails.aspx?src=TREATY&mtdsg_no=IX-4-a&chapter=9&clang=_en
[81] https://www.occrp.org/en/loosetobacco/without-a-trace/pakistans-big-tobacco-problem
[82] https://tribune.com.pk/story/2217335/2-pakistan-can-earn-rs50b-curbing-illicit-tobacco-trade
[83] https://africaincmag.com/sa-sme-fund-and-a2pay-partner-to-boost-spaza-shops-with-us1-68m/
[84] https://tobaccocontrol.bmj.com/content/early/2021/07/04/tobaccocontrol-2020-056293
[85] https://tobaccotactics.org/wiki/south-africa-country-profile/
[86] https://tobaccocontrol.bmj.com/content/early/2021/07/04/tobaccocontrol-2020-056293
[87] https://www.bloomberg.com/news/articles/2021-08-31/bat-warns-of-south-africa-tobacco-tax-shortfall-after-sales-ban
[88] https://www.nytimes.com/2020/05/08/world/africa/coronavirus-south-africa-tobacco-alcohol-ban.html
[89] https://www.aljazeera.com/news/2020/8/19/tobacco-companies-sue-south-african-government-over-smoking-ban ; https://www.bloomberg.com/news/articles/2020-05-30/bat-appeals-to-court-after-south-africa-digs-in-on-tobacco-ban
[90] https://www.bloomberg.com/news/articles/2021-08-31/bat-warns-of-south-africa-tobacco-tax-shortfall-after-sales-ban
[91] https://www.bloomberg.com/news/articles/2021-08-31/bat-warns-of-south-africa-tobacco-tax-shortfall-after-sales-ban
[92] http://www.batsa.co.za/group/sites/BAT_A2ELAD.nsf/vwPagesWebLive/DOALBKMH#
[93] http://www.batsa.co.za/group/sites/BAT_A2ELAD.nsf/vwPagesWebLive/DOALBKMH#
[94] https://africatimes.com/2019/09/30/why-track-trace-is-the-solution-for-south-africas-tobacco-wars/
[95] https://tobaccotactics.org/wiki/track-and-trace/
[96] https://www.stopillegal.com/blog/detail/ban-on-cigarette-sales-deepens-illicit-trade-problem-in-south-africa
[97] https://www.iol.co.za/business-report/companies/south-africa-is-sinking-under-a-tide-of-illicit-cigarettes-batsa-13a69f1a-0ac2-4792-8b57-47566d3a10c6
[98] https://www.financialgazette.co.zw/tobacco-industry-remains-under-cloud-as-rudland-speaks-on-attempted-sa-assassination/
[99] http://www.pacificcigarette.com/leadership/adam-molai/
[100] https://www.forbesafrica.com/entrepreneurs/2012/09/01/the-golden-leaf/
[101] https://www.atlanticcouncil.org/wp-content/uploads/2019/09/The_Illicit_Tobacco_Trade_in_Zimbabwe_and_South_Africa.pdf
[102] https://www.atlanticcouncil.org/wp-content/uploads/2019/09/The_Illicit_Tobacco_Trade_in_Zimbabwe_and_South_Africa.pdf
[103] https://thestandard.newsday.co.zw/2016/12/04/face-face-beitbridges-daring-smuggling-syndicates/ ; https://www.insurancechat.co.za/2014-02/hawks-probe-cigarette-smuggling-at-beit-bridge/
[104] https://www.atlanticcouncil.org/wp-content/uploads/2019/09/The_Illicit_Tobacco_Trade_in_Zimbabwe_and_South_Africa.pdf
[105] https://www.atlanticcouncil.org/wp-content/uploads/2019/09/The_Illicit_Tobacco_Trade_in_Zimbabwe_and_South_Africa.pdf
[106] He was head of the High Risk Investigation Unit on behalf of the South African Revenue Service (Sars). From 2007 to 2014, his unit conducted 81 investigations and made a serious foray into the tobacco industry, see more: https://africatimes.com/2019/09/30/why-track-trace-is-the-solution-for-south-africas-tobacco-wars/
[107] https://www.amazon.com/Tobacco-Wars-southern-Africas-cigarette-ebook/dp/B07VS4GBNQ
[108] https://www.news24.com/news24/SouthAfrica/News/tobacco-wars-hits-threats-and-secret-ops-behind-the-simon-rudland-attempted-hit-20190817
[109] https://www.news24.com/news24/SouthAfrica/News/tobacco-wars-hits-threats-and-secret-ops-behind-the-simon-rudland-attempted-hit-20190817 ; https://www.financialgazette.co.zw/tobacco-industry-remains-under-cloud-as-rudland-speaks-on-attempted-sa-assassination/
[110] https://sa411.co.za/footage-shows-attempted-hit-on-cigarette-baron-adriano-mazzotti/
[111] https://www.news24.com/news24/SouthAfrica/News/tobacco-wars-hits-threats-and-secret-ops-behind-the-simon-rudland-attempted-hit-20190817
[112] https://africatimes.com/2019/09/30/why-track-trace-is-the-solution-for-south-africas-tobacco-wars/
[113] https://www.atlanticcouncil.org/wp-content/uploads/2019/09/The_Illicit_Tobacco_Trade_in_Zimbabwe_and_South_Africa.pdf
[114] http://www.takebackthetax.org/ ; https://www.lbbonline.com/news/takebackthetax-ignites-change-to-tackle-the-illegal-cigarette-trade-in-south-africa ; https://africatimes.com/2019/09/30/why-track-trace-is-the-solution-for-south-africas-tobacco-wars/
[115] https://lowvelder.co.za/614206/municipality-issues-2-635-temporary-permits-informal-traders/
[116] http://www.pacificcigarette.com/about-us/
[117] https://www.timeslive.co.za/sunday-times/lifestyle/2013-12-29-mugabe-link-to-illegal-cigarette-trade/
[118] https://www.africanleadershipmagazine.co.uk/zimbabwe-my-relationship-with-mugabe-not-responsible-for-my-business-success-adam-molai/
[119] https://www.atlanticcouncil.org/wp-content/uploads/2019/09/The_Illicit_Tobacco_Trade_in_Zimbabwe_and_South_Africa.pdf
[120] https://www.timeslive.co.za/sunday-times/lifestyle/2013-12-29-mugabe-link-to-illegal-cigarette-trade/
[121] https://www.herald.co.zw/high-court-stubs-out-cigarette-war/
[122] https://www.repubblica.it/esteri/2019/09/06/news/zimbabwe_morto_robert_mugabe-235320597/
[123] https://www.atlanticcouncil.org/wp-content/uploads/2019/09/The_Illicit_Tobacco_Trade_in_Zimbabwe_and_South_Africa.pdf
[124] https://www.atlanticcouncil.org/wp-content/uploads/2019/09/The_Illicit_Tobacco_Trade_in_Zimbabwe_and_South_Africa.pdf
[125] https://www.atlanticcouncil.org/wp-content/uploads/2019/09/The_Illicit_Tobacco_Trade_in_Zimbabwe_and_South_Africa.pdf
[126] http://livelihoods.org.za/wp-content/uploads/2018/05/A-Smokescreen-Economy-township-grey-market-cigarette-trade-in-Delft_booklet.pdf ; https://theconversation.com/south-africas-spaza-shops-how-regulatory-avoidance-harms-informal-workers-130837
[127] https://www.khaleejtimes.com/uae/video-inside-emirates-posts-sorting-facility-in-dubai
[128] https://www.khaleejtimes.com/uae/video-inside-emirates-posts-sorting-facility-in-dubai
[129] https://www.transcrime.it/wp-content/uploads/2019/07/Nexus.Booklet4-Maghreb-Route-WEB.pdf , p.12
[130] https://www.dw.com/en/cigarette-smuggling-in-the-uae-an-eu-headache/a-50930382
[131] https://www.oecd-ilibrary.org/trade/trade-in-counterfeit-goods-and-free-trade-zones_9789264289550-en ; http://www.dubaifdi.gov.ae/FreeZones/en
[132] https://jafza.ae/about-us/
[133] Cigarette Trafficking: Introducing the Transnational Dimension of Cigarette Tra­cking in Europe and Beyond; Nexus, 2019, see more: https://www.transcrime.it/wp-content/uploads/2019/07/Nexus.Booklet1-Cigarette-Trafficking-WEB.pdf , p. 31
[134] https://mclloydbis.com/profile/436845/savanna-trading-company.html
[135] https://www.dw.com/en/cigarette-smuggling-in-the-uae-an-eu-headache/a-50930382
[136] https://www.dw.com/en/cigarette-smuggling-in-the-uae-an-eu-headache/a-50930382

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