America
Il vento tra i capelli e la Ventura Highway
Il destino dei figli dei soldati di carriera è di passare la gioventù cambiando città e base militare ogni due anni, di dover ricominciare da capo ogni volta, magari in una scuola in un paese di cui nemmeno capisci la lingua. Proprio per questo tre di questi figli, Dewey, Dan e Gerry, che si sono conosciuti in una base NATO in Germania, nella quale stazionavano i loro padri, e che passavano il tempo libero in caserma a suonare la chitarra, hanno chiamato il loro complessino liceale “America”, in nome della nostalgia di una patria lontana, visitata solo durante brevi vacanze.
Finito il liceo, i tre ragazzi si sono trasferiti a Londra, dove dividono un appartamento e suonano – inizialmente – per strada. Manco a dirlo, siamo negli anni della Swinging London, la vita costa poco, se si hanno pochi capricci, e per la strada racimoli abbastanza, specie se sei bravo. E gli America sono talmente bravi che, dopo tre mesi, iniziano a suonare nei locali – dapprima cover di Crosby Still Nash & Young riarrangiati in una sorta di bluegrass intinto di rock che, come racconta Dan Peek, “era dovuto al fatto che avevamo solo tre chitarre acustiche, e quindi non avevamo scelta”.
Nel 1970 arriva il primo contratto discografico, ed i primi concerti in giro per l’Inghilterra, con l’aggiunta di un bassista ed un batterista affittati dall’etichetta. Dan ha 20 anni, ha finito il liceo con due anni di ritardo perché soffre di artrite reumatoide ed ha difficoltà con l’inglese, visto che l’infanzia l’ha passata a Panama City, Dewey Bunnell e Gerry Beckley ne hanno 18. L’estate del 69 è passata per sempre, e loro sono tre bravi ragazzi che la rimpiangono, avendola mancata per un pelo.
Dewey scrive una canzone su un viaggio di oltre 100 chilometri, fatto con papà e mamma anni prima, da Omaha a Ventura, sulla strada che, dal gelo del Nebraska, taglia il deserto e sboccia di fronte all’oceano, a Nord di Los Angeles. Ad una pompa di benzina incontrano un barbone che racconta di girare l’America in autostop da 25 anni, e Dewey pensa che costui sia il Sal Paradise cantato da Kerouac: la libertà, l’amore, il viaggio, l’avventura. Il brano si intitola “Ventura Highway”, è meraviglioso, e cambia la vita dei tre ragazzi, regalando loro un successo mondiale del tutto inatteso.
La canzone, ad oltre mezzo secolo di distanza, è talmente famosa, negli Stati Uniti, che Prince ha usato una parte del testo per il suo “Purple rain”, e trascina con sé un’altra canzone scritta da Dewey per raccontare un altro sogno, quello di un viaggio nel deserto, “A horse with no name”, che canta di come un cowboy si sia perso e, per la sete, abbia dimenticato tutto di sé, e che segua l’istinto del cavallo mentre viene travolto dal delirio.
Il successo costringe i tre ragazzi ad un faticoso tour mondiale, durante il quale Dan si ammala nuovamente. Alla fine del 1973 è costretto a lasciare la band ed a passare un lungo periodo in clinica, inizialmente in condizioni disperate. In quel periodo lui e la moglie trovano la fede, e negli ultimi anni di vita (Dan non arriverà ai 60 anni) suoneranno soltanto in chiesa e per i figli.
Gerry e Dewey continuano ancora oggi, e sono una delle band il cui successo è stato più longevo e costante della West Coast. Racconta Gerry: “Quando Dan ha smesso, noi eravamo tutti sposati di fresco e con dei contratti importanti, e non abbiamo faticato a trovare gli stimoli per continuare. Finalmente avevamo tutto ciò che avevamo sognato: una famiglia nostra, una vita interessante, e nessun padre ingombrante. I nostri figli sono musicisti, e sono orgoglioso del fatto che suonino nella band di Kate Perry e di Britney Spears. Sono figli di un’altra generazione e non devono portare il peso del nostro karma”.
Dewey aggiunge: “Quando, nel luglio del 2011, siamo andati nel Missouri per dare l’ultimo saluto a Dan, abbiamo deciso di fare quella benedetta strada che, per tutta la vita, abbiamo chiamato Ventura Highway. Avevamo i capelli nel vento, come nella canzone, ed il cuore gonfio di tristezza. Quando hanno capito il nostro umore, le nostre mogli ci hanno abbracciato, dal sedile posteriore, e ci siamo fermati ad una pompa di benzina per asciugarci gli occhi. E c’era Joe ad aspettarci, ì’autostoppista della canzone. Vecchio, i vestiti sporchi e laceri, uno stuzzicadenti di traverso. Ci è venuto incontro come se ci riconoscesse e ci ha sorriso, ci ha chiesto un passaggio per la costa. In quel momento abbiamo capito che qualcuno, nel cielo, in quel cielo in cui sulla Ventura Highway vedevo nuvole a forma di coccodrillo e di lucertola, ci aveva accompagnato, e che potevamo solo essere grati per quel viaggio meraviglioso durato 40 anni di musica e di bellezza”.
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