Asia

L’attore cinese rapito nelle scam cities

Le mafie globali alzano il tiro di cybercrimini e traffici di essere umani che conducono alle cosiddette scam cities, che popolano il sudest asiatico.

13 Gennaio 2025

Le mafie globali alzano il tiro di cybercrimini e traffici di essere umani che conducono alle scam cities, le cosiddette città della truffa, che popolano il sudest asiatico. L’epicentro è la città birmana di Myawaddi dove la guerra civile favorisce il caos, ma i traffici arrivano anche in Laos e Cambogia, oltre che coinvolgere tutta l’area, specialmente la Thailandia. Il recente rapimento di un attore cinese è solo l’ultimo tassello di una storia incredibile.

 

Il cybercrimine

Alcuni mesi fa, mi hanno aggiunto su un gruppo di WhatsApp a cui partecipavano numerosi utenti. L’amministratore proponeva guadagni facili grazie alla semplice interazione sui social. Ci offriva di accumulare denaro mettendo like ad alcuni post su Facebook, Instagram, YouTube, etc.

Poi, alcuni utenti hanno fatto da spalla all’amministratore, chiedendo chiarimenti. Ovviamente, rimanevano soddisfatti dalle risposte, tanto da sembrare convincersi a partecipare all’affare. Incuriosito, ho seguito la truffa per un paio d’ore, finché ho deciso di abbandonare il gruppo.

La truffa è classica. Inizialmente, gli utenti ottengono effettivamente piccoli guadagni. Poi, i truffatori chiedono denaro agli utenti per “sbloccare” i pagamenti successivi, che appaiono sempre più consistenti. Ovviamente, le promesse di considerevoli guadagni futuri rimangono tali, mentre gli utenti versano somme sempre più ingenti.

Diventa un gioco da cui è difficile uscire, perché i truffati sperano di ottenere l’agognato guadagno, capace di compensare le gravi perdite. A livello psicologico, gli utenti negano la realtà, non riuscendo ad ammettere di essere stati truffati e sperando che tutto si risolva per il meglio.

 

Le città della truffa

Questi messaggi su WhatsApp provengono spesso dalle “scam cities”, ovvero le città della truffa. Negli ultimi anni sono infatti sorti numerosi compound gestiti dalle mafie, città con un lato oscuro.

Qui si nascondono migliaia di schiavi che lavorano costantemente per raggiungere una certa quota di produttività imposta dai propri aguzzini, truffando più persone possibile in tutto il mondo. Gli schiavi non possono interagire con gli abitanti del compound, non possono avere contatti esterni e sono soggetti alle peggiori vessazioni.

I compound principali si trovano in Myanmar, tra cui il famigerato KK Park, nella città di Myawaddy, lungo il fiume Moei, che la divide dalla città thailandese di Mae Sot. Nel gioco della guerra civile birmana, Myawaddy è al momento controllata dal governo golpista legato alle mafie. Ma il territorio è conteso dai ribelli che combattono per l’autodeterminazione del popolo Karen. Quest’ultimi affermano di voler chiudere le città della truffa.

Nel KK Park avvengono i crimini più nefasti. Chi non raggiunge le quote o tenta di fuggire subisce violenze e torture fino al prelievo illegale di organi e l’uccisione. Alcuni schiavi sono stati liberati dietro il pagamento di un grosso riscatto da parte delle famiglie. Ma, non sempre il pagamento di lauti riscatti garantisce la liberazione.

In genere, gli schiavi sono reclutati attraverso annunci truffaldini che invitano persone di tutto il mondo a lavorare nel settore dell’e-commerce a Mae Sot. Ma, quando arrivano in Thailandia, vengono rapiti ed entrano in Myanmar attraversando illegalmente il fiume Moei.

Non sono solo persone disperate a finire nella rete delle mafie. I compound birmani, cambogiani e laotiani hanno affinato la loro tecniche di rapimento di lavoratori qualificati.

 

No More Bets

Al proposito, nel 2023 la Cina ha prodotto il film “No More Bets” che possiamo tradurre in “Basta scommesse”. Il film ha avuto successo al botteghino tanto da diventare la dodicesima pellicola che ha incassato di più al mondo nel 2023.

“No more Bets” narra la storia di un giovane ingegnere informatico cinese che, deluso dalla sua azienda, accetta un’offerta di lavoro a Singapore. Si imbarca sull’aereo con i futuri colleghi, ma nell’aeroporto di scambio vengono rapiti e condotti in una città della truffa. In un colpo solo, una ventina di cinesi altamente qualificati è reclutata dalle mafie.

L’ingegnere è costretto a partecipare alle truffe online a suon di violenze. Stringe amicizia con una modella che lavora nel settore dei giochi online dopo essere stata ingannata dal suo agente. La pellicola mostra come gli amici e i familiari facciano fatica a comprendere che i loro cari sono stati rapiti, perché la mafia li obbliga a comunicare che stanno bene e sono solo oberati dal lavoro.

Il film è bello e brutale al tempo stesso. Non risparmia omicidi, violenze, torture e abusi. L’ingegnere si illude di aver contribuito alla liberazione dei colleghi, quando elabora un algoritmo che rende inutile il loro lavoro. Al contrario, il boss della mafia lo informa di averli ha semplicemente venduti a un altro compound.

Il film aiuta ad aprire gli occhi sull’argomento e mostra anche le conseguenze delle truffe non solo su chi le subisce ma anche sugli schiavi costretti a perpetrarle. A dimostrazione che gli schiavi sono anche persone altamente qualificate, il quotidiano cinese Global Times ha raccontato la storia di un giovane dottorato che aveva accettato un lavoro di traduttore a Singapore, ritrovandosi poi a Myawaddy. Altre fonti parlano di un alto numero di lavoratori qualificati all’interno delle scam cities.

 

Il rapimento di Wang Xing

Nei primi giorni del 2025, l’attore cinese Wang Xing è sparito dai radar. Il personaggio non è famoso, ma ha svolto tanti piccoli ruoli in numerose produzioni cinesi. Prima della pandemia aveva girato alcune scene in Thailandia e non ha esitato ad accettare il medesimo lavoro, offertogli tramite un messaggio su WeChat.

Una volta a Bangkok, Wang Xing è stato fatto salire su un autobus con l’inganno e condotto a Mae Sot, dove è sparito verso le scam cities. Fortunatamente, la fidanzata dell’attore ha compreso subito la situazione e ha denunciato tutto alle autorità cinesi e thailandesi. Inoltre, ha pubblicato insistentemente la notizia su Weibo, il Twitter cinese. La notizia ha rimbalzato sulle bacheche dei colleghi più famosi di Wang Xing.

Il caso si è risolto nel giro dei pochissimi giorni. Le mafie di Myawaddy e il governo birmano hanno consegnato l’attore alle autorità thailandesi. Wang Xing ha dichiarato di essere stato rasato a zero e di aver ricevuto le prime istruzioni su come perpetrare le truffe online. Non è ancora chiarissimo se abbia subito abusi e violenze.

Inoltre, ha affermato di aver fatto conoscenza di almeno altri 50 concittadini cinesi, schiavi come lui. La vicenda ha preoccupato molto le autorità thailandesi, che rischiano di vedere compromesso il turismo cinese. Forse anche per questo, quando era ancora in Thailandia Wang Xing ha dichiarato che il paese è sicuro e vuole tornarci.

 

Le riflessioni finali

Non sappiamo se le parole dell’attore sono state dette spontaneamente o sotto pressione delle autorità thailandesi. Chiaramente, i cittadini cinesi hanno ora paura a recarsi nel sud est asiatico. Anche perché si susseguono notizie di attori, modelli e semplici cittadini che spariscono nel nulla, andando ad alimentare un traffico che potrebbe coinvolgere fino a duecentomila persone.

Per ora non siamo a conoscenza di cittadini europei rapiti. Ma non possiamo certo abbassare la guardia. In Europa abbiamo passato anni a guardare dall’altra parte quando si parla di caporalato e di stranieri schiavizzati nelle nostre campagne, come ricorda la terribile vicenda del bracciante Satnam Singh.

Abbiamo ignorato tali vicende che coinvolgono gli ultimi della terra, chi scappa dai propri luoghi, vittima di guerre o del cambiamento climatico. La nostra tolleranza alla schiavizzazione quotidiana ha stimolato l’attività delle mafie.

Non ci siamo minimamente chiesti cosa può succedere quando le mafie non si accontenteranno più della manovalanza di rifugiati con nessuna qualifica. Magari potrebbero chiedere la nostra manovalanza di privilegiati altamente qualificati? Magari alle stesse condizioni?

 

Immagine da Pixabay

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi collaborare ?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.