Geopolitica

Dopo aver represso il golpe, Erdogan fa repulisti e sfida Washington

15 Luglio 2016

Il golpe tentato da un parte dell’esercito in Turchia nella tarda serata di venerdì è stato respinto solo dopo alcune ore. E il presidente Recep Erdogan, che era riuscito a fuggire in aereo per cercare riparo all’estero, dopo la mezzanotte è rientrato, atterrando a Istanbul. Circa 3mila militari sono stati arrestati secondo il primo ministro Binali Yildirim. Il bilancio delle vittime è in evoluzione: il premier ha parlato di «161 morti martiri» (fra civili e lealisti), dato che sale a 300 includendo i militari ribelli uccisi, e 1.440 feriti. Tutti i partiti, compresi quelli di opposizione, si sono da subito schierati contro il colpo di stato.

Erdogan ha subito accusato il predicatore Fethullah Gulen, che vive dal 1999 vive negli Stati Uniti, di essere l’ispiratore del golpe. Gulen ha negato e ha condannato l’interferenza dei militari nella vita politica della Turchia. Ma il governo turco insiste. «Non riesco a immaginare un Paese che possa sostenere quest’uomo, questo leader di un’organizzazione terroristica, soprattutto dopo la scorsa notte – ha detto il primo ministro turco – Un Paese che lo sostenga non è amico della Turchia. Sarebbe persino un atto ostile nei nostri confronti». Parole che hanno aperto un braccio di ferro con Washington in cui la posta in gioco sembra essere la testa di Gulen: la base area di Incirlik, usata dall’aviazione turca ma anche dagli quella statunitense. La base si trova a sud-est della Turchia, nella provincia di Adana, e per questa ragione è stata utilizzata per le operazioni in Siria. Il consolato Usa ad Adana ha inviato un messaggio secondo cui le autorità locali hanno negato il permesso per movimenti in ingresso e in uscita dalla base e hanno tagliato la fornitura di elettricità. «Evitate la base area finché le normali operazioni saranno ripristinate», recita il messaggio citato dall’agenzia AFP. La base custodisce anche armi nucleari tattiche.

Intanto, Obama ha convocato il Consiglio per la sicurezza nazionale, il massimo organo che assiste il presidente Usa in materia di sicurezza e politica estera. Dopo alcune ore, è stato consentito di nuovo l’accesso alla base turca, che però non è mai tornata alla piena operatività, e le trattative sulla linea Washington-Ankara sono ancora in corso. Erdogan ha chiesto l’estradizione di Gulen, e intanto la base è stata chiusa nuovamente.

Il tentativo 

Trentasei anni dopo l’ultimo golpe, con i militari nel ruolo di difensori della laicità contro l’islamizzazione avviata da Erdogan, i carri armati sono tornati nelle piazze. Gli insorti hanno attaccato il parlamento, occupato la televisione di stato e bloccato i social media, hanno proclamando legge marziale e coprifuoco senza riuscire a farli rispettare.

Nella notte la situazione si è capovolta. Secondo il ministro degli Interni turco Efkan Ala, il colpo di stato è stato «sventato» e i golpisti arrestati. Il premier Yildirim ha dichiarato che «la situazione è largamente sotto controllo». Cinque generali e 29 colonnelli sono stati già sollevati dai loro incarichi ed è arrivata anche la nomina-lampo del nuovo capo di Stato maggiore, Umit Dundar, a sostituire Hulusi Akar. Nelle prime ore del golpe, il generale Hulusi Akar, fedele del presidente, era stato arrestato.

Il colonnello Muharrem Kose sarebbe stato identificato come il regista del colpo di stato, ha riferito l’agenzia turca Anadolu. Di recente, l’ufficiale è stato rimosso dal suo incarico di consigliere del capo di Stato maggiore, e al momento non si hanno notizie certe sulla sua sorte. La polizia si è opposta con forza al colpo di stato. Ad Ankara, dove gli insorti hanno attaccato il Parlamento, ci sono stati scontri cruenti fra i golpisti e le fazioni militari leali ad Erdogan.

Erdogan in salvo

Il presidente Recep Erdogan, che secondo le prime notizie aveva lasciato il paese a bordo di un aereo, ha invitato i cittadini a scendere in piazza e a resistere al golpe. Sui presunti spostamenti di Erdogan non vi sono state conferme ufficiali: solo la smentita del vicepremier turco Veysi Kaynak, che qualche ora dopo il golpe ha dichiarato alla Cnn Turkey Erdogan «si sta dirigendo verso l’aeroporto Ataturk di Istanbul». Secondo fonti dell’intelligence Usa, all’aereo è stato negato il permesso ad atterrare in Germania, paese che storicamente ha sempre avuto buoni rapporti con la Turchia. Ma la cancelliera Angela Merkel ha chiesto «il rispetto dell’ordine democratico». La tv americana Nbc ha detto che era diretto verso Londra, mentre secondo un’agenzia di stampa iraniana Irna avrebbe cercato rifugio in Qatar via Teheran. Dalla Casa Bianca è arrivata una nota di netto sostegno al «governo democraticamente eletto». Cauta, infine, la reazione della Russia, che ha espresso preoccupazione per gli avvenimenti in corso, mentre il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha invitato ad evitare «qualsiasi bagno di sangue». Col passare delle ore e dei giorni, tuttavia, la stessa ipotesi che Erdogan abbia davvero lasciato il paese, al momento del tentato golpe, è stata fortemente e autorevolmente messa in dubbio.

Golpe fallito e repulisti

Alle 2 di sabato, quattro ore dopo l’annuncio del golpe, la televisione di stato ha ripreso le trasmissioni. E poco dopo le 2:20 si è saputo che l’aereo del presidente turco è effettivamente atterrato all’aeroporto di Istanbul, come anticipato dal premier. Attraverso una videochiamata trasmessa dalla Cnn Turkey, Erdogan ha promesso che «gli autori di questo atto pagheranno un prezzo altissimo». Concetto poi ribadito in una conferenza stampa all’aeroporto. Erdogan ha poi detto che i golpisti «hanno organizzato un attentato all’unità, alla solidarietà e alla sovranità nazionale». «Si tratta di un tentativo di rovesciare lo Stato e la volontà popolare», ha aggiunto. Il governo sta ora valutando l’introduzione della pena di morte, mentre sono stati rimossi 5 generali e 29 colonnelli ritenuti coinvolti nel tentato golpe, dieci magistrati del Consiglio di stato e 2.745 giudici ordinari, questi ultimi sospettati di legami con Gulen.

(ultimo aggiornamento sabato alle 18:00)

Link utili

Per una cronaca aggiornata potete leggere qui.
Per uno sguardo dall’altro lato dell’Atlantico, potete leggere qui.
Per seguire le prossime dichiarazioni del presidente turco Erdogan, potete seguire il suo account twitter.
Per seguire quel che succede da fonti “ufficiali” turche, potete leggere qui.

 

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