America
Il Mini Tuesday: la voglia di normalità dell’americano medio
La notte del Mini Tuesday, quando si è votato contemporaneamente in sei stati, ha impresso una svolta decisiva alle primarie del partito democratico. La vittoria del moderato Joe Biden sul progressista Bernie Sanders è stata netta. Il primo si avvia alla sfida con Donald Trump mentre il secondo è ancora in silenzio dopo aver perso due stati cruciali del Midwest, Michigan e Missouri.
Rispetto al 2016, Sanders ha perso 90.000 voti in Missouri e quasi 30.000 in Michigan, dove è risultato vittorioso solo nella piccola contea di Ingham, sede della capitale Lansing. Tra le grandi contee, è risultato competitivo a Washtenaw, sede dell’Università del Michigan e caratterizzata dall’alta presenza di asiatici, nella città di Grand Rapids, nell’area centrale di Saint Louis e a Springfield. Biden veleggia in grandi città caratterizzate dall’alta presenza di afroamericani, come Detroit, Kansas City e Flint. Ma gli exit poll ci dicono che oltre a pensionati, donne e afroamericani, anche gli uomini bianchi di mezza età hanno sostenuto l’ex vicepresidente.
Il movimento sociale e progressista sembrare perdere appeal proprio nella rust belt, cuore produttivo d’America, che nel 2016 aveva contribuito alla vittoria di Trump. Territorio che ha sofferto profondamente la crisi economica del 2008, tanto che il Michigan è lo stato che ha perso maggiormente in termini di prodotto interno lordo pro capite, ma l’economia è gradualmente ripartita. Anche la gravissima crisi idrica di Flint, che portò nel 2014 la popolazione, composta per il 54% da afroamericani, a bere acqua contaminata da piombo a causa di scellerate decisioni politiche, sembra essere alle spalle.
Se quattro anni fa l’elettorato democratico si mostrava ancora sofferente a causa delle crisi congiunte, oggi quella fase appare superata. L’obiettivo dell’uomo bianco sembra essere quello di eliminare l’anomalia Trump per tornare alla normalità americana. Per questo ha recepito il messaggio di Biden che incarna un’America più inclusiva verso le minoranze e con meno armi in circolazione. Un messaggio rassicurante che stimola l’unità del partito e del paese contro un Sanders considerato battagliero e divisivo, oltre che incerto in materia di proliferazione delle armi da fuoco.
Malgrado l’endorsement del reverendo Jesse Jackson, il rifiuto di trattare l’equità razziale come tema diverso dalla lotta di classe ha alienato il supporto degli afroamericani alla campagna di Bernie Sanders. Il senatore del Vermont ha inoltre accusato Biden di voler tagliare la spesa pubblica, ma l’ex vicepresidente ha intelligentemente risposto con un tweet che ricorda come i tagli maggiori saranno effettuati da Trump.
Il programma Medicare for all proposto da Sanders sulla base della sanità pubblica di stampo europeo, appare agli elettori democratici come un’utopia dal momento che una conferma del magnate newyorchese potrebbe far perdere quel poco disponibile. Gli exit poll ci comunicano che, in entrambi gli stati, circa il 40% degli elettori considera la sanità il problema principale (Dati da Washingtonpost.com). Ma il 60% di loro ha votato Biden, malgrado il buon senso di Sanders, il quale ha inutilmente affermato che il futuro vaccino contro il coronavirus deve essere gratuito.
Infine, Sanders ha attaccato Biden per aver sostenuto gli accordi commerciali che hanno agevolato le delocalizzazioni e fatto perdere posti di lavoro proprio nella rust belt. Probabilmente, chi è convinto di quest’ultima ipotesi, crede ancora nel sogno americano e considera erroneamente il welfare pubblico un inutile orpello capace di deprimere il fattore sociale più importante, ovvero l’occupazione. Di conseguenza, tende a preferire il magnate newyorchese all’ebreo socialista.
Donald Trump appare contrariato dalla vittoria di Biden e affila le armi per screditare Sleepy Joe attraverso l’enorme sequenza di gaffe effettuate, in modo accusarlo di demenza senile. Nel frattempo, nel suo tweet riservato al Mini Tuesday, Trump ha affermato che se Elizabeth Warren (da lui indicata come Pocahontas) si fosse ritirata prima del Super Tuesday, Crazy Bernie avrebbe avuto la strada spianata verso la nomination. Un’analisi tremendamente e amaramente lucida.
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