Asia

Kim Jong-Un e le colpe degli Stati Uniti

9 Gennaio 2024

Da oltre un anno in Occidente si punta il dito contro la Corea del Nord colpevole di “vendere armi e proiettili alla Russia in guerra contro l’Ucraina”[1]. Il 6 gennaio Mychajlo Podolyak, consigliere del presidente Zelensky, ha denunciato che “La Russia ha colpito per la prima volta il territorio dell’Ucraina con missili ricevuti dalla Corea del Nord”[2]. E da poche ore si aggiunge la recentissima accusa mossa dalla Corea del Sud contro la Corea del Nord di vendere armi anche ad Hamas[3].

Nessuno però spiega che è stato il presidente USA George Bush jr. a stracciare il piano di pace del suo predecessore Bill Clinton tra gli USA e la Corea del Nord. Non abbiamo nessuna simpatia per regimi come quelli della Corea del Nord e per personaggi come il suo attuale presidente. Ma è assurdo che nessuno spieghi come la pericolosa situazione attuale USA/Corea del Nord e annessi e connessi sono conseguenze del “gran rifiuto” che il neo eletto presidente George Bush figlio ha opposto al piano di pace concordato nell’ottobre del 2000 dal suo predecessore Clinton con l’allora presidente nordcoreano Kim Jong-il, padre del presidente attuale Kim Jong-un. A incontrare il vertice nordcoreano per preparare la firma dell’accordo Clinton ha spedito il Segretario di Stato signora Magdalene Albright, che ha portato in dono a Kim[4] un pallone da basket autografato dal campione Michael Jordan, del quale Kim era tifosissimo.

Cosa successe poi non lo si trova scritto su giornali o detto da televisioni, ma raccontato – con dovizia di particolari – solo nel libro “Inventare l’Asse del Male – La verità su Iran, Siria e Corea del Nord”[5]. Proviamo a riassumere quanto riguarda il terzo Paese.

Nell’ottobre 2000, prima delle elezioni Usa del 7 novembre che hanno portato alla Casa Bianca George W. Bush, il generale Jo Myong Rok, cioè l’autorità più potente della Corea del Nord, l’uomo che presiedeva al complesso che produceva e vendeva missili agli altri Paesi, è stato negli Usa dal 9 al 12 e ha fatto visita a Bill Clinton alla Casa Bianca, presenti il Segretario di Stato Madeleine Albright e il Segretario alla Difesa William Cohen. Nell’occasione è stato scritto di comune accordo un impegno in base al quale “nessuno dei due governi vuole avere intenzioni ostili nei confronti dell’altro”. Il comunicato congiunto del 12 ottobre rilevava che la risoluzione del contenzioso missilistico “contribuirà essenzialmente a relazioni radicalmente migliorate” e ribadiva l’impegno dei due Paesi all’attuazione del quadro concordato nel 1994, quello che aveva convinto Pyongyang a interrompere i propri programmi per le armi nucleari. Il comunicato conteneva l’annuncio che Madeleine Albright avrebbe visitato la Corea del Nord per preparare la visita di Clinton, soprattutto nel caso fosse stato eletto presidente Al Gore, candidato dei democratici e vicepresidente di Clinton.

In effetti il Segretario di Stato Usa si è recato a Pyongyang dal 24 al 26 di quello stesso ottobre per incontrare direttamente Kim e definire quanto iniziato a trattare con Rok alla Casa Bianca per normalizzare così finalmente i rapporti con gli USA, oltre che per preparare l’agenda del summit nella stessa Pyongyang tra Clinton e Kim. Il summit era previsto si concludesse con la firma di un accordo per l’acquisto da parte degli Usa di tutti i missili a gittata intermedia e lunga esistenti in Corea del Nord. Che a sua volta si sarebbe anche impegnata a mettere in orbita i propri satelliti artificiali per telecomunicazioni non con i propri missili, che non avrebbe più prodotto, ma con quelli russi appositamente chiesti al presidente Putin.

Fino ad allora la Corea del Nord aveva condotto un unico test con il missile balistico di media gittata Taepo Dong-1 nell’agosto 1998 nel tentativo di mettere un satellite in orbita nell’agosto 1998. E nel settembre dell’anno successivo aveva deciso una moratoria dei test missilistici per facilitare il dialogo con gli Usa. Albright ha descritto i suoi colloqui con Kim come “seri, costruttivi e approfonditi” e ha affermato che l’Assistente Segretario di Stato Robert Einhorn avrebbe incontrato a Kuala Lumpur il 1° novembre i coreani del Nord per trovare con loro la soluzione al problema dei missili. Insomma, la tanto deprecata Corea del Nord e il suo ancor più deprecato presidente avrebbero rinunciato in modo inequivocabile ai programmi missilistici e nucleari.

A bloccare la marcia verso la fine delle ostilità iniziata da Clinton e Kim padre è stata di lì a pochi giorni, il 7 novembre, l’imprevista vittoria elettorale – risicata e sospettata anche di brogli – del candidato repubblicano Bush anziché del democratico Al Gore. Insediatosi alla Casa Bianca il 10 gennaio 2001, Bush già a marzo ha trattato a pedate il presidente della Corea del Sud, Kim Dae Jung, fresco Premio Nobel per la pace e desideroso di accordi e ricomposizione con il Nord. Bush ha zittito anche Colin Powell, reo di avere osato dire che la nuova amministrazione avrebbe “continuato le trattative con la Corea del Nord là dove le aveva lasciate l’amministrazione Clinton”.

L’allora ministro degli Esteri italiano Lamberto Dini era volato anche lui a Pyongyang su suggerimento Usa ed ecco cosa ricordava nell’aprile 2017 parlandone con la rivista online Linkiesta[6]: “La visita ufficiale di Bill Clinton in Corea del Nord era stata programmata per il dicembre successivo. Peccato che a novembre il partito Democratico americano ha perso le elezioni. E George Bush jr, da presidente neoeletto, ha impedito quel viaggio”. Linkiesta aggiunge che è stata “la fine del grande progetto diplomatico guidato dall’Italia. In breve tempo Bush ha inaugurato la politica degli “Stati canaglia”. Il resto è storia recente. Dini ha concluso la sua intervista con le seguenti parole: “E così tutti i tentativi di convincere la Corea del Nord ad abbandonare la corsa agli armamenti e agli esperimenti nucleari sono falliti”.

Da notare che se Bush ha definito canaglia lo Stato nordcoreano, Donald Trump nel settembre 2017 ha fatto di peggio: con un suo tweet ha infatti definito canaglia l’intera nazione[7], vale a dire gli oltre 24 milioni di nordcoreani in blocco: “La Corea del Nord è una nazione canaglia, sta diventando una grande minaccia e un imbarazzo per la Cina”. C’è chi ha addirittura ipotizzato un tentativo della Cina di rovesciare[8] il regime nordcoreano.

Torniamo ora ai giorni attuali, inizio dell’anno 2024. Per non essere da meno di Bush figlio e Trump, l’ucraino Podolyak, che è anche giornalista, nei giorni scorsi ha dichiarato che Russia, Iran, Corea del Nord costituiscono l’Asse del male[9]. C’è però qualcosa anche di estremamente disonesto nel nascondere che il presidente Clinton e l’allora presidente della Corea del Nord avevano raggiunto un accordo per il disarmo missilistico e la rinuncia al nucleare militare del piccolo Paese asiatico, ma che, come abbiamo visto, a colarlo a picco è stato George Bush figlio, presidente degli USA e non della Corea del Nord.

La pessima e pericolosa tensione continua tra gli USA e la Corea del Nord e le vendite di armi e proiettili a Russia e Hamas sono dunque, se vere, figlie di Bush figlio perché è stato lui a colare a picco il dialogo USA/Corea del Nord. E da allora alla Casa Bianca nessuno, neppure Obama, ha voluto recuperare quel dialogo rilanciando l’accordo trovato da Clinton. Anzi, Obama ha approvato il programma che in 30 anni spenderà la cifra assurda di 1.000 miliardi di dollari per nuove armi nucleari. E Trump non appena messo piede alla Casa Bianca tale programma lo ha confermato e potenziato con investimenti anche per altre armi.

[1] https://www.repubblica.it/esteri/2022/09/06/news/russia_armi_munizioni_corea_del_nord_titolo-364397630/
[2] https://notizieinlinea.online/guerra-ucraina-russia-le-news-di-oggi-125/
[3] https://www.repubblica.it/esteri/2024/01/08/diretta/israele_hamas_gaza_news_guerra_oggi-421826984/?ref=RHLF-BG-P13-S2-T1
[4] https://www.tempi.it/da-michael-jordan-a-dennis-rodman-la-smodata-passione-dei-dittatori-nordcoreani-drogati-di-nba/
[5] https://www.ibs.it/inventare-asse-del-male-verita-libro-vari/e/9788889091265
[6] https://www.linkiesta.it/it/article/2017/04/21/quando-gli-amici-della-corea-del-nord-eravamo-noi/33933/
[7] https://twitter.com/realDonaldTrump/status/904307898213433344
[8] https://www.corriere.it/esteri/17_settembre_04/quando-pechino-provo-rovesciare-dittatore-l-origine-grande-crisi-ff921300-90e5-11e7-8eb0-0c961f9191ec.shtml
[9] https://www.quotidiano.net/ultimaora/mosca-usa-missili-nordcoreani-kiev-non-ha-dubbi-d89fadf1

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