America

Cosa dobbiamo aspettarci dalla presidenza Trump?

20 Gennaio 2017

Oggi, venerdì 20 gennaio, si chiude la presidenza di Barack Obama. L‘Inaguration Day avrà inizio alle 17:00 ora italiana e alle 17:30 Donald Trump presterà giuramento come 45esimo Presidente degli Stati Uniti davanti al giudice capo della Corte Suprema, John G. Roberts Jr. Molti sono preoccupati dall’arrivo alla Casa Bianca di un suprematista bianco, senza alcuna esperienza politica, dai rapporti ambigui con il Cremlino e descritto dal suo biografo come un sociopatico in grado di portare “alla fine della civiltà”. Cosa ci attende? Cosa dobbiamo aspettarci dalla presidenza Trump? Prendiamola larga.

Lipsia, Germania, 7 luglio 2013. Bruce Springsteen è sul palco con la sua band e il concerto procede come da scaletta. Un fan, sventolando un cartello, chiede loro di suonare You never can tell, il celebre pezzo di Chuck Berry che accompagna la famosa scena del ballo di John Travolta e Uma Thurman in Pulp Fiction. La canzone non è in scaletta. Bruce, divertito, afferra il cartello e accetta la richiesta del fan. Di fronte allo sguardo di 45mila persone cerca di trovare il tono giusto. I ragazzi della band, colti di sorpresa, provano a seguirlo. Una nota dopo l’altra il pezzo cresce fino a quando esplode con tutta la sua energia e anche il pubblico inizia a cantare. You never can tell, non si può mai dire!

Washington DC, Stati Uniti, 12 gennaio 2016. Nella stanza Est della Casa Bianca, Barack Obama organizza in segreto un piccolo concerto per ringraziare il proprio staff per il lavoro svolto in questi otto anni di governo. Il musicista chiamato ad esibirsi esegue un set di 12 pezzi dal forte respiro politico. Tra una canzone e l’altra questi parla delle politiche di Obama e del loro impatto sulla società americana. L’ultimo pezzo lo dedica a Barack e a Michelle per tutto quello che hanno fatto e sopportato durante la loro permanenza alla Casa Bianca. Il pezzo è Tougher than the rest e il misterioso musicista è ancora lui, Bruce Springsteen. You never can tell, non si può mai dire!

Washington DC, Stati Uniti, 20 gennaio 2016. Donald Trump chiede ufficialmente a 50 sottosegretari e dirigenti ministeriali del governo Obama di rimanere al loro posto. Si tratta di una decisione del tutto inaspettata, dovuta senz’altro anche alla difficoltà di trovare sostituiti migliori degli uscenti. Fra i confermati c’è anche Brett H. McGurk, l’inviato speciale di Obama per la coalizione anti-Isis e il principale responsabile della strategia degli Stati Uniti in Siria. Una nomina davvero sorprendente che Trump spiega così: “Non guardiamo al partito, ma alla continuità di Governo”. You never can tell, non si può mai dire!

Cosa ci dicono questi tre episodi? Senz’altro non molto, ma forse qualcosa ci dicono. I primi due episodi ci dicono, molto banalmente, che talvolta le scalette saltano e l’improbabile accade per sosprenderci positivamente. L’ultimo episodio ci dice anche qualcosa di più. Ci dice che, sebbene vi siano buone ragioni per preoccuparsi di uno come Donald Trump alla Casa Bianca, nessuno può sapere cosa ci attende. In particolare, vi sono almeno tre elementi che devono essere tenuti in considerazione. Primo, la Costituzione degli Stati Uniti prevede un sistema di check and balance che limita molto il potere del Presidente. Secondo, il Presidente è coadiuvato da uno staff di professionisti che contribuiscono fortemente a determinare il corso della sua presidenza. Terzo, Trump non sembra avere nè un’agenda politica chiara, nè una cornice ideologica di riferimento. Questi tre elementi rendono inevitabilmente precaria ogni ipotesi su cosa dobbiamo aspettarci dalla nuova presidenza degli Stati Uniti. Insomma, per quanto oggi sia più che ragionevole preoccuparsi, you never can tell!

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