America
Trump e quel muro al confine col Messico che lo terrà fuori dalla corsa
L’ultimo, in ordine di tempo. è stato il cantante messicano Armando Manzanero: “E’ un troglodita”, ha dichiarato ai giornali, aggiungendo che Donald Trump è la dimostrazione di quanto “un ricco possa essere povero”.
Non si ferma l’ondata di indignazione in Messico per le parole pronunciate dal magnate americano, patron del concorso Miss Universo, dopo la sua inopportuna, e altrettanto infelice, dichiarazione rilasciata il 16 giugno scorso all’annuncio di voler correre per i repubblicani alle primarie delle Presidenziali Usa: “Il Messico manda negli Stati Uniti il suo popolo, ma non invia la gente migliore. Stanno mandandoci negli Usa droga, criminalità, stupratori”, aveva dichiarato, proponendo quindi di alzare un “grande muro” tra Stati Uniti e Messico per impedire il flusso di immigrati clandestini.
La prima a rispondere alle farneticazioni di Trump è stata Adriana Almanza, una miss di origine messicana che vive negli Usa, che ha pubblicato su Facebook una lettera in cui raccontava la storia del padre Raul, immigrato negli Stati Uniti più di trent’anni fa.
“Vorrei rubarle un momento per farle conoscere mio padre, Raul Almanza, uno dei tanti che il Messico “ha mandato” in questo paese, come lei sostiene”, esordisce nella lettera Adriana.
“Non è un segreto che è arrivato qui senza documenti, e ha cercato lavoro in diversi Stati per inviare denaro alla sua famiglia in Messico.”Mio padre non beve. Non si droga. Naturalmente non è un criminale, stupratore o uno spacciatore di droga, come lei ha detto nel suo intervento. Mio padre ha lavorato 5-6 giorni a settimana da quando ero un ragazzina e non l’ho mai sentito lamentarsi neppure una volta”, ha scritto l’Almanza nella sua lettera che in due giorni è stato condivisa 122mila volte e ricevuto 240mila “piace “.
Adriana Almanza, laureata in Relazioni Internazionali presso la Valley State University, concludeva: “Forse dovrebbe incontrare più persone come mio padre, ci sono milioni come lui”.
Trump non solo non ha chiesto scusa, ma è rimasto fermo sulle sue posizioni e in tutto il mondo latino-americano l’indignazione nei suoi confronti è man mano montata, tanto che ancora oggi, a quasi un mese dalle sue improvvide dichiarazioni, l’hastag #donaldtrump è trend topic non solo in Messico ma in gran parte dei Paesi latinoamericani.
L’indignazione per le parole di Trump si è concentrata principalmente su uno dei suoi prodotti mediatici: Miss Universo, che comprende oltre all’omonimo concorso, anche quelli di Miss USA e Miss Teen USA. Le reti Univision e NBC Universal hanno rinunciato a trasmettere il concorso. Poi è stata la volta della Univision, televisione in lingua spagnola negli Usa, che ha rotto il contratto con Trump. Quindi di Televisiva, network televisivo del miliardario Carlos Slim, considerato l’uomo più ricco del Messico.
Donald Trump non solo non ha ritrattato le sue parole, ma ha avviato una battaglia legale, chiedendo un risarcimento di 500 milioni di dollari da una delle emittenti che ha rescisso unilateralmente il contratto.
Contro di lui intanto, è anche partita una petizione su change.org, che nei soli primi cinque giorni ha superato quota 200mila firme.
Alex Nogales, di Telemundo, seconda rete in lingua spagnola negli Stati Uniti, del network Nbc Universal, ha commentato: “”Siamo il 18% della popolazione degli Stati Uniti. Siamo buoni consumatori, usiamo gli smartphone, guardiamo la televisione… i media devono sapere che hanno molto da perdere se continuano con Trump, e tutto da guadagnare nel lungo periodo, se si allontanano da lui”.
Il cammino verso la Casa Bianca (Trump è il dodicesimo candidato repubblicano alle presidenziali Usa 2016) è cominciato in salita.
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