America

La Georgia ai democratici, nuova Caporetto per Donald Trump

6 Gennaio 2021

Si aspettava un verdetto importante dalle elezioni suppletive in Georgia ed esso è puntualmente arrivato.

Georgia On My Mind cantava James Brown – così come han fatto molti altri dopo di lui, fino a John Legend che l’ha intonata proprio in occasione di questa tornata, ad un evento democratico sponsorizzato dalla principale fautrice delle recenti vittorie dem nello Stato, Stacey Abrams – e Georgia On My Mind sarà sicuramente stata la colonna sonora dello stato d’animo di ambedue i principali sfidanti delle presidenziali di novembre, nell’attesa di questo verdetto: Joe Biden da una parte e Donald J. Trump dall’altra.

Difficile dire quanti, anche tra i più vicini al presidente eletto si sarebbero aspettati un simile successo; eppure sembrerebbe davvero che i democratici si aggiudicheranno una vittoria totale, in uno Stato a guida repubblicana che potrebbe cambiare in maniera decisa gli equilibri all’interno delle stanze dei bottoni di Washington. Vediamo che cosa sta accadendo in queste ore, intorno ad Atlanta.

Donald Trump e i due candidati repubblicani al Senato per la Georgia: Kelly Loeffler (sinistra) e David Purdue (destra). Foto: WRCBtv.com

Una partita chiusa, l’altra quasi

Questo turno potrebbe finire per rappresentare il classico colpo di spugna a Trump e – soprattutto – al trumpismo, il quale si sta dimostrando, sempre più spesso di recente, una strada sbagliata, senza uscita e davvero pericolosa per un Grand Old Party che, inevitabilmente, si sta già riorganizzando per impensierire Biden alle midterm election del 2022 e, soprattutto, tentare di rientrare alla Casa Bianca nel 2024.

Una corrente interna al partito è restata fedele al presidente uscente, alla sua politica e a tutti i suoi annessi e connessi; a partire da Mike Pompeo e un buon manipolo di figure di spicco – le quali ritengono che la destra debba essere quella concentrata prettamente su economia e culto della personalità messa in grande spolvero dal tycoon – vi è una buona fetta repubblicana che punterebbe ancora forte su Trump o un suo delfino (Pompeo stesso? Jared Kushner o sua moglie Ivanka? uno tra i senatori più vicini al presidente?) Questa fetta, però, si sta sempre più assottigliando. In Georgia, entrambi i candidati repubblicani, Kelly Loeffler e David Perdue, erano allineati a Trump e avevano incassato da tempo il suo endorsement.

Raphael Warnock, Foto: Harper’s Bazaar

Loeffler ha già perso la sua sfida contro il reverendo Raphael Warnock, il quale ha totalizzato circa 80mila preferenze in più, aggiudicandosi il 50,6% dei voti nei distretti dove i candidati erano questi due e strappandole il seggio. La partita di Perdue e del suo sfidante Jon Ossoff è invece ancora aperta – almeno nel momento in cui scrivo – anche qui però gli exit poll sono chiari e il candidato democratico appare in chiaro vantaggio. Anche in questo caso, i dem strapperebbero un seggio agli avversari repubblicani, pareggiando il conto dei senatori a 50 per partito. Per la costituzione statunitense, in caso di pareggio la maggioranza è del partito del presidente poiché il voto del suo vice in Senato è un tiebreaker.

Jon Ossoff, Foto: Atlanta Journal – Constitution

Nelle sedi repubblicane si è già iniziato ad alzare le dita – e non da oggi – ma il responsabile principale appare essere uno e uno soltanto: il presidente. Naturalmente, non è facile per nessuno ribaltare in due mesi un voto presidenziale – la Georgia, swing state per definizione in quanto Stato giovane e abitato da numerose minoranze, si è schierata con Biden dopo un lungo conteggio, all’ultimo voto, a novembre. Trump però ci ha anche messo del suo e ha commesso svariati errori prima di quest’elezione.

Una pessima strategia

Gli ultimi voti che devono essere contati provengono da roccaforti democratiche; le principali città georgiane, Atlanta, Savannah, Augusta, Athens, Macon e Columbus, sono tutte blu – il tradizionale colore dem. Ed è proprio da queste zone che proviene il maggiore supporto ai democratici. Ciò è spiegabile innanzitutto partendo da una descrizione dei due candidati repubblicani.

David Perdue, Foto: CBS News

Perdue, per quanto abbia tradizionalmente tenuto posizioni – soprattutto economiche – non troppo allineate a quelle del presidente, ultimamente si è avvicinato considerevolmente al presidente. Anche per questo motivo è malvisto da larga parte dell’elettorato giovane e di colore, non ricco, dei grandi centri urbani. Il senatore proviene infatti da una famiglia che da sempre strizza l’occhio alla politica – suo cugino Sonny è l’ex governatore della Georgia – ed è membro di quella classe media bianca, agiata, imprenditoriale e privilegiata che middle class non è più e, in questo momento, non è affatto ben tollerata negli USA. Se Perdue ha pochi ammiratori in un sottobosco sociale come quello del suo Stato a cavallo tra il 2020 e il ’21, Loeffler ne ha ancora meno. Ben più del suo compagno di partito, infatti, la senatrice uscente rappresenta esattamente tutto quello contro cui i movimenti sociali come Black Lives Matter si stanno battendo strenuamente. Kelly Loeffler si è definita più volte la più conservatrice tra tutti i repubblicani in Senato e si vanta di aver votato al 100% le proposte di Donald Trump, con il quale probabilmente lei e suo marito Jeffrey Sprecher – fondatore e CEO di IntercontinentalExchange, una società finanziaria che opera su internet smerciando futures energetici alla Borsa di Wall Street – si vedono consuetamente sui campi da golf, essendo la Georgia uno Stato dove le 18 buche sono cultura popolare, non solo tra chi può permettersi il biglietto per il Masters di Augusta. Secondo il Washington Post, il patrimonio combinato degli Sprecher ammonterebbe a 520 milioni di dollari. La coppia vive a Tuxedo Park, nei pressi di Atlanta, in una proprietà immobiliare chiamata Descante ampia 1.400 metri quadrati e dal valore di circa 10,5 milioni di dollari. L’acquisto della non umile dimora è attualmente la più costosa transizione immobiliare mai registrata dal municipio della capitale della Georgia. Kelly Loeffler è la più ricca tra i senatori USA. Nell’attuale contesto sociale statunitense, due candidati come questa coppia repubblicana non sembrano esattamente dei cavalli vincenti.

Kelly Loeffler, Foto: Valdosta Daily Times

In aggiunta a ciò, Trump ha gestito davvero male queste elezioni. Nonostante dal partito gli avessero chiesto di attivarsi per tempo e organizzare numerosi comizi per supportare i suoi senatori, il presidente ha sempre fatto spallucce, attivandosi soltanto dopo Capodanno. Decisamente troppo tardi se consideriamo che anche in questa occasione numerosi elettori hanno optato per il voto a distanza, via posta, esprimendo la propria preferenza ben prima del 5 gennaio. Non pago, ha anche continuato con l’ormai insopportabile sproloquio sui brogli elettorali, che non è mai stato interrotto da due mesi a questa parte, riversandosi di volta in volta verso Stati e circoscrizioni in cui il GOP ha perso. Non è un caso se anche nella scorsa notte (americana) dimostranti di destra siano scesi in strada a protestare, a Washington, giungendo fino allo scontro con le forze dell’ordine. Ma non è stato ancora scritto tutto, perché c’è anche la ridicola telefonata di Trump al Segretario di Stato per la Georgia, Brad Raffensperger, nella quale il presidente chiede al suo compagno di partito di trovargli 11mila 789 voti, convinto di averne presi molti di più, in quanto sicuro di aver vinto lo Stato. Naturalmente, questi voti non ci sono e Trump sogna in piedi, dal momento che la Georgia l’ha vinta Biden. Insomma, se la presidenza dell’immobiliarista era stata discutibile per tutta la durata del suo mandato, negli ultimi mesi sta diventando francamente assurda, quasi surreale.

La dignità nel saper uscire di scena

Questa sconosciuta! Potremmo aggiungere al titolo del paragrafo, parlando di Trump. Joe Biden si ritroverà, a scrutinio chiuso, con il totale controllo del congresso mentre il presidente uscente è riuscito a perdere, in 4 anni, presidenza, Senato e casa dei rappresentanti. Trump è un politico di destra ma non ha nulla da invidiare, in quanto a sconfitte, alla sinistra italiana. Perché Biden non è Obama, non rappresenta cambiamento, non rappresenta progresso, caspita… non sappiamo neppure se possiamo definirlo animato da valori davvero di sinistra, neppure annacquati. Il suo principale alleato si è dimostrato  il suo sfidante: Trump è al momento il principale responsabile del successo dei democratici. E lo sarà sempre di più se non smetterà di rendersi ridicolo continuando a urlare ai brogli e alle elezioni truccate.

Altre volte, nel corso della sua carriera e della sua vita privata, il miliardario è riuscito a rialzarsi dalle sue ceneri come l’araba fenice della leggenda; quello stesso fuoco, però, ha probabilmente ustionato tutti i suoi alleati. Il partito repubblicano corre il rischio di implodere su se stesso. Urlando, sbraitando e mentendo, Trump potrebbe riuscire ad affascinare un buon numero di elettori, dal momento che il presidente gode di un rapporto quasi mistico con lo zoccolo duro dell’elettorato destrorso, con queste persone che lo vedono come il sogno americano fatto carne e capelli al vento ma ciò non vale per i suoi colleghi del GOP.

Perdue rappresenta quel che può accadere ad ogni politico che si leghi a Trump oggi. Il 3 novembre, al primo turno delle elezioni per il Senato, il rappresentante uscente aveva ricevuto 88mila voti in più rispetto a Ossoff. Poi ha deciso di avvicinarsi al presidente, negli ultimi due mesi, e ora li ha persi tutti. Similmente, la carriera politica di Kelly Loeffler è già probabilmente finita. A meno di un anno dal suo insediamento – lo scorso 6 gennaio 2020 in sostituzione di Johnny Isakson – la reputazione della senatrice è bruciata, in quanto non è riuscita a vincere neppure la sua prima elezione, dopo aver calpestato i bisogni delle periferie che aveva promesso di ascoltare sotto gli alti tacchi che ama indossare. Esattamente come il suo mentore politico Trump, Loeffler ha bruciato decine di migliaia di dollari per infangare Warnock come se fosse il demonio che cammina per le strade di Atlanta, una sorta di eretico di colore – essendo lei cattolica bianca e lui protestante nero – ottenendo come solo risultato quello di fomentare il disprezzo di afroamericani e giovani verso di lei e tutto quello che rappresenti. Nei talk show americani e su Twitter non si fa altro che parlare dell’inadeguatezza di Kelly Loeffler a sedere in Senato e appare davvero difficile che la senatrice si riprenda, almeno in tempi  brevi, da una disfatta come questa.

Donald Trump, Foto: L’Espresso – La Repubblica

Mentre Biden può gioire di aver ricevuto il mandato che desiderava e necessitava per rispettare la propria agenda, dall’altra parte della staccionata sembrerebbe davvero essere giunta l’ora di cominciare a raccogliere i cocci, sempre che i piatti abbiano già finito di volare per la casa.

 

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