America
USA 2016, il socialista Sanders può far male alla Clinton
Bernie Sanders, il senatore socialista del Vermont, era partito in sordina, oggi è lo sfidante di Hillary Clinton più accreditato nelle primarie democratiche statunitensi. Secondo un sondaggio di Marist Poll per la NBC News, Sanders in New Hampshire, che sarà tra i primi stati ad andare al voto, è distante solo di 13 punti da Hillary Clinton. All’inizio dell’anno il distacco era di 56 punti. La maggior parte dei commentatori americani ritengono che Bernie Sanders non sarà un problema per Hillary Clinton. Eppure non poco tempo fa, correva l’anno 2012, un piccolo candidato come Rick Santorum che sfidava Mitt Romney alle primarie repubblicane dimostrò come un outsider con nessuna possibilità di vittoria potesse catalizzare su di sé il voto più conservatore che nella prima tornata elettorale in Iowa gli permise di vincere sorprendentemente contro il favorito Mitt Romney per soli 34 voti.
Sanders in questa campagna elettorale potrebbe avere un grosso impatto sulla Clinton. Attualmente il senatore del Vermont sta toccando corde sensibili degli elettori democratici che spingono sempre più Hillary Clinton ad inseguirlo su un terreno molto pericoloso. Infatti, la front-runner democratica è costretta, come reazione alla crescente popolarità di Sanders, a virare a sinistra per dare risposte alle questioni economiche e sociali. Tuttavia, questa svolta a sinistra sta mostrando i punti deboli di Hillary Clinton: l’elettorato democratico la percepisce come un freddo calcolatore elettorale e come una persona inautentica, mentre percepisce Sanders come una persona passionale che mette l’anima nelle sue idee. Le virate a sinistra della Clinton contribuiscono di fatto a gonfiare maggiormente questa percezione. La mancanza di sincerità politica è un grosso rischio che può intaccare l’immagine della Clinton per le future presidenziali (qualora vincesse le primarie democratiche).
Se i sondaggi dovessero mostrare una distanza sempre minore tra i due candidati, è possibile prevedere che la Clinton passi ad attaccare Sanders producendo alcuni effetti che alla lunga potrebbero essere negativi per la sua campagna elettorale. Attaccare Sanders significherà legittimarlo come principale competitor, inoltre, sarà la Clinton a dare l’avvio alla negative campaign dalla quale Sanders si è tenuto lontano, ma, in caso di avvio, il senatore del Vermont saprebbe come muoversi per esperienza maturata negli anni. Infine, l’avvio della negative campaign da parte della Clinton potrebbe farla risultare ipocrita, tenendo conto che è stata proprio lei ad inveire contro i pesanti attacchi del Partito Repubblicano che ha immesso circa 34 milioni di dollari per la trasmissione di messaggi contro la front-runner democratica.
La campagna elettorale della Clinton ha creato aspettative altissime. In Iowa e in New Hampshire non potrà permettersi di vincere solamente. Dovrà garantirsi una grande distanza tra lei e Sanders affinchè la stampa non tratti la vittoria come una débâcle. Ciò determinerà una quantità di soldi e di tempo da destinare in Iowa e in New Hempshire che sono stati dove Sanders è maggiormente forte, ritardando la costruzione di una strategia elettorale generale per focalizzarsi su quella locale. Proprio questa settimana sono andati in onda in Iowa e in New Hampshire due spot biografici di 6o secondi di Hillary Clinton, a fronte proprio della pressione esercitata da Bernie Sanders.
Qualora ci fosse una vittoria di Sanders nei primi due stati al voto, la colossale macchina elettorale di Clinton ne risulterebbe minata. La forza di Hillary Clinton sta nella sua stessa macchina elettorale che sembra essere un’armata invincibile e intaccarla potrebbe generare il panico sia nello staff che nel Partito Democratico, che vedrebbe il proprio candidato di punta sconfitto. Fino a poco tempo fa chi poteva immaginare che poteva esserci una vera e propria competizione elettorale nelle primarie democratiche?
La sfida per la Clinton e il suo staff sarà quella di ridurre al minimo l’agibilità politica di Sanders per evitare di destinare troppe risorse ed energie alla sfida delle primarie sottraendole alla vera partita delle presidenziali.
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