Geopolitica
Cinque ragioni per cui la Cina non è l’URSS
Paragonare la Cina all’Unione Sovietica è un approccio che risulta immediatamente ridicolo per chi ha avuto esperienza dell’Unione Sovietica e abbia trascorso anche solo poche settimane in Cina.Eppure c’è chi lo fa: si tratta dei neocon, movimento politico americano che ha fatto purtroppo qualche migliaio di proseliti in Italia; per intenderci, è la stessa corrente politica che voleva portare democrazia in Medio Oriente con la forza. Ed ecco perché, per quanto assurdo, è importante sottolineare le differenze.
Vediamo quindi perché la Cina non è l’URSS.
1. La Cina ha un’economia molto, molto più sviluppata ed integrata con il mondo dell’Unione Sovietica e fa del dinamismo della sua economia la sua forza. La forza dell’URSS si basava soprattutto sulle capacità militari allo sviluppo delle quali dedicava gran parte delle risorse, che venivano distolte dall’economia reale. Nel 1986 l’arsenale nucleare sovietico aveva raggiunto quasi 45,000 testate. La Cina ne ha meno di 300 e la leadership è ben attenta a fare in modo che l’economia del paese non venga affossata da imprese militari (o spaziali) anche perché ci sono 1,4 miliardi di persone da sfamare tutti i giorni.
2. L’Unione Sovietica aveva creato un sistema di stati satelliti cui forniva direttamente assistenza economica e militare nonché di carattere politico, cercando quindi di creare un “fronte” avversario a quello capeggiato dagli USA. La Cina non ha cercato di creare alcun “fronte” coeso e legato militarmente paragonabile al patto di Varsavia, né probabilmente è in grado di farlo, come dimostra il fatto che anche i suoi vicini più culturalmente omogenei non si spingono oltre i (proficui) rapporti economici.
3. I successi in economia della Cina negli ultimi decenni sono dovuti in larga parte alla liberalizzazione di molti settori economici ed al dinamismo del grande settore privato, che in Unione Sovietica non è mai esistito. Anzi, a voler guardare bene alcuni settori (per esempio il trasporto urbano) in Cina sono anche più liberalizzati che in Italia.
4. La Cina non ha finora utilizzato le sue forze militari per invadere altri paesi, come fece l’URSS, né ha dimostrato intenzione di volerlo fare (se si fa eccezione almeno nella retorica per Taiwan): l’occupazione di alcuni isolotti nei mari circostanti la Cina sui quali ci sono rivendicazioni contrastanti con altri paesi non è paragonabile,anche se è giusto prestarvi dovuta attenzione e stemperare le tensioni.
5. La Cina ha conosciuto il tipo di controllo maniacale sulla vita delle persone che si vedeva in Unione Sovietica solo fino ai primi anni 90. Sebbene ci sia un “ritorno” ad un controllo ancora più stringente dello spazio privato degli individui attraverso la tecnologia, non è detto che non si crei una resistenza a questo sviluppo, come dimostra il recente dibattito pubblico sulla nuova legge sulla privacy e la battaglia contro il riconoscimento facciale in alcune città.
C’è ovviamente un aspetto in cui Unione Sovietica e Cina si assomigliano e questo è il ruolo del Partito e il suo rapporto con lo Stato. L’URSS ha cessato di esistere nel momento in cui Stato e Partito sono stati separati (e quella che vediamo oggi in Russia non è comunque una democrazia liberale). Il PCC che ha 90 milioni di iscritti non ha per ora alcuna intenzione di arrivare a questa separazione, ufficialmente perché teme il collasso del paese.
Detto questo, inutile negare che lo sviluppo economico della Cina, che ha trascinato fuori dalla povertà più assoluta 600 milioni di esseri umani e creato una potenza economica in 30 anni, pone opportunità ma anche sfide all’Europa. Ma impostare il discorso sul paese come se fosse la nuova Unione Sovietica ci porta a sbattere e a farci tutti male e non contribuisce ad affrontare alcuno dei problemi nei nostri rapporti. La Cina è parte integrante e in molti casi insostituibile delle catene del valore globali. E’ opportuno quindi concentrarsi sull’impatto (positivo e negativo) di alcune decisioni di politica industriale e commerciale cinese sull’Italia e l’Europa, e stabilirecondizioni migliori di coesistenza e collaborazione anche nelle organizzazioni multilaterali per questioni che impattano la vita di tutti: pandemie, cambiamenti climatici, commercio, telecomunicazioni. La lista è lunga e senza l’apporto anche della Cina diventerebbe intrattabile.
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