Geopolitica

Referendum indipendentista, ecco chi è stato arrestato in Catalogna

20 Settembre 2017

La Guarda Civíl ha agito stamattina per impedire la celebrazione del referendum indipendentista in Catalogna. Gli agenti, che ricordiamo essere corpo dello Stato centrale a differenza della Polizia Locale, i Mossos d’Escuadra, sono entrati in diversi uffici dell’amministrazione: tra questi i Dipartimenti di Economia, Affari Esteri, Lavoro e Affari Sociali. Gli agenti hanno perquisito anche il Centro per le Telecomunicazioni e Tecnologie dell’Informazione (CTTI) e la Fondazione puntCAT, che gestisce i domini internet con suffisso .cat. L’obbiettivo era trovare le prove contro l’annunciata celebrazione del referendum del 1 ottobre 2017, consultazione sospesa in via cautelare dalla Tribunale Costituzionale di Madrid ma ancora fermamente sostenuta dal Governo autonomico catalano.

Il quotidiano El País assicura che tra i 14 detenuti (cifra provvisoria) ci sono quadri dirigenziali della Generalitat vincolati ai dipartimenti di Economia, Presidenza e Affari Esteri. Tra questi figurano il segretario generale di Economia e dell’Agenzia delle Entrate catalana, nonché numero due di Oriol Junqueras, Josep Maria Jové, e il segretario dell’Agenzia delle Entrate Josep Maria Salvadó, già sotto indagine; il direttore della Segreteria della medesima Agenzia, Francesc Sutrias, e la direttrice dei servizi della segreteria generale della Vicepresidenza, Natalia Garriga.

Nel dipartimento di Affari Esteri il responsabile Xavier Puig Farré. Del dipartimento di Lavoro e Affari Sociali, David Palancas Serrano. E nel dipartimento di Presidenza e CTTI, un’impresa che gestisce i dati informatici dell’Amministrazione catalana. Si tratta di Josuè Sallent Ribes e David Franco Martos. Sono stati arrestati anche Joan Manel Gómez, responsabile del voto elettronico e informatico della fondazione puntCAT, e Joan Ignasi Sánchez, capo gabinetto della consigliera Meritxell Borràs. Oltre a loro, la Guardia Civíl ha fermato Josep Masolivé, membro della fondazione puntCAT.

Sono sotto arresto anche tre cittadini catalani: Pau Furriol, avvocato e presidente della Commissione di Garanzia di Esquerra Republicana, la formazione indipendentista attualmente al potere in Catalogna; Mercedes Martínez Martos, responsabile dell’impresa Fox Box Publi Alternativa; e Rosa María Rodríguez Curto, arrestata oggi a Madrid, direttrice dei servizi dell’impresa T-Systems.

L’operazione è stata ordinata dal giudice Juan Antonio Ramírez Sunyer, della sessione 13 del Tribunale di Barcellona. “Non si vedeva niente di simile in una democrazia occidentale da almeno vent’anni”, ha dichiarato il vicepresidente del Governo catalano, Oriol Junqueras. Il Presidente dell’Assemblea Nazionale Catalana, Jordi Sánchez, ha invece fatto un appello a “resistere pacificamente” alla Guardia Civil spagnola, appello che probabilmente delinea già un delitto di resistenza alle forze dell’ordine, ma del resto è proprio di questo che si parla in queste ore in tutta la Catalogna. “E’ arrivato il momento di resistere pacificamente. Scendiamo in piazza per difendere le nostre istituzioni”, ha postato su Twitter.

Il Presidente della Catalogna, Carles Puidgemont, è apparso davanti alle telecamere per assicurare che il “Governo centrale ha di fatto sospeso l’autonomia nella regione”. Nonostante questo, insiste, “il processo indipendentista va avanti”. PSOE e Ciudadanos hanno difeso l’operato del Governo di Mariano Rajoy mentre Pablo Iglesias, leader di Podemos, ha dichiarato che “la Spagna sta andando verso una situazione in cui ci saranno di nuovo prigionieri politici”. Nelle strade di Barcellona e di altre città catalane sono in corso proteste contro gli arresti avvenuti questa mattina.

 

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