America

Trump visita l’Arlington National Cemetery: la polemica con i veterani

3 Settembre 2024

La Medal of Honor (Medaglia D’onore) è la più alta decorazione militare assegnata dal governo degli Stati Uniti riservata per eccezionali atti di valore al servizio del Paese. Un’altra medaglia molto importante è la Presidential Medal of Freedom (Medaglia Presidenziale della Libertà) conferita dal Presidente degli Stati Uniti a civili. Quando nel 2018 il presidente Donald Trump conferì questa medaglia a Miriam Adelson, sua grande sostenitrice, spiegò che la medaglia per i civili “è molto migliore” di quella militare perché quelli che ricevono la Medal of Honor “sono soldati in pessime condizioni oppure sono già morti”. Trump continuò spiegando che la Adelson, invece, è una donna sana e bella.

La comparazione scioccò i veterani per il mancato riconoscimento dei militari americani. Al Lipphardt, il comandante in capo della Veteran of Foreign Wars, fondata nel 1899, classificò i commenti del presidente come “stupidi” perché svalutano l’eroismo di quelli che “hanno fatto il sacrificio rischiando la loro vita” al servizio del Paese. Anche il gruppo di veterani VoteVets ha dimostrato la delusione postando nei loro canali di social media che Trump “non rispetta i veterani” perché comparato a loro lui “appare molto piccolo”.

Trump non ha prestato servizio nelle forze armate nemmeno durante la guerra del Vietnam. Sfuggì alla chiamata per motivi di studio ma anche per una diagnosi medica di speroni ossei nei talloni ottenendo non una ma cinque esenzioni. Trump non crede al servizio militare e una volta minacciò di diseredare i figli se gli venisse l’idea di arruolarsi. Lo ha confermato la nipote di Trump, Mary Trump, in un libro sullo zio.

La Veteran of Foreign Wars ha obiettato alla definizione di Trump che la Medaglia conferita ai civili sia migliore a quella dei militari che a volte l’hanno conquistata perdendo la vita nei campi di battaglia.

Questi atteggiamenti di Trump che mettono in dubbio le sue capacità di servire come commander-in-chief degli Stati Uniti sono già noti. Nella campagna elettorale del 2016 il tycoon attaccò l’eroismo di John McCain asserendo che lui “preferiva coloro che non si fanno catturare”. Trump sorvolò sul fatto che McCain, dopo la sua cattura, rimase nella prigione dei Viet Cong per molti anni, rifiutandosi di usare la fama della sua famiglia per ritornare a casa anticipatamente. Per la sua ammirevole decisione, McCain fu torturato dai Viet Cong. Trump sembra non riconoscere questa parte. Per lui tutto semplice. I vincitori non si fanno catturare.

L’ex presidente ha anche descritto i caduti della Prima guerra mondiale come “sfigati e perdenti”. Ce lo ha confermato il generale John Kelly che per tre anni fu il suo chief of staff. In una visita al Cimitero Nazionale di Arlington in Virginia Trump gli confidò di “non capire” il comportamento dei caduti chiedendo “che cosa avevano da guadagnare”. Trump ha smentito le accuse ma Kelly le ha confermate in un’intervista alla Cnn. Inoltre nel 2018 Trump si rifiutò di visitare un cimitero di caduti americani in Francia perché temeva che la pioggia gli rovinasse i capelli. L’aneddoto è stato riportato da Jeffrey Goldberg, direttore della rivista The Atlantic, il quale ha confermato le sue fonti.

Trump ha ricevuto un notevole supporto dai veterani ma le cose sembrano cambiare. Il Military Times, una pubblicazione per veterani e membri delle forze armate ancora attivi, ci informa che il supporto per l’ex presidente dal 2016 al 2020 è sceso dal 46 al 37 percento. Nell’elezione presidenziale del 2020 i veterani preferirono Trump a Joe Biden (54 a 44 percento). La recente visita di Trump all’Arlington National Cemetery ha però sottolineato i dubbi sulla visione del candidato repubblicano verso i veterani.

John McCain fu insultato da Donald Trump perché fu catturato e poi torturato dai Viet Cong. Per Trump i veri eroi sono quelli che non si fanno catturare. Nella foto McCain dopo la sua vittoria per il Senato dallo Sato dell’Arizona nel 2014.

L’ex presidente vi si era recato per onorare i morti nel ritiro delle forze armate americane dall’Afghanistan. Fin qui tutto OK. Nella visita, però, collaboratori di Trump hanno visitato la Sezione numero 60 del cimitero riservata ai caduti più recenti dove vige un divieto su fotografie e riprese televisive. Ciononostante i collaboratori di Trump hanno violato la regola anche dopo essere stati avvertiti. Uno dei collaboratori ha strattonato e spinto l’ufficiale, una donna, insultandola verbalmente. L’ufficiale ha però presentato un rapporto formale e l’esercito americano ha lasciato una dichiarazione reiterando l’accaduto secondo l’ufficiale, la quale, nonostante essere stata aggredita, ha deciso di non esporre denuncia temendo minacce da sostenitori di Trump. Alcune immagini sono state rese note dalla campagna di Trump e in una foto si vede il presidente nella Sezione 60 con un gruppetto di familiari sorridenti con le tombe dei caduti sullo sfondo. Trump è ritratto anche con un sorriso e il pollice verso l’alto in segno di vittoria. La campagna di Trump ha smentito di avere fatto nulla di illegale e ha attaccato l’ufficiale personalmente asserendo che “soffriva di malattie mentali”, una tattica tipica di Trump di difendersi attaccando personalmente i suoi avversari.

La vicepresidente Kamala Harris ha anche lei rilasciato un comunicato asserendo di avere visitato il Cimitero Nazionale di Arlington parecchie volte, aggiungendo che “si tratta di un luogo solenne per onorare i caduti. Non è un luogo per fare politica”.

Per Trump però tutto è politica. Gli ultimissimi sondaggi lo staranno preoccupando. Proprio recentemente ha dato segnali che dovrebbe cercare di raggiungere elettori indipendenti. Ecco perché ha dichiarato che è contrario all’aborto solo nelle prime sei settimane di gravidanza. Subito dopo si è ricreduto avendo sentito dai vertici degli evangelici preoccupati dalla sua dichiarazione e il tycoon ha subito fatto marcia indietro.

 

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