Cina
Eurizon Capital punta sulla Cina per spingere export e affari
Nei primi sette mesi del 2020 l’export di merci italiane in Cina ha raggiunto un valore di circa 6 miliardi di euro (7 miliardi di dollari), ed è cresciuta la presenza di imprese italiane su piattaforme di e-commerce cinesi e la loro partecipazione alla vita industriale cinese. Ad affermarlo è l’ambasciatore italiano in Cina Luca Ferrari in un discorso tenuto alla conferenza “Belt & Road Initiative. Le imprese italiane e le strategie del dopo-Covid in Cina e sulle nuove Vie della Seta”. Le opportunità di crescita per le aziende italiane nel mercato cinese, secondo Ferri, sono tangibili, nonostante la pandemia di COVID-19.
Giunta alla terza edizione, la conferenza è stata organizzata dalla casa editrice italiana di informazione finanziaria Class Editori in collaborazione con Xinhua News Agency. Alla conferenza hanno partecipato funzionari, esperti e imprenditori italiani e cinesi.
All’evento è intervenuto anche Massimo Mazzini, presidente di Eurizon Capital (HK). «In Cina oggi ci sono 16.000 miliardi di euro di ‘wealth e asset management opportunity’. Il numero di clienti con elevato patrimonio è di oltre 2 milioni di persone, il tasso di risparmio è consistente e significativo, immaginiamo quindi una crescita nei prossimi anni maggiore rispetto ai Paesi dell’Ue e a quelli americani», afferma Mazzini.
Eurizon è in Cina dal 2007 e ha una presenza storica con la partecipazione in Penghua, una delle principali società di asset management locali. «Siamo partiti con un patrimonio di circa 20 miliardi e oggi superiamo i 100 miliardi di euro in gestione», continua il presidente. «Riteniamo che per operare sul mercato cinese l’approccio debba essere quello di un investitore resiliente ma anche di lungo termine. A oggi dall’ultima analisi di Z-Ben Advisors sulle 25 società di asset management straniere in Cina noi siamo gli unici italiani e siamo al 16 esimo posto».
In Cina Eurizon ha interesse non solo per il mercato locale ma allo stesso tempo anche per rispondere alle esigenze degli investitori non cinesi. «I nostri clienti italiani, così come quelli degli altri mercati europei con cui lavoriamo, chiedono sempre più la possibilità di investire in Cina dove, per fare un esempio, il rendimento del mercato obbligazionario è del 2-3%, ci sono quindi grandi potenzialità. Di conseguenza in questi anni abbiamo anche creato prodotti per investitori italiani ed europei che mostrano un interesse crescente verso soluzioni finanziarie su quell’area che offre rendimenti interessanti».
«D’altro canto anche per gli investitori cinesi interessati all’Italia ci sono oggi più opportunità rispetto al passato, grazie al contesto normativo più favorevole che gli consente di investire fuori dal loro mercato. In questo caso noi agiamo sia con Penghua ma anche proponendo direttamente agli investitori istituzionali asiatici soluzioni d’investimento sul mercato italiano. Riteniamo che sia un trend interessante che potrà vedere un’accelerazione nei prossimi anni», conclude Mazzini.
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