Geopolitica
100% dei voti per Martin Schulz
Questo pomeriggio con il 100% dei voti validi, 605 (e 3 annullati) Martin Schulz è stato eletto 14° Presidente della SPD e candidato Cancelliere del partito socialdemocratico tedesco. Dopo la sua discesa in campo alla corsa per il cancellierato, preannunciata nel novembre dell’anno scorso, la SPD ha registrato da gennaio già 13.000 nuovi tesseramenti. Il partito sta risalendo la china delle preferenze e dai minimi attorno al 20% in cui era precipitato i sondaggi gli pronosticano il 34% per le prossime elezioni del 26 marzo in Saarland. Dopo che Sigmar Gabriel si era messo da parte Schulz poteva quindi attendersi il successo odierno, ma l’unanimità lo carica ora delle aspettative di tutto il partito. Ha saputo motivare i delegati con un discorso di candidatura di poco più di un’ora che ha galvanizzato la platea ripercorrendo il percorso della SPD dal dopoguerra fino all’introduzione del salario minimo. Non mancando di riconoscere il suo passato da cattivo studente ed alcolizzato (pur non menzionandolo esplicitamente) prima di avere una seconda chance grazie alla famiglia ed agli amici negli Jusos, studiare e qualificarsi come libraio e fare carriera politica fino alla guida del Parlamento Europeo. Si è tuttavia tenuto molto in generale sugli argomenti programmatici con cui intende effettivamente convincere gli elettori a votarlo il 24 settembre a Cancelliere al posto di Angela Merkel, rimandando tutto alla presentazione del programma elettorale del partito a giugno.
Nel suo intervento odierno non c’è stata alcuna indicazione precisa contro le super liquidazioni ai manager o di natura fiscale, Schulz ha riservato un solo attacco diretto alla CDU criticando la promessa di riduzione nella pressione fiscale avanzata dal Ministro delle Finanze Schäuble a fronte dell’impegno di un aumento delle spese militari, ribadito ancora venerdì 17 marzo a Washington dalla Cancelliera, a discapito delle spese sociali. Un po’ poco per ora per indicare perché gli elettori dovrebbero votare SPD e non CDU. D’altronde la SPD è stata partner di minoranza del Governo guidato dall’Unione dei partiti cristiani e ne ha finora supportato le decisioni.
Schulz, nel suo indirizzo generale, ha ribadito di voler introdurre maggior giustizia sociale, pur non esplicitando -come fece tempo fa- di ritenere necessari aggiustamenti all’agenda 2010 di Gerhard Schröder. Ha invece detto di volersi impegnare affinché sia assicurata uguale retribuzione a parità di lavoro tra uomo e donna, nei vecchi così come nei nuovi Bundesländer. Ha dichiarato inoltre che l’istruzione dovrà essere resa gratuita dall’asilo all’università ed inoltre che gli uffici dell’Agenzia per il lavoro dovranno trasformarsi in strutture di avvio alla formazione per offrire possibilità di riqualificazione anche a chi oltre i cinquant’anni si ritrovi disoccupato. In questo spunto si potrebbe individuare l’accenno mancato all’idea di un correttivo della riforma Hartz IV: maggior qualificazione e minore sovvenzione alla disoccupazione. A fianco di questi aspetti del suo programma, in verità già noti, ha lasciato trasparire oggi un’unica novità: che si sta mettendo a punto un programma per le famiglie, focalizzato sulla necessità di garantire a padri e madri lavoratori, maggior tempo libero per contemperare le esigenze di impiego a quelle di assistenza ai figli ed anche ai genitori anziani.
Schulz ha riscosso un’ovazione dai delegati alzatisi in piedi allorché ha commentato con raccapriccio le esternazioni del delegato della AfD Björn Höcke che aveva definito il memoriale all’Olocausto un “monumento della vergogna”. Applausi anche quando ha censurato gli attacchi alla libertà di stampa, con riferimento diretto sia alla AfD che al Presidente USA Donald Trump. Una anticipazione quest’ultima sui toni che potrebbe avere da futuro Capo di Governo. A fronte della presenza di 300 giornalisti accreditati al congresso si potrebbe essere tentati a liquidarla come prova di scaltrezza immediata, ma Schulz ha rincarato i toni contro la Casa Bianca rivendicando alla SPD di Gerhard Schröder il merito di aver già saputo tenere testa ad un Presidente americano, allorché rifiutò di intervenire nella seconda guerra in Iraq. (Invero la Germania anche se non inviò truppe e mezzi lasciò ampiamente usare le basi aeree NATO con cui venivano trasportati i sospetti a Guantanamo). Proseguendo sul fronte internazionale, Schulz ha poi attaccato i paragoni alla Germania nazista del Presidente turco Erdogan. Ha infine ribadito, e non poteva essere diverso, i suoi convincimenti europeisti attaccando Ungheria e Polonia che approfittano degli ausili economici dell’Unione ma rifiutano la loro solidarietà nell’accogliere i profughi.
Il partito ha dimostrato di essere compatto alle spalle di Martin Schulz, dalla leader dei giovani degli Jusos Johanna Uekermann all’attuale Ministro del Lavoro Andrea Nahles, premiandolo con un’investitura corale. <Da oggi inizia la corsa per essere il partito più forte della Germania e designare il Cancelliere> ha detto accettando l’investitura Schulz. Il primo banco di prova saranno le elezioni in Saarland tra una settimana. Potrebbero forse riflettersi in un ruolo favorevole per la SPD anche le simpatie verso l’ex ministro degli esteri tedesco Frank Walter Steinmeier che ha preso oggi a Schloss Bellevue incarico come 12° Presidente della Repubblica tedesca.
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