Geopolitica
Anniversario della “Marcia Verde” riflessione sul discorso del Re del Marocco
Come tradizione, il Re del Marocco, si è rivolto al suo popolo in occasione dell’anniversario della “Marcia Verde”. Un’occasione importante che ricorda il completamento dell’unità nazionale del Marocco.
All’alba del 6 novembre 1975, un corteo di 350.000 marocchini si ritrovò nel deserto sahariano per una marcia che durò diversi giorni. Il Sovrano Hassan II intendeva liberare il Sahara marocchino dalla presenza spagnola, come aveva promesso a suo padre, all’indomani dell’Indipendenza del Marocco. Un atto pacifico e civile che voleva dimostrare la piena sovranità di uno Stato su di una regione da sempre facente parte del Regno del Marocco.
Il discorso di quest’anno è particolarmente interessante. Infatti, Sua Maestà, non ha fatto nessun riferimento all’adozione da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite della risoluzione 2654 sulla questione del Sahara marocchino. Risoluzione che, è bene ricordarlo, chiede all’Algeria che le popolazioni dei campi di Tindouf – vengano debitamente registrate, e sottolineando l’importanza che a tal fine vengano prese tutte le misure necessarie. La stessa richiesta è stata rivolta (nel dispositivo operativo n. 15) alle agenzie dell’ONU di osservare le “best practices” dell’ONU nella consegna degli aiuti umanitari alle popolazioni dei campi. Il Consiglio ha così confermato le preoccupazioni della comunità internazionale in merito alla diversione sistematica degli aiuti umanitari destinati a queste popolazioni, debitamente documentate nei rapporti delle organizzazioni internazionali. Come nessun riferimento diretto allo pseudo conflitto che alcuni continuano a sostenere.
È stato un discorso di ampie vedute, un discorso concentrato sul concetto che le provincie meridionali del Marocco sono la porta dell Afirca, ed esse sono non solo fonte di sviluppo per il Marocco ma per l’intera regione. Un esempio, è la sottlineatura del progetto del porto di Dakhla Atlantique, al gas dotto Nigeria /Marocco come essenziale non solo alle due parti ma all’intero continente.
Le provincie meridionali, nel discorso del Sovrano, sono , a mio giudizio, il punto centrale di una politica pan africana. Un’azione nel quale il Marocco non punta ad essere egemone a sfavore delle altre nazioni del continente ma il facilitatore nella crescita dell’Africa.
Nel discorso di quest’anno il ricordo della “marcia verde” , fatta dal Marocco per riconquistare i propri territori assume un respiro più ampio è la “marcia verde” dell’Africa intera che deve essere in grado di essere sempre meno dipendente dalla presenza extra africana e diventare attrice nel contesto globale.
Un continente non preda di interessi stranieri ma in grado di collaborare, cooperare ed essere protagonista di se stesso.
La “marcia verde” del Marocco è divenuta il termine di paragone dell’intero continete che pacificamente e con le sue sole forze riesce a conquistare il suo ruolo nel nuovo assetto multipolare del globo.
Marco Baratto
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