Geopolitica
29 Aprile 2024: un “Maastricht Debate” iniziato con il piede sbagliato
Il 29 Aprile 2024, come preannunciato da Politico con un comunicato stampa rilasciato il 24 Gennaio 2024 ed intitolato “POLITICO partners with Studio Europa Maastricht to host 2024 Maastricht Debate”[1], a Maastricht, nei Paesi Bassi, in vista delle elezioni del Parlamento europeo –ossia in vista di quella che si preannuncia come una delle tornate elettorali più importanti del 2024–, grazie ai buoni uffici ed al fattivo rapporto collaborativo di POLITICO e Studio Europa Maastricht (SEM), si è tenuto il terzo Dibattito di Maastricht che si è concentrato sulle preoccupazioni e sulle problematiche degli elettori più giovani che, per l’occasione, hanno avuto modo di discutere e porre le proprie domande ai principali candidati europei che hanno accettato di salire sul palco.
Come si è a suo tempo appreso, il Dibattito di Maastricht è il frutto di un’iniziativa dell’Università di Maastricht e non a caso ha avuto luogo nel Theater aan het Vrijthof, situato nella città in cui è stata fondata l’Unione Europea con la firma del Trattato di Maastricht nel 1992.
Parlando dell’annuncio, Jamil Anderlini, caporedattore di POLITICO in Europa, ha dichiarato, come si può leggere nel menzionato comunicato: “Nel 2024 si terranno alcune delle elezioni più importanti di una generazione, quindi siamo lieti di collaborare con Studio Europa Maastricht per questa opportunità di coinvolgere gli elettori europei, compresi quelli più giovani, e gli argomenti che più li interessano”. POLITICO è orgoglioso del suo giornalismo di alto impatto e di alta qualità, e sono sicuro che il dibattito di Maastricht sarà un eccellente contributo a questo corpo di lavoro.”
A questa dichiarazione ha fatto eco la Prof.ssa Rianne Letschert, Presidente dell’Università di Maastricht, che ha commentato il tutto dicendo: “Siamo lieti di annunciare la nostra collaborazione con POLITICO per la terza edizione del Dibattito di Maastricht. Con questo dibattito sostanziale e critico, intendiamo informare i giovani di tutta Europa sulle prossime elezioni europee ed esortarli a votare. In quanto università europea, il nostro legame con l’UE dura dalla firma del Trattato di Maastricht. Siamo quindi molto orgogliosi di facilitare questo dialogo sul futuro dell’Europa, in un momento decisivo per la democrazia europea”.
L’evento, che tutto lasciava intendere sarebbe stato di grande spessore per l’alto profilo degli organizzatori che ci hanno tenuto a sottolinearlo con le seguenti parole sempre reperibili nel medesimo comunicato:
“POLITICO è l’autorità globale sull’intersezione tra politica, politica e potere. POLITICO è l’agenzia di stampa e il servizio di informazione più solido al mondo, specializzato in politica e politica, che informa il pubblico più influente con intuizioni, avanguardia e autorevolezza. Fondata nel 2007, POLITICO è cresciuta fino a contare un team di oltre 1.000 giornalisti e professionisti dei media in Nord America e in Europa. Nell’ottobre 2021, POLITICO è stata acquisita da Axel Springer SE, di cui è filiale” ed ancora
“Studio Europa Maastricht è un centro di competenza per il dibattito e la ricerca sull’Europa fondato nel 2018 e sostenuto dai partner del programma Maastricht, Working on Europe: L’Università di Maastricht, la Provincia di Limburgo e la Città di Maastricht”
Nulla da eccepire, al di lá del tono autocelebrativo, se nonché la frase finale con cui si è ritenuto di chiudere la presentazione del SEM, quella frase che riassume la mission del SEM stesso e che testualmente recita:
“Insieme miriamo a posizionare Maastricht, la capitale del Limburgo, come luogo di incontro per il dialogo e il dibattito tra i cittadini e a creare un centro di eccellenza per la ricerca sull’Europa e l’integrazione europea” strida alquanto con ciò che si è dovuto registrare il 27 Aprile 2024 allorché, quale ornamento della piazza prospiciente alla sede dell’evento, è apparso il cartellone in foto che propone una vignetta realizzata dall’illustratore olandese vav Dam, chiaramente a significare che l’Italia sarebbe il male d’Europa.
Ora al di là del pessimo gusto della boutade, non fosse altro in ossequio al bon ton, mi duole dover constatare che la cosa giunge alquanto inficiante la presunta buona capacità di lettura dei fatti correnti autonomamente ascrittasi dagli organizzatori, o chi per loro.
Tanto affermo non per nazionalismo o patriottismo degno di miglior causa, in quanto che il quadro politico italiano lasci a desiderare è un conto, ma che noi Italiani —visto il fallimentare sistema bancario franco-tedesco che mina l’Euro, e quindi la EU che su esso si basa, alle fondamenta, viste le cifre record della loro esposizione al mercato dei derivati, esposizione che entrambi i Paesi hanno cercato di tamponare inquinando l’intera UE con il MES per diluire in tutto il sistema bancario dei Paesi membri (nessuno escluso) il rischio, in modo da mutare, a seconda delle necessità, in un problema comune un problema che dovrebbe essere prerogativa delle Banche Centrali francese e tedesca— siamo il problema, beh! lo trovo abbastanza ridicolo.
Ridicolo anche perché i due Paesi citati hanno, per somma, ben altri problemi derivanti per il primo, la Francia, dall’estromissione dalla Francafrique (dove l’inedito appiattimento opportunista di Macron sulle posizioni della NATO, appiattimento manifestato dalla patetica furia bellicista pro-Ucraina degna di miglior causa dell’Eliseo, non gli permetterà di rimettere piede grazie ai buoni uffici palesemente alquanto aleatori di Washington, visto la recente messa alla porta delle truppe occidentali ivi stanziate – vedi il caso Niger – ) e per il secondo, la Germania, dalla drammatica situazione industriale che ha costretto Berlino al più servile vassallaggio di sempre nei confronti di Washington dopo la distruzione, patita senza colpo ferire, del Nord Stream 1&2: tutte cose che gravano e graveranno non poco sull’assetto dell’Europa, di un’Europa negli anni passati oltremodo gravata dai loro contrasti per la leadership europea.Detto per inciso, per quello che riguarda Parigi vi è pure da tenere in debito conto che la perdita di controllo del Niger ha deprivato di non poco sostegno tutta il comparto energetico francese che ha puntato pressoché tutto sul nucleare alimentato dall’Uranio proveniente da quel Paese, uranio acquisito a condizioni a dir poco di favore e la cui mancanza non poco inciderà sulla sua spesa pubblica.
Per non parlare della fallimentare politica energetica della EU, tutta volta al Green, ossia all’elettrico che mette non poco in crisi l’intero comparto produttivo continentale anche a causa del fatto che la politica sanzionatoria contro la Federazione Russa ha messo l’intero continente nella ben triste condizione di dover accedere per l’NLG alle forniture provenienti dagli Stati Uniti.
E questo per appena sfiorare la punta dell’iceberg contro cui rischia di schiantarsi il Titanic Europa.
Una migliore vignetta avrebbe dovuto ritrarre i leaders di questa UE a poppa di un eloquente Titanic futilmente questionanti fra di loro mentre il grosso natante lentamente si accinge ad inabissarsi davanti a quei giovani che a Maastricht cercano risposte e non spot pubblicitari divisivi ad uso e consumo delle vecchie leadership in lizza per le solite poltrone.
Una richiesta di chiarimento, o almeno un commento della poco felice scelta della vignetta pubblicitaria, è stata inviata il 27 sera, via mail[3], a Politico , ma ad ora nessuna risposta è giunta: attendiamo fiduciosi così come gli esiti dell’evento odierno.
[1] https://www.politico.eu/politico-partners-with-studio-europa-maastricht-to-host-2024-maastricht-debate/
[2]https://www.facebook.com/100064279971473/posts/pfbid0mg2k4WjneKFBnsK4Qroztx4m6UUorkwCwGbFUif1gFHYAzxXg9Y4mzKNXzjP46ZAl/?
[3] https://www.linkedin.com/posts/silverio-allocca-a080a694_what-will-politico-answer-us-mail-sent-activity-7190097820043931649-4GCC?utm_source=share&utm_medium=member_ios
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